Le competenze per lo sviluppo della Sanità Digitale: quali azioni per colmare i gap?
A cura di:
Mattia Olive – Analista dell’Osservatorio Sanità Digitale
La costruzione e il rafforzamento delle competenze necessarie a un appropriato utilizzo delle soluzioni digitali in ambito sanitario è certamente una delle leve principali su cui agire per un corretto sviluppo della “Connected Care”. Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riconosce le competenze come uno dei principali ambiti su cui investire per poter mettere in atto la trasformazione digitale nel settore sanitario. In particolare, all’interno della Missione 6 del Piano, si prevede di mettere in campo “progetti formativi per lo sviluppo di percorsi di acquisizione di competenze di management per i professionisti del SSN”, con un target di 2.000 persone formate entro la metà del 2024 e altre 4.500 persone entro il Q2 2026.
Negli ultimi anni, l’Osservatorio ha costruito un modello per analizzare le competenze dei professionisti sanitari per lo sviluppo della Sanità Digitale, composto da quattro aree:
- Digital Literacy, categoria che include le competenze legate all’utilizzo del digitale nella vita quotidiana, come svolgere acquisti online o utilizzare i Social Network;
- eHealth Competences, legate all’utilizzo del digitale nelle attività di competenza delle professioni sanitarie (ad esempio, utilizzo di soluzioni di Cartella Clinica Elettronica, sistemi a supporto delle decisioni, ecc.);
- Digital Soft Skills, che comprende le abilità “soft” che consentono di operare in modo efficace utilizzando tecnologie digitali (es. comunicare efficacemente con i pazienti o con altri professionisti);
- eLeadership, legate alla capacità di gestire e guidare progetti di innovazione digitale.
Il modello unisce dunque sia competenze legate alla capacità tecniche di utilizzo degli strumenti digitali sia competenze soft, relazionali e manageriali che sono necessarie per sfruttare al meglio l’innovazione.
Il quarto incontro dell’Advisory Board dell’edizione 21-22 dell’Osservatorio si è focalizzato proprio sul tema delle competenze dei professionisti per la Sanità Digitale.
Durante l’incontro, Maria Laura Costantino, Presidente di MEDTEC School presso il Politecnico di Milano, ha presentato la MEDTEC School, iniziativa portata avanti insieme ad Humanitas, che ha consentito di sviluppare un corso di laurea che unisce il curriculum “tradizionale” di una laurea in Medicina e Chirurgia a quello di una laurea in Ingegneria Biomedica, puntando a unire le competenze tecnologico-ingegneristiche a quelle medico-cliniche. L’integrazione tra la disciplina prettamente medica e quella ingegneristica non avviene semplicemente “sommando” i due corsi di studio, ma contaminando le conoscenze e sviluppandole attraverso un modello didattico innovativo lungo tutto il percorso di studi. Secondo la Prof. Costantino, il medico è oggi chiamato ad utilizzare tecnologie sempre più avanzate di cui non può più essere solo un utilizzatore, ma deve diventarne un “gestore” per poter originare ulteriore innovazione.
Vincenzo Di Lazzaro (Direttore Neurologia, Preside Facoltà dipartimentale di Medicina e Chirurgia, Professore Ordinario di Neurologia, Direttore di Scuola di Specializzazione in Neurologia presso la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-medico) ha sottolineato come nella costruzione delle competenze dei medici, i corsi di laurea ibridi siano molto promettenti e possano essere un ambito su cui agire già nell’immediato. Ad oggi i corsi di questo tipo sono ancora pochi, per cui è necessario un maggior coordinamento tra le iniziative esistenti. L’obiettivo di questi corsi ibridi, secondo il punto di vista del Prof. Lazzaro, non deve essere creare una professione nuova o diversa, ma fornire al medico tutti gli strumenti affinché possa padroneggiare un approccio digitale alla medicina.
Durante il Workshop, Gian Franco Gensini (Direttore Scientifico, IRCCS Multimedica e Coordinatore nazionale Cardiologo digitale, ANMCO) ha portato l’esperienza del progetto “Cardiologo Digitale”, iniziativa che permette ai cardiologi di ricevere una certificazione (rilasciata da ACCREDIA come operatore in conformità con le norme ISO) sulle competenze digitali possedute. La certificazione avviene attraverso la misurazione di alcuni ambiti di competenza specifici, come l’utilizzo del digitale per il miglioramento delle cure, la creazione e la gestione di comunità virtuali, la progettazione e la gestione di nuovi servizi o prodotti tecnologici.
Pietro Giurdanella, Consigliere del Comitato Centrale FNOPI, ha evidenziato il punto di vista della professione infermieristica, che negli ultimi anni ha già dovuto sviluppare alcune nuove competenze per stare al passo con l’innovazione digitale. Dal suo punto di vista, la formazione degli infermieri deve arricchirsi nell’ambito del corso di laurea triennale con contenuti legati all’innovazione digitali, continuando con la costruzione di competenze legate all’utilizzo del digitale anche dopo la formazione universitaria, per far fronte alla continua evoluzione del contesto in cui operano i professionisti. Le competenze digitali possono, tra l’altro, contribuire a rafforzare le competenze relazionali caratteristiche della professione infermieristica, colmando la distanza fisica tra il paziente e il professionista sanitario che spesso ci si trova ad affrontare. La volontà di sviluppare le competenze adeguate e di utilizzare gli strumenti digitali si scontra ancora oggi, però, con alcune barriere di tipo organizzativo e normativo (ad esempio, l’accessibilità dei dati del paziente a tutti gli attori che lo hanno in cura) le quali ostacolano l’evoluzione della professione che il digitale potrebbe abilitare.
Infine, Paolo Petralia, Direttore Generale dell’ASL 4 Chiavarese e Vicepresidente di FIASO, ha sottolineato l’importanza della leva della formazione post-universitaria e on-the-job per la costruzione delle competenze. La rilevanza che la formazione per il digitale assume nel PNRR è un chiaro segno dell’importanza strategica di questo ambito. FIASO su questo fronte sta sostenendo la formazione dei professionisti nella rete delle aziende sanitarie associate come tassello centrale per l’attuazione stessa del PNRR.
Anche a livello internazionale è percepita la necessità di investire sulla formazione per la costruzione delle competenze digitali. Hal Wolf ha portato durante l’incontro la visione di HIMSS (Healthcare Information and Management Systems Society), di cui è CEO, evidenziando come i professionisti sanitari abbiano bisogno di essere formati per un appropriato utilizzo degli strumenti digitali e affinché possano identificare in modo più efficiente i bisogni del paziente.
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