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Internet of Things (IoT): significato, esempi e applicazioni

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Internet of Things (IoT): significato, esempi e applicazioni

Cosa si intende per IoTOggi si parla spesso di IoT (acronimo di Internet of Things), o di Internet delle Cose, o ancora di Internet degli oggetti. In ogni caso, si parla di una nuova tecnologia, quella IoT, che poi ha dato vita a un nuovo paradigma e a un ecosistema molto complesso.L’IoT si basa su una particolare forma di tecnologia, gli oggetti intelligenti (detti anche Smart Objects, o Oggetti Smart). Non stiamo parlando solo di computer, smartphone o tablet. L’IoT riguarda, soprattutto, oggetti quotidiani di cui siamo circondati. Ad esempio, quelli all’interno delle case, sul luogo di lavoro, nelle città e che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni. L’Internet of Things nasce proprio con questo scopo, ovvero dall’idea di portare nel mondo digitale gli oggetti della nostra esperienza quotidiana. Si tratta di un paradigma tecnologico dal potenziale applicativo sconfinato, in grado di incidere su competitività delle imprese, sull’efficienza delle pubbliche amministrazioni e sulla qualità della vita.Dopo oltre cinquant’anni dalla nascita di Internet e più di venti da quando è stata coniata l’espressione “Internet of Things”, queste tecnologie si sono moltiplicate e sviluppate. Parallelamente, si sono profondamente evoluti i numerosi ambiti applicativi. Alcuni esempi di applicazioni IoT sono:auto intelligenti, o Smart Carle città intelligenti, o Smart Cityla casa intelligente, o Smart Homelo Smart Building, o edifici intelligentila Smart Agricolture, o agricoltura intelligentelo Smart Metering, o contatori connessil’Industrial IoT, o IoT industriale, tra cui rientrano la Smart Factory (o fabbrica intelligente) e la Smart Logistics (o logistica intelligente)Questi sono solo alcuni dei tantissimi ambiti in cui l’IoT ha messo radici. Ci sono, infatti, anche campi più specifici e ancora in via di sviluppo, come ad esempio:lo Smart Environnement, ossia la gestione intelligente dell’ambientela Smart Grid, o rete elettrica intelligentelo Smart Lifecycle, ossia il Ciclo di vita intelligentelo Smart Asset Management, o gestione intelligente degli assetlo Smart Retail, la vendita al dettaglio intelligentela Smart Health, l’IoT in ambito saluteTutte queste applicazioni sono rese possibili dall’IoT e dall’interconnessione degli oggetti intelligenti.Il compito di questa guida digitale sull’IoT è quello di approfondire e comprendere da vicino le opportunità derivanti da questi oggetti connessi. Ci inoltreremo nei principali campi di applicazione dell’Internet of Things, analizzandone caratteristiche, proprietà e tecnologie, comprendendo pienamente cosa sono le soluzioni IoT. Illustreremo anche quali sono i numeri, le prospettive di mercato e i trend tecnologici. Infine, un focus sarà dedicato anche alla privacy e alla sicurezza dei dati nell’IoT. Per approfondire tutte le tematiche, ci faremo aiutare dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. L’Osservatorio è, infatti, da tantissimi anni un punto di riferimento in Italia in questo settore per aziende pubbliche e private. Internet of Things: la definizionePer capire meglio cos’è l’IoT, o Internet delle Cose, ecco la sua definizione completa:Per IoT, acronimo di “Internet of Things” si intende quello sviluppo tecnologico in base al quale, attraverso la rete Internet, ogni oggetto acquista una sua identità nel mondo digitale. Come detto, quindi, l’IoT si basa sull’idea di oggetti “intelligenti” tra loro interconnessi in modo da scambiare le informazioni possedute, raccolte e/o elaborate.Il significato di IoT, però, va ben oltre i singoli oggetti intelligenti e trova piena realizzazione nella rete che interconnette gli oggetti stessi. Gli esempi di Internet of Things, in questo senso, sono innumerevoli. Basti pensare alle automobili, inizialmente rese connesse “solo” tramite box GPS-GPRS con finalità assicurative, ma che oggi escono dalle fabbriche già dotate di connettività a bordo. Oppure all’ambito domestico dell’IoT: in questo caso abbiamo assistito all’evoluzione dalla “sola” domotica cablata a soluzioni wireless sempre più alla portata di tutti. Oppure ancora, si pensi alla fabbrica, ambito in cui le tecnologie dell’Internet of Things stanno contribuendo ad ottimizzare ed efficientare il sistema.Quando è nato ufficialmente l’IoT?L’espressione “Internet of Things” (IoT), è stata formulata per la prima volta nel 1999. Il concetto di IoT, però, non viaggia da solo. Esso, infatti, è in stretta relazione con i dispositivi RFId (Radio Frequency Identification). Il creatore dell’espressione IoT è l’ingegnere inglese Kevin Ashton, cofondatore dell’Auto-ID Center del Massachussetts Institute of Technology.Quali sono i dispositivi IoTI dispositivi IoT sono numerosi e riguardano diversi ambiti applicativi, come la già citata Smart Home o la Smart Factory. Per fare ulteriori esempi, pensiamo ai comunissimi lampioni delle nostre città. Questa nuova tipologia di illuminazione urbana è in grado di regolarsi sulla base delle condizioni di visibilità. O ancora, ai semafori che si sincronizzano per creare un’onda verde per il passaggio di un mezzo di soccorso. Oppure, consideriamo le telecamere di sorveglianza che inviano segnali di allarme alle centrali di pronto intervento in caso di rilevamento di infrazioni. Un altro esempio è il monitoraggio dei parametri microclimatici nelle coltivazioni agricole, che permette un uso ottimizzato delle risorse e una riduzione dell’impatto ambientale. Tutto questo è Internet of Things!Quali sono i principali campi di applicazione dell’IoTL’IoT è un paradigma che non conosce, potenzialmente, confini applicativi. Si parte dall’autovettura intelligente che dialoga con l’infrastruttura stradale per prevenire incidenti, agli elettrodomestici di casa che si coordinano per ottimizzare l’impegno di potenza. Per non parlare delle applicazioni IoT in impianti di produzione che scambiano dati con i manufatti per la gestione del loro ciclo di vita.In questo panorama così variegato, occorre definire quali sono le principali aree di applicazione dell’IoT in Italia. Di seguito ci soffermiamo proprio su questo punto, analizzando anche le proprietà degli oggetti intelligenti che ne supportano il funzionamento.Tecnologia IoT per le auto connesse: la Smart CarL’IoT sta rivoluzionando il concetto di Smart Car (detta anche “auto connessa”). Tramite questa applicazione, l’IoT permette la connessione delle auto per comunicare informazioni in tempo reale al consumatore. Non solo, però. L’Internet of Things permette anche la connessione tra veicoli o tra questi e l’infrastruttura circostante per la prevenzione e la rivelazione degli incidenti.IoT per la Smart City e lo Smart EnvironmentL’IoT nella Smart City (o “città intelligente”) è utilizzato per il monitoraggio e la gestione degli elementi di una città. Un esempio sono i mezzi per il trasporto pubblico, l’illuminazione pubblica e i parcheggi. L’Internet of Things, tuttavia, non si ferma solo qui. Il cosiddetto Smart Environment prevede infatti il monitoraggio e la gestione dell’ambiente circostante (come il monitoraggio di montagne per rilevare rischi di franamenti). L’impatto dell’IoT sulle città intelligenti e sulla gestione intelligente dell’ambienteconsente quindi di migliorarne vivibilità, sostenibilità e competitività.Dispostivi IoT per la Smart HomePer quanto riguarda la Smart Home, le soluzioni IoT per la “casa intelligente” sono ormai note alla maggior parte di noi. La domotica ne è un esempio. Queste soluzioni di Internet of Things sono utilizzate per la gestione in automatico e/o da remoto degli impianti e degli oggetti connessi dell’abitazione. Lo scopo è quello di ridurre i consumi energetici e migliorare il comfort, la sicurezza della casa e delle persone al suo interno.L’IoT per lo Smart BuildingL’IoT è entrato a far parte anche degli edifici, grazie all’introduzione di soluzioni smart. Lo Smart Building prevede, tramite sensori IoT, soluzioni per la gestione automatica degli impianti dell’edificio per l’efficientamento energetico. Gli impatti dell’IoT sulla gestione degli edifici in Italia portano, di conseguenza, a numerosi vantaggi, come il risparmio energetico. Ulteriori benefici riguardano anche un maggiore comfort e sicurezza degli occupanti (basti pensare alle videocamere intelligenti).Oggetti Intelligenti per la Smart AgricultureL’innovazione dettata dall’introduzione della tecnologia IoT, si affaccia anche nel mondo dell’Agricoltura, prendendo il nome di Smart Agricolture, o Agricoltura 4.0. Tramite l’interconnessione degli Oggetti Intelligenti vengono monitorati diversi parametri microclimatici a supporto dell’agricoltura. Queste soluzioni servono per migliorare la qualità dei prodotti, ridurre le risorse utilizzate e l’impatto ambientale.Smart Metering & Smart Grid, l’IoT per monitorare e distribuire i consumiAltra rivoluzione dettata dall’introduzione di soluzioni IoT sono i contatori connessi (o “Smart Meter”). Si tratta di una tecnologia per il monitoraggio dei consumi (elettricità, gas, acqua, calore). Ma le potenzialità di questa tecnologia non finiscono qui. Questa soluzione Internet of Things aiuta infatti la corretta fatturazione e la telegestione delle utenze, permettendo agli utenti di risparmiare. In questo ambito si colloca anche la rete elettrica intelligente, o Smart Grid, che consente di ottimizzare la distribuzione dell’elettricità, gestendo la produzione distribuita (ad esempio evitando sovraccarichi e consentendo un uso massiccio di energia per la mobilità elettrica).Industrial IoT, dispositivi connessi per l’IndustriaL’Industrial IoT, conosciuto anche con l’acronimo IIoT, è un’evoluzione della tecnologia Internet of Things applicata al settore industriale. L’adozione di Cyber Physical Systems – che combinano componenti fisiche come sensori e macchine con elementi informatici – permette la connessione dei macchinari, degli operatori e dei prodotti per abilitare nuove logiche di gestione della produzione e dei magazzini. All’interno dell’IoT industriale, sono tre gli ambiti d’impiego:Smart FactoryLa Smart Factory prevede l’utilizzo di tecnologie IoT per connettere macchine, sensori e sistemi. L’IoT in ambito manifatturiero permette la raccolta e l’analisi in tempo reale dei dati di produzione, migliorando l’efficienza operativa e riducendo i tempi di inattività. Infatti, oggi con la “fabbrica intelligente” è possibile anche raccogliere dati utili a introdurre nuovi servizi di manutenzione predittiva, che consentano di limitare i fermi in produzione e garantire interventi più tempestivi.Smart LogisticsNella Smart Logistics, o “Logistica intelligente”, l’uso di tecnologie IoT, quali tag RFId e sensoristica, è volto a migliorare l’efficienza e l’efficacia della logistica di magazzino e della gestione della supply chain (ad esempio il monitoraggio della catena del freddo o la gestione della sicurezza in poli logistici complessi).Smart LifecycleLo Smart Lifecycle comprende tutte le tecnologie IoT per il miglioramento della gestione dell’intero ciclo di vita “intelligente” di un prodotto, dall’ideazione alla dismissione.Oltre a questi tre ambiti, un altro ramo dell’IIoT riguarda i dispositivi indossabili (Wearable) applicati in ambito industriale, utili, ad esempio, a raccogliere informazioni sull’ambiente di lavoro e, in maniera del tutto autonoma, comprendere se il lavoratore si sta esponendo a una situazione di pericolo, allertandolo tempestivamente.Smart Asset Management, l’IoT per la gestione degli asset aziendaliLo Smart Asset Management, ossia la “gestione intelligente delle risorse”, è un approccio avanzato alla gestione degli asset aziendali (come strumenti, infrastrutture e risorse tecnologiche). Sfrutta le tecnologie IoT per raccogliere dati e gestire da remoto asset di valore a fini di rilevazione di guasti e manomissioni, localizzazione, tracciabilità e gestione inventariale, riducendo i costi di manutenzione, migliorando l’efficienza operativa e prolungando la vita degli asset.IoT e vendita al dettaglio: lo Smart RetailUn ulteriore applicazione dell’Internet of Things riguarda la vendita al dettaglio e, in particolare, lo Smart Retail. Questo ramo dell’IoT consiste nel monitoraggio del comportamento del cliente in negozio, con il fine di migliorare l’esperienza utente e, di conseguenza, incrementare le vendite. Esempi applicativi sono i camerini dei negozi dotati di display trasparenti e touch in grado non solo di fornire in tempo reale tutte le informazioni richieste dall’utente, ma anche di comprenderne nel tempo le preferenze e mostrare i prodotti di maggiore interesse. Lo Smart Retail consente anche di adottare soluzioni che abilitano una maggiore visibilità nelle operazioni di fornitura, ottimizzando così la gestione delle scorte e riducendo la probabilità di stock-out.Smart Health, l’IoT per la saluteL’ambito applicativo della Smart Health, letteralmente “salute intelligente”, permette di applicare le tecnologie IoT nell’ambito della salute. Alcuni esempi sono il monitoraggio di parametri vitali da remoto a fini diagnostici e di cura, oltre che di riduzione dell’ospedalizzazione, e la localizzazione dei pazienti, in modo da garantirne la sicurezza. Come funzionano i dispositivi IoTL’IoT, come detto in precedenza in questa guida digitale, connette termostati, elettrodomestici, automobili, impianti produttivi. Si tratta di oggetti alla base della nostra vita quotidiana; tuttavia, sono anche oggetti alla base dell’Internet of Things.Quando parliamo di IoT, non è errato parlare di “Internet degli oggetti”, ossia di un Internet diverso da quello che tutti conosciamo. Gli oggetti smart, infatti, sono in grado di connettersi a una rete per elaborare dati e scambiare informazioni con altri oggetti. Arrivati a questo punto, però, sorge una domanda spontanea: quali proprietà deve avere per potersi meritare l’appellativo “smart”?Innanzitutto, l’oggetto IoT deve essere identificabile, cioè, dotato di un identificativo univoco nel mondo digitale. Deve poi essere connesso, per poter trasmettere e ricevere informazioni. Deve anche consentire un’analisi del suo stato di funzionamento, della sua localizzazione, della sua tracciabilità (ossia origine e movimentazione). Inoltre, deve essere in grado di interagire con l’ambiente ed elaborare dati, attraverso la misurazione di determinati parametri ambientali (in questo caso si parla di “sensing”) e il monitoraggio di variabili di flusso, come i consumi (“metering”).Queste tecnologie IoT consentono di raccogliere dati mediante sensori e dispositivi, di scambiarli mediante strumenti di connettività e, in seguito, di analizzare i dati raccolti in tempo reale. Gli utenti possono poi monitorare e interagire con i dispositivi IoT attraverso app o comandi vocali. Anche le aziende, mediante i dati raccolti, hanno un maggiore controllo dei dispositivi, oltre che analisi e insight per prendere decisioni sicure e strategiche.Le tecnologie IoT per la connettivitàSe è vero che alla base del concetto di IoT c’è una rete di oggetti “intelligenti” interconnessi, proviamo ora a rispondere alle seguenti domande, quali sono le tecnologie che rendono possibile questa interconnessione? E quali sono i principali trend tecnologici dell’Internet of Things?Nei vent’anni dalla loro nascita, le tecnologie IoT si sono moltiplicate e sviluppate. Partendo da tecnologie consolidate, come RFId (Radio Frequency Identification), connessioni IoT cellulari, PLC (Power Line Communication), NFC, Bluetooth, WiFi e RMLP (Reti Mesh Low-Power), emergono oggi trend tecnologici che promettono di evolvere in meglio i dispositivi IoT sia in termini di prodotto che soprattutto di servizio:tecnologie di comunicazione a lungo raggio, ossia le reti LPWA;protocolli di comunicazione a corto raggio;interoperabilità tra dispositivi IoT;sistemi operativi embedded.Qual è lo stato dello IoT in Italia: il vero valore degli Smart ObjectsChe l’Internet of Things svolga un ruolo centrale nello sviluppo digitale del nostro Paese è un dato di fatto, con il 2023 che è stato, nel complesso, un anno positivo per l’Internet of Things, caratterizzato da una buona crescita del mercato. Ma, precisamente, qual è la dimensione attuale del mercato IoT in Italia?Dalla Ricerca dell’Osservatorio emerge che l’IoT in Italia ha proseguito la sua corsa iniziata negli scorsi anni, raggiungendo un valore complessivo di 8,9 miliardi di euro, registrando una crescita dal valore di 600 milioni di euro (+9% rispetto al 2022). Allo stesso tempo sono aumentati il numero degli Smart Objects, per un totale di 140 milioni (+13% rispetto al 2023), poco più di 2,4 per abitante.Quello raggiunto dal mercato italiano è un ottimo risultato, in linea con i tassi di crescita dei principali Paesi occidentali, compresi tra il 7% e il 15% (Fonte: IDC, IoT Analytics e Transforma Insights).Le principali tendenze nel mercato IoT in ItaliaA guidare la crescita del mercato italiano sono soprattutto le applicazioni IoT che utilizzano tecnologie di comunicazione alternative alla rete cellulare – tra le più diffuse –, che arrivano a quota 100 milioni di connessioni, +17% sul 2022. Ad aumentare particolar modo è l’utilizzo di reti LPWA (acronimo di Low Power Wide Area), ossia reti a bassa potenza e ampio raggio, come le reti LoRaWAN (acronimo di Long Range Wide Area Network).Per quanto riguarda invece gli ambiti applicativi dell’IoT, al primo posto in termini di fatturato troviamo la Smart Car, con un valore di 1,56 miliardi di euro, ossia il 18% del mercato IoT. Sempre sul podio, ma al secondo posto, si posizionano le applicazioni in ambito utility (Smart Metering e Smart Asset Management), con un valore di 1,38 miliardi di euro, in crescita del +1%.Per quanto riguarda, invece, i tassi di crescita, spiccano i settori della Smart Factory (+16%, per un totale di 905 milioni di euro) e della Smart City (+15%, 950 milioni di euro).Anche la Smart Logistics, con una crescita del +8%, registra un aumento significativo, che porta il comparto a un valore totale di 770 milioni di euro. Seguono le soluzioni di Smart Asset Management (+7%, 330 milioni di euro) e quelle per la Smart Agriculture (+6%, 570 milioni di euro).Diversi sono invece i trend della Smart Home e dello Smart Building, soprattutto a causa della riduzione di incentivi, come il Superbonus 110%. Le soluzioni per la Smart Home hanno registrato un aumento del +5%, portando il settore a un valore di 810 milioni di euro, mentre lo Smart Building ha invece registrato una decrescita del -1%, arrivando a quota 1,3 miliardi di euro.L’IoT e i trend dell’Innovazione DigitaleL’evoluzione dei servizi IoT, in termini di mercato e di tecnologie è favorita anche dall’integrazione con i principali trend innovativi che occupano la scena digitale. Tra questi trend troviamo i Big Data, l’Artificial Intelligence e la Blockchain, che rappresentano, in tal senso, tasselli sempre più importanti dell’ecosistema IoT. Questo perché la tecnologia IoT è in grado di abilitare nuove opportunità di business, nuove funzionalità e nuovi servizi a partire dai dispositivi e dagli oggetti connessi.In questa parte della guida approfondiamo come l’Internet delle Cose e gli altri trend dell’Innovazione Digitale possono fondersi per favorire il processo di Digital Transformation nei diversi settori.IoT e Big DataL’evoluzione dei prodotti IoT è declinabile in ambiti tra di loro molto trasversali. Le aziende di qualsiasi settore, ad esempio, possono oggi raccogliere tantissime informazioni sul funzionamento dei device e sulle persone che li utilizzano. Possono farlo, soprattutto, attraverso la moltiplicazione e l’evoluzione dei dispositivi connessi dell’Internet of Things.La definizione di opportune strategie per valorizzare la grande mole di dati raccolti dai dispositivi IoT, sia in ambito consumer sia business, rappresenta un tema sempre più rilevante per le aziende. Si tratta dei Big Data, vera e propria merce di valore che oggi rappresenta a tutti gli effetti un a nuova occasione di guadagno economico e di ulteriore sviluppo tecnologico.IoT, AI e AI GenerativaDai Dati all’Intelligenza Artificiale il passo è breve. Il tema di come valorizzare i dati, infatti, va di pari passo con la capacità di estrarre informazioni utili da essi. In questo specifico ambito di raccolta dati, l’Intelligenza Artificiale può giocare un ruolo molto importante.Lo dimostra il lancio sul mercato di un numero crescente di nuove piattaforme IoT. Queste piattaforme, infatti, integrano tecnologie avanzate di analisi dati e algoritmi di Intelligenza Artificiale in grado di semplificare la gestione dei dispositivi connessi, pratica solitamente complessa. Le applicazioni in grado di integrare IoT e Intelligenza Artificiale sono tante. Tra di esse possiamo trovare il Retail (Smart Retail), le fabbriche, la casa e le città, con un impatto radicale su aziende, PA e consumatori.Con l’avvento dell’AI generativa le applicazioni si sono moltiplicate e potenziate. In ambito consumer, ad esempio, gli smart home speaker possono avere interazioni più intuitive e personalizzate. In contesti B2b, come quello manifatturiero, la Generative AI semplifica i processi di installazione e di manutenzione, in particolare predittiva e prescrittiva.Internet of Things e BlockchainL’incrocio tra il mondo IoT e quello Blockchain ha grandi potenzialità. Tra queste due tecnologie, però, ci sono anche tante difficoltà di integrazione non trascurabili. La Blockchain può fungere da garante dell’identità dei diversi nodi della rete e da ente certificante della provenienza e dell’integrità dei dati raccolti dagli oggetti connessi. Questo grazie a un timbro digitale e alla registrazione dell’istanza temporale.Chiarito che la Blockchain può portare contributi importanti in termini di sicurezza e integrità dei dati degli oggetti smart, sorge un problema. Essa può essere gestita solo esternamente rispetto a un dispositivo IoT, i quali sono tuttora limitati da alcuni vincoli tecnici.IoT e sostenibilità ambientaleAbbiamo visto, finora, tantissime applicazioni e caratteristiche dell’IoT. In un’epoca di Trasformazione Digitale, però, anche l’Internet of Things può contribuire a migliorare gli aspetti di Sostenibilità Ambientale. A tal proposito, l’Osservatorio Internet of Things ne ha individuato quattro diversi livelli:monitoraggio e avviso, consentendo di gestire meglio le risorse che hanno un impatto sull’ambiente (ad esempio il monitoraggio dei consumi energetici in casa per dare consigli su come ridurli) e aumentare la consapevolezza degli utenti;monitoraggio e ottimizzazione che, grazie ad algoritmi e modelli, permettono di eseguire azioni migliorative in ottica sostenibilità (ad esempio con sensori che monitorano parametri del suolo e consentono l’attivazione di sistemi di irrigazione e fertilizzazione);monitoraggio, ottimizzazione e automazione per gli oggetti smart che svolgono in autonomia le azioni di efficientamento, senza l’intervento umano (come sensori per monitoraggio perdite idriche che attivano la chiusura della valvola di alimentazione);nuovi modelli di business, come la servitizzazione, che permette di allungare il ciclo di vita dei dispositivi, oppure il riacquisto, a programmi di manutenzione che allungano la vita utile del bene.IoT e Smart EnergyL’applicazione di tecnologie IoT in ambito energy si propone di migliorare l’efficienza energetica di case, edifici e impianti attraverso applicazioni, soluzioni e progettualità per la gestione dell’energia, come ad esempio:il monitoraggio dei consumi attraverso lo Smart Metering;il risparmio energetico nel settore Smart Home o Smart Utility;l’ottimizzazione della distribuzione elettrica tramite Smart Grid;la gestione automatizzata degli impianti e dei consumi energetici negli Smart Building;la possibilità di creare contesti di produzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili grazie alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER);il miglioramento della vivibilità urbana e della sostenibilità ambientale nelle Smart City.Internet of Things: dall’obsolescenza programmata alla servitizzazioneLa sostenibilità ambientale ci consente di introdurre un altro tema inevitabilmente correlato. Si tratta dell’obsolescenza programmata, materia di contesa di vecchissima data, di ampia portata e difficilmente affrontabile con leggi e norme.Il primo caso “storico” di obsolescenza programmata è quello delle lampadine (la cosiddetta “bulb conspiracy”) in cui quattro grandi produttori agli inizi del ‘900 si accordarono in un cartello per contenere la vita delle lampadine (e assicurarsi così un sostanzioso mercato di sostituzione). Il motivo alla base è l’intrinseco conflitto di interesse che i modello di business basati sul ciclo acquisto-scarto-riacquisto hanno nei confronti della durabilità degli oggetti.Tuttavia, l’Internet delle cose vuole spostare il mercato da cicli acquisto-scarto-riacquisto verso modelli di business basati sulla servitizzazione, tagliando alla radice il problema del conflitto di interessi.In questo nuovo scenario, il cliente / consumatore acquista il servizio reso dal bene, non più il bene. È dunque nell’interesse del produttore ottimizzare la vita del prodotto, perché ogni extra costo ricadrà su di lui. Al cliente resterà la libertà di scegliere il fornitore del bene “pay-per-use” più competitivo (in qualità, servizio, e ovviamente prezzo).In alcuni settori la servitizzazione è già ampiamente diffusa. Un esempio sono le soluzioni da ufficio: nei contratti di office printing si pagano le stampe fatte, e il cliente si dimentica del problema di eventuali guasti “ad orologeria”, perché la loro risoluzione è nel dominio di responsabilità del fornitore. Questo stesso modello, nel settore industriale, è utilizzato ad esempio per i compressori industriali, per cui l’impresa non paga il bene, ma nel tempo si pagano i m3 di fluido effettivamente processati. Dati IoT e Smart Objects: quali rischi per la Privacy e la sicurezza?Dopo esserci soffermati su definizioni, applicazioni, tecnologie e trend di mercato e di innovazione dell’IoT, è bene interrogarsi su quali implicazioni possano esistere in materia di privacy e security. Questi due aspetti sono fondamentali in un’era in cui gli Smart Objects sono di uso quotidiano degli utenti. Videocamere, smart speaker, termostati, lavatrici connesse, sono tutti dispositivi intelligenti presenti in casa, in grado di interagire con le persone e con l’ambiente circostante registrando suoni, girare video e collegarsi a Internet. Questi oggetti sono quindi in grado di raccogliere, elaborare e comunicare dati e informazioni di diverso genere – dalla voce alle password, fino ai gusti, alle preferenze e alle abitudini della famiglia.Il delicato equilibrio tra l’innovazione offerta dall’Internet of Things e la tutela della privacy e dei dati personali diventa, dunque, sempre più difficile da mantenere. Soluzioni come gli smart home speaker, ad esempio, possono generare profitti profilando utenti, personalizzando le raccomandazioni di prodotti e, potenzialmente, vendendo i dati raccolti a terzi. Allo stesso tempo, anche i numerosi attacchi hacker dimostrano come nascano ulteriori potenziali rischi per la protezione dei dati del consumatore. In aggiunta, oltre a furti di dati, le azioni malevole possono riguardare anche la possibilità di attivare o disattivare oggetti intelligenti da remoto (come la disattivazione del sistema di allarme).Il crescente interesse per la valorizzazione e la sicurezza dei dispositivi sta stimolando un’evoluzione normativa a livello globale. Regolamenti quali GDPR, Cyber Resilience Act e Data Act e paradigmi come il cybersecurity by design mirano a creare un quadro normativo e applicativo che garantisca la tutela della privacy e la sicurezza dei dati personali e, allo stesso tempo, favorisca l’innovazione e la competitività.

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Questo “nuovo” mezzo di trasporto fa parte di un ecosistema molto più ampio ormai molto dibattuto e che risponde al nome di Smart Mobility.La mobilità intelligente è oggi un tema sempre più rilevante sia per le aziende che per le pubbliche amministrazioni, come testimoniato dai numerosi progetti italiani e internazionali avviati e dagli ingenti investimenti previsti nel settore.Per comprendere le opportunità e i benefici derivanti da questi due paradigmi occorre prima capirne pienamente il significato. Attraverso le ricerche dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility del POLIMI School of Management, all’interno di questa guida scopriremo cosa sono le auto connesse, come si inquadrano nel più ampio tema della mobilità intelligente e quali sono le tecnologie correlate.Oltre al significato di Smart Car approfondiremo i principali fenomeni del mercato delle auto connesse in Italia e i comportamenti dei consumatori e dei principali attori delle filiere. Gli ambiti applicativi dell’auto intelligenteQuando si parla del mercato delle Smart Car c’è il rischio di limitarlo, in modo superficiale, alle singole automobili. In realtà questo settore non comprende solo le auto connesse a Internet, ma anche tutte le tecnologie innovative correlate, come i sistemi ADAS (acronimo di Advanced Driver-Assistance Systems), Smart Speaker e tanto altro. L’obiettivo delle auto smart e delle relative tecnologie è infatti quello di agevolare la guida del veicolo e aumentare la sicurezza stradale. Un’idea di fondo che trova un suo risvolto pratico in sette differenti ambiti applicativi:Guida autonomaLa guida autonoma parziale o totale – in grado di percorrere tratti di strada senza conducente – rappresenta il principale elemento caratterizzante le Smart Car. È abilitata da soluzioni hardware e software, come i già citati sistemi ADAS e, in generale, le reti di comunicazione V2X (Vehicle-to-everything), che elaborano i dati provenienti dall’ambiente circostante e dall’auto stessa.SicurezzaAll’interno delle auto connesse la sicurezza include tutte le tecnologie hardware e software che permettono di rilevare potenziali rischi derivanti sia da elementi esterni al veicolo, sia interni (come il monitoraggio dei parametri vitali del guidatore). Inoltre, consentono di comunicare con altre Smart Car situate nelle vicinanze e di avvisare i soccorsi in caso di incidenti, mediante il sistema eCall.Servizi di assistenzaQueste funzionalità permettono all’utente di sfruttare al meglio i dati provenienti dall’auto. Tramite dispositivi display situati all’interno delle Smart Car, infatti, è possibile ricevere informazioni circa la manutenzione e il monitoraggio dei componenti. Diversi sono anche i servizi delle auto connesse integrati agli smartphone che permettono, per esempio, di regolare la temperatura da remoto.Gestione flotteSi tratta di un ambito applicativo in grado di monitorare il parco auto di intere aziende con l’obiettivo di analizzarne i consumi, rilevarne i costi e fornire informazioni sul livello di manutenzione degli autoveicoli. Può comprendere anche la gestione dei noleggi, dei leasing e delle imposte di bollo, fino all’organizzazione degli aspetti logistici.InfotainmentPer quanto riguarda il campo dell’informazione e dell’intrattenimento le Smart Car sono in grado di fornire dati in tempo reale, come le condizioni del traffico, e servizi di entertainment all’interno dell’abitacolo. Oltre ai già gitati display touch, è possibile adottare smart speaker, o assistenti vocali intelligenti, per usufruire di servizi di infotainment.Smart InsuranceI dati provenienti dalla Smart Car consentono di rivelare informazioni circa lo stile di guida del conducente, con cui è poi possibile realizzare polizze personalizzate e premi assicurativi differenti, basati sul comportamento dell’utente.Smart Car PaymentGrazie a questa tecnologia è possibile permettere ai veicoli di effettuare pagamenti autonomamente per servizi come pedaggi, parcheggi e rifornimenti, utilizzando sistemi integrati di pagamento digitale. I vantaggi principali includono una maggiore comodità per i guidatori, che evitano code e pagamenti manuali, e una gestione più efficiente dei servizi per le amministrazioni, che possono monitorare i pagamenti in tempo reale e ridurre i costi operativi.Glossario Smart Car, alcune definizionieCallL’eCall, o chiamata d’emergenza, è un sistema di sicurezza reso obbligatorio a partire dal 31 marzo 2018 per tutti i nuovi modelli di autoveicoli. Si tratta di un sistema integrato nelle Smart Car in grado di contattare in autonomia i soccorsi in caso di incidente, fornendo tutte le informazioni necessarie alla centrale operativa mediante sensori fissati all’interno del telaio dell’auto.In alternativa è anche possibile azionare l’eCall manualmente attraverso un apposito pulsante. In entrambi i casi vengono forniti in automatico all’operatore un elenco di informazioni già definite (Minimum Data Set), come l’orario preciso dell’incidente stradale, l’esatta posizione del veicolo e il senso di marcia.ADASGli ADAS (Advanced Driver-Assistance Systems, ovvero Sistemi Avanzati di Assistenza alla Guida) consistono in sistemi elettronici che supportano il guidatore in determinate situazioni, dalla normale guida a situazioni di pericolo, come la frenata automatica d’emergenza, l’avviso in caso di avvicinamento a un altro veicolo, il cruise control adattivo, il rilevamento di sonnolenza, l’ottimizzazione del controllo della velocità, ecc. Grazie alle loro funzioni, gli ADAS permettono all’utente di aumentare la consapevolezza dell’ambiente circostante, contribuendo alla riduzione di incidenti, vittime e feriti.V2XSi chiamano V2X (Vehicle-to-everything) le tecnologie che permettono ai veicoli di condividere dati in tempo reale con altre Smart Car oppure con infrastrutture, in modo da aumentare la capacità di coordinamento di manovre anche all’interno di scenari complessi.Alcuni servizi abilitati includono, per esempio, quelli per la sicurezza attiva e passiva (ADAS), quelli per la guida assistita e autonoma, come le protezioni per i pedoni e quelle anti-collisioni, e quelli per la gestione del traffico, come la sincronizzazione con i semafori intelligenti.Questi sistemi riguardano altresì la tele-diagnostica, lo Smart Parking, i servizi assicurativi e l’infotainment. In particolare, il 5G renderà le auto connesse sempre più sicure, sostenibili ed efficienti, anche in situazioni estremamente complesse. Scendendo ancora più nel dettaglio, le tecnologie V2X si differenziano per il tipo di connessione che stabiliscono:V2V (Vehicle to Vehicle) – connessione con altri mezzi nelle vicinanze;V2I (Vechile to Infrastructure) – connessione con la strada;V2P (Vehicle to People) – connessione con gli altri utenti;V2N (Vehicle to Network) – connessione con la rete cellulare. Il mercato delle Smart Car in ItaliaCome emerso dalla Ricerca dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility, a fine 2023 le auto connesse ammontano a 16,9 milioni, pari al 42% del parco circolante in Italia, poco più di 1 ogni 4 abitanti. Tra queste, si registrano 5,1 milioni di auto nativamente connesse tramite SIM in ambito consumer (+19% vs 2022), 1,5 milioni di auto aziendali connesse per il fleet management (+25%) e 10,3 milioni di box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative (+3%).Parallelamente, l’offerta di soluzioni continua a evolvere, con un numero crescente di aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati da veicoli e infrastrutture connesse, grazie ai quali è possibile integrare la propria offerta con nuovi servizi di valore. Questo approccio ha un impatto diretto sui numeri del mercato: a fine 2023 il fatturato derivante dalla vendita di servizi ha raggiunto quota 620 milioni di euro (21% del totale, +29% vs 2022).Per quanto riguarda i consumatori di auto, sempre secondo la Ricerca dell’Osservatorio il 59% dei consumatori è intenzionato all’acquisto di un nuovo veicolo e l’83% di questi sono intenzionati ad acquistare un’auto connessa, influenzati dalla possibilità di ottenere dispositivi per la sicurezza attiva, sistemi di assistenza alla guida, smart speaker, sistemi di connessione con una centrale di assistenza, dispositivi di Adaptive Cruise Control, sistemi di infotainment, sistemi di individuazione di parcheggi e soluzioni di assistenza per la ricarica elettrica dei veicoli.Smart Car e privati: quali beneficiSecondo un’indagine condotta dall’Osservatorio, guardando al panorama italiano, i benefici più rilevanti per il consumatore sono quelli che ricadono in area sicurezza (49%) e comfort (40%). I dispositivi per la sicurezza attiva e i sistemi di assistenza durante la guida riscuotono anch’essi grande interesse tra gli automobilisti, che considerano queste funzionalità “essenziali” e, in quanto tali, già integrate nella propria vettura senza dover pagare un prezzo aggiuntivo. Discorso simile anche per i sistemi di infotainment, ormai dati per scontato all’interno di una vettura.Se guardiamo alla categoria “premium” delle funzionalità delle auto connesse, invece, circa la metà dei consumatori italiani sarebbe disposta a considerare un pricing aggiuntivo per connettere il proprio veicolo con un centro operativo per la gestione di furti o incidenti. In questa categoria rientra anche la possibilità di effettuare pagamenti direttamente dall’auto connessa.Smart Car: il punto di vista delle aziendeLe tecnologie innovative, unite alla grande quantità di dati ottenuti dalle stesse auto intelligenti, permettono alle aziende di aumentare le soluzioni per i veicoli smart. Se da un lato i produttori aumentano i servizi offerti, dall’altro anche i consumatori sono maggiormente esigenti. Chi dispone di una Smart Car spesso utilizza anche servizi associati alla connettività, ad esempio per la manutenzione predittiva, oppure per l’invio di assistenza in caso di guasto o di soccorsi in caso di incidente.Nel mercato della Smart Car, dunque, nascono modelli di business basati sulla servitizzazione che usufruiscono di funzionalità sempre più avanzate. Attraverso un’ulteriore maturazione dell’offerta, in futuro, sarà possibile acquistare molti altri optional, anche a pagamento, come sistemi avanzati di assistenza alla guida.Oltre ai produttori di Smart Car, esistono altri protagonisti che possono ampliare la propria offerta grazie all’utilizzo dei dati. Le compagnie assicurative, in particolare, sono tra i principali protagonisti, in quanto potranno fornire premi basati non più solo sullo stile di guida, ma anche sulla presenza o meno di ADAS o sulla fonte di alimentazione.Un ulteriore esempio è rappresentato dagli operatori stradali che, attraverso informazioni provenienti dalle future Smart Road, potranno potenzialmente comunicare informazioni sulla viabilità, sui parcheggi liberi disponibili, oppure sulla localizzazione di colonnine di ricarica. Le flotte connesseNonostante le auto aziendali connesse nel nostro Paese siano solo una minoranza, rimane incoraggiante il livello di conoscenza a riguardo. I risultati emersi dalla Ricerca condotta dall’Osservatorio dimostrano che, anche se solo il 37% delle aziende dispone di veicoli connessi, più della metà (58%) hanno sentito parlare di Smart Car o Connected Car.La necessità di sostituire il parco autorisulta la principale motivazione che influisce sull’acquisto di auto intelligenti da parte di un’azienda, seguita dalla volontà di offrire una maggiore tutela verso la sicurezza dei propri dipendenti, di ottimizzare i consumi e di usufruire di nuovi servizi (come il pronto soccorso immediato, l’assistenza stradale e le assicurazioni in base allo stile di guida).Tra le principali barriere che limitano l’adozione di auto connesse vi è in primis proprio la mancanza di necessità di sostituzione delle auto aziendali, seguita dai timori riguardanti la tutela della privacy dei dipendenti. Tra le altre motivazioni troviamo l’incertezza del ritorno sull’investimento, il mancato supporto normativo e l’incompatibilità con i sistemi aziendali.Ciò non toglie che, sia nel caso in cui vengano acquistati o meno i nuovi veicoli, le aziende siano a conoscenza dei benefici delle auto connesse in relazione a una migliore gestione della flotta e alla possibilità di ridurre i costi di gestione.Quale futuro per le auto intelligenti?Guardando questi dati è possibile affermare che la strada verso il futuro delle auto connesse richiede una convergenza sempre maggiore tra aspettative del consumatore e funzionalità smart offerte. Gli OEM, ovvero le aziende che producono parti e componenti che possono essere commercializzati da altri produttori, avranno sempre più dati dai clienti per poter offrire loro soluzioni personalizzate, che vanno dalla presenza a bordo veicolo di funzionalità considerate essenziali, alla proposta di caratteristiche premium, fino alla creazione di bundle combinati. Quest’approccio aprirà sempre più la strada a un’esperienza di guida su misura, flessibile e adattabile alle preferenze di ogni conducente.

Smart City: cos’è e come funziona una città intelligente

Internet of Things

Smart City: cos’è e come funziona una città intelligente

La Smart City, o città intelligente è uno dei nuovi trend della Trasformazione Digitale che riguarda tutti gli ambiti applicativi urbani – dalla mobilità, al controllo del territorio, alla gestione dei flussi turistici, attraverso l’uso di tecnologie innovative quali Internet of Things (IoT), Intelligenza Artificiale, Big Data, Cloud Computing, Digital Twin e molto altro ancora.Oggi le Smart City rappresentano un’evoluzione dell’urbanizzazione, con numerosi modelli già in atto sia a livello globale che in Italia. Tra le città più all’avanguardia nel mondo spiccano Barcellona e Zurigo, esempi di eccellenza in termini di innovazione e sostenibilità. Ma anche l’Italia è parte di questa rivoluzione, grazie a città come Milano e Trento.Per aiutarci a comprenderle al meglio ci affideremo alle ricerche dell’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano, che ci aiuterà a scoprire il significato di Smart City e le sue principali caratteristiche, ma non solo. Cosa sono e come funzionano le Smart CityPrima di tutto, capiamo insieme cosa significa Smart City fornendone una definizione:L’espressione Smart City racchiude in sé una concezione della realtà urbana che travalica i confini tecnologici e che – in una visione ampia che spazia dalla mobilità all’efficienza energetica, dalla valorizzazione dei dati alla partecipazione attiva dei cittadini – si pone come obiettivo l’innalzamento degli standard di sostenibilità, vivibilità e dinamismo economico delle città del futuro.In altre parole, si può affermare che, attraverso l’applicazione di tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, le Smart City si prefiggono di migliorare la vita dei suoi abitanti e la gestione delle risorse.Ma nello specifico, cosa offre una Smart City? Sono numerose le opportunità offerte da una “città intelligente” in grado di portare benefici su diversi livelli. Tra i più comuni, rispetto a una città tradizionale, troviamo:riduzione dei consumi energetici;ottimizzazione della raccolta dei rifiuti;sviluppo del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile;digitalizzazione dei servizi per i cittadini.Tutti questi vantaggi aiutano a far fronte alla crescita della popolazione urbana migliorando la vivibilità delle città, anche attraverso la riduzione del loro impatto ambientale e dell’inquinamento.Le caratteristiche di una Smart CityGli ambiti applicativi che permettono di attuare i principi della Smart City e che ne definiscono le caratteristiche fondamentali sono molteplici. Di seguito elenchiamo i principali:Smart MobilitySmart Lightiningsicurezza e controllo del territoriomonitoraggio del territoriomonitoraggio ambientaleraccolta dei rifiutiSmart GridSmart MeteringSmart TourismCitizen EngagementComunità Energetiche Rinnovabili (CER)Nei prossimi paragrafi, approfondiremo ognuna di queste tematiche.Smart MobilityIl primo ambito applicativo della Smart City è la Smart Mobility, o “mobilità intelligente”. Questa riguarda tutti gli elementi incentrati sulla mobilità intelligente che hanno l’obiettivo di fornire servizi flessibili, connessi, integrati, sicuri, accessibili e sostenibili. Tra questi troviamo il trasporto pubblico urbano e i servizi riguardanti la mobilità privata in città, ma anche soluzioni di Smart parking, di gestione intelligente del traffico, di localizzazione dei mezzi di trasporto, soluzioni di car sharing e di servizi di MaaS (Mobility as a Service).Smart LightingLa Smart Lighting fa invece riferimento a soluzioni tecnologiche per l’illuminazione pubblica, che diventa “intelligente”. Le lampade LED dei lampioni intelligenti, ad esempio, possono essere infatti interconnesse alla rete e fungere da hub per altre tecnologie, come sistemi di videosorveglianza. L’integrazione di queste funzionalità è un ottimo modo per diminuire i costi e, allo stesso tempo, svolgere altre funzioni come assistenza in casi di pericolo imminente, controllo dei parcheggi, dei percorsi dei mezzi di trasporto o del meteo.Sicurezza e controllo del territorioTra gli ambiti applicativi della Smart City, ci sono anche diverse tecnologie dedicate alla sicurezza. Tra le più diffuse troviamo le telecamere intelligenti, che, senza violare la privacy dei cittadini, possono rielaborare le immagini per rilevare pericoli mediante Intelligenza Artificiale e Deep Learning. Oltre a questo, esistono anche soluzioni per la gestione di flussi di persone, come attraversamenti pedonali intelligenti e sistemi integrati di controllo.Monitoraggio del territorioIl monitoraggio dei rischi naturali del territorio, in una Smart City, ha l’obiettivo di rilevare e identificare situazioni territoriali potenzialmente pericolose, come il livello di fiumi, i rischi di franamenti, ecc. Tra le tecnologie abilitanti per il monitoraggio, troviamo sensori di rilevamento, droni per analisi del rischio idro-geologico e sistemi automatici di comunicazione alla popolazione, come quelli di messaggistica.Monitoraggio ambientaleIl monitoraggio ambientale è quella branca della Smart City che si occupa del controllo e dell’analisi di parametri fondamentali per la salute del cittadino quali umidità, inquinamento acustico, temperatura e qualità dell’aria. Grazie ad appositi sensori diffusi per la città è possibile raccogliere dati per analisi diagnostiche, analisi predittive e prescrittive in grado di supportare decisioni relative alla sostenibilità ambientale e al miglioramento dei suddetti parametri.Raccolta rifiuti nelle Smart CityIn un progetto Smart City la sostenibilità è un aspetto cruciale e questa passa inevitabilmente anche da una corretta gestione dei rifiuti. In questo senso una tecnologia molto importante sono gli smart bins, o “cestini intelligenti”, che permettono di monitorarne il livello di riempimento, così da ottimizzare e risparmiare sul processo di raccolta dei rifiuti. Un’altra tecnologia diffusa per la raccolta rifiuti sono i sacchetti con tag RFId (acronimo di Radio-Frequency Identification, ossia Identificazione a Radiofrequenza), in grado di memorizzare informazioni che permettono di smistare i rifiuti in modo automatizzato.Smart MeteringAltro fattore importante per la sostenibilità di una Smart City è lo Smart Metering, ovvero un sistema di “misurazione intelligente” nel settore energetico e in quello idrico. Nel primo caso, le tecnologie di Smart Metering più diffuse sono i contatori intelligenti per misurare, gestire e rendicontare i consumi dell’energia. Per Smart Metering Idrico, invece, si intende il monitoraggio dell’acqua e la riduzione delle perdite di distribuzione.Smart GridOltre alla misurazione, all’interno di una Smart City, è necessario poter controllare anche la distribuzione dell’energia. Per farlo, esistono soluzioni di Smart Grid (o “rete intelligente”), che consentono di ottimizzare la distribuzione dell’energia elettrica e diminuirne i consumi, grazie a sensori e software di gestione.Smart TourismDiversamente dagli altri ambiti applicativi della Smart City,lo Smart Tourism, ossia il “turismo intelligente”, si occupa della gestione dei flussi turistici. Questo avviene tramite analisi quantitative e qualitative, grazie ad applicazioni utili per migliorare, ad esempio, l’efficienza degli spostamenti e della sicurezza urbana. Il suo obiettivo è altresì quello di permettere l’accessibilità ai servizi per turisti, mediante apposite piattaforme per facilitare la visita delle città e la partecipazione a eventi.Citizen EngagementNella Smart City il Citizen Engagement, che letteralmente significa “coinvolgimento dei cittadini”, si riferisce alla partecipazione attiva, alla collaborazione e all’interazione dei residenti con le autorità locali, anche grazie a piattaforme tecnologiche che permettono di contribuire alla progettazione, alla gestione e al miglioramento della vita urbana. Si tratta di un mezzo per raccogliere informazioni o ricevere feedback dai cittadini, ed è anche un processo collaborativo e partecipativo che valorizza le competenze, le conoscenze e le esperienze della comunità locale.Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) consistono in associazioni tra cittadini, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, privati, enti pubblici territoriali e attività commerciali che decidono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il modello è basato sui concetti di autoconsumo e di condivisione a seconda delle proprie risorse, per promuovere la transizione energetica e il maggiore coinvolgimento delle persone sui temi di sostenibilità.Quali sono le tecnologie delle Smart CityDopo aver visto quali sono i principali ambiti applicativi, è necessario comprendere quali sono le infrastrutture tecnologiche necessarie per poter sfruttare a pieno questi sistemi e godere dei benefici che ne derivano. Tecnologie come l’Internet of Things, i Big Data, l’Intelligenza Artificiale, il 5G e il Cloud sono infatti la base da cui partire per arrivare a costruire una città intelligente. Scopriamo perché.L’Internet of ThingsL’Internet of Things (IoT) gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo delle Smart City, consentendo la possibilità di collegare dispositivi e infrastrutture attraverso reti intelligenti per migliorare la gestione urbana. Grazie all’IoT, le città possono raccogliere e analizzare dati in tempo reale per ottimizzare servizi come i trasporti, l’illuminazione pubblica e la gestione dei rifiuti. Un esempio pratico è l’installazione di sensori intelligenti sui semafori, che regolano il flusso del traffico in base alle condizioni di congestione, riducendo i tempi di attesa e l’inquinamento.Un altro metodo molto diffuso è l’uso di cassonetti intelligenti dotati di sensori che monitorano il livello di riempimento, ottimizzando i percorsi di raccolta dei rifiuti e riducendo i costi operativi. L’illuminazione pubblica intelligente, invece, può adattarsi automaticamente in base alla presenza di persone, riducendo i consumi energetici. Tutte queste applicazioni contribuiscono a perseguire gli obiettivi di una città intelligente, rendendo le città più efficienti, sostenibili e vivibili. Il ruolo centrale dei Big Data nelle Smart CityGrazie alle diverse applicazioni della Smart City è possibile raccogliere un grande quantitativo di dati, ma questo da solo non basta. Per migliori sistemi complessi come quelli relativi alla gestione di una città, occorre anche comprendere e saper utilizzare adeguatamente la grande mole di informazioni raccolte.Attraverso la valorizzazione e un corretto utilizzo degli open data è infatti possibile apportare migliorie sotto diversi aspetti, come ad esempio:ottimizzazione dei processi e riduzione di tempi, costi e sprechi per diversi ambiti applicativi, come avviene nei già citati cestini intelligenti o nello Smart Metering;supporto alla definizione di politiche pubbliche grazie a decisioni più consapevoli ed efficaci supportate da dati; i dati riguardanti il bike sharing e la micro-mobilità, per esempio, possono aiutare l’amministrazione a adottare scelte in questioni riguardanti la viabilità urbana;creazione di nuovi prodotti/servizi in grado di rispondere più efficacemente alle esigenze degli utenti; ad esempio, un comune potrebbe decidere, in base ai dati raccolti, di scegliere i servizi più utilizzati dagli utenti e sviluppare un’app ad hoc a misura di cittadino;personalizzazione dell’offerta da parte di servizi di assistenza stradale, servizi assicurativi o servizi di assistenza per la persona;monetizzazione diretta dei dati grazie, ad esempio, alla vendita di informazioni riguardanti i consumi domestici;eCommerce e Advertising tramite l’utilizzo di dati di profilazione per proporre una pubblicità mirata; infatti, alcune società private stanno trasformando mezzi di trasporto in “cartelloni pubblicitari” in movimento, capaci di tenere traccia di chi osserva la pubblicità ed effettuare attività di remarketing sui canali social.L’intelligenza ArtificialeTra le tecnologie più impattanti e con il maggiore potenziale non poteva ovviamente mancare l’Intelligenza Artificiale, i cui ambiti di applicazione stanno vivendo un momento di grande espansione. Si tratta di una componente chiave per il funzionamento delle Smart City, poiché, integrandosi con le altre tecnologie, permette di analizzare grandi quantità di dati in tempo reale e prendere decisioni “intelligenti” per migliorare la vita urbana.In ambito sicurezza, ad esempio, le città possono utilizzare sistemi di videosorveglianza intelligenti che sfruttano l’IA per riconoscere comportamenti sospetti o incidenti e inviare segnalazioni tempestive alle autorità. Nel settore dei trasporti, l’IA può contribuire ad ottimizzare il traffico con sistemi predittivi che analizzano flussi di veicoli e prevedono congestioni, suggerendo percorsi alternativi in anticipo.Un altro esempio è l’uso dell’IA nella gestione del consumo energetico: algoritmi avanzati possono prevedere picchi di utilizzo e ridurre gli sprechi, bilanciando automaticamente la distribuzione dell’energia in base alla domanda. Questi sono alcuni esempi applicativi di questa tecnologia dall’enorme potenziale e in grado di contribuire in modo significativo al miglioramento delle città.Il 5G e le reti abilitanti per la città del futuroSviluppare una Smart City significa anche possedere delle infrastrutture per una rete che supporti le città del futuro. Anche la connettività è infatti una tecnologia senza la quale non sarebbe possibile abilitare tutte le soluzioni precedentemente elencate. Per far fronte a questa necessità vengono impiegate due tipologie di reti – LPWAN e mobili – diverse tra loro per diversi motivi.Le reti LPWAN, acronimo di Low Power Wide Area Network, sono tecnologie a lungo raggio e a bassa velocità. Vengono principalmente utilizzate per il monitoraggio ambientale e l’illuminazione pubblica, in quanto basate su un ampio raggio di applicazione e non su aggiornamenti real-time. Tra le più conosciute c’è SigFox, caratterizzata da una comunicazione a senso unico e una velocità di trasferimento dati molto bassa, e LoRaWAN, una delle più utilizzate, in quanto impiega una tecnologia flessibile e complessa, che consente la trasmissione dati a bassa frequenza su lunghe distanze.Le reti mobili invece, inizialmente nate per il mercato B2c, possono offrire risposte in tempo reale e con una latenza molto bassa, incrementando quindi la velocità di circolazione di dati tra tutti gli oggetti connessi delle Smart City. Queste, nel tempo, hanno iniziato a farsi strada anche per servizi come sicurezza, salute, turismo e logistica. Si tratta infatti di una soluzione molto adatta per avere risposte in tempi brevissimi di reazione, come necessario ad esempio nella gestione intelligente del traffico (semafori intelligenti, attraversamenti pedonali intelligenti, pannelli a messaggio variabile, e molto altro ancora).L’applicazione delle tecnologie CloudLe tecnologie Cloud rappresentano un pilastro fondamentale nell’ecosistema delle Smart City, poiché permettono di gestire, archiviare e analizzare enormi quantità di dati in modo efficiente e sicuro. Grazie al Cloud Computing, le città possono centralizzare l’elaborazione dei dati raccolti da sensori, infrastrutture e dispositivi connessi, permettendo una gestione ottimizzata e coordinata dei servizi urbani.Discorso simile anche per quanto riguarda il monitoraggio ambientale: i sensori installati in tutta la città possono, ad esempio, inviare dati al Cloud per analizzare la qualità dell’aria, rilevare inquinanti e prevedere situazioni di rischio per la salute pubblica. Un altro esempio è la gestione delle Smart Grid, dove i dati raccolti dai contatori intelligenti e dalle reti energetiche vengono elaborati nel Cloud per garantire una distribuzione più efficiente dell’energia. Infine, il Cloud è in grado di facilitare la collaborazione tra amministrazioni e cittadini, permettendo l’accesso a servizi digitali pubblici in tempo reale, migliorando così la trasparenza e l’efficienza amministrativa.Le piattaforme al servizio della Smart CityNell’ambito delle Smart City, due degli strumenti più innovativi che stanno trasformando la gestione e il monitoraggio delle città sono i Digital Twin e le Smart Control Room. Queste soluzioni avanzate offrono un livello di controllo e previsione senza precedenti, permettendo alle amministrazioni di simulare scenari, monitorare in tempo reale le infrastrutture e migliorare la gestione delle risorse urbane. Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta.Il Digital Twin in una città intelligenteIl Digital Twin è una replica digitale accurata di un oggetto, infrastruttura o sistema fisico che permette di monitorare, simulare e ottimizzare le sue prestazioni in tempo reale. Nell’ambito di una Smart City, consente di creare un modello virtuale di intere città o di singole infrastrutture, come edifici, reti di trasporto o sistemi energetici. Questo strumento è fondamentale per anticipare problemi e migliorare la gestione urbana, poiché permette di testare scenari futuri senza impattare il mondo reale.Ad esempio, un Digital Twin di una rete idrica può monitorare i flussi d’acqua, prevedere perdite o malfunzionamenti e ottimizzare l’uso delle risorse. Allo stesso modo, un Digital Twin di un sistema di trasporto può simulare l’impatto di nuovi percorsi o l’aumento di traffico, aiutando a prendere decisioni più informate. mento prezioso per rendere le città più sostenibili e resilienti.Le Smart Control Room come centro di comandoLe Smart Control Room sono invece dei centri di comando avanzati all’interno delle Smart City, dove dati provenienti da sensori, infrastrutture e sistemi cittadini vengono raccolti, monitorati e analizzati in tempo reale. Queste sale di controllo sfruttano tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, il Cloud e l’Internet of Things per fornire alle amministrazioni una visione d’insieme delle operazioni urbane e consentire una gestione proattiva delle risorse e dei servizi.Le Smart Control Room permettono di monitorare diversi ambiti applicativi, fra cui la qualità dell’aria, la gestione del traffico, la sicurezza pubblica e il consumo energetico, reagendo rapidamente a emergenze o anomalie. Ad esempio, possono identificare congestioni stradali e regolare automaticamente i semafori o inviare squadre di soccorso in caso di incidenti. Grazie alla visione centralizzata e integrata, le Smart Control Room rendono le città più reattive, efficienti e capaci di adattarsi alle esigenze dei cittadini in modo dinamico e intelligente.Quali sono le principali Smart City: alcuni esempiIl concetto di Smart City è ormai sempre più conosciuto, così come sono sempre di più gli esempi di città che possono essere incluse all’interno di questa categoria, sia in Italia sia all’estero. Eccone alcuni esempi.Le città più Smart nel mondo e in EuropaSono sempre di più le città in giro per il mondo che possono essere considerate “intelligenti”, come testimoniato dalla nascita dello Smart City Index, un documento elaborato dall’Institute of Management Development che ogni anno stila una graduatoria di queste realtà. Ecco le prime 10 classificate nel 2024, che si sono distinte per essere riuscite a migliorare la qualità della vita quotidiana dei propri cittadini mediante l’applicazione della tecnologia:ZurigoOsloCanberraGinevraSingaporeCopenaghenLosannaLondraHelsinkiAbu DhabiLa città più Smart del mondo risulta quindi essere Zurigo che, ormai da tempo, ha iniziato il suo percorso in questa direzione e che oggi può vantare un sistema di infrastrutture tecnologicamente avanzate soprattutto per quanto riguarda il loro ridotto impatto ambientale, ma non solo. Efficientamento energetico degli edifici, efficacia dei servizi pubblici, impiego esteso di soluzioni tecnologiche innovative e, più in generale, una qualità della vita particolarmente elevata sono solo alcuni degli elementi che rendono la città elvetica un esempio da seguire per le città del futuro.In generale, guardando questa Top 10, risulta comunque evidente come sia proprio l’Europa l’epicentro di questa rivoluzione Smart, nonostante non manchino comunque città virtuose anche fuori dal vecchio continente come Canberra, Singapore o Abu Dhabi.Nonostante nessuna delle nostre città compaia nei piani alti dello Smart City Index, anche in Italia troviamo diversi comuni virtuosi che hanno iniziato ad abbracciare questa nuova visione della città.Esempi di Smart City in ItaliaCome già accennato, l’applicazione delle diverse tecnologie che fanno parte delle “città intelligenti” è un’opportunità che diverse città italiane stanno cercando di cogliere. Tra queste spiccano:MilanoTorinoTrentoVeronaFirenzeTutte queste città si stanno attrezzando per sfruttare tutte queste nuove tecnologie, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini all’interno dei contesti urbani grazie ad interventi che mirano ad avere un impatto significativo in termini di miglioramento della viabilità, della gestione dei rifiuti e di tutti gli altri aspetti utili a rendere una città intelligente.Ma le opportunità offerte dalle Smart City non trovano applicazione soltanto nelle grandi città. Anche se questo concetto è spesso associato solo ai grandi centri urbani, negli ultimi anni, anche comuni più piccoli hanno iniziato, seppure più lentamente, a dimostrare il loro interesse per le città del futuro, con l’86% dei comuni che prevede di investire in progetti di Smart City nei prossimi anni.Dopo aver visto qualche dato utile a fornire un contesto della situazione in Italia vale la pena parlare di alcuni esempi pratici collegati agli ambiti applicativi fin qui discussi.Come già accennato, grande attenzione è posta al connubio con soluzioni di Intelligenza Artificiale, come nel caso del progetto per la gestione dell’irrigazione di parchi e verde pubblico a Firenze, in cui le corrette quantità di acqua da erogare per il terreno sono definite in base alle condizioni di umidità, alle previsioni meteo e alla bagnatura fogliare, con la possibilità di individuare da remoto eventuali perdite o rotture agli impianti e permettere l’intervento degli operatori sul posto solo se necessario.Un altro esempio di progetto innovativo in grado di migliorare un servizio fondamentale per i cittadini è quello realizzato a Verona, dove sono stati installati 160 impianti semaforici per far scattare il verde quando le ambulanze in codice rosso si trovano a 100 metri di distanza: come risultato si riducono i tempi di intervento e aumenta la possibilità di salvare vite umane.I numeri del fenomeno Smart City in ItaliaPassiamo ora a dare dati sul fenomeno della Smart City in Italia. In particolare, quelli emersi dalle ricerche dell’Osservatorio Smart City. Dai dati emerge che:Nel 2023 il mercato Smart City in Italia raggiunge per la prima volta quota 1 miliardo di euro. Rispetto allo scorso anno la crescita risulta tuttavia significativamente ridimensionata (+11% vs. +23% del 2022) e inferiore rispetto a quella della media Europea (+21,9%), agli Stati Uniti (+20%) e al continente asiatico (+20,6%). Questo rallentamento potrebbe essere dovuto al PNRR, come vedremo a breve.Le applicazioni più rilevanti in termini di valore degli investimenti rimangono l’Illuminazione pubblica, la Smart Mobility, lo Smart Metering e le Smart Grid,Tuttavia, come rilevato, abbiamo assistito a un ridimensionamento della curva di crescita. Una diminuzione dovuta principalmente a dei cambiamenti legati al PNRR. Una questione, questa, che merita di essere analizzata più nel dettaglio. Smart City e PNRR, fondi e missioniI finanziamenti pubblici a supporto dei progetti di Smart City non mancano, grazie soprattutto al PNRR. Gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si articolano infatti in sei missioni, tre delle quali fanno riferimento proprio a questo ambito:Missione 1La Missione 1 Riguarda i sistemi integrati di trasporto urbano e, in particolare, il MaaS, che verrà sperimentato nelle Città Metropolitane. Il Mobility as a Service permetterà di integrare diversi servizi di trasporto pubblico e privato mediante un unico canale digitale, in grado di dare supporto nella ricerca di informazioni, nella programmazione dei viaggi e nel pagamento unificato dei servizi.Missione 2La Missione 2 verte sulla Rivoluzione Verde e sulla Transizione Ecologica, con progetti riguardanti, ad esempio, l’implementazione di un trasporto pubblico più sostenibile, la riqualificazione di edifici pubblici già esistenti, il rafforzamento della mobilità ciclistica e interventi a favore di soluzioni di Smart Grid per una distribuzione elettrica più digitale e flessibile.Missione 5La Missione 5 fa invece riferimento ai Piani Urbani integrati, progetti di recupero e riuso di edifici già esistenti e di aree urbane sottoutilizzate, con l’obiettivo di contrastare il degrado urbano e trasformare zone vulnerabili in centri smart e sostenibili. Altre iniziative riguardano la promozione di progetti sinergici tra città e comuni limitrofi più piccoli.Tuttavia, nel 2023, questo importante strumento si è rivelato essere un’arma a doppio taglio. Se da un lato i fondi del PNRR dedicati alle iniziative di Smart City hanno infatti permesso di ottenere risultati importanti come il Piano Italia 5G, lo sviluppo della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), e la migrazione al Cloud; dall’altro il PNRR ha richiesto un ingente numero di risorse per il realizzarsi dei progetti e questo vincola i comuni nel predisporne di altri, con un altrettanto elevato livello di “smartness”, poiché il personale rimanente a disposizione è esiguo o assente. La revisione del PNRR nell’ambito di REPowerEU ha inoltre fatto sì che diversi interventi contenuti nella Missione 5 siano stati in parte svincolati da questi finanziamenti.Smart City, quali sono le barriere allo sviluppo urbano intelligenteL’interesse per i progetti Smart City è in forte aumento e sebbene negli ultimi anni abbiamo assistito a una diminuzione delle barriere che ne rallentano l’avvio e lo sviluppo, ci sono ancora diversi problemi che rappresentano degli ostacoli importanti.In generale, nonostante un leggero aumento dei comuni che hanno avviato progetti nel 2023 (12% vs. 10% nel 2022), persistono ancora ostacoli significativi allo sviluppo delle Smart City: la carenza di personale (52%) e la mancanza di risorse economiche (48%) e di competenze interne ai comuni (47%).Quella della mancanza di competenze si conferma dunque essere una delle problematiche principali. La percentuale di comuni che possiede figure competenti al proprio interno è di appena il 23%. Se a questi aggiungiamo un ulteriore 21% che si affida a consulenti esterni, rimaniamo con un 56% che non ha alcun tipo di competenza né interna né esterna. Le lacune principali in questo senso riguardano l’uso di tecnologie innovative e la competenza nella gestione di progetti.Smart City, le opportunità per le città del futuroI progetti legati alla Smart City sono in costante aumento, e, guardando i dati, lo sono a ragion veduta. Trai comuni italiani che sono riusciti nel tempo a portare avanti progetti legati alla città di intelligente, l’80% ha effettivamente colto dei benefici in linea o superiori alle aspettative. Una tendenza confermata anche dalle prospettive future, con l’86% dei comuni che nei prossimi tre anni avvierà nuovi progetti legati a questo ambito, cercando di sfruttare nuove tecnologie e cavalcare nuovi trend.Su tutti, il nuovo fronte a destare il maggiore interesse, è quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili, ma non solo. Suscitano grande attenzione anche altre prospettive come quelle offerte dai progetti di Smart Land e, naturalmente, tutto ciò che è legato all’Intelligenza Artificiale come strumento a supporto dei processi decisionali

Maas, cos’è e come funziona il Mobility as a Service

Connected Car & Mobility

Maas, cos’è e come funziona il Mobility as a Service

La Smart Mobility  sta trasformando radicalmente il modo in cui ci spostiamo nelle città, introducendo nuove soluzioni per rendere i trasporti più sostenibili, accessibili ed efficienti. Dalle piattaforme di car sharing e bike sharing, ai servizi di ridesharing collaborativo – e tanto altro – la mobilità urbana si sta adattando alle esigenze di una società in continua evoluzione. In questo contesto di innovazione, sta emergendo un concetto ancora più integrato: il Mobility as a Service (MaaS). (altro…)

Smart Readiness Indicator (SRI): un nuovo volano per la Smart Home del futuro?

Internet of Things

Smart Readiness Indicator (SRI): un nuovo volano per la Smart Home del futuro?

Se il 2019 è stato un anno molto positivo per la Smart Home, sia in Italia (mercato pari a 530 milioni €, in crescita del 40% rispetto al 2018) che a livello internazionale, il 2020 ha alternato luci e ombre: da un lato la pandemia non ha permesso di confermare il trend di crescita che si era osservato negli scorsi anni, dall’altro l’arrivo del Covid-19 ha posto la casa sempre più al centro degli interessi del consumatore e ciò, abbinato alla crescita della cultura digitale degli utenti, costituirà il principale volano che trainerà il mercato nel 2021. Ma il 2020 è stato anche un anno importante per quanto riguarda le nuove norme entrate in vigore in ambito residenziale: non ci riferiamo solo agli incentivi legati al Superbonus 110%, ma all’introduzione, anche in Italia, del cosiddetto “Smart Readiness Indicator” (SRI).(altro…)

Sharing Mobility in Italia: cos’è, opportunità e benefici

Connected Car & Mobility

Sharing Mobility in Italia: cos’è, opportunità e benefici

La Sharing Mobility è diventata ormai una delle opzioni più diffuse nelle nostre città per far fronte ai problemi dei cittadini legati alla mobilità. Si tratta di un nuovo modello che sta cambiando il modo in cui le persone si spostano, offrendo l’accesso a mezzi di trasporto condivisi senza la necessità di possederli. Una soluzione che comporta diversi vantaggi tanto ai consumatori, quanto alle municipalità e che, se inserita in un contesto più ampio di progetti per la Smart Mobility, può contribuire in modo positivo a problemi quali traffico, inquinamento e altro. (altro…)

Sistemi ADAS: definizione, funzionamento e benefici

Connected Car & Mobility

Sistemi ADAS: definizione, funzionamento e benefici

Le Smart Car stanno rivoluzionando il modo di intendere la mobilità, integrando tecnologie avanzate che migliorano sicurezza, efficienza e comfort alla guida. Dalla comunicazione con l’infrastruttura stradale alla connessione in Cloud, queste auto intelligenti sono progettate per adattarsi e rispondere dinamicamente all’ambiente circostante. Un elemento chiave di questa evoluzione sono i sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), strumenti di assistenza alla guida che, grazie a sensori e algoritmi avanzati, supportano il conducente in operazioni come il mantenimento della corsia, il rilevamento di ostacoli e la prevenzione delle collisioni.(altro…)

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