L’AI Generativa come motore dell’innovazione: dal potenziale all’applicazione concreta
Negli ultimi anni, l’Intelligenza Artificiale, e in particolare l’AI Generativa, è entrata con forza e pervasività nell’agenda di qualsiasi impresa e organizzazione. Ciò è accaduto grazie al potere trasformativo di questa tecnologia, caratterizzata da uno sviluppo generalista capace di declinarsi in infiniti ambiti di applicazione specialistici. Queste caratteristiche hanno favorito la configurazione dell’AI come leva concreta anche per ripensare il modo in cui si fa innovazione. Non si tratta solo di un nuovo strumento per ottimizzare processi, ma di un cambiamento strutturale nel modo stesso in cui vengono generate idee, progettati nuovi prodotti e immaginati modelli di business alternativi.
L’AI Generativa, come mostrano diversi studi recenti – tra cui quello dell’ –, ha infatti il potenziale per ridurre in modo significativo i tempi e i costi legati allo sviluppo di innovazione. Dalla generazione di contenuti alla prototipazione, fino alla simulazione di scenari e test di mercato, la sua capacità di elaborare e proporre soluzioni in tempi rapidi la rende uno strumento prezioso nelle mani di team creativi, ingegneri, product manager e innovatori. La vera forza dell’AI Generativa risiede nella capacità di agire come catalizzatore di una “creative disruption”, un processo in cui si rompono schemi consolidati per dare spazio a soluzioni radicalmente nuove.
AI Generativa: un nuovo paradigma per lo sviluppo dell’innovazione
Sempre più imprese stanno sperimentando l’uso dell’AI Generativa nelle fasi iniziali del ciclo di innovazione: l’ideazione e il concept design. La velocità con cui è possibile oggi generare idee divergenti, sviluppare prototipi e valutare alternative consente ai team di iterare rapidamente e di ampliare lo spettro di opportunità rispetto al passato. Questo comporta non solo un’accelerazione dei processi, ma anche un abbassamento delle barriere all’innovazione, rendendola accessibile anche a team con risorse limitate.
Allo stesso tempo, si osserva una trasformazione nel modo in cui le persone collaborano: l’AI viene utilizzata non per rimpiazzare i team di innovazione, ma per amplificarne le capacità, generando spunti inaspettati che stimolano nuove direzioni progettuali.
A supporto di questo approccio, una recente analisi condotta da un gruppo di ricercatori e pubblicata su arXiv (2024) ha mostrato come le performance creative migliorino quando le persone lavorano con l’AI Generativa. Tuttavia, è stato anche evidenziato un rischio: le idee prodotte tendono ad essere meno diversificate. In altre parole, l’AI può portare a convergenza più rapida, ma rischia anche di appiattire l’esplorazione. Questo sottolinea l’importanza di mantenere il controllo umano nel processo creativo, per assicurarsi che l’innovazione non diventi solo una questione di efficienza, ma resti anche una questione di profondità e originalità.
AI Generativa e innovazione: casi di applicazione concreta
Gli impatti di questa tecnologia non hanno solamente evidenze teoriche, ma sono già numerosi i casi di applicazione di AI Generativa per lo sviluppo di progetti di innovazione o il lancio di nuovi prodotti:
- IKEA ha utilizzato l’AI Generativa per progettare arredi ispirati all’estetica retro-futurista, sfidando i propri team di design a ripensare intere categorie di prodotto in chiave innovativa;
- Oreo, brand di Mondelez International, si affida all’Intelligenza Artificiale per accelerare lo sviluppo di nuove ricette per snack; il sistema utilizza il Machine Learning per generare combinazioni basate su caratteristiche desiderate come gusto, aroma e aspetto visivo;
- Albert Invent, azienda attiva nel settore chimico, impiega un modello di AI addestrato su oltre 15 milioni di strutture molecolari per identificare rapidamente combinazioni di ingredienti efficaci e sicure, prevedendone proprietà fisiche, tossicologiche ed estetiche;
- Beck’s ha lanciato un prodotto chiamato “Beck’s Autonomous”, interamente ideato dall’Intelligenza Artificiale: dalla ricetta al brand fino al design del packaging.
Governare la complessità dell’AI Generativa: tra rischi, competenze e cultura
L’euforia intorno all’AI Generativa non deve però far dimenticare le sfide. Una delle principali riguarda la qualità e l’originalità dei contenuti generati. Considerando il processo cui gli LLM sono addestrati, esiste il rischio che i modelli, basandosi su grandi quantità di dati storici, tendano a riproporre schemi consolidati, limitando così l’originalità delle proposte. È fondamentale quindi costruire architetture di controllo e validazione che permettano di usare l’AI come amplificatore della creatività, non come gabbia.
Inoltre, l’adozione di questi strumenti solleva questioni di compliance e responsabilità. Chi è responsabile se un contenuto generato è scorretto, discriminatorio o viola diritti d’autore? L’approccio più solido sembra essere quello adottato da alcune grandi aziende tecnologiche, che stanno sviluppando tool e Funzioni AI interni: strutture organizzative dedicate a garantire la qualità, l’etica e la governance dei modelli. In questo modo si vuole assicurare che gli output siano non solo corretti, ma anche coerenti con i valori e l’identità dell’organizzazione.
Infine, c’è un tema di competenze. Non è sufficiente avere un buon modello o un set di strumenti performanti. Per far funzionare davvero l’AI Generativa serve una cultura aziendale pronta, capace di integrare queste tecnologie nei processi esistenti e di valorizzarle in modo critico. Non è un cambiamento solo tecnologico, ma culturale. La sfida dell’AI Generativa non è tanto costruire la tecnologia, quanto farla adottare in modo intelligente e responsabile.
L’AI Generativa per innovare e amplificare la creatività, senza sostituirla
L’AI Generativa rappresenta oggi una delle più promettenti leve per trasformare il modo in cui pensiamo, progettiamo e portiamo sul mercato l’innovazione. Ma, come ogni tecnologia dirompente, richiede attenzione, metodo e consapevolezza. Il suo valore non sta solo nella velocità con cui produce risultati, ma nella capacità di amplificare, e non sostituire, l’ingegno umano.
Chi saprà governare questo equilibrio tra automazione e originalità, tra tecnologia e cultura, avrà un vantaggio non solo per innovare più in fretta, ma soprattutto per innovare meglio.
A cura di

Filippo Frangi
RicercatoreRicercatore Senior, Osservatorio Startup Thinking
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