La banda larga è una delle principali infrastrutture fisiche alla base del Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione. Un pilastro portante. Senza una connettività robusta, infatti, non si possono cogliere completamente i benefici associati allo sviluppo delle altre infrastrutture fisiche (ad esempio i data center) e immateriali (ad esempio SPID e PagoPA). In questo articolo, attraverso la ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, analizzeremo lo stato della copertura della Banda Larga in Italia, il suo utilizzo e il piano strategico che vi è alla base.
La Banda Larga in Italia: quanto siamo connessi?
Come dicevamo in precedenza, grazie alla ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale, abbiamo approfondito le sfide legate a copertura e utilizzo della banda larga fissa in Italia. Il quadro emerso da questa analisi dell’Osservatorio, però, presenta luci e ombre.
Certo non si può dire che non si sia investito molto negli scorsi anni. Grazie al Piano Banda Ultra Larga (BUL) di cui parleremo alla fine di quest’articolo, la banda larga fissa di base ha ormai raggiunto la quasi totalità degli italiani (99% delle abitazioni contro una media europea pari al 97%), in particolare con anche una buona copertura delle aree rurali.
siamo ancora indietro ma stiamo recuperando velocemente, almeno per quanto riguarda la copertura a 30 Megabit per secondo (Mbps), mentre l’effettivo utilizzo di banda larga da parte di cittadini e imprese è ancora modesto.
Pertanto è necessario continuare a investire per aumentare sia utilizzo che copertura della banda larga, soprattutto di quella ad almeno 100 Mbps (definita banda ultra-larga).
Banda Larga e Banda Ultra-Larga tra Italia e Europa
L’Italia è ancora tra gli ultimi Paesi in Europa per copertura di banda larga fissa. A metà 2016 il 72% delle abitazioni è stata raggiunta ad almeno 30 Mbps e il 19% a 100 Mbps. A confortaci sono però i progressi. Siamo infatti il Paese con il miglior tasso di crescita nella copertura a 30 Mbps dal 2014. La sfida è ora investire nella banda ultra-larga, cioè nella copertura a 100 Mbps.
Secondo i dati del DESI 2018, su 28 Paesi europei siamo rispettivamente:
22esimi per la copertura ad almeno 30 Mbps (72% di abitazioni coperte);
26esimi per la copertura ad almeno 100Mbps (19% di abitazioni coperte).
Su entrambi i fronti scontiamo un ritardo pregresso che ci portiamo dietro da diversi anni. Tuttavia, nella copertura delle reti ad almeno 30 Mbps, i trend sono positivi e ci avvicinano alla media europea. Vien da dire, dunque, che il livello di connessione a Internet nel nostro Paese, corre a due velocità, in senso sia letterale che metaforico!
Banda Larga (30 Mbps)
La copertura a tale velocità è ben più che raddoppiata in soli 2 anni, passando dal 27% del 2014 al 72% del 2016. Questo sforzo ha permesso di metterci alle spalle Paesi che erano ben più avanzati di noi, come ad esempio Francia e Polonia. Regno Unito, Spagna e Germania, che completano l’elenco dei Paesi simili al nostro, sono tuttavia ancora lontani (circa 10 punti percentuali di copertura in più dell’Italia).
Banda Ultra-Larga (100 Mbps)
Un discorso completamente diverso deve essere fatto per le reti ad almeno 100 Mbps. I progressi che stiamo facendo sulla copertura a questa velocità, aumentata dal 15% al 19% delle abitazioni italiane dal 2014 al 2016, sono ancora molto contenuti e ci posizionano a pari merito con la Bulgaria e davanti solo alla Grecia. Sembra proprio che, mentre il resto d’Europa sia ormai passato a “giocare la partita” dei 100 Mbps, noi e pochi altri Paesi siamo ancora concentrati su quella a 30 Mbps.
Il Piano strategico per la Banda Ultra-Larga (BUL)
Alla luce di questi numeri è importante prendere consapevolezza di quanto sia necessario continuare a investire per l’aumento di copertura: sia sulle reti ad almeno 30 Mbps, per consolidare i risultati ottenuti finora, sia su quelle a 100 Mbps, per non dover rincorrere in affanno gli altri Paesi europei nei prossimi anni.
L’importanza di non smettere di investire è ancora più chiara alla luce degli obiettivi che la Commissione Europea chiede di raggiungere: utilizzo di reti con velocità ad almeno 100 Mbps da parte del 50% dei cittadini europei entro il 2020 e da parte del 100% dei cittadini entro il 2025.
In questo contesto, continua a pieno ritmo l’implementazione del Piano Banda Ultra-Larga (BUL), il documento strategico approvato nel marzo 2015 in coerenza con gli obiettivi di crescita economica e trasformazione digitale dettati dall’Agenda Digitale Europa.
Gli obiettivi del BUL
L’obiettivo principale del Piano strategico è quello di sviluppare un’infrastruttura di telecomunicazioni a prova di futuro sull’intero territorio nazionale in grado di supportare la trasformazione digitale in corso e rimediare all’attuale gap di mercato e infrastrutturale che investe il nostro Paese. In particolare, il Piano Banda Ultra-Larga mira a:
copertura ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana;
copertura ad almeno 30 Mbps garantita alla totalità della popolazione;
copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici, aree industriali e principali località turistiche e snodi logistici italiani.
Gli strumenti del BUL
Nell’ambito di tale strategia, il Governo promuove lo sviluppo e il potenziamento della connettività attraverso diverse azioni e strumenti:
semplificazione del quadro normativo e amministrativo;
creazione di nuovi driver di sviluppo;
utilizzo di agevolazioni fiscali;
riduzione dei costi di installazione.
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