Nel panorama digitale contemporaneo, dove gli investimenti in Big Data raggiungono quasi i 3,5 miliardi di euro, il Data Management rappresenta la chiave strategica per trasformare i dati in vantaggio competitivo. L’avvento dei Big Data e delle cosiddette 5V (Volume, Velocità, Varietà, Veridicità, Variabilità), insieme all’introduzione del GDPR, ha rivoluzionato i processi di gestione e analisi dei dati, rendendo indispensabile un approccio strutturato e strategico.
In questo articolo esploreremo l’impatto di questa trasformazione sulla gestione dati aziendale e come realizzare strategie efficaci di Data Management, supportati dalla ricerca dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics della School of Management del Politecnico di Milano.
Cos’è il Data Management: significato e componenti strategiche
Per comprendere come costruire una strategia di gestione dei dati, partiamo dalla definizione del DAMA-International (Global Data Management Community):
con il termine Data Management ci si riferisce allo “sviluppo e esecuzione di architetture, policy, pratiche e procedure che permettono di gestire propriamente le esigenze legate al ciclo di vita dei dati all’interno di un’azienda”.
Come si può notare, il termine Data Management è molto ampio e comprende non solo aspetti tecnologici, ma anche aspetti organizzativi, di processo e di compliance. Al centro e alla base di questa vasta tematica, si inserisce la creazione di una strategia interna. Questa, poi, dovrà definire i processi decisionali e le responsabilità su tutto ciò che i riguarda i dati aziendali.
Secondo la Ricerca dell’Osservatorio, nel 2024 il 46% delle grandi organizzazioni ha ruoli e responsabilità ben definite nel Data Management (era il 25% nel 2021), evidenziando la crescente maturità strategica del settore. Al centro di questa evoluzione si colloca la strategia di Data Governance, che si pone l’obiettivo di governare i dati e monitorarne il percorso all’interno dell’organizzazione. In altre parole, ciò significa rispondere tempestivamente e con certezza a domande come Chi ha la responsabilità su questo set di dati? Qual è il contesto normativo e qual è il suo impatto sull’utilizzo di questi dati? Chi ha utilizzato questi dati prima di me? Da dove provengono? La versione che sto guardando è l’ultimo aggiornamento disponibile?
Il Data Management ai tempi dei Big Data
L’esplosione dei Big Data ha trasformato radicalmente l’approccio alla gestione delle informazioni aziendali. Nel contesto aziendale moderno, i dati non rappresentano più semplicemente un sottoprodotto delle operazioni, ma costituiscono il fondamento strategico per decisioni informate e innovazione competitiva. Sempre secondo la Ricerca dell’Osservatorio, il 73% delle grandi organizzazioni ha avviato almeno una sperimentazione in ambito Advanced Analytics, mentre il 79% delle PMI italiane svolge attività di analisi dati almeno a livello descrittivo.
Il concetto fondamentale è che un approccio maturo agli Analytics non risiede nell’utilizzo indiscriminato di informazioni inaffidabili, ma nella capacità di governare ampie moli di dati con processi e strumenti tecnologici che mantengano flessibilità e agilità dell’infrastruttura. La Trasformazione Digitale ha reso evidente che ogni strategia aziendale efficace deve partire da una comprensione profonda dei propri dati: dai pattern comportamentali dei clienti alle inefficienze operative, dalle opportunità di mercato ai rischi emergenti.
Le aziende capaci di estrarre valore strategico dai propri dataset sviluppano capacità predittive, ottimizzano processi interni e personalizzano esperienze cliente, creando barriere competitive difficili da replicare. L’obiettivo strategico diventa quindi bilanciare la necessità di governance rigorosa con l’agilità operativa, garantendo che i dati siano accessibili, affidabili e utilizzabili per decisioni in tempo reale.
Come impostare un progetto di Data Management
L’implementazione di un progetto di Data Management efficace richiede un approccio metodologico strutturato in fasi progressive che minimizzi rischi operativi e massimizzi l’adozione organizzativa.
Il primo step consiste nella valutazione dello stato attuale, mappando fonti dati esistenti, identificando gap qualitativi e definendo obiettivi strategici chiari allineati alle priorità di business. Questa fase diagnostica deve coinvolgere stakeholder trasversali per garantire integrazione tra esigenze tecniche e requisiti operativi.
La progettazione dell’architettura dati rappresenta il secondo pilastro, dove si definiscono flussi di integrazione, standard di qualità e protocolli di governance. Parallelamente, è fondamentale stabilire un framework di Data Governance che includa ruoli, responsabilità e processi decisionali per ogni categoria di dati, dalla raccolta alla dismissione.
La fase di implementazione deve procedere attraverso progetti pilota che permettano di testare soluzioni tecnologiche e processi organizzativi prima del rollout completo. Questo approccio iterativo consente di validare l’efficacia delle soluzioni, raccogliere feedback degli utenti e ottimizzare i processi prima della scaling aziendale.
Infine, il monitoraggio continuo e l’ottimizzazione rappresentano elementi critici per garantire che il sistema evolva con le esigenze aziendali, mantenendo standard elevati di qualità, sicurezza e compliance normativa. L’implementazione di dashboard di controllo e KPI specifici permette di misurare costantemente l’efficacia del sistema e identificare aree di miglioramento.
I modelli più diffusi di gestione dei dati: Database, Data Lake e Data Warehouse
Nel contesto della gestione e analisi dei dati, le aziende possono adottare diversi modelli di archiviazione e organizzazione delle informazioni, a seconda delle loro esigenze e dell’utilizzo che intendono farne. I tre approcci principali sono i database tradizionali, i Data Warehouse e i Data Lake.
Database relazionali
I database relazionali rappresentano il modello più consolidato per l’archiviazione e la gestione dei dati. Organizzati in tabelle e basati su linguaggi come SQL, i database relazionali vengono utilizzati per applicazioni aziendali operative, come i sistemi gestionali e le piattaforme eCommerce. La loro struttura rigida garantisce coerenza e integrità dei dati, rendendoli ideali per operazioni frequenti e transazioni in tempo reale.
Data Warehouse
Progettati per l’analisi e la business intelligence, i Data Warehouse aggregano dati provenienti da diverse fonti aziendali, consentendo analisi storiche e strategiche. Strutturati e ottimizzati per query complesse, questi sistemi supportano strumenti di reportistica avanzata e Data Visualization. Tra le piattaforme più utilizzate troviamo Amazon Redshift, Google BigQuery e Snowflake.
Data Lake
Utilizzati per archiviare enormi volumi di dati in formati eterogenei (strutturati e non strutturati), i Data Lake offrono maggiore flessibilità rispetto ai Data Warehouse. Grazie alla possibilità di gestire dati grezzi e non ancora elaborati, permettono analisi più avanzate, come l’addestramento di modelli di Machine Learning. Tuttavia, senza un’adeguata governance, il rischio è quello di trasformare un data lake in un “data swamp”, ovvero un contenitore caotico e poco utilizzabile. Soluzioni come Azure Data Lake, AWS Lake Formation e Google Cloud Storage facilitano la gestione di questi ambienti.
Ogni modello ha specifici vantaggi e limitazioni, e la scelta dipende dal tipo di analisi da effettuare e dalla strategia aziendale in termini di gestione dei dati. Sempre più aziende adottano approcci ibridi, combinando database operazionali, Data Warehouse per la Business Intelligence e Data Lake per l’analisi avanzata, al fine di ottenere il massimo valore dai propri dati.
I diversi sistemi di Data Management: integrazione, gestione e analisi dei Big Data
Con l’aumento esponenziale della quantità di dati prodotti ogni giorno, la gestione efficace dei dati è diventata un aspetto cruciale per le aziende. Il Data Management comprende un insieme di processi e tecnologie che consentono di raccogliere, archiviare, elaborare e analizzare i dati in modo efficiente e sicuro. Si articola in tre principali aree: integrazione, gestione e analisi.
Integrazione dei dati
Le aziende raccolgono dati da fonti eterogenee (CRM, ERP, IoT, Social Media, siti web, transazioni finanziarie) e devono integrarli in un sistema unico e coerente. Strumenti come ETL (Extract, Transform, Load) e ELT (Extract, Load, Transform) vengono utilizzati per trasferire e trasformare i dati prima della loro analisi. Soluzioni come Apache Nifi, Talend e Informatica PowerCenter facilitano il processo di integrazione automatizzandolo.
Gestione dei dati
Una volta integrati, i dati devono essere archiviati e resi accessibili in modo sicuro ed efficiente. Qui entrano in gioco tecnologie come database relazionali (MySQL, PostgreSQL, SQL Server), Data Warehouse (Google BigQuery, Amazon Redshift, Snowflake) e Data Lake (AWS Lake Formation, Azure Data Lake). Inoltre, la gestione dei dati implica anche la Data Governance, che garantisce la qualità, la conformità normativa (GDPR) e la protezione delle informazioni sensibili.
Analisi e valorizzazione dei dati
L’ultimo step del Data Management è trasformare i dati in insight strategici. Gli strumenti di Business Intelligence (Power BI, Tableau, Looker) consentono di creare report e dashboard per prendere decisioni informate. Nei contesti più avanzati, vengono applicate tecniche di Data Science e Machine Learning, con l’utilizzo di linguaggi come Python e R e framework come TensorFlow e Scikit-learn, per prevedere trend di mercato, ottimizzare processi e personalizzare l’esperienza cliente.
Un’azienda che implementa correttamente un sistema di Data Management riesce a trasformare grandi quantità di dati grezzi in un asset strategico, migliorando la competitività e supportando l’innovazione.
Il valore strategico dei dati nell’economia digitale
Nel panorama competitivo contemporaneo, i dati sono diventati il carburante dell’innovazione tecnologica e della crescita aziendale. La loro importanza strategica emerge chiaramente dall’evoluzione di settori chiave che stanno ridefinendo l’economia globale.
Nel campo dell’Intelligenza Artificiale, i dati rappresentano la materia prima essenziale per l’addestramento di algoritmi sempre più sofisticati. Il successo di modelli come GPT, che richiedono dataset di trilioni di parametri, dimostra come la qualità e quantità dei dati determinino direttamente le capacità predittive e generative dell’AI. Le aziende che dispongono di dataset proprietari di alta qualità ottengono vantaggi competitivi nell’implementazione di soluzioni AI personalizzate.
Nel Marketing digitale, l’analisi dei dati comportamentali ha trasformato le strategie di acquisizione e retention clienti. La personalizzazione in tempo reale, basata su Machine Learning e Customer Analytics, permette incrementi delle conversioni rispetto ad approcci mass market. Piattaforme come Google e Meta hanno costruito il loro successo sulla capacità di trasformare dati utente in targeting pubblicitario preciso.
Nei servizi finanziari, l’analisi predittiva dei dati abilita credit scoring avanzati, rilevazione frodi in tempo reale e robo-advisory personalizzati. Le fintech che sfruttano efficacemente Big Data e Open Banking stanno ridefinendo l’esperienza bancaria tradizionale.
Nel settore sanitario, i dati permettono cure personalizzate analizzando le caratteristiche specifiche di ogni paziente. Le informazioni raccolte durante le terapie reali stanno velocizzando la ricerca di nuovi farmaci e migliorando i risultati delle cure.
Questa trasformazione rende il Data Management non più un’attività di supporto, ma il fondamento strategico per l’innovazione e la competitività aziendale.
Le sfide del Data Management oggi
Per avere una buona strategia di Data Management, come accennato precedentemente, ci sono diverse sfide da affrontare per ogni azienda. Di seguito, ecco spiegato le più importanti.
Garantire la Data Quality su dati estremamente eterogenei
La mole di dati presenti nelle organizzazioni è di diverse tipologie e proveniente da fonti differenti. Nel 2018 il 60% delle grandi aziende ha dichiarato di acquisire dati dall’esterno. Questa varietà apre la porta a tantissime opportunità e potenzialità, ma ha conseguenze immediate sulla definizione degli standard di Data Quality.
La raccolta di dati strutturati da sistemi transazionali permette di sistematizzare policy di garanzia qualitativa già in fase di design. I processi di Extract, Transform and Load (ETL) rispondono a questo obiettivo consolidando i dati e garantendone l’omogeneità secondo logiche di business. Il Data Lake invece acquisisce i cosiddetti dati grezzi, senza che vi sia alcuna trasformazione degli stessi in fase di raccolta. Di conseguenza, saranno necessari dei tool che, nel momento in cui il dato viene utilizzato, riescano a trasformarlo, eliminando duplicati o osservazioni anomale, rendendo omogenea la scrittura di alcune informazioni, verificandone la coerenza interna e così via.
Tanto più i dati non sono strutturati (testi, immagini ecc.…) e la varietà delle fonti (dati web o social, dati da sensori, open data ecc.…), tanto più sarà complesso garantirne pulizia, correttezza e affidabilità in maniera tempestiva.
Costruire un’infrastruttura flessibile e aperta garantendo una visione unica sui dati
L’infrastruttura di Analytics è una macchina estremamente complessa, che si avvale, specialmente nei casi più moderni, di una pluralità di strumenti: proprietari e open source, in cloud e on-premises e così via. La flessibilità è essenziale, ma comporta la necessità di integrare sistemi differenti e garantire che i dati comunichino efficacemente tra loro.
Per risolvere questo problema, si stanno diffondendo sistemi di data cataloging e di gestione dei metadati, che permettono di dare lo stesso significato a dati provenienti da diverse fonti, al fine di uniformarne l’interpretazione agli occhi degli utenti di business. Parallelamente, aumentano gli strumenti tecnologici in grado di gestire numerose di tipologie di dati, anche non strutturati.
Uno dei principali trend del momento, in ambito Analytics, è quello del Self-Service Data Analytics. Le aziende necessitano di strumenti che siano immediatamente fruibili da utenti senza conoscenze informatiche o statistiche avanzate, ma che diano l’opportunità di esplorare i principali KPI aziendali in maniera interattiva, dinamica e personalizzabile. Quest’impegno è sicuramente virtuoso e dà vita a un percorso di maggiore consapevolezza sull’importanza dei dati. Tuttavia, se l’azienda adotta un approccio Self-Service, tenere al sicuro gli elementi fondanti della business strategy diventa imprescindibile. Al contempo, le normative sulla privacy impongono e imporranno sempre di più dettami stringenti sul trattamento dei dati.
Ci si trova quindi alla ricerca di un equilibrio precario, in cui un’eccessiva attenzione alle problematiche di security e privacy potrebbe ridurre il valore che i dati portano in azienda, mentre un eccessivo disinteresse potrebbe causare immediate perdite monetarie.
L’importanza del Data Management oggi
Quando nel 2012 il Data Scientist venne definito “il lavoro più sexy del XXI secolo”, si immaginava lo sviluppo di modelli analitici sofisticati per estrarre insights sorprendenti dai dati. Eppure, ancora oggi, i cosiddetti “Data Scientist” – ovvero figure iper-specializzate che di regola hanno almeno una laurea – si trovano a dover spendere ore e ore nella pulizia di basi di dati disordinate, su cui non c’è la giusta documentazione o di cui addirittura non si conosce la versione corretta.
Nel momento in cui i dati diventano più eterogenei, le tecnologie più complesse, le metodologie più avanzate e i risultati delle analisi giocano un ruolo fondamentale nei processi decisionali, avere dati di buona qualità e gestirli in maniera conforme alle normative sono prerequisiti necessari per trasformarsi in un’azienda data-driven.
Il futuro passa per il Data Management
Il Data Management rappresenta oggi molto più di una necessità tecnica: è diventato un imperativo strategico per le aziende che vogliono competere efficacemente nell’economia digitale. Con una crescita degli investimenti del 20% e una crescente consapevolezza del valore strategico dei dati, il futuro appartiene alle organizzazioni capaci di trasformare informazioni frammentate in intelligence aziendale strutturata e actionable.
L’evoluzione tecnologica e l’emergere di nuovi paradigmi come l’Intelligenza Artificiale rendono sempre più evidente che la capacità di gestire efficacemente i propri dati determinerà il successo competitivo delle aziende nel medio e lungo termine.
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