Le PMI (acronimo di Piccole e Medie Imprese) sono realtà imprenditoriali al centro del nostro Paese. Nonostante costituiscano solo il 5% del delle imprese italiane attive, generano il 42% del fatturato in Italia e impiegano il 35% della forza lavoro del settore privato. Comprendere le caratteristiche e le potenzialità di queste realtà è pertanto fondamentale per interpretare l’economia italiana.

In questa guida sulle PMI indagheremo gli aspetti fondamentali del tema e come queste imprese stiano affrontando le sfide portate dalla Trasformazione Digitale, che ormai permeano ogni settore, attraverso i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI della POLIMI School of Management.

Cosa si intende per Piccole Medie Imprese

Il termine PMI è ampiamente utilizzato, ma non sempre con piena consapevolezza del suo significato preciso. Vediamo dunque cosa sono esattamente le PMI secondo la Commissione Europea:

le PMI (Piccole e Medie Imprese) sono realtà imprenditoriali dai 10 ai 249, addetti che generano un fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro o un totale di bilancio annuo minore o uguale di 43 milioni di euro.

Nella pratica, le PMI includono una vastissima gamma di realtà: dalle aziende manifatturiere (tessili, meccaniche, produttori di mobili) alle strutture turistiche (hotel, agriturismi, tour operator), dalle agenzie di servizi (comunicazione, Marketing, consulenza) alle software house.

Ma come si distingue una “piccola” da una “media” impresa? E cosa accade alle aziende con meno di 10 dipendenti?

La Raccomandazione della Commissione Europea 2003/361/CE ha definito parametri chiari per classificare le diverse tipologie di imprese:

  • microimpresa, meno di 10 addetti e fatturato annuo o totale di bilancio annuo inferiore a 2 milioni di euro;
  • piccola impresa, tra i 10 ed i 49 addetti e fatturato annuo o totale di bilancio annuo inferiore a 10 milioni di euro;
  • media impresa, tra i 50 ed i 249 addetti e fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro oppure un totale di bilancio inferiore a 43 milioni di euro.

Le PMI Innovative

Per completezza, è bene menzionare anche la categoria delle PMI innovative, che dal 2015 hanno ottenuto un riconoscimento normativo all’interno dell’ordinamento italiano. Queste realtà sono oggi censite dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) in un’apposita sezione del Registro delle Imprese. Si tratta di piccole e medie imprese che si distinguono per innovatività in termini di competenze interne, processi o prodotti, indipendentemente dal settore di attività. Per ottenere la qualifica, devono soddisfare requisiti oggettivi (essere PMI residenti in Italia o in un altro Paese dello Spazio Economico Europeo con sede produttiva o filiale in Italia, aver certificato il bilancio, non essere quotate, non essere iscritta nella sezione speciale delle startup innovative) e almeno due requisiti soggettivi tra investire almeno il 3% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione in Ricerca & Sviluppo, impiegare personale altamente qualificato (1/5 di dottorandi o ricercatori, o 1/3 con laurea magistrale), oppure possedere brevetti o software registrati.

A differenza delle startup innovative, che hanno requisiti più stringenti, le PMI innovative non hanno limitazioni temporali, dimensionali o sul fatturato, beneficiando comunque di analoghe agevolazioni burocratiche e fiscali. Il cosiddetto “Investment Compact” del 2015 ha, infatti, esteso a questa categoria i benefici già riconosciuti alle startup innovative.

Quante sono le PMI italiane e perché sono importanti per il Paese

Per meglio comprendere il peso delle Piccole e Medie Imprese all’interno del quadro economico e produttivo italiano, è bene soffermarsi sui numeri. Secondo i dati ISTAT, su circa 4,7 milioni di imprese attive in Italia (grandi, medie, piccole e microimprese), le PMI rappresentano circa il 5% (il 94% è costituito da microimprese e il restante 1% da grandi imprese), comprendendo approssimativamente 240mila realtà. Eppure, le PMI sono responsabili del 42% dell’intero fatturato generato in Italia e del 35% degli occupati nel settore privato, costituendo un pilastro fondamentale e strategico del sistema produttivo e sociale nazionale.

L’ecosistema a supporto delle Piccole Medie Imprese

Le PMI possiedono tutte le carte in regola per poter dare uno slancio allo sviluppo economico (e territoriale) del nostro Paese, da un lato aumentando ulteriormente la propria produttività, dall’altro crescendo dimensionalmente e andando a nutrire il comparto grandi imprese, in Italia ancora troppo modesto. In che modo? Sfruttando le opportunità della Trasformazione Digitale. L’Innovazione Digitale può contribuire in maniera decisiva in entrambe le direzioni, portando tali imprese a sbloccare il potenziale che ancora può essere espresso e a migliorarne la competitività su un mercato sempre più governato dalle logiche digitali.

Le PMI italiane interagiscono con molteplici attori: le Pubbliche Amministrazioni, i clienti e i fornitori lungo la propria filiera di appartenenza, le associazioni di categoria, i centri di ricerca e università, gli hub territoriali di innovazione, le startup, i professionisti e i consulenti. Il ricco ecosistema supporta le PMI e le circonda svolge un ruolo di particolare importanza nell’accompagnare le aziende nel loro percorso di avvicinamento al Digitale, che risulta particolarmente tortuoso specialmente per le piccole imprese. Inoltre, essendo l’economia digitale per sua natura collaborativa, la collaborazione e la comunicazione a livello di ecosistema sono fondamentali affinché le imprese evitino il rischio di emarginazione e possano cogliere appieno le opportunità della Trasformazione Digitale.

Gli incentivi e la normativa a supporto delle piccole e medie imprese

Proprio per la loro importanza all’interno del tessuto economico italiano, le PMI sono tutelate, o meglio incentivate, da tutta una serie di fondi e agevolazioni economiche messe a disposizione dal Governo.

Gli incentivi rappresentano un vero e proprio stimolo all’innovazione per le PMI, spesso frenate, come visto nel paragrafo precedente, da limiti di budget, tecnologici e mancanza di competenze. Transizione 5.0, Patent BoxNuova SabatiniFondi di GaranziaVoucher Innovation Manager. Il quadro è ampio e trasversale.

Da un punto di vista normativo, la strategia per favorire la Trasformazione Digitale delle imprese poggia principalmente sulle direttrici tracciate dal PNRR, ispirate agli obiettivi del Decennio Digitale Europeo per le imprese. Le principali misure agevolative disponibili a livello nazionale sono il Piano Transizione 5.0, che dal 2024 ha sostituito il Piano Transizione 4.0, la Nuova Sabatini e la Nuova Sabatini Green. Affinché il supporto delle istituzioni possa avere un reale effetto positivo sulle PMI, sarà fondamentale definire tempestivamente i termini applicativi delle normative, progettare strumenti flessibili e mirati alle puntuali esigenze geografiche e di filiera, e semplificare la burocrazia.

Le Piccole e Medie Imprese nelle filiere del Made in Italy

Le PMI sono caratterizzate da grande eterogeneità, per esempio in termini di struttura, attività, organizzazione, visione strategica. Questo si traduce in differenze di performance, ma anche di approccio all’innovazione e, in particolare, alla Trasformazione Digitale. È importante esaminare queste diversità, per esempio attraverso le filiere di appartenenza. In questo modo, vengono messi in luce non solo i tratti comuni, ma anche le caratteristiche e le esigenze peculiari, che si riverberano anche nell’adozione e nella propagazione di fenomeni come quello della Trasformazione Digitale. Ecco allora che la digitalizzazione delle filiere, come quelle dell’agroalimentare, della moda e del design – considerate come eccellenze del Made in Italy – diventa la chiave di volta per comprendere lo status quo e i trend evolutivi delle PMI italiane.

Gli Hub territoriali di innovazione

Spesso le PMI approcciano in modo poco organico e strutturato il percorso di innovazione, senza sviluppare una strategia che, in base alle proprie peculiarità ed esigenze, tracci un cammino da seguire. Troppo spesso, infatti, sono ancora le esigenze temporanee di cambiamento o le opportunità di finanziamento una tantum, ad avvicinare le PMI al digitale. Purtroppo, però, la sola adozione di tecnologie digitali, se non concepite – e, anzi, se non inserito in un progetto strutturato, strategico e consapevole di crescita –rischia di allontanare l’imprenditore dalla percezione dei benefici dell’Innovazione Digitale.

Le realtà con dimensioni e risorse limitate – in termini economici, di tempo e di competenze – difficilmente riescono a intraprendere in solitudine un progetto di Trasformazione o Innovazione Digitale e necessitano di un supporto da parte dei diversi soggetti dell’ecosistema di appartenenza. Tra questi troviamo i Punti Impresa Digitale, i Digital Innovation Hub,Competence Center, Digital Innovation Hub, i Punti Impresa Digitale, gli Innovation Manager e gli European Digital Innovation Hub (EDIH) e i Competence Center, che svolgono proprio questa missione e sono stati creati con l’obiettivo di costituire una rete di enti specializzati in grado di supportare le imprese nel percorso di transizione digitale.

Lo stato di digitalizzazione delle PMI italiane

Le piccole e medie imprese italiane stanno facendo passi avanti sulla strada della digitalizzazione.

Secondo la Ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI, il 54% delle realtà investe con convinzione in tecnologia. Tuttavia, solo il 19% adotta tecnologie avanzate in modo strutturato.

Le principali criticità emergono su più fronti. Sul piano infrastrutturale, il 47% delle imprese evidenzia problemi di accesso alla connettività, con il 41% delle PMI non servito da connessioni in connessione FTTH. Dal punto di vista operativo, l’83% dichiara difficoltà nell’adozione di strumenti digitali, principalmente a causa di lacune culturali dei dipendenti e dei vertici aziendali (44%), della scarsa diffusione di attività formative e della bassa disponibilità di competenze specialistiche (59%) e, infine, di criticità tecnologiche e di costo (40%).

L’adozione tecnologica si concentra ancora su strumenti di base, principalmente software gestionali per amministrazione e contabilità. Le tecnologie avanzate come Data Analytics, Intelligenza Artificiale e Blockchain restano poco diffuse.

Pur crescendo dunque la consapevolezza del valore del digitale, le PMI devono ancora compiere un salto culturale e strutturale per sfruttare appieno le potenzialità dell’Innovazione Digitale.

Come innovare una PMI sfruttando la Trasformazione Digitale

trend della Trasformazione Digitale hanno imposto alle imprese di qualsivoglia dimensione sfide tecnologiche, organizzative e culturali dure da affrontare. Competenze digitali e apertura al cambiamento sono la chiave, in particolar modo per le PMI italiane, realtà trainanti nel nostro Paese come abbiamo detto, ma ancora poco digitalizzate. Qual è la strada da seguire? Quello delle piccole e medie imprese è un percorso che ha più di una direzione. Almeno quattro per essere precisi:

  1. l’interesse degli imprenditori delle PMI verso il digitale;
  2. le competenze digitali e le figure professionali dedicate nelle PMI;
  3. la conoscenza e l’adozione delle tecnologie digitali nelle PMI;
  4. gli strumenti digitali nel rapporto con fornitori e clienti.

Le PMI italiane, in realtà, sono ancora molto indietro su questi aspetti. Parliamo di aspetti strategici e organizzativi, vicini ai processi interni ed esterni che guidano le scelte di investimento delle realtà imprenditoriali più piccole. Scegliere di digitalizzare tali elementi vuol dire, quasi sempre, rendere il business di una PMI più competitivo, più internazionale, più remunerativo. Per poter attuare questa trasformazione e sviluppare la capacità di adattarsi a nuovi trend e mutamenti del mercato è necessario che le imprese dispongano sia di competenze tecniche sia di competenze trasversali, le cosiddette soft skills. Queste ultime comprendono abilità come la capacità di problem solving, il pensiero critico, la comunicazione efficace, la leadership, l’adattabilità al cambiamento e il lavoro di squadra: competenze fondamentali per gestire la complessità della Trasformazione Digitale e guidare i processi di innovazione. Diventa, quindi, fondamentale investire sulla formazione continua, tanto delle figure operative quanto dei decisori aziendali.

I trend di innovazione

Le PMI sono chiamate a navigare in un panorama in rapida evoluzione, segnato da tre trend fondamentali:

  • twin transition
  • innovazione
  • nuove modalità di lavoro
  • sostenibilità

Approfondiamo di seguito questi aspetti più nel dettaglio.

Twin Transition

La Twin Transition (termine che deriva dall’inglese e che letteralmente significa “doppia transizione”), si riferisce alla concomitante e interconnessa Trasformazione Digitale ed ecologica delle imprese e dell’economia. Questo concetto sottolinea l’importanza di affrontare simultaneamente la transizione verso un’economia digitale e una più sostenibile, riconoscendo che queste due sfide sono strettamente legate e possono influenzarsi a vicenda.

La Twin Transition rappresenta per le PMI italiane una sfida cruciale, ma anche un’opportunità per modernizzarsi e competere a livello globale. Da un lato, la digitalizzazione avanza, con molte imprese che adottano strumenti di base (ma come abbiamo visto ancora poche che sfruttano tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale o il Big Data). Dall’altro, secondo la Ricerca 2024 dell’Osservatorio, la transizione verde è percepita come prioritaria da 3 PMI su 4, anche se spesso mancano strategie concrete e figure dedicate per guidarla. Nonostante le difficoltà, l’integrazione sinergica tra digitalizzazione e sostenibilità genera vantaggi concreti e misurabili per le aziende: dalla riduzione dei costi energetici tramite processi digitali ottimizzati, al maggiore controllo qualitativo grazie al monitoraggio in tempo reale, fino all’accesso privilegiato a filiere premium orientate alla sostenibilità e trasparenza. Inoltre, questa doppia trasformazione migliora la reputazione aziendale presso clienti e consumatori sempre più sensibili ai temi ESG, aprendo nuovi mercati e creando un vantaggio competitivo sostenibile nel medio-lungo periodo.

Capacità di fare innovazione

L’innovazione continua è fondamentale per aumentare la competitività e la longevità delle imprese. Purtroppo le PMI spesso incontrano difficoltà a investire in ricerca e sviluppo a causa di risorse limitate, mancanza di competenze e accesso restrittivo a reti di innovazione. Per superare queste sfide, è utile adottare un modello di “imprese diffuse” che collaborino costantemente con enti esterni come università, centri di ricerca, professionisti e altri attori dell’ecosistema, migliorando la comunicazione e la conoscenza reciproca. L’Open Innovation rappresenta un’opportunità per le PMI di accedere a risorse esterne, ampliando le capacità innovative senza aumentare significativamente gli investimenti diretti in R&S. Per attuare questa strategia è essenziale coinvolgere le figure manageriali nelle decisioni e nella formazione, pur considerando le sfide legate alla protezione della proprietà intellettuale e alla gestione delle relazioni.

Sviluppare nuove modalità di lavoro

L’avvento delle tecnologie digitali, accelerato dalla pandemia, sta trasformando il modo di lavorare nelle PMI, con nuovi modelli organizzativi caratterizzati da maggiore flessibilità e ibridazione tra presenza fisica e lavoro da remoto che rispondono alle nuove aspettative di equilibrio e crescita. Questa evoluzione può essere anche un’opportunità per attrarre e trattenere talenti, ma richiede un ripensamento di spazi, strumenti e politiche di gestione. Tuttavia, la transizione richiede un ripensamento profondo: dall’organizzazione degli spazi fisici e degli strumenti digitali alla formazione continua, alla gestione delle performance e alla creazione di un clima lavorativo positivo.

Implementare nuove modalità di collaborazione e incentivare l’innovazione può portare vantaggi come maggiore produttività, riduzione dei costi e accesso a talenti più ampi. La leadership aziendale deve guidare questa trasformazione culturale per sfruttare al massimo le opportunità del cambiamento.

La sostenibilità nelle strategie aziendali

La sostenibilità è sempre più centrale per le PMI, non solo per motivi etici, ma anche per rimanere competitive. Le tecnologie digitali possono aiutare a rendere i processi più efficienti e sostenibili, mentre le grandi aziende richiedono ai fornitori il rispetto di criteri ESG (Environmental, Social, and Governance, ossia Ambientale, Sociale e Governance), rendendo la sostenibilità indispensabile per operare sul mercato.

Le normative europee puntano a standard più alti, con maggiore flessibilità per le PMI. Integrare strategie sostenibili offre vantaggi, come riduzione dei costi e accesso a nuovi mercati, ma comporta sfide come il bisogno di competenze, risorse e strumenti per misurare gli impatti ESG.

PMI e trend tecnologici: dai Big Data al Digital Marketing

Software gestionali, Cloud, Big Data, ma anche Marketing e Smart Working: sono questi alcuni degli ambiti tecnologici di maggior interesse per le grandi aziende italiane. Le piccole medie imprese conoscono le potenzialità di queste tecnologie?

In realtà, il panorama è complesso. Da un lato, l’accelerazione tecnologica offre opportunità straordinarie per migliorare competitività ed efficienza. Dall’altro lato, le PMI devono confrontarsi con risorse limitate e competenze che richiedono continui adeguamenti.

In questa sezione illustriamo come le PMI italiane si stanno muovendo nel panorama della Trasformazione Digitale, con focus specifici sulle principali tecnologie e sui processi innovativi.

I software gestionali nelle PMI

Moltissime PMI oggi utilizzano almeno un gestionale, uno strumento software fondamentale per gestire le attività aziendali. I moduli più diffusi sono quelli legati alla gestione amministrativa e contabile, che aiutano le imprese a mantenere sotto controllo le finanze, la fatturazione e gli adempimenti fiscali in modo più efficace e automatizzato. Questi strumenti sono diventati indispensabili per migliorare l’efficienza e semplificare i processi, consentendo alle PMI di competere più facilmente nel mercato.

Il Cloud Computing nelle PMI

Il Cloud Computing costituisce la tecnologia abilitante per eccellenza della Trasformazione Digitale, offrendo scalabilità, flessibilità e riduzione dei costi IT per lo storage e la gestione delle informazioni aziendali, portando opportunità significative in termini di efficienza e innovazione.

Gestione dei Big Data nelle PMI

Anche le PMI possono trasformare i dati in vantaggio competitivo. L’analisi dei Big Data permette di ottimizzare i costi operativi, personalizzare la relazione con i clienti e aumentare l’efficienza dei processi interni. Dalla gestione dell’inventario alla previsione della domanda, i dati diventano un asset strategico per decisioni più informate e tempestive.

Dai dati dell’Osservatorio emerge che la maggior parte delle PMI svolge analisi descrittive (anche se a causa della mancanza di figure professionali dedicate, nel maggior parte dei casi queste analisi vengono svolte in modo sporadico), e circa la metà conduce analisi predittive tramite figure interne o partner esterni.

Intelligenza Artificiale e GenAI nelle PMI

L’Intelligenza Artificiale è molto discussa sui Media, ma nella realtà sono ancora poche le PMI italiane a utilizzarla concretamente o ad avere avviato progetti di AI (meno del 10%).

Trattandosi di una tecnologia trasversale, i possibili ambiti di applicazione sono molteplici anche per le PMI. Tra i principali troviamo il miglioramento dell’efficienza operativa e la riduzione dei costi (ad esempio attraverso analisi predittive), l’ottimizzazione dei processi produttivi di vendita e di Marketing, il potenziamento del servizio clienti e l’innovazione di prodotti e servizi. A questi si aggiungono il miglioramento della sicurezza e delle condizioni di lavoro, oltre all’automazione dei processi.

Dato che l’Intelligenza Artificiale si basa e si alimenta con i dati, è utile immaginare lo sviluppo di progettualità dell’AI nelle PMI come obiettivo finale di un percorso graduale. Un percorso che parta dal raggiungimento di una digitalizzazione di base, passi attraverso lo sviluppo di competenze per trasformare i dati in conoscenza, e arrivi alla definizione di una data strategy aziendale strutturata.

L’eCommerce per le PMI

La pandemia ha accelerato l’adozione del commercio elettronico anche tra le PMI, che hanno scoperto nel canale online un’opportunità per sostenere vendite e ricavi. Affiancando l’eCommerce ai canali tradizionali, molte piccole e medie imprese hanno ampliato il proprio mercato di riferimento e migliorato la relazione con i clienti attraverso esperienze d’acquisto più flessibili e personalizzate.

Sicurezza informatica nelle PMI

Gli attacchi informatici per il furto e la distruzione di dati sono in continua crescita e le PMI rappresentano spesso bersagli vulnerabili.

La Cybersecurity richiede però un approccio integrato capace di combinare non solo soluzioni tecnologiche, ma anche formazione del personale e definizione di procedure operative. La tecnologia da sola non basta: serve una cultura della sicurezza diffusa a tutti i livelli aziendali.

Industrial IoT nelle PMI

L’Internet of Things industrialepermette di trasformare gli impianti produttivi in ottica di automazione e monitoraggio continuo. Per le PMI manifatturiere, investire in queste tecnologie significa ridurre i costi operativi, aumentare la qualità dei prodotti e ottenere maggiore controllo sui processi produttivi attraverso dati in tempo reale e manutenzione predittiva.

Lo Smart Working nelle PMI

Lo Smart Working rappresenta molto più del semplice lavoro da casa: è una filosofia manageriale che punta ad aumentare produttività e benessere dei dipendenti attraverso flessibilità e orientamento ai risultati. Per le PMI, questa modalità di lavoro può tradursi in molteplici vantaggi: riduzione dei costi fissi, maggiore attrattività verso i talenti e miglioramento del work-life balance dei collaboratori. Purtroppo, però, il Lavoro Agile è ancora troppo spesso visto da queste realtà come strumento occasionale di conciliazione tra vita privata e lavorativa.

Marketing digitale: colmare il gap della presenza online

Le PMI italiane mostrano ancora un significativo ritardo nell’adozione del Digital Marketing, con una scarsa presenza online che limita le loro opportunità di crescita. Poche piccole e medie imprese dispongono di siti eCommerce proprietari o di piattaforme web competitive in termini di user experience e visibilità sui motori di ricerca. Anche gli investimenti in pubblicità online rimangono contenuti, nonostante gli strumenti di Marketing digitale offrano soluzioni accessibili e misurabili anche per budget limitati. Dal Social Media Marketing alla local SEO, le opportunità per trasformare la presenza digitale in vantaggio competitivo sono numerose e alla portata delle PMI.

Il futuro delle PMI

Le PMI italiane stanno affrontando la Trasformazione Digitale e, in senso più ampio, la Twin Transition, compiendo importanti passi verso un futuro più competitivo. Le opportunità sono molteplici, ma il percorso della piccola e media impresa resta caratterizzato da importanti sfide.

Tra queste ultime si evidenziano difficoltà legate all’utilizzo delle tecnologie digitali e alla loro integrazione nei processi aziendali, in particolare a causa di lacune culturali – come la difficoltà a percepire la rilevanza e i benefici del digitale, o la resistenza da parte del personale aziendale – e della carenza di competenze.

Nonostante queste sfide, esistono molte opportunità per guidare in modo efficace le PMI in questo percorso di trasformazione. Le collaborazioni con soggetti esterni, come fornitori tecnologici, centri di innovazione o associazioni di categoria, possono permettere alle imprese di accedere a risorse e competenze che non hanno internamente. Anche il supporto pubblico, attraverso politiche mirate e incentivi, rappresenta un’importante leva per facilitare l’adozione di soluzioni digitali. Fondamentale, inoltre, è il ricorso alla formazione continua, che consente di colmare il gap di competenze e di progettare il cambiamento come un vero investimento strategico per il futuro.

Nello specifico, alcuni aspetti fondamentali da considerare affinché le PMI possano affrontare con successo le sfide della trasformazione digitale e sfruttarne le opportunità includono:

  • lo sviluppo di politiche pubbliche basate sulle peculiarità dei singoli territori e delle filiere, per adeguare gli interventi alle reali esigenze delle imprese;
  • la realizzazione di programmi che promuovano una maggiore collaborazione delle imprese con l’ecosistema (Pubblica Amministrazione, fornitori tecnologici e di servizio, associazioni di categoria, hub di innovazione e centri di trasferimento tecnologico, mondo accademico e ITS, professionisti, …);
  • interventi per rafforzare la relazione delle PMI con la formazione, rendendola più accessibile e aderente alle esigenze delle imprese (anche grazie alle potenzialità offerte dalle tecnologie digitali);
  • azioni mirate su territori e filiere per migliorare l’infrastruttura di connettività ed evitare il digital divide (o divario digitale);
  • la diffusione di testimonianze ed esperienze di PMI che hanno svolto progetti di digitalizzazione per creare fenomeni di emulazione e contaminazione.

In definitiva, la Trasformazione Digitale rappresenta una sfida cruciale per le PMI (e per tutti gli attori coinvolti), ma anche un’opportunità unica per crescere, innovare e rimanere competitive nel mercato. Con la giusta strategia, il supporto adeguato e una visione lungimirante, le piccole e medie imprese italiane possono affrontare con successo questa transizione e cogliere i benefici di un futuro più digitale e sostenibile.

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