Lo Smart Working, o Lavoro Agile, è una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.
Cosa si intende per Smart Working
Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working, offre una puntuale definizione del Lavoro Agile:
Smart Working significa ripensare il telelavoro in un’ottica più intelligente, mettere in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia, ma anche flessibilità, responsabilizzazione, valorizzazione dei talenti e fiducia diventano i principi chiave di questo nuovo approccio.
Ma questa, è solo la punta dell’iceberg.
Cosa NON è lo Smart Working
Benché già definito a livello normativo dalla Legge sul Lavoro Agile, il concetto di Smart Working è a oggi ancora confusionario e poco chiaro. Quando parliamo del suo significato è quindi importante fare alcune distinzioni.
Innanzitutto lo Smart Working non è un inglesismo per definire Telelavoro, ma qualcosa di molto diverso. Infatti il Telelavoro consiste perlopiù nello spostamento della sede di lavoro, è una vera e propria forma contrattuale, è regolamentato da una differente normativa e non si fonda sui principi di flessibilità, autonomia e responsabilità che ispirano lo Smart Working.
Lo Smart Working non è neanche una nuova forma di welfare aziendale, né tantomeno si può confondere con la semplice pratica di lavorare da casa una volta a settimana. Quest’ultima semplificazione deriva dal fatto che i primi esperimenti di Smart Working nelle aziende coincidevano con il mero lavoro da casa.
Lo Smart Working è un cambiamento ben più profondo e radicale che non può e non deve di certo ridursi a queste pratiche, assai limitante rispetto al modello di lavoro agile.
I quattro pilastri del Lavoro Agile
Proviamo a spiegare la definizione di Lavoro Agile partendo dai principi cardine. Lo Smart Working è un nuovo approccio al modo di lavorare e collaborare all’interno di un’azienda. Si basa su quattro pilastri fondamentali:
revisione della cultura organizzativa;
flessibilità di orari e luoghi di lavoro;
dotazione tecnologica;
spazi fisici.
Il primo aspetto riguarda la revisione della cultura organizzativa e degli stili manageriali che implicano il passaggio ad una definizione del lavoro per obiettivi e non più su ore lavorate. Di conseguenza implica una revisione del rapporto fra il manager e il dipendente che lavora in Smart Working: si deve cioè passare dal controllo (tipico del lavoro in ufficio) alla fiducia.
Il secondo aspetto, collegato al precedente, riguarda la definizione di policy che garantiscano una certa flessibilità rispetto all’orario e al luogo di lavoro.
Il terzo pilastro fondamentale riguarda la dotazione tecnologica che deve supportare e valorizzare le forme di flessibilità possibili: attraverso il cloud, i device portatili e tutti gli strumenti che supportano la collaborazione la scrivania diventa sempre più virtuale.
Il quarto pilastro riguarda infine gli spazi fisici che devono evolversi per supportare le differenti esigenze delle persone quando si recano in ufficio.
Importanza e significato dello Smart Working
Lo Smart Working, quindi, mette al centro dell’organizzazione la persona con lo scopo di far convergere i suoi obiettivi personali e professionali con quelli dell’azienda e aumentare la produttività.
Negli ultimi anni, la crescita dello Smart Working ci porta a dire che oggi sia realtà. Ma quel che si vede è solo la punta dell’iceberg: sono ancora pochi i progetti di sistema che ripensano i modelli di organizzazione del lavoro ed estendono a tutti i lavoratori flessibilità, autonomia e responsabilizzazione.
Eppure, i benefici economico-sociali potenziali sono enormi: l’adozione di un modello “maturo” di Smart Working per le imprese può produrre un incremento di produttività dal 15% al 20% per lavoratore. Con due giorni alla settimana di remote working, un lavoratore può risparmiare in media 93 ore all’anno di spostamenti; per l’ambiente, invece, determina una riduzione di emissioni pari a 225 kg di CO2 all’anno.
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