Lo Smart Readiness Indicator (SRI) trova terreno fertile in un mercato dell’Internet of Things dove la Smart Home emerge come uno dei segmenti più dinamici, con un fatturato di 900 milioni di euro registrato nel 2024 e una crescita dell’11%. I dati dell’Osservatorio Internet of Things della POLIMI School of Management dipingono un quadro di trasformazione digitale domestica senza precedenti: quasi 6 italiani su 10 (59%) possiedono oggi almeno un oggetto smart in casa, una percentuale significativamente superiore al 42% registrato solo cinque anni fa. In tale contesto di crescente “smartizzazione” delle abitazioni, lo Smart Readiness Indicator (SRI) rappresenta dunque uno strumento innovativo destinato a rivoluzionare il modo in cui valutiamo e certifichiamo l’intelligenza digitale degli edifici.

In questo articolo, l’Osservatorio Internet of Things analizza le caratteristiche dell’indicatore europeo, esplorandone il funzionamento, i vantaggi per il mercato immobiliare e le sfide per una sua piena implementazione nel contesto italiano.

Che cos’è lo Smart Readiness Indicator (SRI) degli edifici

Per comprendere cosa si intende per Smart Readiness Indicator dobbiamo tornare al 2018, quando la direttiva europea relativa all’Energy Performance Building (più nota con l’acronimo EPBD) introduce per la prima volta un indicatore col quale misurare le performance digitali di un edificio, ossia l’SRI.

Secondo la direttiva, lo Smart Readiness Indicator rappresenta un sistema di valutazione standardizzato che misura la capacità di un edificio di utilizzare tecnologie intelligenti per ottimizzare le proprie prestazioni. L’SRI non valuta semplicemente la presenza di dispositivi smart, ma analizza quanto efficacemente l’edificio sia in grado di adattarsi alle esigenze degli occupanti, interagire con la rete energetica e anticipare i bisogni futuri attraverso sistemi predittivi.

Questo strumento innovativo persegue un duplice obiettivo: da un lato consente di stabilire quanto migliorino efficienza energetica e performance di un edificio, grazie all’adozione di tecnologie smart, e dall’altro potrebbe divenire in futuro lo strumento per attuare la certificazione dello stato di un edificio in termini di “prontezza digitale”. In tal modo favorirebbe l’adozione di tecnologie smart per l’efficienza energetica, la sostenibilità, la salute e il benessere delle persone, con probabili ricadute positive sulla filiera e sull’attrattività del mercato immobiliare, sia a livello nazionale che internazionale.

L’Evoluzione Normativa: Dalla Direttiva EPBD alla Direttiva Case Green

La Direttiva Case Green, entrata in vigore nel 2024, ha ulteriormente rafforzato il ruolo dello SRI nel panorama normativo europeo. Questa direttiva mira a migliorare le prestazioni energetiche degli edifici nell’Unione Europea, stabilendo obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra del settore edilizio, con scadenze ben precise: entro il 30 giugno 2026 dovrà essere presentata una relazione al Parlamento europeo basata sui risultati dei test pilota, mentre entro il 30 giugno 2027 verrà adottato l’atto delegato che renderà obbligatoria l’applicazione dell’SRI.

Inizialmente il sistema interesserà almeno gli edifici non residenziali con potenza nominale superiore a 290 kW per impianti di riscaldamento, condizionamento o ventilazione. Questa soglia identifica prevalentemente edifici commerciali, uffici e strutture pubbliche di medie-grandi dimensioni, che rappresentano un segmento strategico per l’efficientamento energetico.

I primi studi promossi dalla Commissione Europea hanno quantificato benefici economici significativi per l’implementazione dell’SRI: le proiezioni indicano la possibilità di conseguire risparmi energetici finali oltre il 5% entro il 2050, con un potenziale di mobilitazione di capitale privato per 181 miliardi di euro nell’arco di tre decennie una riduzione annuale delle emissioni climalteranti pari a 32 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.

Metodologia di calcolo dello Smart Readiness Indicator

Lo Smart Readiness Indicator fornisce una valutazione olistica dell’intelligenza edilizia, considerando sia gli aspetti tecnici che le ricadute funzionali delle tecnologie implementate. Il risultato finale viene espresso in percentuale (da 0% a 100%), offrendo un parametro facilmente comprensibile per proprietari, investitori e professionisti del settore.

I 9 domini valutati dall’SRI

L’SRI analizza la “smartness” edilizia attraverso nove ambiti specifici:

  • riscaldamento: sistemi di controllo intelligente della temperatura che si adattano automaticamente alle abitudini degli occupanti;
  • raffrescamento: gestione automatizzata del condizionamento attraverso algoritmi predittivi;
  • ventilazione: controllo della qualità dell’aria interna mediante sensori che monitorano costantemente i parametri ambientali;
  • produzione di acqua calda sanitaria: sistemi che ottimizzano i consumi energetici basandosi sui pattern di utilizzo;
  • illuminazione: sistemi di illuminazione adattiva e sensori di presenza che modulano intensità e tonalità della luce;
  • involucro edilizio: elementi intelligenti come schermature dinamiche che si adattano alle condizioni climatiche esterne;
  • elettricità: gestione smart dell’energia elettrica, coordinando tutti i flussi energetici dell’edificio;
  • ricarica veicoli elettrici: infrastrutture integrate per la mobilità sostenibile;
  • monitoraggio e controllo: supervisione centralizzata di tutti i sistemi attraverso piattaforme digitali avanzate.

Le funzionalità smart valutate

Per ciascun dominio, l’SRI considera tre categorie di impatto che definiscono il livello di “intelligenza” dell’edificio:

  • la Categoria 1 si concentra sul risparmio energetico, valutando tutte le tecnologie che ottimizzano l’efficienza energetica attraverso controlli automatici e algoritmi di ottimizzazione;
  • la Categoria 2 riguarda il mantenimento delle prestazioni, includendo sistemi che garantiscono prestazioni ottimali nel tempo attraverso diagnostica predittiva e manutenzione intelligente;
  • la Categoria 3 valuta la flessibilità della rete, misurando la capacità dell’edificio di interagire dinamicamente con la rete elettrica, modulando consumi e contribuendo alla stabilità del sistema energetico.

Il sistema di punteggio

Il calcolo dello SRI prevede l’assegnazione di punteggi da 0 a 4 per ogni funzionalità smart presente nell’edificio:

  • 0: Funzionalità non presente
  • 1: Presenza di funzionalità di base
  • 2: Funzionalità avanzata con controllo manuale
  • 3: Funzionalità automatizzata
  • 4: Funzionalità completamente integrata e predittiva

Il processo di valutazione opera su una matrice di 27 elementi: per ciascuno dei 9 domini viene assegnato un punteggio specifico per ognuna delle 3 categorie di impatto. Ad esempio, il dominio “riscaldamento” riceverà tre valutazioni separate: una per il risparmio energetico, una per il mantenimento delle prestazioni e una per la flessibilità della rete.

Una volta completata questa griglia di valutazioni, i punteggi vengono elaborati attraverso algoritmi di aggregazione che tengono conto del peso relativo di ciascun dominio e categoria. Il risultato viene quindi convertito in percentuale, confrontando il punteggio ottenuto con il massimo teoricamente raggiungibile dall’edificio. Il valore finale indica quindi non solo la presenza di tecnologie smart, ma soprattutto l’efficacia con cui l’edificio le integra e utilizza per ottimizzare le proprie prestazioni.

Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale

L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale rappresenta un fattore determinante per raggiungere i livelli più alti della scala SRI. I sistemi equipaggiati con AI tendono infatti a ottenere i punteggi massimi (3-4) grazie alle loro capacità predittive e di automazione avanzata, che consentono di anticipare le esigenze degli occupanti e ottimizzare automaticamente le prestazioni.

Tuttavia, i dati dell’Osservatorio evidenziano ancora un gap nell’adozione domestica: mentre il settore industriale beneficia già concretamente dell’integrazione IoT-AI, solo il 25% dei consumatori italiani desidererebbe utilizzare sistemi integrati con l’Intelligenza Artificiale per migliorare comfort e risparmio energetico. Questo testimonia un potenziale ancora non pienamente sfruttato, con il consumatore medio che non coglie del tutto il valore che l’AI può apportare nell’ambiente domestico.

Vantaggi dello Smart Readiness Indicator

L’implementazione dello SRI offre numerosi benefici economici e funzionali che si traducono in vantaggi concreti e misurabili per tutte le parti coinvolte.

Vantaggi dello Smart Readiness Indicator per i proprietari di immobili

Per chi possiede o gestisce immobili, l’SRI rappresenta un investimento strategico con ritorni tangibili su più fronti:

  • valorizzazione immobiliare: un alto punteggio SRI incrementa significativamente il valore di mercato dell’immobile, rendendolo più attrattivo per acquirenti e inquilini attenti alle performance digitali;
  • riduzione dei costi energetici: le tecnologie smart certificate garantiscono ottimizzazioni automatiche dei consumi che si adattano ai pattern di utilizzo reali;
  • comfort abitativo superiore: controllo preciso e personalizzato degli ambienti interni, con sistemi che anticipano le esigenze degli occupanti;
  • facilità di gestione: automazione e monitoraggio remoto delle funzioni dell’edificio riducono gli interventi manuali e semplificano le operazioni di manutenzione.

Vantaggi dello Smart Readiness Indicator per il sistema energetico nazionale

L’adozione diffusa dell’SRI genera benefici sistemici che trasformano l’intero panorama energetico:

  • flessibilità della rete elettrica: gli edifici smart certificati modulano i propri consumi in base alle esigenze del sistema, contribuendo alla stabilità della distribuzione energetica;
  • integrazione delle energie rinnovabili: sistemi intelligenti che massimizzano l’autoconsumo da fonti pulite, riducendo la necessità di immettere energia in rete nei momenti di picco;
  • riduzione del picco di domanda: gestione intelligente dei carichi elettrici distribuiti temporalmente per evitare sovraccarichi del sistema;
  • decarbonizzazione del settore edilizio: supporto al raggiungimento degli obiettivi climatici europei attraverso l’efficientamento energetico su larga scala

Vantaggi dello Smart Readiness Indicator per il mercato delle costruzioni

Il settore edilizio trova nell’SRI un catalizzatore di innovazione e crescita economica. Tra i principali benefici possiamo segnalare:

  • standardizzazione delle soluzioni smart: adozione di criteri comuni e universalmente riconosciuti per la valutazione delle tecnologie, semplificando scelte progettuali e contrattuali;
  • stimolo all’innovazione: incentivazione allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche sempre più sofisticate e integrate;
  • competitività internazionale: allineamento delle imprese italiane agli standard europei più avanzati, aprendo nuove opportunità di mercato all’estero;
  • crescita del mercato: espansione significativa delle opportunità di business nel settore smart building, con ricadute positive su tutta la filiera delle costruzioni.

Criticità dell’implementazione di Smart Readiness Indicator

Nonostante i vantaggi evidenti, l’adozione dello SRI presenta alcune sfide significative che possono rallentare la sua diffusione capillare:

  • investimenti iniziali elevati: il retrofit di edifici esistenti con tecnologie smart richiede investimenti considerevoli che non tutti i proprietari sono in grado o disposti a sostenere;
  • complessità tecnica: necessità di competenze specialistiche sia in fase di progettazione che di installazione e manutenzione, con molti professionisti del settore che richiedono aggiornamento formativo;
  • sfide di interoperabilità: difficoltà nell’integrazione di sistemi e protocolli di comunicazione differenti, spesso proprietari, che non dialogano naturalmente tra loro;
  • manutenzione continua: i sistemi smart richiedono aggiornamenti software e hardware costanti per mantenere prestazioni e sicurezza, rappresentando un costo nascosto spesso sottovalutato;
  • mancanza di incentivi specifici: assenza di sostegni economici dedicati specificamente al raggiungimento di elevati punteggi SRI, con bonus edilizi generici che raramente premiano l’eccellenza digitale;
  • carenza di formazione professionale: pochi tecnici qualificati nella certificazione SRI, con conseguenti lunghe liste d’attesa e costi elevati per le valutazioni;
  • scarsa consapevolezza del mercato: limitata conoscenza dell’SRI presso proprietari e sviluppatori immobiliari, che rallenta la domanda di mercato.

Il futuro dello Smart Readiness Indicator in Italia

L’evoluzione tecnologica promette di superare molte delle attuali limitazioni dell’SRI attraverso innovazioni dirompenti. Il dispiegamento delle reti 5G faciliterà l’integrazione di dispositivi IoT ad alte prestazioni, mentre l’edge computing permetterà l’elaborazione locale dei dati in tempo reale senza dipendere dalla connettività Cloud. I digital twin rivoluzioneranno la gestione immobiliare attraverso simulazioni predittive, e la tecnologia Blockchain garantirà sistemi di certificazione trasparenti e immutabili.

Il contesto italiano si presenta particolarmente favorevole per questa evoluzione: la Smart Home cresce dell’11% annuo, il 59% dei cittadini possiede almeno un dispositivo smart e il 65% dei comuni ha avviato progetti Smart City, creando l’ecosistema ideale per edifici “smart-ready”. Tuttavia, il Piano Transizione 5.0 mostra ancora difficoltà, con solo 560 milioni di euro utilizzati sui 6,3 miliardi disponibili nel 2024, evidenziando la necessità di incentivi più specifici e calibrati per il settore edilizio.

Nonostante la strada verso la piena implementazione dell’SRI presenti sfide significative – dai costi di implementazione alla formazione specialistica – i benefici potenziali sono enormi. L’integrazione sempre più stretta tra IoT, Intelligenza Artificiale e gestione energetica apre scenari di efficienza e sostenibilità precedentemente impensabili, trasformando gli edifici da semplici contenitori a ecosistemi intelligenti che anticipano e si adattano alle esigenze degli occupanti.

Il successo dello Smart Readiness Indicator dipenderà ultimately dalla capacità del sistema Paese di creare condizioni favorevoli: incentivi economici mirati, formazione professionale adeguata e maggiore consapevolezza presso tutti gli stakeholder del settore. Il futuro degli edifici è smart, e lo Smart Readiness Indicator rappresenta la chiave per quantificare e valorizzare questa trasformazione epocale che sta già ridefinendo il panorama immobiliare italiano ed europeo.

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