Il termine Data Integration fa riferimento a tutte quelle azioni necessarie a unificare diverse sorgenti informative, in modo da creare una vista unica su un determinato processo. Se nei decenni scorsi poteva essere considerato normale creare dei silos di dati, separati per ogni funzione aziendale, con l’avvento dei Big Data è ormai consuetudine superare questa configurazione architetturale.

In questo articolo, realizzato dall’Osservatorio Big Data & Business Analytics della POLIMI School of Management, illustriamo cos’è la Data Integration e approfondiamo le modalità con cui è possibile implementarla.

Cosa si intende per Data Integration?

La Data Integration (che letteralmente significa “integrazione dei dati”) è il processo di combinazione e unificazione di dati provenienti da diverse fonti per creare una visione coerente e accessibile delle informazioni all’interno di un’organizzazione. Questo processo è essenziale per consentire un utilizzo più efficace dei dati in ambiti come la business intelligence, l’analisi avanzata e la gestione operativa.

Nello specifico, la Data Integration prevede che i dati vengano estratti da sistemi diversi (come ad esempio i Data Lake, che vedremo meglio in seguito), trasformati per garantirne qualità e coerenza, e poi caricati in un database o in una piattaforma centralizzata. Un’altra metodologia diffusa è la virtualizzazione dei dati, che consente di accedere in tempo reale alle informazioni senza doverle fisicamente spostare.

Perché la Data Integration è importante

Integrare quanti più dati possibili è fondamentale per diversi motivi. Per ricercare pattern nascosti e relazioni tra diverse fonti oppure per gestire tipologie di dati che non è possibile immagazzinare con tecnologie tradizionali.

È ormai chiaro come, più che dal volume di dati, il valore estraibile dai Big Data provenga dalla correlazione di una varietà di fonti, tipologie e formati diversi di dati.

È partendo da tale premessa che ha senso parlare di Data Integration come essenziale prerequisito per sviluppare analisi avanzate, dalle quali estrarre nuova conoscenza.

Nonostante l’integrazione di dati eterogenei sia una sfida che molte aziende affrontano quotidianamente, non sempre si riescono a implementare dei sistemi ottimali.

Nei paragrafi che seguono vedremo come mettere in pratica quest’idea di Data Integration: quali sono le principali fonti dati da integrare, quali sono i possibili approcci architetturali e come si stanno muovendo le grandi aziende sul tema.

I vantaggi della Data Integration

La Data Integration offre numerosi vantaggi alle organizzazioni, soprattutto in un contesto in cui i dati provengono da diverse fonti, tipologie e formati. Ecco i principali:

  • visibilità unificata dei dati, in quanto la Data Integration consente di centralizzare e unificare i dati provenienti da diverse fonti, fornendo una vista completa e coerente delle informazioni aziendali, facilitando quindi la comprensione delle operazioni aziendali e migliorando la qualità delle decisioni;
  • miglioramento delle decisioni aziendali, poiché, grazie alla centralizzazione e alla combinazione dei dati, le aziende possono ottenere insight più accurati, che aiutano a prendere decisioni più informate, rapide ed efficaci;
  • ottimizzazione delle operazioni aziendali, dal momento che l’integrazione dei dati permette una condivisione fluida dei dati tra i dipartimenti, ottimizzando i flussi di lavoro, riducendo i tempi e migliorando l’efficienza operativa complessiva;
  • riduzione dei costi operativi, poiché, automatizzando l’integrazione dei dati, le aziende possono ridurre il lavoro manuale e il rischio di errori, risparmiando tempo e risorse (con la conseguente riduzione dei costi derivanti da decisioni errate basate su dati incompleti o inaccurati);
  • scalabilità, in quanto la Data Integration consente alle aziende di gestire e integrare grandi volumi di dati provenienti da fonti diverse, rendendo l’architettura scalabile per supportare l’espansione futura;
  • compliance e governance dei dati, infatti, integrando i dati in un sistema centralizzato, è più facile garantire la conformità alle normative sulla protezione dei dati e attuare politiche di data governance per mantenere la qualità, la sicurezza e l’integrità delle informazioni.

Fonti e tipologie di dati

Per affrontare la Data Integration, non si può prescindere dal comprendere le diverse caratteristiche dei dati a disposizione delle organizzazioni. Questi provengono da varie fonti, possono appartenere a diverse tipologie e vengono rappresentati in differenti formati. Comprendere la provenienza, la struttura e il tipo di archiviazione è essenziale per poterli gestire e integrare efficacemente.

Fonti di dati

Le fonti di dati si riferiscono agli ambienti o sistemi da cui questi provengono. Possono includere database aziendali, applicazioni, sensori, dispositivi IoT, file, API, Social Media, ecc. A seconda della fonte, si possono ottenere dati:

  • machine to machine (M2M), che includono quei dati generati dall’interazione tra dispositivi elettronici, come sensori, RFID, connessioni wi-fi;
  • people to machine(P2M), che includono quelli generati dall’interazione tra persone e dispositivi elettronici, come ad esempio i dati generati durante le transazioni online;
  • people to people (P2P), che sono generati dall’interazione tra persone, come nel caso dei dati generati sui Social Network dalle attività degli iscritti, su forum e blog;
  • Public admin data, ossia presenti in database pubblici, come gli Open Data, ovvero informazioni disponibili gratuitamente a chiunque per essere analizzati e rivisti secondo il proprio interesse, senza restrizioni di copyright, brevetti o di altri meccanismi di controllo;
  • Enterprise data, presenti all’interno dei data warehouse aziendali, ad esempio nei sistemi ERP o CRM.

Tipologie di dati

Le tipologie di dati si riferiscono alla natura e al contenuto dei dati stessi. In generale, possiamo distinguere tra:

  • dati strutturati, che seguono un formato definito, come tabelle in un database (ad esempio, numeri, date, stringhe); sono facilmente organizzabili e analizzabili e sono spesso utilizzati in contesti aziendali, come CRM o ERP;
  • dati semi-strutturati, che non sono completamente organizzati come i dati strutturati, ma contengono tag o metadati che consentono comunque di interpretarli (ad esempio, file JSON, XML o log); inoltre, possono essere facilmente gestiti e analizzati con strumenti moderni, come i sistemi di Big Data o i data lake;
  • dati non strutturati, che non seguono una struttura definita (si tratta ad esempio di email, immagini, video, audio, ecc.) e sono più difficili da analizzare senza un’elaborazione avanzata.  Spesso vengono raccolti e analizzati in contesti come quelli del people-to-machine o people-to-people, al fine di ottenere insight comportamentali e predittivi.

Formati di dati

I formati di dati si riferiscono alla modalità con cui vengono salvati e rappresentati. Queste modalità sono innumerevoli, di seguito elenchiamo le principali:

  • formati di file (come CSV, Excel, JSON, XML, Parquet, Avro, ecc.), che sono usati per la memorizzazione di dati estratti e preparati per l’analisi, e possono essere strutturati o semi-strutturati;
  • formati di database (come SQL e NoSQL), in cui i dati provenienti da sistemi come ERP o CRM sono spesso archiviati in database relazionali, mentre quelli semi-strutturati o non strutturati sono gestiti da database NoSQL o soluzioni di data lake;
  • formati di streaming (come Kafka o altre soluzioni di dati in tempo reale), che sono usati per gestire flussi di dati in tempo reale, come quelli provenienti da dispositivi IoT nei sistemi machine-to-machine.

Il livello di integrazione dei dati: quattro approcci

Passiamo ora, invece, alla Data Integration vera e propria, grazie alla quale è possibile raccogliere e unificare tutte le diverse tipologie di dati, provenienti da fonti e aventi formati differenti.

Nei contesti aziendali l’integrazione può essere applicata attraverso quattro differenti approcci, esplicati di seguito.

Silos

L’approccio a silos rappresenta la modalità tradizionale di immagazzinamento dei dati e nasce nelle organizzazioni dove ogni linea di business raccoglie i propri dati per finalità e utilizzi differenti. Lo storage dei dati è organizzato secondo repository suddivisi per dipartimento aziendale: in questo caso gli ambienti sono isolati tra loro, non vi è comunicazione e di conseguenza non c’è una vera e propria integrazione.

Vantaggi:

  • indipendenza tra dipartimenti o unità aziendali;
  • semplicità nella gestione di dati specifici e ben definiti per ogni reparto.

Svantaggi:

  • difficoltà di condivisione e analisi trasversali dei dati tra diversi dipartimenti;
  • rischio di ridondanza e incoerenza dei dati.

Data Warehouse (DWH)

Il Data Warehouse, o DWH, è un archivio informatico che raccoglie i dati dai sistemi operazionali aziendali integrandoli con quelli provenienti dalle fonti esterne. I dati, per poter essere gestiti dal DWH, devono essere strutturati, ovvero devono essere rappresentati da relazioni descrivibili con tabelle e schemi rigidi.

Vantaggi:

  • ottimizzazione per l’analisi di dati strutturati;
  • centralizzazione dei dati per una visione unificata a livello aziendale.

Svantaggi:

  • non adatto alla gestione di dati non strutturati o semi-strutturati.
  • maggiore complessità e costi di implementazione.

Data Lake (DL)

Il Data Lake, o DL, è un ambiente di archiviazione dei dati nel loro formato nativo, fin quando non è necessario dar loro una struttura. Con questa modalità di gestione è possibile avere l’integrazione di elevate quantità di dati di qualsiasi formato e provenienti da qualsiasi fonte.

Vantaggi:

  • flessibilità nella gestione di grandi volumi di dati strutturati, semi-strutturati e non strutturati;
  • scalabilità per supportare applicazioni di big data e analytics, machine learning e altre tecniche avanzate.

Svantaggi:

  • maggiore complessità nella gestione e nell’elaborazione dei dati;
  • i dati grezzi possono richiedere una maggiore elaborazione e trasformazione al fine di trarne significato.

Modello Integrato

Attraverso il modello integrato l’evoluzione dell’architettura dati ha raggiunto nuovi vertici, che rappresentando una risposta avanzata alle crescenti esigenze di storage, gestione e analisi dati. Con questo approccio, adottato da una grande azienda su quattro, l’organizzazione ha a disposizione sia un Data Lake che un Data Warehouse che lavorano in modalità integrata per rispondere alle differenti esigenze di storage, gestione e analisi di qualsiasi tipologia di dato. Il Data Lake offre una vasta capacità di archiviazione per dati non strutturati e di diversa natura, consentendo una raccolta flessibile e scalabile. Al contempo, il DWH fornisce una struttura organizzata per l’elaborazione e l’analisi di dati strutturati, garantendo prestazioni ottimali. L’integrazione di entrambe queste componenti consente alle organizzazioni di affrontare con successo la complessità delle informazioni, rispondendo in modo efficace alle diverse esigenze di gestione e analisi di dati eterogenei.

Il modello integrato tra Data Lake e Data Warehouse si rivela, dunque, fondamentale nell’era moderna, in cui la varietà e la quantità dei dati richiedono approcci dinamici e flessibili per sfruttare appieno il potenziale informativo.

Vantaggi:

  • visibilità centralizzata dei dati provenienti da diverse fonti e tipologie;
  • maggiore coerenza e qualità dei dati attraverso una gestione integrata;
  • facilita analisi trasversali e decisioni aziendali basate su dati unificati.

Svantaggi:

  • complessità nell’integrazione di dati provenienti da sistemi eterogenei.
  • richiede tecnologie avanzate e una pianificazione accurata per gestire l’integrazione.

Data Integration: le conclusioni dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics

La Data Integration non è solo un’esigenza tecnica, ma un vero e proprio abilitatore strategico per tutte le organizzazioni che vogliono trasformare le proprie informazioni in valore. Come abbiamo visto, esistono diverse tipologie di dati e molteplici approcci architetturali per gestirli. La scelta del modello più adatto – che sia un Data Warehouse, un Data Lake o una combinazione integrata dei due – dipende dagli obiettivi dell’azienda, dal suo livello di maturità in ambito dati e dalla sua capacità di governare un ecosistema informativo sempre più complesso.

Investire nella Data Integration significa gettare le basi per un processo decisionale più informato e consapevole. In un contesto in cui l’eterogeneità e il volume delle informazioni crescono esponenzialmente, riuscire a far dialogare tutte le fonti di dati può rappresentare un vantaggio competitivo decisivo.

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