L’Industrial IoT, o IIoT, o ancora Industrial Internet of Things, è sempre più al centro della Trasformazione Digitale dell’industria italiana. Nel 2024, il mercato nazionale dell’Internet of Things ha raggiunto i 9,7 miliardi di euro e conta 155 milioni di oggetti connessi attivi – pari a 2,6 per abitante. In questo scenario, le soluzioni IIoT rappresentano un motore chiave di innovazione: oggi l’80% delle grandi aziende manifatturiere ha già avviato almeno un progetto IIoT.

In questo articolo, con il supporto dei dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, analizziamo il significato dell’Industrial IoT, le sue applicazioni, la diffusione in Italia e le opportunità legate ai nuovi incentivi per la transizione digitale ed ecologica.

Cosa significa Industrial IoT

L’Industrial Internet of Things (IIoT) rappresenta l’applicazione dell’Internet of Things (IoT) nel mondo industriale. Alla base dell’IoT (e quindi della tecnologia IIoT) vi sono oggetti intelligenti e reti intelligenti, che possono essere aperte, standard e multifunzionali.

L’IoT industriale è dunque un’evoluzione del concetto di Internet delle cose che riguarda da vicino i processi industriali e mira a rendere questi ultimi più efficienti e sicuri, grazie a dispositivi in grado di svolgere funzioni complesse come identificazione, localizzazione, diagnosi di stato, acquisizione di dati e relativa elaborazione, comunicazione e tanto altro.

Più tecnicamente, per Industrial IoT ci si riferisce all’applicazione di tecnologie di connettività e sensori in ambito industriale, con l’obiettivo di raccogliere dati in tempo reale, monitorare le prestazioni, ottimizzare i processi e consentire una maggiore automazione e controllo dei processi di produzione e logistica.

Le applicazioni IoT al mondo industriale sono anche note con l’espressione “Industrial Internet” o, con una accezione più ampia e recente, ricomprese sotto il paradigma dei Cyber-Physical Systems. Questi “Sistemi Cyber-Fisici” rappresentano l’intersezione tra il mondo digitale e quello fisico, combinando macchine e sensori con elementi informatici (come software e reti).

Che differenze ci sono tra IIoT e IoT?

Come abbiamo già avuto modo di accennare, l’IIoT rappresenta un ambito dell’IoT. I due concetti sono quindi simili. Tuttavia, l’Internet of Things è un paradigma che non comprende solo il mondo industriale, ma anche molti altri. L‘ingegnere inglese Kevin Ahston, cofondatore dell’Auto-ID Center del Massachussetts Institute of Technology e creatore dell’espressione IoT, definisce questo paradigma come “quello sviluppo tecnologico in base al quale, attraverso la rete Internetogni oggetto acquista una sua identità nel mondo digitale”.

Mentre l’IIoT è specificamente rivolto al settore industriale, l’IoT riguarda anche tutti i dispositivi connessi utilizzati nel contesto quotidiano, dai dispositivi della Smart Home (come smart speaker), allo Smart Metering, fino alle auto connesse. Non solo: l’Internet of Things si estende inoltre a numerosi altri settori, come gli edifici intelligenti, l’agricoltura smart, le Smart City e la Smart Mobility.

Per comprendere al meglio le peculiarità dell’IoT Industriale, di seguito una tabella che mette a confronto questa declinazione verticale con l’IoT nel suo insieme.

CaratteristicaIoT (Internet of Things)IIoT (Industrial Internet of Things)
DefinizioneRete di oggetti connessi, che comunicano e interagisconoSottoinsieme dell’IoT dedicato agli ambiti industriali
Ambiti di applicazioneConsumer (smart home, wearable, smart city, auto connesse), industriale (industrial IoT)Solo applicazioni industriali e produttive
Esempi di usoTermostati intelligenti, speaker smart, monitoraggio ambientale, tracciamento flotte, smart factoryControllo e automazione della produzione, manutenzione predittiva, gestione energia in fabbrica
Livello di sicurezza richiestoDa medio ad alto, a seconda dell’applicazioneMolto elevato, sicurezza e affidabilità sono essenziali
Requisiti di affidabilitàImportanti, ma spesso meno critici nelle applicazioni consumerMolto rigorosi: tolleranza ai guasti e continuità operativa
Standard e protocolliVasta gamma di tecnologie e protocolli, sia consumer che industrialiStandard e protocolli industriali (es. OPC-UA, Modbus, Profibus)
Sensibilità al malfunzionamentoRischi contenuti in gran parte delle applicazioniImplicazioni critiche su produzione, sicurezza e costi
Obiettivi principaliMigliorare qualità della vita, automazione, efficienzaOttimizzazione processi produttivi, riduzione costi, qualità e sicurezza
Volume e frequenza dei datiDa bassi a elevati secondo contestoElevati e in tempo reale

Le applicazioni dell’IIoT

Un focus doveroso lo meritano anche gli ambiti d’impiego dell’Industrial IoT, che si possono suddividere nelle seguenti applicazioni:

  • Smart Factory
  • Smart Logistics
  • Smart Lifecycle

Vediamole più nel dettaglio.

Smart Factory

Smart Factory rappresenta il cuore della Trasformazione Digitale nelle industrie manifatturiere. In questo contesto, le tecnologie IIoT permettono di ottenere un controllo avanzato e in tempo reale sulla produzione, favorendo la rilevazione immediata di eventuali anomalie e inefficienze. Sensori e macchinari connessi consentono di monitorare costantemente le condizioni operative, abilitando strategie di manutenzione predittiva che riducono downtime e costi non programmati.

Altro aspetto fondamentale è la sicurezza sul lavoro: grazie a dispositivi IoT, è possibile monitorare ambienti e comportamenti, prevenendo situazioni di rischio per gli operatori.

La movimentazione dei materiali diventa più efficiente grazie ai sistemi di tracciamento e automazione interconnessi, mentre il controllo qualità può essere automatizzato con analisi dati in tempo reale e visione artificiale applicata lungo la catena produttiva.

Infine, la gestione dei rifiuti e degli scarti viene ottimizzata, favorendo una produzione più sostenibile e attenta all’impatto ambientale.

Smart Logistics

Con Smart Logistics si intendono tutte quelle soluzioni che mirano a rendere più efficiente, sicura e trasparente la gestione delle filiere logistiche. Tramite tecnologie come tag RFID (Radio-Frequency Identification), sensori e sistemi IoT, è possibile tracciare ogni movimento dei prodotti lungo tutta la catena di approvvigionamento: dalla materia prima al prodotto finito, fino alla distribuzione al cliente finale.

Il monitoraggio della catena del freddo garantisce il rispetto delle condizioni ottimali di temperatura e umidità per prodotti sensibili come alimentari e farmaci, riducendo gli sprechi e aumentando la sicurezza per il consumatore.

Nei poli logistici complessi, l’adozione di sistemi di IoT industriale migliora la gestione della sicurezza, limitando accessi non autorizzati e monitorando in tempo reale condizioni potenzialmente rischiose all’interno dei magazzini.

La gestione delle flotte di mezzi aziendali – grazie a GPS, GPRS e ad altre tecnologie – permette di monitorare e ottimizzare i percorsi, riducendo costi di trasporto, migliorando tempi di consegna e riducendo l’impatto ambientale grazie alla diminuzione degli spostamenti superflui.

Smart Lifecycle

Lo Smart Lifecycle riguarda l’impiego dell’IIoT lungo l’intero ciclo di vita di un prodotto, dall’ideazione iniziale fino al termine di utilizzo. Attraverso la raccolta e l’analisi dei dati provenienti dalle versioni già in uso dei prodotti connessi, le aziende possono migliorare i processi di progettazione e sviluppo dei nuovi articoli, adottando strategie di design basate sul reale utilizzo da parte dei clienti.

L’approccio permette anche di ottimizzare la gestione della fase di fine vita del prodotto (end of life management), abilitando modelli di manutenzione, ritiro e riciclo più efficienti e sostenibili.

Lo Smart Lifecycle supporta anche una gestione più integrata dei fornitori nelle fasi di sviluppo, favorendo la collaborazione lungo la catena del valore e contribuendo a ridurre tempi e costi di sviluppo.

In definitiva, la prospettiva IIoT consente di creare un circolo virtuoso dove innovazione, efficienza e sostenibilità diventano elementi centrali nell’intero ciclo di vita dei prodotti industriali.

IoT e IIoT: Internet of Things alla base dell’Industria di quarta generazione

In che modo dispositivi e applicazioni IoT possono efficientare e migliorare i processi produttivi all’interno delle fabbriche? Le tecnologie di questo tipo sono funzionali all’integrazione hardware/software e uniscono ai modelli produttivi tradizionali il supporto fondamentale di oggetti dotati di una propria “intelligenza”.

L’IoT for industrial rappresenta, inoltre, una delle sei tecnologie alla base della cosiddetta Industria 4.0 (anche nota come Smart Manufacturing). Secondo tale principio, che trova collocazione all’interno di una più ampia quarta rivoluzione industriale, le tecnologie digitali – quali dispositivi IoTsensoristicaCloudMachine Learningrobotica collaborativastampa 3D – sarebbero in grado di aumentare l’efficienza e il valore della produzione, stimolando interconnessione e cooperazione tra tutte le risorse, interne e dentro l’impresa.

La diffusione delle applicazioni IIoT in Italia

L’Osservatorio Internet of Things, all’interno della sua edizione di Ricerca, ha rilevato come nel 2024 sia aumentata la diffusione di progetti Industrial IoT attivati sul territorio:

Il mercato dell’Industrial IoT evidenzia così una presenza ormai consolidata nel tessuto produttivo italiano: l’80% delle grandi aziende manifatturiere ha avviato almeno un progetto nell’ambito, registrando una crescita del 66% rispetto a cinque anni fa. Parallelamente, cresce anche il coinvolgimento delle medie imprese. Nel 2024, ben il 25% delle grandi aziende e il 22% delle medie hanno avviato almeno un nuovo progetto IIoT, segnando una tendenza positiva rispetto agli anni precedenti.

Piano Transizione 5.0: un’opportunità per l’IIoT ancora inespressa

Anche per le applicazioni di Internet of Things Industriale, vi sono molte iniziative e progetti dedicati con fondi specifici. Nel corso del biennio 2024-2025 sono stati stanziati 6,3 miliardi inclusi nel nuovo Piano Transizione 5.0, desinati all’acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0, a beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (ad esclusione delle biomasse) e alla formazione del personale in competenze per la transizione verde.

Sebbene il Piano Transizione 5.0 ponga grandi aspettative in termini di sostenibilità ambientale, ponendo l’efficientamento energetico al centro delle progettualità delle organizzazioni, la sua adozione fatica a decollare. Il totale dei crediti d’imposta prenotati a fine marzo 2024 ammonta a poco più di 560 milioni di euro, solo il 9% delle risorse complessive disponibili. Oggi, appena una grande azienda su due (49%) e una media su tre (32%) ha intrapreso iniziative espressamente collegate al Piano 5.0.

Come espresso dal Direttore dell’Osservatorio IoT, Giulio Salvadori, “Nonostante le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 per semplificare le modalità di adesione, il potenziale del Piano 5.0 rimane in gran parte inespresso, con la maggior parte delle aziende che continua a rivolgersi al più ‘sicuro’ Piano 4.0. L’obiettivo di allocare tutti i 6,3 miliardi di euro a disposizione della misura entro fine 2025 risulta irrealistico e pertanto il Governo ha deciso di riallocare circa la metà dei fondi, 3 miliardi di euro, verso misure più efficaci per le imprese. Una decisione sicuramente pragmatica, ma che porta con sé un’occasione persa.

Un’adesione più ampia a questo Piano rappresenterebbe non solo un’opportunità per accelerare la transizione digitale ed energetica delle nostre imprese, ma anche un beneficio ambientale concreto: una maggiore diffusione del Piano 5.0 potrebbe portare a una riduzione delle emissioni di CO2 del settore industriale italiano pari al 2,6% (dato medio che potrebbe variare in base ai molteplici fattori coinvolti).

IoT Industry e servitizzazione

All’interno della Ricerca, l’Osservatorio ha anche individuato tre livelli di servitizzazione – ossia servizi complementari o integrati al prodotto stesso – verso cui le aziende possono tendere:

  • un primo livello riguarda tutte quelle realtà che sfruttano le tecnologie IoT per l’attivazione di servizi di notifica e/o servizi basati sulla conoscenza delle condizioni dell’oggetto intelligente, come ad esempio un macchinario;
  • un secondo livello riguarda il potenziale beneficio economicolegato al pagamento di macchinari o impianti connessi attraverso logiche pay-per-use (sulla base dell’utilizzo del prodotto stesso) e/o pay-per-performance (a fronte del raggiungimento di alcuni KPI prestabiliti);
  • il terzo livello, infine, guarda ai concetti di Manufacturing as a Service e di Platform Economy, di cui pagamenti innovativi Machine-to-Machine ne costituiscono un esempio.