Lo Smart Working, o Lavoro Agile, è una nuova filosofia manageriale fondata da un lato sulla flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti, e dall’altro su una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Dopo la pandemia, lo Smart Working è diventato parte integrante delle nostre vite, portando con sé un acceso dibattito sui concreti vantaggi del Lavoro Agile.

In quest’articolo proveremo ad analizzare i pro e contro dello Smart Working, per capire se esistono reali benefici per il miglioramento della vita lavorativa di imprese e dipendenti.

Per approfondire questa tematica, ci faremo aiutare dalla Ricerca dell’Osservatorio Smart Working della POLIMI School of Management, che da punto di riferimento per l’innovazione dei modelli di organizzazione del lavoro.

Quali sono i vantaggi e svantaggi dello Smart Working

Quali vantaggi comporta lo Smart Working? Secondo la Ricerca dell’Osservatorio i benefici ottenibili dall’introduzione del lavoro Agile sono numerosi, sia per le aziende e per i lavoratori, sia per l’ambiente.

Smart Working e vantaggi per le aziende

vantaggi dello Smart Working per le aziende si possono misurare in termini di:

  • miglioramento della produttività,
  • riduzione dei costi per gli spazi fisici e per i consumi energetici.

Di seguito esaminiamo più nel dettaglio questi aspetti.

Miglioramento della produttività

In una sua Ricerca, l’Osservatorio ha rilevato che iniziative di Smart Working hanno portato a un incremento della produttività del 15-20% per lavoratore.

I valori variano a seconda che il modello di Lavoro Agile adottato sia “maturo” nelle sue quattro dimensioni. Queste ultime, tra loro complementari, riguardando policy organizzative, tecnologie, riorganizzazione degli spazi e competenze e stili di leadership.

Riduzione dei costi per gli spazi fisici e per i consumi energetici

Attraverso lo Smart Working le organizzazioni possono anche risparmiare sui costi relativi ai consumi energetici. Stando alla Ricerca 2024 dell’Osservatorio, adottare una logica di Smart Working per due giorni a settimana potrebbe consentire di ottimizzare l’utilizzo degli spazi e ridurre i consumi per un totale di circa 200 euro all’anno per postazione lavorativa. Per ottenere simili risparmi, però, è necessario rivedere il modo di gestire e utilizzare i propri spazi di lavoro, attraverso importanti sforzi organizzativi.

Se a questi cambiamenti si associasse la decisione di ridurre gli spazi della sede lavorativa (ad esempio di circa un terzo del totale) il risparmio complessivo potrebbe aumentare fino a circa 2.500 euro all’anno per lavoratore.

Smart Working, vantaggi per i lavoratori

Anche per i dipendenti vi sono diversi vantaggi dovuti allo Smart Working. I benefici concreti di cui godono le persone che lavorano in media circa due giorni a settimana a distanza sono:

  • riduzione dei tempi e costi di trasferimento;
  • miglioramento del work-life balance;
  • aumento del benessere e dell’engagement

Di seguito analizziamo più da vicino tutti questi vantaggi, attraverso i dati di Ricerca dell’Osservatorio.

Riduzione dei tempi e costi di trasferimento

Nonostante l’incremento delle spese relative ai consumi domestici di energia, il risparmio dovuto a una diminuzione dei costi di commuting (ossia di pendolarismo) è di circa 900 euro nel 2024 per ogni Smart Worker.

Nel complesso, quindi, si può stimare che lo Smart Working porti una generale riduzione dei costi per i lavoratori (e, come abbiamo visto, anche per le aziende che lo adottano).

Miglioramento del work-life balance

I costi non rappresentano l’unico beneficio dello Smart Working per i lavoratori. Un maggiore equilibrio tra la propria vita privata e quella professionale è un altro dei principali vantaggi del Lavoro Agile.

Considerando che ciascun Smart Worker faccia anche solo due giornate a settimana di lavoro da remoto il tempo risparmiato in un anno è dell’ordine di 80 ore per Smart Worker. Si tratta di un piccolo tesoro di tempo e vita che permette di bilanciare maggiormente esigenze personali e professionali.

Aumento del benessere e dell’engagement

Infine, sempre guardando agli impatti del Lavoro Agile, l’Osservatorio Smart Working ha esaminato il benessere dei lavoratori secondo le tre dimensioni stabilite con la Costituzione dell’OMS, quali benessere psicologicobenessere relazionale, e benessere fisico.

Dai risultati della Ricerca 2024 emerge che gli Smart Worker hanno livelli di benessere più elevati rispetto agli altri lavoratori. Il 23% dei lavoratori dichiara di “stare bene” su tutte le dimensioni del benessere, più del doppio di chi lavora solo da remoto e del triplo dei lavoratori in presenza. Gli Smart Worker sono inoltre la categoria di lavoratori che riporta le medie più elevate di engagement, seguita dai lavoratori remote non smart e dai lavoratori on-site che hanno livelli di engagement simili.

Smart Working e Ambiente, i vantaggi

Tra i vantaggi dello Smart Working non possiamo non considerare l’impatto sull’ambiente. Vi sono benefici soprattutto in termini di riduzione del traffico che, oltre a portare vantaggi nella viabilità, comporta anche una riduzione delle emissioni di CO2.

Considerando la riduzione degli spostamenti casa-lavoro e la possibilità per le organizzazioni di ridurre gli spazi aziendali, lavorando da remoto due giorni a settimana, al netto dei consumi domestici si potrebbe ottenere un risparmio in termini di emissioni per persona pari a 460 kg CO2 all’anno. A livello di sistema Paese, considerando gli Smart Worker attuali, si eviterebbe l’emissione di ben 1.500.000 tonnellate di CO2.

Gli svantaggi dello Smart Working

In questo contesto, non bisogna dimenticare che all’interno del Lavoro Agile possono comunque presentarsi dei risvolti negativi, in particolare per i lavoratori.

Le criticità dello Smart Working per i lavoratori

Tra le principali conseguenze negative del Lavoro Agile emerse dalla Ricerca, spiccano in particolare:

  • senso di isolamento e distacco dall’organizzazione;
  • technostress, derivante dall’impatto negativo dovuto all’utilizzo della tecnologia;
  • overworking, che consiste nella tendenza a lavorare oltre l’orario di lavoro e/o con eccessiva energia.

Come è possibile far fronte a queste criticità? Secondo l’Osservatorio ci sono diversi possibili accorgimenti che lavoratori e organizzazione possono adottare. Nel primo caso, per esempio, lavorare in luoghi diversi dalla propria abitazione, ma comunque vicino a casa (come ad esempio spazi di coworking) potrebbe affievolire il senso di isolamento.

Per ciò che concerne il tecnhostress, uno dei modi più efficaci per limitare questa forma di disagio è fare in modo che le organizzazioni lavorino sullo sviluppo di Digital Soft Skill che favoriscano un utilizzo più consapevole degli strumenti di lavoro. Simile è il discorso per quanto riguarda l’overworking, in quanto le aziende devono prevedere contromisure attraverso azioni di sensibilizzazione e accompagnamento nei confronti dei lavoratori. Oltre a queste iniziative, il monitoraggio rappresenta uno strumento fondamentale per far fronte al “lavoro in eccesso”. Un’ulteriore soluzione, infine, è stata adottata da Alfamation. L’azienda, che consente ai propri Smart Worker di gestire il proprio orario di lavoro in modo flessibile, ha introdotto una fascia oraria di non reperibilità dalle 20:00 alle 8:00 per prevenire il rischio di overworking.

Le criticità nel Lavoro Agile emergenziale

Gli impatti negativi dello Smart Working che abbiamo appena visto – quali senso di isolamento, difficoltà a mantenere un corretto work-life balance e tecnostress – uniti alla difficoltà a separare i tempi dedicati al lavoro da quelli alla vita privata, sono stati avvertiti maggiormente durante la pandemia. Anche dal punto di vista delle organizzazioni l’applicazione emergenziale dello Smart Working ha comportato alcune criticità, in gran parte legate alla mancanza di tecnologie e competenze digitali. Inoltre, è stata particolarmente delicata anche la fase di inserimento dei neoassunti in un contesto lavorativo da remoto. Un primo affiancamento, oltre a un’introduzione ai valori e alle pratiche aziendali, è fondamentale per queste figure e non sempre il Lavoro Agile ha reso facile il perseguimento tali aspetti.

È pur vero che tutte queste criticità sono state acuite da forzature come l’obbligo di lavorare sempre da casa. Proprio per questo motivo, il Lavoro Agile “emergenziale” non è stato un vero e proprio Smart Working, in quanto chiaramente non poteva prevedere la scelta del luogo di lavoro. Questo fatto da un lato ha inevitabilmente inciso sullo scetticismo relativo al reale valore dello Smart Working. Dall’altro lato, però, pur al netto delle criticità dovute a un’applicazione estrema e improvvisata, il Lavoro Agile attuato durante i mesi dell’emergenza ha costituito un’esperienza preziosa. Ha infatti permesso di fare in poco tempo un percorso di apprendimento e consapevolezza che avrebbe richiesto anni. Le persone hanno imparato a usare strumenti digitali innovativi e a relazionarsi efficacemente in team virtuali, con un impatto positivo sulle performance.

Gli impatti dello Smart Working sulla società

Al netto dei vantaggi e degli svantaggi per il mondo del lavoro e per l’ambiente, lo Smart Working può avere un impatto anche sulla società nel suo complesso. L’applicazione sempre più diffusa del Lavoro Agile ha implicazioni, ad esempio, sull’attrattività dei luoghi e sul futuro delle città. Lavorare al di fuori della sede aziendale permette alle persone di vivere di più i luoghi del proprio paese o della propria città, come esercizi commerciali e palestre.

Lo Smart Working incide inoltre sulle scelte abitative delle persone. Nel 2023 l’Osservatorio ha rilevato che 1 lavoratore da remoto su 7 aveva cambiato casa oppure aveva intenzione di farlo in futuro, spostandosi in una seconda abitazione di proprietà. Si tratta dunque di scelte che, su larga scala, possono avere un impatto sul mercato immobiliare di tipo residenziale in termini di costi, tipologia e localizzazione delle abitazioni più desiderate. Benché approssimate e puramente indicative queste stime aiutano a comprendere le enormi potenzialità economico-sociali dello Smart Working.

Lascia un commento

Subscribe
Notificami
guest
3 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
5 anni fa

Come si sta evolvendo tra le aziende il riconoscimento del buono pasto, che se ha un senso non erogarlo laddove il ricorso allo SW è un opzione richiesta dal lavoratore (peraltro per un massimo di 8 giorni nella mia azienda Intesa Sanpaolo) diverso è se diventa una necessità imposta e soprattutto un vantaggio che le aziende vorranno cogliere per tutti i motivi che spiegate anche voi. Grazie

4 anni fa

Gentile Massimo, il tema è molto controverso. Alcune aziende stanno decidendo di riconoscerlo comunque, mentre altre stanno agendo in una direzione parallela, scegliendo di riconoscere dei contributi per la connessione internet o le bollette della luce, o dando la possibilità di richiedere rimborsi spese per gli acquisti legati alla creazione della postazione di lavoro da casa. Rimangono inoltre aziende che non si sono ancora mosse in tale direzione e non erogano né buoni pasto né altre forme di rimborso.

11 mesi fa

Mi preme riprendere un concetto espresso nell’articolo:
“ il risparmio dovuto a una diminuzione dei costi di commuting (ossia di pendolarismo), al netto dell’incremento delle spese relative ai consumi domestici di energia, è di circa 900 euro l’anno per ogni Smart Worker.Nel complesso, quindi, si può stimare che lo Smart Working porti una generale riduzione dei costi per i lavoratori, e anche per le aziende che lo adottano.”
Bene, vorrei condividere alcune riflessioni relativamente all’impatto economico dello smart working per i lavoratori, sulla base di analisi su dati reali.
È fuori dubbio che lo smart working offra molti vantaggi, ma l’effettiva riduzione dei costi per i lavoratori dipende da diversi fattori, tra cui il numero di giorni di lavoro da remoto e, soprattutto, le modalità di trasporto utilizzate.
Si è parlato di pendolarismo nell’articolo. Ecco, lo smart working può portare a una riduzione dei costi di pendolarismo ma specialmente per chi utilizza l’auto privata.
Ma lo scenario cambia completamente, in quanto la situazione si presenta più articolata, se il lavoratore si avvale dei mezzi pubblici urbani.
Per esempio nel caso classico di lavoro ibrido con 3 giorni in presenza e 2 in remoto, il lavoratore che utilizza i mezzi pubblici non è assolutamente detto che riscontri un effettivo risparmio sui costi di trasporto. La ragione è che, con 3 giorni di lavoro in presenza, si è costretti all’acquisto di un abbonamento settimanale e quindi in sostanza ad un mensile al posto di 4 settimanali (e, ad essere più corretti ed esaustivi, a due mensili o un abbonamento integrato se si usano mezzi di più società). Quindi la spesa economica sostenuta da un lavoratore per un lavoro in presenza di 3 gg / settimana è coincidente con quella sostenuta dallo stesso lavoratore per un lavoro in presenza di 5 gg (se si parla di una settimana di 5 gg lavorativi). Inoltre, va considerato l’aumento di spese per i consumi energetici domestici nei giorni di lavoro da remoto, come contemplato nell’articolo. Quindi, rileggendo nell’insieme: venendo a mancare totalmente il risparmio economico per il tragitto (che invece è stato dato per scontato esserci, leggendo l’articolo), viene a mancare totalmente la compensazione dell’aumento dei costi sostenuti per i consumi energetici domestici.
Pertanto, dal punto di vista strettamente economico, per ottenere un reale beneficio finanziario per i lavoratori, potrebbe essere necessario un modello di lavoro ibrido con 3 giorni in remoto. Ci tengo a ri-sottolineare che questa analisi si concentra esclusivamente sull’aspetto economico (questione non da poco).
Rimane il potenziale vantaggio dato dal risparmio di tempo speso e il vantaggio per l’ambiente.
L’obiettivo è per me cercare di offrire una prospettiva più globale, più sfumata/articolata su questo importante tema. Le strategie dovrebbero massimizzare i benefici dello smart working per tutte le parti coinvolte, ma anche e soprattutto, in maniera effettiva su vari aspetti.