Il Design Thinking in breve

  • Il Design Thinking è un approccio all’innovazione che mette al centro l’uomo e la capacità di risolvere problemi complessi con creatività, collaborazione e visione sistemica
  • Nato nel mondo del design, oggi trova applicazione in moltissimi settori, anche quelli più tradizionali
  • Può assumere quattro forme principali: Creative Problem Solving, Sprint Execution, Creative Confidence, Innovation of Meaning
  • Sfrutta strumenti e metodologie specifiche per integrare tecnologia, cultura organizzativa e attenzione ai bisogni delle persone
  • La ricerca dell‘Osservatorio Design Thinking for Business della School of Management del Politecnico di Milano evidenzia come le imprese che adottano questo approccio sviluppino una maggiore capacità di adattamento e resilienza di fronte ai cambiamenti del mercato

Questa guida, realizzata dall’Osservatorio Design Thinking for Business, presenta in modo pratico i principali aspetti del Design Thinking: significato, valore aggiunto, impatti organizzativi e modelli applicativi.

Cosa significa Design Thinking

Il Design Thinking è un approccio all’innovazione che poggia le sue fondamenta sulla capacità di risolvere problemi complessi utilizzando una visione e una gestione creative.

Nato originariamente all’interno di agenzie e studi di design, il Design Thinking si è diffuso rapidamente anche in settori tradizionalmente distanti dal design stesso, diventando una strategia centrale per promuovere innovazione, migliorare l’esperienza utente e generare soluzioni sostenibili e competitive. Nell’ultimo decennio, molte società di consulenza e grandi aziende software hanno acquisito agenzie di design con un duplice obiettivo.

Attraverso un processo iterativo, le imprese riescono a trasformare problemi in opportunità di valore reale per il cliente e per il mercato, mantenendo così flessibilità e competitività in un contesto in costante evoluzione.

A cosa serve il Design Thinking

Il Design Thinking rappresenta oggi uno strumento cruciale per gestire la complessità nelle organizzazioni moderne. Come sottolinea Stefano Magistretti, Direttore dell’Osservatorio Design Thinking for Business del Politecnico di Milano: “Il Design Thinking non è solo un metodo per progettare prodotti o servizi, ma un vero e proprio mindset che aiuta le organizzazioni a navigare la complessità e l’incertezza del contesto attuale”.

Può ad esempio aiutare le aziende a risolvere problemi organizzativi interni. Oppure può accompagnare la progettazione e il lancio di una startup. O ancora, supportare e rendere più efficienti i processi di realizzazione e distribuzione di un prodotto e/o un servizio.

In questo scenario, il DT diventa sempre più un valido modello di sviluppo per affrontare le sfide della Trasformazione Digitale in corso.

Qual è il processo del Design Thinking

Il Design Thinking si articola in cinque fasi sequenziali che guidano dalla comprensione del problema alla soluzione concreta.

  • Empatizzare: la prima fase si concentra sulla comprensione profonda degli utenti attraverso osservazione, interviste e immersione nel loro contesto. L’obiettivo è cogliere bisogni, motivazioni ed emozioni.
  • Definire: i dati raccolti vengono analizzati per identificare il problema core da risolvere. Si formula una chiara definizione della sfida progettuale.
  • Ideare: attraverso sessioni di brainstorming e tecniche creative, il team genera il maggior numero possibile di idee senza vincoli. Quantità prima della qualità.
  • Prototipare: le idee più promettenti vengono trasformate in prototipi tangibili, anche semplici e a basso costo. Servono per rendere concrete le soluzioni.
  • Testare: i prototipi vengono sottoposti agli utenti per raccogliere feedback. Il processo è iterativo: i risultati permettono di raffinare o ripensare le soluzioni. 

Quali sono gli ambiti di applicazione del Design Thinking

Negli ultimi anni, gli ambiti di utilizzo del Design Thinking si sono moltiplicati ed è nato un modo nuovo di fare innovazione. Un modo che combina metodologie e tecniche quantitative a processi di inferenza maggiormente sintetici e intuitivi.

Diverse Design Agency hanno sfruttato le proprie competenze per affrontare in maniera originale le sfide e le necessità proposte dalla progettazione di esperienze digitali. Tra gli ambiti più impattati troviamo Startup, prodotti e servizi e formazione. Analizziamoli più nel dettaglio di seguito.

  • Startup: le sinergie con l’approccio Lean Startup hanno permesso al Design Thinking di divenire un punto di riferimento per imprese nascenti, che possono sfruttare questo metodo per validare rapidamente ipotesi di business, comprendere i bisogni dei primi utenti e iterare velocemente su prodotti e servizi.
  • Prodotti e servizi: la progettazione, realizzazione e distribuzione di prodotti e servizi rappresenta uno degli ambiti classici del Design Thinking, dove l’empatia con l’utente finale e la prototipazione rapida consentono di creare soluzioni innovative che rispondono efficacemente ai bisogni del mercato.
  • Formazione: il Design Thinking viene applicato in ambito formativo per ripensare i processi di apprendimento, coinvolgendo studenti e docenti nella co-progettazione di percorsi didattici più efficaci, interattivi e rispondenti alle esigenze delle nuove generazioni.

Esempi di applicazione del Design Thinking

L’applicazione concreta del Design Thinking ha generato casi di successo significativi in molteplici contesti. Un esempio rilevante è rappresentato dalla metodologia Design Sprint proposta da Google Ventures, che ha permesso di strutturare un approccio rapido ed efficace per lo sviluppo di prodotti digitali.

In Italia, il Design Thinking ha trovato applicazione in settori quali finanza, assicurazioni, manifattura e nella Pubblica Amministrazione, con centinaia di innovatori attivi e progetti di consulenza. L’esempio più importante nel settore pubblico è Designers Italia, progetto che mira a trasformare i servizi pubblici offerti dalle PA attraverso il Design Thinking. La piattaforma, definita dai suoi ideatori come un “collante tra tecnologia e persone, zona di contatto tra bit e emozioni”, si propone di ridisegnare l’esperienza dei cittadini con le istituzioni attraverso quattro obiettivi strategici ben definiti.

Quali sono le forme del Design Thinking

Oggi sappiamo che il paradigma del DT può assumere forme e interpretazioni diverse, a seconda della natura delle aziende coinvolte, delle sfide specifiche e degli obiettivi del progetto di innovazione.

Alla luce delle ricerche condotte dall’Osservatorio Design Thinking, è possibile riconoscere quattro modelli principali: Creative Problem SolvingSprint ExecutionCreative ConfidenceInnovation of Meaning. Di seguito li analizziamo uno per uno.

  • Creative Problem Solving: è l’approccio di DT più diffuso. Si tratta di una metodologia con la quale le imprese innovano comprendendo i bisogni dell’utente immaginando più soluzioni possibili per rispondere alle sue esigenze.
  • Sprint Execution: con questa tipologia di Design Thinking ci si pone l’obiettivo di realizzare un prodotto da lanciare sul mercato, attenendosi alle esigenze degli utenti. La rapidità nella prototipazione è un aspetto fondamentale.
  • Creative Confidence: anche questo è un approccio di Design Thinking molto utilizzato, con un’ambizione abbastanza chiara: stimolare l’imprenditorialità all’interno delle imprese, coinvolgendo le persone per dare loro maggiore spazio.
  • Innovation Meaning: con questo approccio le imprese ridefiniscono la visione aziendale e i valori legati ai prodotti e ai servizi che offrono. L’obiettivo è apportare valore sia all’organizzazione che le promuove che all’utente finale.

Quali sono i vantaggi del Design Thinking

L’adozione del Design Thinking genera benefici misurabili per le organizzazioni a livello strategico e operativo, trasformando il modo in cui le imprese affrontano sfide e opportunità. Tra i principali vantaggi possiamo citare:

  • gestione della complessità: il Design Thinking consente di orientarsi in un contesto ricco di informazioni e rapide evoluzioni tecnologiche, mantenendo il focus su ciò che porta valore a clienti e stakeholder.
  • catalizzatore di innovazione: aiuta ad approfittare meglio delle innovazioni tecnologiche, trasformandole in prodotti e servizi significativi e accessibili;
  • centralità delle persone: promuove cultura dell’innovazione, ascolto delle esigenze dell’utente finale e sviluppo di soluzioni condivise e desiderabili;
  • decisioni migliori e iterazione rapida: semplifica la scelta tra molte soluzioni possibili, facilitando la selezione e la sperimentazione grazie a processi di prototipazione e test rapidi;
  • risultati tangibili e “small wins”: l’approccio favorisce il raggiungimento di piccoli successi misurabili, aiutando organizzazioni e team a gestire la complessità per passaggi graduali, rafforzando il consenso e la motivazione.

Qual è l’impatto del Design Thinking

Secondo le ricerche dell’Osservatorio Design Thinking for Business della School of Management del Politecnico di Milano, le organizzazioni che adottano questo approccio rilevano una maggiore innovazione, una collaborazione più diffusa e una migliore agilità nell’adattarsi ai cambiamenti. In particolare, la ricerca evidenzia come le imprese che integrano il Design Thinking sviluppino una maggiore capacità di adattamento e resilienza di fronte ai cambiamenti del mercato, trasformando le sfide esterne in opportunità strategiche attraverso processi iterativi e user-centered che favoriscono flessibilità e apprendimento continuo.

Il pieno sfruttamento dei benefici richiede però l’impegno della leadership, la creazione di prove pratiche dell’efficacia del modello e investimenti nella formazione. Solo così il Design Thinking può diventare una leva strategica strutturale e diffusa per l’innovazione aziendale, superando scetticismi e barriere culturali, come sottolineato dalle ultime ricerche.

Quali sono le sfide del Design Thinking

Adottare il Design Thinking comporta diverse sfide organizzative che richiedono attenzione e gestione mirata:

  • resistenza al cambiamento: l’incertezza sui risultati e la scarsa comprensione del metodo alimentano timori e diffidenze, rallentando l’adozione;
  • introduzione tardiva nei progetti: il design viene spesso coinvolto troppo tardi, restando escluso dalle prime decisioni su budget, priorità e risorse;
  • mancanza di risultati tangibili: senza evidenze concrete dei benefici, è difficile superare lo scetticismo e considerare il Design Thinking come leva strategica;
  • scarso coinvolgimento della leadership: in assenza di sponsorship attiva del top management, le iniziative design-driven rimangono isolate e poco incisive;
  • necessità di competenze e team dedicati: per integrare davvero il Design Thinking servono formazione continua, team interfunzionali e spazi organizzativi che ne facilitino la pratica quotidiana.

Tecnologie e Design Thinking: il ruolo dell’Artificial Intelligence

Come abbiamo visto, il Design Thinking sta spingendo sempre più imprese a cambiare il loro modo di innovare. È interessante, allora, scoprire il ruolo giocato dalle tecnologie digitali emergenti all’interno di questo processo di cambiamento.

Tra queste, la più interessante è senza alcun dubbio l’Artificial Intelligence, in grado di supportare e velocizzare i processi creativi. Gli algoritmi di AI impattano concretamente sulle attività di Design Thinking attraverso la raccolta e l’analisi di dati provenienti da molteplici formati, generando nuove chiavi di lettura.

Tuttavia, i recenti sviluppi dell’Intelligenza Artificiale non rappresentano solo un’evoluzione tecnologica, ma assumono il ruolo di catalizzatore di cambiamenti culturali e sociali. Si pensi all’iper-automazione dell’economia, alla simulazione computazionale in settori come la medicina e l’ingegneria e alla capacità di predizione(in grado dianticipare le esigenze future).

Il Design Thinking sarà cruciale per affrontare questa rivoluzione. Consentirà di ripensare spazi, prodotti e servizi, e in tutto ciò l’utilizzo dell’AI favorirà un’evoluzione del pensiero creativo. Questo nuovo paradigma, che prevede l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel Design Thinking, si sta già parzialmente manifestando, attraverso l’utilizzo di strumenti di Generative AI nei processi di innovazione. ChatGPT, Bing AI e altri strumenti offrono nuove possibilità ai designer, consentendo di superare limiti e difficoltà e migliorando lo standard del lavoro.

Perché adottare il Design Thinking oggi

Il Design Thinking non rappresenta una moda passeggera ma una risposta strutturata alle sfide della complessità contemporanea. Le organizzazioni che integrano questo approccio sviluppano un vantaggio competitivo duraturo, basato sulla capacità di innovare con metodo e di creare soluzioni realmente centrate sui bisogni delle persone. Come evidenziato dall’Osservatorio, il futuro appartiene alle imprese che sapranno combinare creatività, empatia e rigore metodologico per navigare l’incertezza e generare valore condiviso.

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