Lo Smart Working in Enel

Contenuto Gratuito Business case Smart Working Luglio 2020

L’ORGANIZZAZIONE

Enel è un’azienda elettrica multinazionale, leader integrata nei mercati globali dell’energia, gas e fonti rinnovabili. È la più grande utility europea in termini di EBITDA ordinario ed è presente in oltre 30 Paesi nel mondo, producendo energia con oltre 88 GW di capacità gestita. Enel distribuisce energia elettrica attraverso una rete di oltre 2,2 milioni di chilome­tri e con circa 74 milioni di clienti aziendali e domestici a livello mondiale, il Gruppo vanta la più grande base clienti tra i competitor europei. Enel Green Power, all’interno del Gruppo Enel, è l’operatore privato del settore delle energie rinnovabili più grande al mondo, con una capacità gestita di oltre 46 GW proveniente da impianti eolici, solari, geotermi­ci e idroelettrici nei cinque continenti.

LE ESIGENZE

Lo Smart Working in Enel è stato introdotto per rispondere a diverse esigenze, quali il miglioramento del bilanciamento vita-lavoro dei dipendenti, la riduzione del tempo, dei costi e delle emissioni legate agli spostamenti tra casa e ufficio e l’ottimizzazione delle modalità di lavoro, in particolare le attività di condivisione delle informazioni e di collaborazio­ne. La filosofia manageriale su cui si basa lo Smart Working è perfettamente in linea con i valori “Open power” (Responsa­bilità, Fiducia, Innovazione, Proattività) che costituiscono il punto di riferimento per tutti i processi di gestione e svilup­po delle persone in Enel. L’introduzione dello Smart Working in Enel si caratterizza infatti per un modello di leadership manageriale fondato su flessibilità e autonomia nella scelta di spazi, orari e modalità di lavoro, a fronte di una maggiore fiducia e responsabilizzazione sui risultati. Per un’azienda che guarda all’innovazione è fondamentale mettere al centro del proprio modello di business le persone, ascoltando i loro bisogni. Il progetto Smart Working è infatti una risposta concreta e pragmatica all’esigenza di maggiore autonomia e flessibilità nel modo di lavorare emersa da indagini di clima.

LA SOLUZIONE IMPLEMENTATA

L’esperienza dello Smart Working in Enel è iniziata a giu­gno 2016, con un pilota in Italia che ha coinvolto circa 500 dipendenti di diversi ambiti ed unità organizzative, caratte­rizzate da una diffusa cultura del lavoro per obiettivi e dalla presenza di idonei strumenti tecnologici. Il progetto è stato poi progressivamente esteso con lo sviluppo di un piano globale che ha anche permesso di tenere conto delle culture dei diversi Paesi rispetto al tema del lavoro smart. Pertanto, nel 2017 hanno partecipato al progetto circa 7.000 lavoratori in Italia cui si sono aggiunti oltre 2.000 colleghi in altri Paesi (principalmente in Spagna, Cile, Colombia e Russia); negli anni successivi questa modalità è stata ulteriormente diffu­ sa, e nel 2019, su circa 70.000 dipendenti in tutto il mondo, oltre 17.000 lavoravano da remoto per un giorno a settimana.

Il progetto in fase di avvio ha richiesto un’accurata mappa­tura delle attività aziendali da parte di tutte le funzioni e business line per identificare quelle compatibili con il lavoro smart e definire la popolazione eligible. In base alla mappa­tura infatti sono stati progressivamente coinvolti dipendenti provenienti dai diversi Paesi del Gruppo, appartenenti a tut­te le funzioni aziendali ad eccezione di coloro che svolgono ruoli operativi ed attività di front office (che rappresentano circa il 50% della forza lavoro del Gruppo).

In Italia lo Smart Working è stato regolato da un accordo sindacale (siglato ad aprile 2017), a valle degli esiti positivi della prima sperimentazione. L’accordo definisce una cornice di regole condivise di riferimento che hanno anticipato gli orientamenti contenuti nella legge 22 maggio 2017, n.81 e individua come finalità dello Smart Working l’incremento della produttività e l’agevolazione della conciliazione vita-lavoro.

Il progetto di Smart Working è stato affiancato da iniziati­ve di digitalizzazione dei processi che hanno impattato sul modo di lavorare delle persone, remotizzando una parte con­sistente degli interventi che precedentemente richiedevano intervento del personale sul territorio. In particolare, per la parte infrastrutturale, il 100% degli impianti di generazione sono monitorati da remoto e la flotta rinnovabile è gestita quasi interamente da remoto; sono stati installati 45 milioni di contatori intelligenti e migliaia di componenti della rete di distribuzione sono controllati a distanza. In modo analogo la relazione con il cliente è stata oggetto di progressiva digi­talizzazione: app, interazioni mobile/web, assistenti virtuali e chatbot vengono utilizzati per tutte le principali opera­zioni, quali fornire informazioni, attivare nuovi contratti, modificare quelli esistenti ed eseguire pagamenti da remoto. Dal punto di vista delle infrastrutture IT, a partire dal 2015, il Gruppo ha trasferito tutti i sistemi e le infrastrutture azien­dali in cloud, remotizzando tutti i Data Center, ultimando l’operazione ad aprile 2019. Parallelamente si è lavorato per standardizzare i sistemi di comunicazione e collaborazione all’interno dell’azienda, introducendo piattaforme accessibili e utilizzabili dalla totalità dei dipendenti, in collaborazio­ne con Microsoft. In questo contesto, per abilitare lo Smart Working non sono stati necessari particolari investimenti dedicati al progetto, in quanto il 75% dei dipendenti era già stato dotato di pc portatile e telefono aziendale.

L’adozione dello Smart Working ha richiesto un cambio radicale di atteggiamento sull’organizzazione del lavoro, sui principi di delega e responsabilità nonché sulla sicurezza. A tal fine è stato realizzato un piano di change management teso ad aumentare il coinvolgimento e la sensibilizzazione degli smart worker e dei loro responsabili. Per questa fi­nalità sono stati sviluppati programmi formativi e piani di comunicazione che hanno accompagnato tutto lo sviluppo del progetto, dal lancio alla sua esecuzione. Comunicare in maniera chiara e lineare questo progetto alle persone e agli stakeholder ha infatti aiutato a metterne in luce fin da subito gli aspetti positivi e le potenzialità, oltre che il forte legame con i valori dell’azienda.

I BENEFICI

La positività dell’esperienza è stata evidenziata da diverse survey somministrate agli smart worker e ai loro respon­sabili. I risultati di queste indagini hanno evidenziato un impatto molto positivo sul clima aziendale, sulla respon­sabilità dei singoli nello svolgimento e nella pianificazione delle attività e sulla fiducia tra colleghi e tra responsabili e collaboratori. Tra gli aspetti maggiormente apprezzati dagli smart worker sono emersi una migliore gestione del tem­po e un miglior work life balance. L’alto gradimento è stato confermato anche dai responsabili che hanno riscontrato un effetto positivo sia sulla motivazione che sull’orientamento al raggiungimento degli obiettivi prefissati. I benefici dello Smart Working si rinvengono anche dal punto di vista dell’a­zienda, con un aumento della produttività dei lavoratori, lo sviluppo di uno stile manageriale basato su fiducia e delega e una pianificazione più chiara e condivisa di obiettivi attesi e risultati ottenuti. I benefici di questa iniziativa sono anche per la collettività, riducendo l’impatto ambientale grazie alla diminuzione delle emissioni di CO2 e alla minore congestio­ne del traffico urbano.

L’EMERGENZA COVID-19

In risposta all’emergenza, Enel ha abilitato, in pochi giorni, oltre 37 mila dipendenti nel mondo allo Smart Working in modalità full, tutti i giorni della settimana, senza impattare la continuità operativa. Questo è stato possibile grazie alle iniziative precedentemente attuate: digitalizzazione dei pro­cessi e regole, prassi e strumenti legati allo Smart Working già definite.

A partire dai primissimi giorni dell’emergenza (fine febbra­io), Enel ha istituito un Comitato di Crisi per monitorare e gestire tutte le attività e le problematiche legate all’emer­genza. Sin da subito è stata pianificata una turnazione nelle sedi più popolose, prevedendo il 50% del personale da remo­to e il 50% in sede, per poi chiudere tutte le sedi del Grup­po il 12 marzo, convertendo in remoto il 99% delle attività svolte dagli impiegati permettendo così di lavorare in Smart Working al 55% della popolazione aziendale. In due settima­ne sono stati forniti 5.000 cellulari con connessione dati, pc portatili e accessi alla rete aziendale a coloro che ancora non disponevano della dotazione adeguata per lavorare da re­moto, potenziando inoltre l’infrastruttura di comunicazione dati e creando un sistema di monitoraggio delle attività che fornisse evidenza in tempo reale di andamento del business e dell’operatività nella nuova configurazione. Ad esempio, tra gli oltre 150 KPI monitorati, è emerso che il fortissimo incremento delle connessioni sulla rete aziendale (quasi +900%) o delle connessioni in audio stream (quadruplicate) a fronte della produttività dei gruppi di lavoro a distanza che si è verificato empiricamente non essere influenzata in modo negativo dal lavoro a distanza.

Per quanto riguarda le persone operative (es. operai) per le quali non è possibile lavorare da remoto, è stato implemen­tato un programma di “cellularizzazione”: il personale è stato diviso in micro-squadre isolate tra di loro, collocate in particolari aree delle sedi aziendali, in modo da non condivi­dere spazi come la mensa o gli spogliatoi e da avere percorsi di accesso e di uscita ad hoc.

Durante l’emergenza, con l’obiettivo di sostenere il benes­sere professionale e personale dei colleghi che lavoravano in remoto e assicurare il bilanciamento tra vita privata e professionale, Enel ha predisposto e alimentato nel tempo sulla propria Intranet un ricco palinsesto di iniziative volte a favorire una migliore gestione del lavoro da remoto, a offrire opportunità formative professionali e culturali su tematiche di interesse, e a rigenerarsi con attività fisiche e ricreative, per un totale di circa 400 iniziative, identificate nell’hashtag: “#Iolavorodacasa”. A tal fine la tecnologia è stata utilizzata per abbattere le distanze e rendere più flessibile e persona­lizzato l’apprendimento, permettendo un accesso generaliz­zato all’aggiornamento professionale. In Italia è stato inoltre siglato a giugno un accordo sindacale riguardante le linee guida sullo Smart Working emergenziale nel quale sono state indicate le misure per contrastare rischi di isolamento o di eccessiva sovrapposizione tra impegni professionali e famigliari e per assicurare l’equilibrio salutare tra le ore di lavoro e tempo libero, la promozione di iniziative orientate a prevenire l’isolamento e a favorire l’inclusione e il coinvol­gimento di tutti i colleghi, nonché occasioni di formazione e aggiornamento delle competenze, sia digitali che soft. Le misure indicate, condivise con le Parti sociali, declinano in concreto le indicazioni sullo Smart Working del Comitato di esperti in materia economico sociale sulle “iniziative per il rilancio Italia 2020-2022”.

L’impegno da parte dell’Azienda in questo periodo è coinciso con la grandissima dedizione da parte di tutto il personale: i risultati conseguiti sono stati possibili non solo grazie ad un’infrastruttura resiliente realizzata negli ultimi anni ma soprattutto grazie all’attitudine e al processo di apprendi­mento continuo esercitati nel corso degli anni.

Con l’obiettivo di capitalizzare questa esperienza, Enel sta ipotizzando nuovi modelli operativi e modalità di lavoro che diventeranno parte del nuovo modo di lavorare: le modalità di lavoro adottate in emergenza, infatti, hanno segnato un punto di non ritorno rispetto all’organizzazione del lavoro che cambierà profondamente il futuro. L’obiettivo è quello di superare la modalità di lavoro tradizionale, che vede gli uffici come il luogo per lavorare, muovendosi verso modali­tà di lavoro sempre più smart, dove gli uffici diventano una delle opzioni piuttosto che la soluzione di default valida per tutti i giorni, in una chiave di complementarietà tra funzioni gestite a distanza e funzioni gestite in presenza. Il percorso di questi anni e l’esperienza degli ultimi mesi costituiscono un’occasione favorevole per spingere ad una trasformazione profonda dell’organizzazione del lavoro e dei processi azien­dali nonché della loro digitalizzazione, in grado di garantire contemporaneamente una crescita della produttività e un miglioramento della qualità della vita.

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Martina Vertemati

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