Il Creative Problem Solving è l’approccio di Design Thinking più diffuso tra le aziende. In parole semplici, si tratta di una tecnica, o ancor meglio un processo, di problem solving nel quale la ricerca della soluzione a un determinato problema avviene in maniera creativa.
Da una prospettiva di business, può essere considerata una metodologia con la quale le imprese innovano comprendendo i bisogni dell’utente e immaginando la più elevata gamma di soluzioni possibili per rispondere alle sue esigenze, per poi restringere il campo fino a trovare la soluzione dominante.
Le basi del Creative Problem Solving
Solitamente, questo approccio viene usato dai consulenti per trovare nuove soluzioni, immaginare nuovi prodotti e comprendere i bisogni degli utenti. Si tratta di una metodologia che trova origini nel contesto anglo-americano e poggia le sue fondamenta su due principi fondamentali:
l’alternanza di fasi divergenti e convergenti, sia in fase di comprensione del problema da affrontare che in fase di sviluppo della soluzione. Ciò consente di valorizzare maggiormente la creatività degli individui che fanno parte del team di innovazione;
la centralità dell’utente, che viene considerata fondamentale per realizzare un’innovazione efficace al punto da considerare i destinatari dell’innovazione le sorgenti di conoscenza essenziali per indurre concept originali e di valore.
La diffusione del Creative Problem Solving
Secondo i dati dell’Osservatorio Design Thinking for Business, abbiamo subito il quadro di quella che è la diffusione del Creative Problem Solving tra le aziende. Gli studi di design sono le aziende in cui l’adozione di questo approccio è più diffusa (94%), seguiti dalle società di sviluppo tecnologico (82%), dai consulenti strategici (69%) e dalle agenzie digitali (67%).
Ma a guardare i numeri, il Creative Problem Solving non è semplicemente il modello di Design Thinking più diffuso, ma anche quello con un peso rilevante nel portafoglio delle aziende.
Sempre i dati dell’Osservatorio, infatti, dicono che il 65,5% del fatturato annuale di queste imprese deriva da servizi basati su questo modello.
Possiamo ulteriormente spezzettare questa voce di fatturato. Il 72,7% riguarda l’ambito Solution (che unisce i ricavi che derivano da servizi, 32,6%, prodotti, 21,0%, comunicazione, retail e esperienza), il 18,6% l’ambito Direction (di cui il 12,4% relativo al business model e il 6,2% a vision e brand) e l’8,7% l’ambito People (di cui il 6,0% per l’organizzazione e i processi e il 2,7% per la cultura aziendale). Il Creative Problem Solving rappresenta dunque un’opportunità legata al paradigma del Design Thinking che, anche in Italia, vede sempre più spiccare il volo!
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