Contenuti digitali e sostenibilità ambientale e sociale, tra opportunità e responsabilità
Ogni settore è chiamato a interrogarsi sui propri impatti in termini di sostenibilità per poter agire con consapevolezza e responsabilità nei confronti della società e dell’ambiente in cui opera e l’industria dei contenuti digitali non si può sottrarre da queste riflessioni. Se da un lato il digitale può essere un importante alleato nei confronti della sostenibilità, dall’altro è fondamentale ricordare che l’utilizzo di queste tecnologie ha un impatto ambientale e sociale che è importante non trascurare. È importante, quindi, comprendere il rapporto bidirezionale tra queste due dimensioni e riflettere sugli impatti delle scelte strategiche, in modo da cercare di ottenere un bilancio positivo.
L’impatto ambientale dei contenuti digitali
Gli strumenti digitali supportano il settore dell’intrattenimento e dell’informazione lungo tutta la filiera, intervenendo dalle fasi iniziali di produzione del contenuto fino alla distribuzione agli utenti finali. Ed è proprio su questa fase che si vuole focalizzare la riflessione. La distribuzione digitale dei contenuti di intrattenimento e informazione permette da un lato di risparmiare, ad esempio, l’utilizzo delle materie prime, ma dall’altro necessita di server e infrastrutture il cui utilizzo richiede molta energia. Per rendere disponibili agli utenti i contenuti, diversi elementi devono interagire. I contenuti sono conservati in data center da cui vengono poi trasmessi. Per migliorare l’esperienza degli utenti, intervengono spesso anche le Content Delivery Network (CDN), server distribuiti sul territorio e posizionati strategicamente per offrire agli utenti una velocità e una qualità maggiore per la loro fruizione. Il passaggio dai data center, alle CDN e, infine, ai dispositivi degli utenti avviene sulle reti di telecomunicazione. Lo streaming di contenuti richiede quindi l’interazione tra diverse tecnologie che richiedono il consumo costante di energia.
Inoltre, con il diffondersi di funzionalità sempre più innovative basate su tecnologie altamente energivore come l’Intelligenza Artificiale, diventa urgente fare delle valutazioni sugli impatti creati. Secondo alcune stime1, il 60% della popolazione ha ormai accesso a internet, con l’utente medio che trascorre il 40% del tempo di veglia su internet. In termini di emissioni di gas serra, l’uso di Internet rappresenta il 3,7% delle emissioni globali, ovvero l’equivalente di tutto il traffico aereo del mondo. La fruizione sempre più pervasiva di contenuti digitali ha portato l’utente medio a consumare, in media, 833 ore di streaming video e 566 ore di streaming di musica all’anno e questo contribuisce a generare, appunto, emissioni di gas serra. Si stima, infatti, che ogni anno in Italia, un singolo utente generi 192 kg di CO2 equivalente all’anno per l’attività online, includendo però anche voci che esulano dal perimetro dalla fruizione di contenuti digitali, come la navigazione su Internet, i Social Media e le videochiamate. La stessa quantità di emissioni verrebbe prodotta effettuando circa 250 lavaggi a 60° in lavatrice.
La dimensione sociale dei contenuti digitali
Si aggiunge alla dimensione ambientale anche quella sociale. Il digitale, ad esempio, può avere impatti positivi sull’accessibilità ai contenuti, rendendo più facile l’accesso e la fruizione delle informazioni. Tuttavia, specialmente, nella valutazione di implementazioni innovative che utilizzano l’IA è importante valutare attentamente gli impatti di questa tecnologia sul mercato del lavoro e sugli standard lavorativi. Non a caso, infatti, numerosi scioperi e negoziazioni hanno coinvolto l’industria cinematografica proprio perché attori e sceneggiatori volevano tutelarsi dall’utilizzo dell’IA. L’utilizzo di questa tecnologia porta con sé dei rischi anche per i consumatori. Con l’affinarsi della qualità dei deepfake, i.e., di contenuti multimediali modificati con l’IA, diventa sempre più difficile per gli utenti riconoscere ciò che è reale da ciò che non lo è, con il crescente rischio di incorrere in fake news o truffe.
Conclusione: verso un’integrazione tra contenuti digitali e sostenibilità
Come detto, il rapporto tra digitale e sostenibilità non è lineare e richiede riflessioni profonde per valutare le varie dinamiche di trade off tra i molti aspetti coinvolti. Tuttavia, la complessità di queste dinamiche non deve essere un deterrente per le aziende, ma anzi una motivazione in più per cercare di generare un impatto positivo su ambiente e società che ci circondano.
A cura di

Samuele Fraternali
DirettoreDirettore degli Osservatori Digital Content e Export Digitale e Senior Advisor dell’Osservatorio eCommerce B2c. Si occupa di ricerca sui mercati digitali, in particolare sui temi legati all’eCommerce B2c e al Digital Content.

Irene Rinaldi
RicercatriceRicercatrice dell'Osservatorio Digital Content
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