Solo il 2% delle grandi e medio grandi imprese usa la connettività come leva strategica per innovare il proprio modello di business

Il 5G industriale cresce ma resta di nicchia: in Italia la spesa vale 10,5 milioni di euro nel 2025

 

  • 47 aziende con almeno un progetto di reti private o dedicate 5G in Italia. Oltre la metà dei casi sono riservati, segno di un mercato che si sposta su implementazioni industriali per processi chiave
  • Nel 2025 la spesa per il 5G industriale in Italia cresce del 43%, ma è ancora limitata. Principali applicazioni nella Logistica (26%) e Manifattura (23%)
  • Quasi la metà delle aziende italiane reputa la connettività un elemento chiave per la digitalizzazione, per ottimizzare processi core esistenti

 

Nonostante, a parole, sia considerata centrale, oggi, solo il 2% delle grandi e medio grandi imprese usa la connettività per innovare il proprio modello di business. Inoltre, la spesa in connettività rappresenta in media solo il 7% del budget ICT. Tuttavia, per quasi la metà delle aziende italiane la connettività è un elemento chiave della digitalizzazione per ottimizzare processi core esistenti, come ad esempio l’automazione di linee produttive o attività logistiche.

La maggioranza delle imprese italiane si dichiara abbastanza soddisfatta della sua attuale configurazione di connettività percependo come complesso e costoso un cambiamento. La gestione della sicurezza, la ricerca di partner affidabili e il rischio di lock-in, in particolare, rappresentano ostacoli significativi a ricercare nuove soluzioni per le reti aziendali.

In questo contesto, il 5G è considerato ancora più un’opportunità da esplorare che una risorsa strategica. Nel 2025 in Italia si contano oggi 47 progetti di reti 5G private o dedicate, 10 in più rispetto all’anno precedente, di cui 8 su 10 di natura riservata. La spesa italiana per progetti di 5G industriale continua la sua crescita (+43% nel 2025), ma resta ancora limitato, assestandosi ad un valore di 10,5 milioni di euro. Aumenta però la maturità e rilevanza dei progetti, infatti l’81% del valore di spesa del 2025 è legato alla realizzazione di reti private su uno o più siti.

I principali ambiti di applicazione sono nella logistica e trasporti (26% del totale progetti), nel manifatturiero (23%) e nei centri di innovazione (21%). I fondi pubblici continuano a giocare un ruolo importante, anche se in diminuzione: coprono il 39% della spesa nel 2025 e solo il 10% dei nuovi progetti dell’anno è stato avviato con risorse pubbliche, segno di una crescente volontà delle imprese di finanziare reti 5G private con fondi propri e motivazioni industriali più solide.

Anche l’offerta di dispositivi 5G disponibili è sempre più matura, anche se non ancora pienamente sviluppata. Nel 2025 si contano 21 device 5G Ready sviluppati da 9 produttori, che trovano applicazioni prevalentemente in agricoltura, manifattura, difesa e sicurezza, media e intrattenimento.

Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry del Politecnico di Milano*, presentata oggi durante il convegno “Connettere per innovare: una strategia da costruire insieme”. Uno degli oltre 50 differenti filoni di ricerca degli Osservatori Digital Innovation della POLIMI School of Management (www.osservatori.net) che affrontano tutti i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle imprese e nella pubblica amministrazione.

L’industria europea delle telecomunicazioni sta attraversando una fase di profonda trasformazione, in cui i nuovi paradigmi tecnologici e le difficoltà economiche del settore stanno ridefinendo gli equilibri e la struttura complessiva dell’ecosistema – afferma Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry. Lentezze nel definire nuove strategie e resistenze al cambiamento dipendono in parte dal contesto competitivo, ma anche dalla difficoltà a far percepire il valore della connettività come elemento centrale di innovazione e trasformazione digitale del sistema produttivo nel suo complesso: la strategia per sfruttarne pienamente il potenziale della connettività rimane in buona parte ancora da costruire”.

In un contesto sempre più digitale, infatti, la connettività rappresenta l’abilitatore di processi e servizi e individuare l’opzione tecnologica più adatta alle proprie esigenze e al proprio contesto operativo è una leva di competitività per le aziende end-user – osserva Marta Valsecchi, Direttrice dell’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry. Il 45% delle grandi e medio grandi aziende italiane considera la connettività un elemento essenziale per garantire la continuità operativa ma non come leva di innovazione, dunque, si accontenta di soluzioni a scaffale al minor prezzo. Una grande azienda su due investe, invece, più della media, per configurazioni che consentono di automatizzare processi core. Pochissime, invece, le imprese che hanno costruito business model nuovi con soluzioni di connettività strategiche”.

Nel complesso, il 2025 conferma una crescita graduale ma costante del mercato 5G industriale in Europa e in Italia, pur evidenziando ancora alcuni limiti strutturali – dice Luca Dozio, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry. Per una maggiore scalabilità dei progetti servono una regolamentazione più uniforme tra i Paesi sulle modalità di accesso allo spettro e garanzie di sicurezza delle reti mobili. Infine, la maturità delle imprese nel considerare il 5G una leva strategica rappresenta un fattore decisivo per lo sviluppo e la diffusione di questo mercato”.

Il 5G industriale in Europa

L’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry ha mappato 237 annunci pubblici in Europa relativi ad aziende e università che hanno implementato o avviato almeno in forma sperimentale reti 5G private o dedicate. Escludendo le attività sperimentali, si contano 157 casi che sembrano far riferimento a progetti più maturi e commerciali. Includendo invece anche progetti confidenziali, secondo le stime della GSA rielaborate dall’Osservatorio, in Europa sono complessivamente presenti circa 550 reti 5G private con uno spending superiore ai 50.000 euro.

Il confronto evidenzia che solo il 28% dei progetti è “visibile”, mentre oltre il 70% è riservato o non divulgato, segno di un mercato che si sta spostando progressivamente dalle sperimentazioni aperte alle implementazioni industriali e strategiche. Dalle fonti disponibili, emergono circa 360 casi negli Stati Uniti, anche se risulta complesso disporre di una visione dettagliata.

La manifattura e la logistica rappresentano oltre il 50% dei progetti a livello europeo. “Nel manifatturiero, il 5G può abilitare modelli di smart factory, con linee e macchinari connessi per la manutenzione predittiva, il supporto da remoto e l’uso di robotica collaborativa e AGV, mentre nella logistica consente fleet e asset tracking di veicoli e attrezzature, movimentazione autonoma delle merci e sistemi di sorveglianza intelligente basati su telecamere e droni – spiega Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry -. L’approccio del mercato sembra orientarsi sempre più verso un modello ‘use case first’, in cui sono già chiare le applicazioni abilitate dal 5G e la sperimentazione è guidata da obiettivi ben definiti, piuttosto che dalla sola disponibilità di copertura”.

I modelli di Connectivity strategy

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La mappatura condotta dall’Osservatorio sulle strategie di connettività delle aziende italiane evidenzia che la maggioranza delle imprese end user italiane – il 45% del campione – rientra nella categoria di Essential Utility: la connettività è scelta in modo mirato e sufficiente a coprire esigenze specifiche, minimizzando i costi. Un approccio che nel tempo rischia di limitare la capacità di evolvere verso modelli più innovativi.

Il 42% delle aziende è nella categoria Performance Backbone: la connettività è considerata un’infrastruttura di efficienza e resilienza, che sostiene l’innovazione di processo e l’ottimizzazione operativa. Queste imprese investono più della media e, in quasi la metà dei casi, destinano oltre il 10% del budget ICT alla connettività, con un posizionamento solido, che rappresenta una base concreta da cui evolvere verso una visione più strategica.

Solo il 13% rientra nelle categorie in cui la connettività è una leva per innovare la propria strategia. Nello specifico, l’11% delle imprese in quella dei Development Playground: sperimentano nuovi utilizzi della connettività, spesso attraverso progetti pilota legati al 5G, mentre le funzioni IT e Innovazione sono co-decisori e lavorano in stretta collaborazione con partner esterni, ricorrendo ad attività di scouting tecnologico e co-creazione. Appena il 2% delle imprese è nella categoria di Business Transformer, in cui la connettività è pienamente integrata nella strategia aziendale e l’IT fa da regista. Queste imprese offrono soluzioni integrate abilitate da una connettività performante e affidabile, con manutenzione predittiva, piattaforme digitali, digital twin, servizi remoti intelligenti.

 

Da oggi è disponibile l’infografica gratuita con i dati chiave della ricerca, condivisibile attraverso l’inserimento di questo link.

 

*L’edizione 2025 dell’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry della POLIMI School of Management è realizzata con il supporto di: Cellnex Italia S.p.A., Fastweb + Vodafone, FiberCop S.p.A., Mavenir, TIM Enterprise; BIP xTech, Gruppo FS, Huawei Technologies Italia S.r.l., INWIT, Maticmind S.p.A., Open Fiber, Opticoms GmbH, OpNet, Sirti Telco Infrastructures, SMA-RTY Italia S.r.l., Telebit S.p.A.; e con il patrocinio di: Anitec-Assinform, Assotelecomunicazioni – Asstel, Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

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