Il panorama globale dei pagamenti digitali – e dei pagamenti in generale – sta attraversando una trasformazione epocale, e le Central Bank Digital Currencies (CBDC) rappresentano una delle risposte più significative delle autorità monetarie. Mentre le criptovalute private hanno sfidato i sistemi tradizionali di pagamento, le banche centrali di tutto il mondo stanno sviluppando questi nuovi strumenti monetari digitali. Questi promettono di combinare innovazione tecnologica con la stabilità e la sicurezza garantite dalle istituzioni monetarie sovrane.

 In questo articolo, guidati dall’ Osservatorio Blockchain & Web3 della POLIMI School of Management, comprenderemo definizione e caratteristiche delle Central Bank Digital Currencies.

Cosa si intende con CBDC

L’acronimo CBDC sta per “Central Bank Digital Currency”, che in italiano si traduce letteralmente come “Valuta Digitale di Banca Centrale” o “Moneta Digitale di Banca Centrale”. Si tratta essenzialmente della versione digitale della moneta tradizionale emessa da una banca centrale nazionale, progettata per funzionare come equivalente elettronico delle banconote e monete fisiche.

Entrando più nello specifico, una Central Bank Digital Currency può essere definita come la rappresentazione digitale di una moneta fiat nazionale, intesa come moneta a corso legale, emessa e gestita da un’istituzione sovrana come la banca centrale. Si tratta quindi di una passività bancaria denominata in un’unità di conto esistente, accessibile a tutti, che funge sia da mezzo di scambio sia da riserva di valore. A differenza delle criptovalute e delle stablecoin, una CBDC è quindi direttamente sostenuta da un governo e rappresenta una passività della banca centrale.

Tuttavia, se la differenza con le criptovalute risulta di facile intuizione, non è sempre chiaro cosa renda una CBDC diversa dal denaro in forma elettronica che già oggi viene comunemente utilizzato per i pagamenti digitali.

Dalle Criptovalute alle CBDC

Per comprendere la nascita delle CBDC occorre ripercorrere l’evoluzione del denaro digitale negli ultimi quindici anni, che possiamo dividere in tre fasi distinte.

Prima fase: le criptovalute decentralizzate

Con Bitcoin (2009) nasce la prima criptovaluta completamente decentralizzata, progettata per funzionare senza intermediari bancari o controllo governativo. Le criptovalute hanno introdotto concetti rivoluzionari come la programmabilità del denaro e le transazioni peer-to-peer, ma hanno mostrato un limite critico: l’estrema volatilità dei prezzi che le rende inadatte ai pagamenti quotidiani.

Seconda fase: le stablecoin

Per superare il problema della volatilità, sono nate le stablecoin, valute digitali private progettate per mantenere un valore stabile attraverso l’aggancio a valute tradizionali (come il dollaro) o panieri di asset. L’esempio più eclatante è stato il progetto Diem (precedentemente Libra), promosso da Facebook, che ha allarmato i regolatori per la sua potenziale portata globale e l’impatto sui sistemi monetari nazionali.

Terza fase: la risposta istituzionale con le CBDC

Le banche centrali hanno inizialmente respinto le criptovalute, dichiarando di non considerarle moneta e proibendone l’uso per i pagamenti quotidiani. Tuttavia, l’innovazione tecnologica e il successo delle stablecoin private hanno accelerato l’interesse delle autorità monetarie verso una versione sovrana del denaro digitale. Le Central Bank Digital Currencies nascono quindi come sintesi strategica: sfruttano le peculiarità tecnologiche delle criptovalute (programmabilità, efficienza, tracciabilità) ma mantengono il controllo e la stabilità garantiti dalle istituzioni monetarie nazionali.

Questo percorso evolutivo ha trasformato quella che inizialmente era una sfida al sistema monetario tradizionale in un’opportunità di innovazione controllata dalle stesse autorità che inizialmente si opponevano alle criptovalute.

Differenze tra CBDC e denaro in forma elettronica

Vi sono già oggi essenzialmente due tipologie di pagamenti elettronici: i pagamenti tramite banca (come bonifici o pagamenti tramite carte di credito o di debito) e i pagamenti tramite moneta elettronica.

Nel primo caso, la banca utilizza canali digitali per gestire trasferimenti di denaro depositato su conti bancari, movimentato dall’utente attraverso vari strumenti di pagamento (come bonifici o carte). Il denaro in forma elettronica, invece, rappresenta un saldo monetario registrato elettronicamente su una carta di pagamento (come Postepay e Hype) o memorizzato in remoto su un server (come PayPal e Satispay). Si tratta di un meccanismo di pagamento “stored value” dove i fondi sono codificati in formato binario, ad esempio su carte prepagate o wallet digitali.

La differenza fondamentale è che tutti i pagamenti elettronici attuali richiedono necessariamente l’intermediazione di un attore di mercato (banche private o istituzioni finanziarie), rendendo la moneta elettronica legata alla fallibilità di questi intermediari. Le CBDC possono invece potenzialmente rappresentare una nuova forma di moneta in sostituzione al contante, definita come passività diretta della banca centrale, utilizzabile nei pagamenti esattamente come le banconote. Si tratta quindi di una forma digitale del denaro contante, esente da rischi di controparte perché sostenuta direttamente dalla banca centrale e potenzialmente gestita autonomamente dagli stessi utenti.

Caratteristiche principali delle CBDC

Le CBDC possono essere progettate in modi diversi a seconda delle scelte delle banche centrali e degli obiettivi che intendono raggiungere:

  • modalità di accesso: una CBDC può funzionare tramite conti identificati (account-based) simili ai conti bancari attuali, oppure tramite portafogli digitali anonimi (token-based) che funzionano più come il denaro contante fisico;
  • infrastruttura del sistema: il sistema può utilizzare tecnologie distribuite innovative (Distributed Ledger Technology, o DLT) come la Blockchain che distribuiscono le informazioni su più computer, oppure sistemi centralizzati tradizionali simili a quelli bancari gestiti da un’unica autorità;
  • livelli di privacy: le transazioni possono essere completamente tracciabili per garantire controlli anti-riciclaggio, completamente anonime per piccoli importi, o prevedere soluzioni ibride con diversi gradi di riservatezza in base all’importo o al tipo di transazione.

I vantaggi delle CBDC

Comprese dunque cosa sono le CBDC e come differiscono dagli altri sistemi di pagamento, scopriamo ora i vantaggi che l’introduzione delle Central Bank Digital Currencies comporterebbe:

  • inclusione finanziaria: maggiore accessibilità ai servizi finanziari per i cittadini che non hanno accesso al sistema bancario tradizionale (i cosiddetti “unbanked”);
  • efficienza dei trasferimenti: semplificazione e riduzione dei costi per i pagamenti transfrontalieri, eliminando intermediari e riducendo i tempi di regolamento;
  • controllo delle politiche monetarie: riaffermazione del ruolo delle banche centrali e dei governi sulle politiche monetarie, con maggiore controllo sulla circolazione del denaro;
  • programmabilità avanzata: possibilità di realizzare una moneta nativamente programmabile attraverso smart contract, abilitando trasferimenti automatici basati su eventi predeterminati (ad esempio, il rimborso automatico di un biglietto aereo se il volo viene cancellato);
  • sicurezza e stabilità: eliminazione del rischio di controparte tipico delle istituzioni finanziarie private, essendo la CBDC una passività diretta della banca centrale;
  • trasparenza e tracciabilità: migliore monitoraggio dei flussi monetari per contrastare riciclaggio di denaro, evasione fiscale e finanziamento del terrorismo;
  • innovazione nei servizi finanziari: abilitazione di una nuova classe di prodotti e servizi, inclusi quelli della finanza decentralizzata (DeFi), senza necessità di intermediari finanziari;
  • infrastruttura Blockchain: quando implementate su tecnologie Distributed Ledger (DLT), le CBDC possono beneficiare di maggiore resilienza del sistema, immutabilità dei record transazionali, riduzione dei single point of failure e potenziale interoperabilità con altri sistemi blockchain, creando un’infrastruttura monetaria più robusta e trasparente

La programmabilità rappresenta la funzionalità realmente disruptive che le valute digitali potrebbero abilitare. Questo tipo di moneta permetterebbe un vero cambio di paradigma, consentendo l’inserimento di logiche di programmazione all’interno della moneta stessa e definendo regole di spendibilità incorporate direttamente nel denaro digitale.

I rischi e i nodi da sciogliere delle CBDC

Prima del lancio a livello globale di uno strumento di questo tipo, rimangono tuttavia molte sfide aperte dal punto di vista tecnologico, economico e legislativo. Restano infatti ancora da sciogliere diversi nodi sulle caratteristiche tecniche: ad esempio, l’infrastruttura alla base potrebbe essere una tecnologia decentralizzata, oppure basarsi sui sistemi centralizzati attualmente in uso per il regolamento dei pagamenti elettronici. Come abbiamo visto, inoltre, una CBDC può basarsi sui conti degli utenti (account-based CBDC), o su token elettronici (token-based CBDC).

È necessario poi valutare attentamente i rischi dell’introduzione di valute digitali nel sistema economico mondiale. Dalle già citate implicazioni sulla privacy degli utenti, fino alle eventuali conseguenze sulla stabilità monetaria e dell’intero ecosistema bancario, che potrebbe perdere alcune quote di depositi da parte dei clienti e vedere modificato il suo ruolo.

Le CBDC nel mondo: le iniziative delle banche centrali

Secondo un’indagine effettuata nel 2021 dalla Bank of International Settlements, l’86% delle 66 banche centrali intervistate hanno condotto attivamente ricerche sulle Central Bank Digital Currencies e il 14% si è dichiarato vicino al lancio di una propria valuta digitale.

Nel giugno 2021 l’Osservatorio Blockchain & Web3 ha mappato 85 progetti CBDC, sviluppate da 65 banche centrali (il 36% del totale delle banche centrali nel mondo).

Finora, soltanto le Bahamas, i Caraibi Orientali e Nigeria hanno formalmente lanciato la propria CBDC, mentre altri Paesi sono in fase di sperimentazione avanzata. È il caso della Cina con lo yuan digitale e dell’Unione Europea con il Digital Euro. Altri Paesi sono la Svezia con l’e-krona e il Canada con il progetto Digital Canadian Dollar. Di seguito analizziamo ciascuno di questi casi.

Il Sand Dollar delle Bahamas

Le Bahamas sono state pioniere con il “Sand Dollar“, lanciato nel 2020 come prima CBDC nazionale al mondo. Il progetto mira principalmente a migliorare l’inclusione finanziaria nelle isole remote dell’arcipelago, dove l’accesso ai servizi bancari tradizionali è limitato.

La valuta digitale DCash nei Caraibi Orientali

I Caraibi Orientali hanno seguito con il “DCash” nel 2021, una valuta digitale condivisa tra otto Paesi membri della Eastern Caribbean Central Bank. Il DCash rappresenta un esperimento unico di CBDC sovranazionale per facilitare i pagamenti transfrontalieri nella regione.

eNaira, la moneta digitale della Nigeria

La Nigeria ha lanciato l’eNaira nell’ottobre 2021, diventando il primo paese africano a introdurre una valuta digitale di banca centrale. L’eNaira punta a promuovere l’inclusione finanziaria in un Paese dove parte della popolazione non ha accesso ai servizi bancari.

Lo yuan digitale e-CNY in Cina

La Cina rappresenta il progetto CBDC più avanzato al mondo con lo yuan digitale (e-CNY), sviluppato dalla People’s Bank of China (PBOC) a partire dal 2014. Il progetto ha attraversato diverse fasi di sperimentazione che hanno coinvolto milioni di cittadini cinesi, utilizzando un’architettura a due livelli dove la PBOC emette la valuta digitale alle banche commerciali, che poi la distribuiscono agli utenti finali. Il sistema supporta pagamenti offline e garantisce l’interoperabilità tra diversi provider di servizi di pagamento.

Dal 2020, la Cina ha condotto test pilota in oltre 25 città, incluse metropoli come Shenzhen, Suzhou, Pechino e Shanghai. Un momento cruciale è stato raggiunto durante le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, quando l’e-CNY è stato utilizzato per pagamenti turistici, rappresentando il primo test su scala internazionale. L’adozione commerciale ha coinvolto principali retailer cinesi come Starbucks, McDonald’s e piattaforme e-commerce come JD.com, che hanno integrato pagamenti in e-CNY nei loro sistemi.

Il progetto persegue obiettivi strategici multipli: ridurre la dipendenza da sistemi di pagamento privati come Alipay e WeChat Pay, migliorare l’efficacia delle politiche monetarie attraverso un controllo più diretto sui flussi di denaro, e preparare il terreno per l’internazionalizzazione del yuan in chiave geopolitica anti-dollaro. Questa combinazione di innovazione tecnologica e strategia economica nazionale rende l’e-CNY un caso di studio fondamentale per comprendere le potenzialità e le implicazioni delle CBDC a livello globale.

Il progetto Digital Euro della BCE

Anche in Europa si parla da tempo di una possibile valuta digitale, denominata Digital Euro, con l’obiettivo di offrire ai cittadini una forma di pagamento sicura e adatta a un mondo digitale in continua evoluzione. Una moneta digitale che si affiancherebbe al contante, senza tuttavia sostituirlo.

La BCE ha lanciato una consultazione pubblica sull’Euro Digitale già nell’ottobre 2020, dalla quale è emersa una forte attenzione dei cittadini europei verso privacy, sicurezza, gratuità e interoperabilità. In seguito, nel luglio 2021 è partita una fase investigativa della durata di due anni, che si è conclusa regolarmente a fine ottobre 2023. In questo periodo sono stati valutati diversi modelli di emissione, opzioni tecnologiche (tra cui la DLT), il ruolo degli intermediari e le possibili ripercussioni sulla stabilità finanziaria.

Al termine della fase investigativa, la BCE ha scelto di proseguire con la fase di preparazione, ufficialmente iniziata a novembre 2023 e prevista per durare due anni, fino a fine 2025. In questa nuova fase, vengono sviluppati prototipi, condotti test operativi e avviate collaborazioni con fornitori tecnologici e banche centrali nazionali, con l’obiettivo di definire gli aspetti tecnici e regolamentari del Digital Euro. Particolare attenzione è rivolta all’esperienza dell’utente, alla protezione dei dati personali, alla possibilità di utilizzo offline e all’inclusione finanziaria.

La sperimentazione dell’e-krona svedese

La Svezia è tra i Paesi più avanzati nell’abbandono del contante e dal 2017 sta sperimentando l’e-krona, una versione digitale della corona svedese. Il progetto, promosso dalla Sveriges Riksbank, intende garantire un mezzo di pagamento statale sicuro in un futuro dove il contante potrebbe scomparire. Le fasi pilota proseguono per valutare la fattibilità tecnica e il coinvolgimento degli intermediari. L’e-krona è vista come uno strumento per assicurare inclusione finanziaria in una società sempre più digitalizzata.

Il progetto Digital Canadian Dollar

Il Canada, attraverso la Bank of Canada, sta studiando la possibilità di introdurre una CBDC denominata Digital Canadian Dollar. L’obiettivo è garantire a tutti un accesso sicuro ai pagamenti digitali, anche se il contante dovesse diventare marginale. Il progetto è attualmente in una fase di ricerca e consultazione, con particolare attenzione a privacy, sicurezza e inclusione. La banca centrale collabora con vari partner per esplorare le soluzioni più adatte alle esigenze del sistema finanziario canadese.

In Europa, comunque, non soltanto la BCE sta eseguendo ricerche e sperimentazioni sulle valute digitali: la Banque de France ha diffuso i risultati di diversi test di utilizzo di una CBDC per il mercato wholesale e la Banca d’Italia ha pubblicato un paper che illustra una possibile soluzione di Euro Digitale basato su DLT.

Il ruolo futuro delle CBDC

In conclusione, le CBDC rappresentano senz’altro una interessante opportunità per governi e banche centrali, poiché l’adozione di questi strumenti potrà supportare gli obiettivi di politica monetaria e dare uno slancio alla digitalizzazione dei Paesi. Inoltre, per l’Europa in particolare, l’introduzione di una propria moneta digitale rappresenta anche un fattore strategico rilevante verso una maggiore indipendenza nella gestione dei pagamenti, che oggi sono spesso intermediati da società private non europee.

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