L’overtourism rappresenta una delle sfide più pressanti del turismo contemporaneo. Il fenomeno, che colpisce destinazioni iconiche in tutto il mondo a livello sociale, ambientale ed economico, richiede una comprensione approfondita per essere affrontato efficacemente.

In questo articolo, a cura dell’Osservatorio Travel Innovation della POLIMI School of Management, esamineremo il significato dell’overtourism, gli impatti su territori e comunità, le cause principali e le soluzioni innovative per un turismo sostenibile.

Cos’è l’Overtourism: definizione e significato della problematica

L’overtourism, o sovraturismo, o ancora iperturismo, si verifica quando una destinazione turistica riceve un numero di visitatori superiore alla sua capacità di carico sostenibile. Il termine ha guadagnato popolarità negli ultimi anni, ma il fenomeno non è nuovo. Le sue radici teoriche risalgono al 1981, quando l’UNWTO definì la “capacità di carico turistica” come soglia numerica per evitare danni ambientali, economici e socioculturali. Tuttavia, oggi l’overtourism si basa su criteri percettivi, emergendo quando residenti o visitatori avvertono un eccesso di presenze che degrada la loro esperienza.

La crescente accessibilità dei viaggi, l’espansione del turismo low-cost e la digitalizzazione hanno amplificato un problema che era già presente in molte destinazioni popolari. Questo fenomeno ha trasformato radicalmente il volto di molte città e regioni, creando tensioni sempre più evidenti tra residenti e visitatori. Ad aprile 2024, alle Canarie, più di 50mila persone hanno protestato contro il turismo di massa, mentre a luglio Barcellona ha visto migliaia di cittadini manifestare contro i turisti.

Le principali caratteristiche dell’Overtourism

L’overtourism si manifesta attraverso diversi segnali evidenti. Questi compromettono il tessuto sociale delle comunità locali, l’ambiente naturale e urbano e l’economia del luogo:

  • gentrificazione turistica: l’aumento dei prezzi immobiliari spinge i residenti locali ad abbandonare i centri storici, che si trasformano in aree dedicate esclusivamente al turismo; questo fenomeno è particolarmente evidente in città come Venezia, Barcellona e Amsterdam;
  • perdita dell’identità culturale: l’eccessiva commercializzazione può snaturare le tradizioni locali, trasformandole in prodotti turistici standardizzati che perdono la loro autenticità originale, come il flamenco nei quartieri gitani di Siviglia;
  • turistificazione e “clone town”: trasformazione dei luoghi in spazi esclusivamente a uso turistico con perdita di identità dei centri urbani a causa dell’omologazione commerciale che crea aree uniformi e standardizzate;
  • tensioni sociali: il contrasto tra il benessere economico generato dal turismo e i disagi quotidiani vissuti dai residenti crea spesso conflitti e proteste, come quelle registrate nelle Baleari e nelle Canarie.
  • degradazione degli ecosistemi: siti naturali fragili come la Grande Barriera Corallina o le spiagge di Maya Bay in Thailandia hanno subito danni irreversibili a causa dell’eccessivo afflusso turistico;
  • inquinamento e rifiuti: l’aumento della produzione di rifiuti e delle emissioni di CO2 compromette la qualità dell’aria e dell’acqua nelle destinazioni più visitate; inoltre il sovraffollamento turistico genera quantità di spazzatura sproporzionate rispetto alla capacità di smaltimento locale;
  • erosione del patrimonio: monumenti storici e siti archeologici soffrono di un deterioramento accelerato dovuto al calpestio e all’usura causati dai grandi numeri di visitatori, basti pensare al Colosseo;
  • monocultura turistica: l’eccessiva dipendenza dal turismo rende le economie locali vulnerabili a shock esterni, come dimostrato durante la pandemia di COVID-19.
  • inflazione localizzata: quando l’economia locale si adatta alla maggiore disponibilità di spesa dei turisti il conseguente aumento dei prezzi di beni e servizi penalizza i residenti.

Le cause principali dell’Overtourism

L’overtourism deriva dalla convergenza di molteplici fattori che hanno trasformato il panorama turistico globale negli ultimi due decenni. Questi elementi si rafforzano reciprocamente, creando un effetto moltiplicatore che concentra enormi flussi di visitatori su poche destinazioni iconiche.

I principali fattori che alimentano questo fenomeno sono di natura tecnologica e digitale, strutturale e socio-economica:

  • democratizzazione dei viaggi: piattaforme di prenotazione online e compagnie aeree low-cost hanno reso i viaggi accessibili a una fascia molto più ampia della popolazione mondiale;
  • crescita della classe media globale: l’espansione della classe media in Paesi emergenti ha moltiplicato il numero di potenziali turisti internazionali;
  • cultura del viaggio: il turismo è diventato sempre più un simbolo di status sociale e realizzazione personale, alimentando la domanda;
  • Social media e Marketing virale: Instagram, TikTok e altri social network amplificano la popolarità di destinazioni specifiche, creando fenomeni di concentrazione turistica su luoghi diventati improvvisamente “di tendenza”;
  • economia della condivisione: Airbnb e piattaforme simili hanno aumentato l’offerta ricettiva in aree residenziali, modificando l’equilibrio urbano e riducendo la disponibilità di alloggi per i residenti;
  • concentrazione geografica: la tendenza dei turisti a visitare gli stessi luoghi iconici crea hotspot di sovraffollamento, mentre molte altre destinazioni rimangono sottoutilizzate (undertourism); questo disequilibrio tra diverse località turistiche prende il nome di unbalanced tourism;
  • stagionalità: la concentrazione dei flussi turistici in determinati periodi dell’anno amplifica i problemi di capacità di carico delle destinazioni più popolari;
  • politiche turistiche inadeguate: l’assenza di strategie di gestione dei flussi e di pianificazione sostenibile contribuisce ad aggravare il problema;
  • infrastrutture sottodimensionate: molte destinazioni non hanno adeguato le proprie infrastrutture alla crescita esponenziale dei visitatori.

Come combattere l’Overtourism: strategie e soluzioni

L’obiettivo principale per combattere l’overtousirm è sviluppare strategie di gestione che permettano al turismo di continuare a rappresentare una risorsa economica importante, mantenendo al contempo l’equilibrio con le esigenze delle comunità locali e la preservazione del patrimonio culturale e ambientale.

Gestione dei Flussi Turistici

Le principali aree di intervento si concentrano sulla gestione temporale e geografica dei flussi turistici, supportate da tecnologie innovative che offrono strumenti concreti per affrontare queste sfide complesse. Di seguito alcune delle principali soluzioni per attuare una gestione più sostenibile e distribuita dei flussi turistici:

  • sistemi di prenotazione obbligatoria: molte destinazioni stanno implementando sistemi di prenotazione anticipata obbligatoria per limitare il numero di visitatori giornalieri;
  • diversificazione temporale: promuovere il turismo in periodi di bassa stagione attraverso incentivi economici e campagne di comunicazione mirate può distribuire i flussi nel corso dell’anno;
  • tasse di soggiorno progressive: l’implementazione di tasse turistiche che aumentano durante i periodi di picco – come fatto a Venezia – può contribuire a scoraggiare i viaggi nei momenti di maggiore affluenza;
  • promozione di destinazioni alternative: sviluppare e promuovere attrazioni in aree meno conosciute può redistribuire i flussi turistici su un territorio più ampio;
  • itinerari tematici: creare percorsi che colleghino più destinazioni può incentivare i turisti a esplorare aree diverse invece di concentrarsi su singoli hotspot.

Tecnologie per la gestione sostenibile

Le tecnologie digitali offrono strumenti decisivi per questa trasformazione. Vediamole nel dettaglio:

  • Big Data: l’analisi di grandi moli di dati permette di monitorare in tempo reale i movimenti turistici e prevedere i picchi di affluenza;
  • Intelligenza Artificiale: l’AI può personalizzare l’offerta suggerendo destinazioni in linea con gli interessi individuali
  • applicazioni mobili: diverse app possono segnalare sovraffollamenti turistici, aiutando così la distribuzione dei visitatori nel tempo e nello spazio;
  • Internet of Things: la tecnologia IoT monitora la densità turistica attivando sistemi di allerta preventivi.

Esempi di successo nella lotta all’Overtourism

Di fronte alla crescente pressione dell’Overtourism, diverse destinazioni internazionali stanno sperimentando approcci innovativi per trovare un equilibrio sostenibile tra sviluppo turistico e benessere delle comunità locali.

Amsterdam rappresenta un modello europeo di gestione dell’overtourism attraverso misure integrate e coraggiose. Con 20 milioni di visitatori annui, la città ha implementato strategie drastiche: divieto di costruzione di nuovi hotel dal 2024 e riduzione degli affitti brevi. Le navi da crociera sono già state vietate dal centro città e saranno completamente eliminate entro il 2035. Queste scelte dimostrano la volontà di bilanciare qualità della vita dei residenti e sostenibilità turistica, trasformando Amsterdam da destinazione di massa a modello di turismo responsabile.

Il già citato caso di Capri dimostra l’efficacia di approcci data-driven nella gestione dell’overtourism. Nonostante l’isola di soli 10,4 chilometri quadrati, questa accoglie oltre 3 milioni di visitatori annui. L’implementazione di diversi indici di monitoraggio, che valutano la capacità di Capri di sostenere il turismo in modo responsabile, ha rivoluzionato la gestione turistica secondo un approccio data-driven. L’indice ha confermato che strategie basate sull’analisi dei dati possono trasformare situazioni di overtourism critico in modelli di turismo sostenibile.

Dall’Overtourism al Turismo Sostenibile

L’overtourism non rappresenta un problema irrisolvibile, ma richiede un approccio sistemico che coinvolga tutti gli stakeholder del settore turistico. La transizione verso un modello di turismo sostenibile passa attraverso quattro pilastri fondamentali. Questi sono l’innovazione tecnologica che trasforma la gestione dei flussi da reattiva a proattiva, la collaborazione internazionale per condividere best practice tra destinazioni, l’educazione di turisti e operatori sui principi del turismo responsabile, e lo sviluppo di indicatori precisi per misurare e monitorare l’efficacia delle politiche implementate.

L’overtourism rappresenta paradossalmente sia una delle sfide più complesse del turismo moderno che un’opportunità straordinaria per ripensare il settore in chiave più sostenibile e inclusiva. Le soluzioni non solo esistono, ma molte destinazioni stanno già dimostrando concretamente che è possibile coniugare sviluppo economico e preservazione del patrimonio culturale e ambientale, come dimostrano i casi di successo sopra citati.

Il successo futuro nella lotta all’overtourism dipenderà dalla capacità di implementare strategie integrate che combinino innovazione tecnologica, partecipazione comunitaria e regolamentazione intelligente. Solo attraverso questo approccio olistico sarà possibile garantire che il turismo continui a essere una forza positiva per lo sviluppo economico e sociale, senza compromettere il benessere delle comunità locali e la preservazione del patrimonio naturale e culturale.

La strada verso un turismo davvero sostenibile rimane ancora lunga, ma alcuni passi sono già stati compiuti. Spetta ora a tutti gli attori – dalle istituzioni agli operatori turistici, dai viaggiatori alle comunità locali – lavorare insieme per costruire un futuro in cui il turismo sia sinonimo di crescita condivisa, rispetto reciproco e sviluppo equilibrato che benefici tanto i visitatori quanto le destinazioni che li accolgono.

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