Lo Smart Working in Automobili Lamborghini
L’ORGANIZZAZIONE
Fondata nel 1963, Automobili Lamborghini produce vetture supersportive e ha sede a Sant’Agata Bolognese, in provincia di Bologna, dove si sviluppa l’intera catena del valore e impiega attualmente circa 1800 dipendenti, di cui circa metà impiegata direttamente o indirettamente in attività produttive.
Nel 2017 ha lanciato un terzo modello: la Urus, il primo Super SUV che crea un nuovo segmento nelle auto di lusso e stabilisce un punto di riferimento in termini di potenza, prestazioni, dinamica di guida, design, lusso e fruibilità quotidiana. Grazie a tale progetto, l’azienda ha raddoppiato in un anno la superficie produttiva, ha assunto più di 500 risorse dal 2015 ad oggi e ha più che duplicato il numero di vetture prodotte, chiudendo l’anno 2018 con un fatturato record di oltre 1 miliardo e 400 000 euro.
L’ESIGENZA
Automobili Lamborghini è da anni impegnata nell’implementazione di soluzioni che migliorino il work-life balance dei propri dipendenti e la forte crescita degli ultimi anni non ha fatto altro che contribuire ad accentuare la sensibilità verso queste tematiche.
L’implementazione dello Smart Working si affianca, dunque, a numerose forme di flessibilità già previste in azienda dalla negoziazione integrativa, con un ampio ventaglio di soluzioni personalizzate per i diversi segmenti della popolazione aziendale: flessibilità oraria in ingresso, uscita e pausa pranzo per tutto il personale impiegatizio, eliminazione delle timbrature per la pausa mensa anche per il personale operativo, venerdì corti in produzione nei mesi estivi, visite mediche e relativi tempi di spostamento retribuiti, solo per citare i più significativi.
L’INIZIATIVA
Il progetto “Lamborghini Smart Working”, che si è sviluppato attraverso una profonda analisi del contesto organizzativo dell’azienda, ha visto il coinvolgimento, sin dalle prime fasi di analisi, dei dipartimenti aziendali individuati come potenziali soggetti attivi della sperimentazione.
Il progetto ha preso avvio nella seconda metà del 2018, a valle di un periodo di confronto e di analisi realizzato da un apposito gruppo di lavoro interfunzionale, guidato da HR e caratterizzato anche dalla presenza del sindacato aziendale.
L’approccio adottato è stato quello di prevedere sperimentazione con una progressiva estensione alle aree aziendali considerate compatibili con l’iniziativa. Nel perimetro della prima fase sono stati coinvolti 3 dipartimenti aziendali: marketing, IT e un ente di ricerca e sviluppo, per un totale di 61 persone.
Con l’introduzione dello Smart Working sarà necessaria esplicita comunicazione al diretto responsabile e alla Direzione HR solo in caso di svolgimento dello smart working in luogo differente da quelli indicati.
L’adesione individuale è su base volontaria e avviene tramite una piattaforma web dedicata, attraverso la quale ogni dipendente invia richiesta al proprio responsabile (che valuta la compatibilità delle attività svolte con la modalità lavorativa agile, in considerazione delle esigenze produttive e organizzative) e tramite la quale il dipendente riceve tutta la documentazione necessaria. L’adesione è formalizzata in un accordo individuale e la richiesta delle giornate è gestita tramite l’inserimento di un giustificativo dedicato nel programma di gestione delle presenze. Il responsabile provvede all’approvazione, le fasce orarie di disponibilità sono inserite dal dipendente nel client di posta elettronica. L’accesso alla rete aziendale avviene tramite VPN, con l’identificazione tramite badge e criptazione alle trasmissioni.
È consentito sia l’uso della rete domestica, sia l’uso di reti pubbliche. La quasi totalità dei lavoratori è dotata di pc portatili, che in smart working devono essere utilizzati con un filtro privacy sul monitor.
Sono anche presenti sistemi di virtual desktop interface (VDI) per coloro che non hanno la disponibilità di un pc portatile aziendale, in modo che abbiano comunque la possibilità di collegarsi da remoto con il proprio pc personale. Inoltre, sono stati introdotti diversi tool informatici e potenziati gli strumenti di comunicazione audio-video già presenti in azienda, onde favorire l’interazione con i lavoratori in Smart Working. Nel caso in cui il dipendente non sia in possesso di smartphone aziendale, le comunicazioni avvengono tramite software di messaggistica istantanea che consente la portabilità del numero fisso aziendale sul pc.
L’avvio del progetto pilota è stato oggetto di una campagna di comunicazione aziendale e ha previsto la predisposizione, sulla intranet aziendale, di una sezione dedicata contenente tutto il materiale informativo predisposto e le policy in materia.
Ai lavoratori e ai responsabili, che avevano la possibilità di aderire alla sperimentazione di tale modalità lavorativa, è stato erogato un piano formativo dedicato concernente i contenuti dell’accordo sindacale, gli aspetti normativi e organizzativi correlati al nuovo strumento, le modalità di utilizzo degli strumenti informatici, oltre all’informativa in tema di sicurezza sul luogo di lavoro e alle policy aziendali da rispettare durante le giornate di Smart Working.
I responsabili dei dipartimenti aziendali coinvolti nella sperimentazione sono stati, congiuntamente alle colleghe e ai colleghi aderenti alla sperimentazione, intervistati tramite una survey dedicata attraverso cui sono stati approfonditi i temi correlati allo strumento, come la qualità, la produttività, il work life balance e il gradimento dello strumento.
Gli spazi aziendali non sono stati oggetto di riprogettazione, tuttavia progetti di smart office potrebbero essere considerati nel medio-lungo termine.
L’avvicinamento graduale allo Smart Working ha visto concludersi la prima fase del progetto pilota con l’adesione del 74% degli aventi diritto.
In particolare, ha preso parte alla sperimentazione il 93% del personale dell’area IT, il 75% del marketing e il 20% dell‘unità organizzativa della Ricerca e Sviluppo che è stata selezionata.
L’utilizzo delle giornate rilevato è stato pari al 66%, in particolare l’IT ha fruito il 61% dei giorni disponibili, il marketing il 69% e la Ricerca e Sviluppo il 92% delle giornate di lavoro da remoto ammesse. La media di utilizzo degli aderenti è pari a 1,3 giornate al mese.
I BENEFICI
Al termine della prima fase sperimentale è stata erogata una survey rivolta ai responsabili delle aree coinvolte e al personale rientrante nel perimetro della sperimentazione, dalla quale sono emersi risultati molto positivi. È stato, infatti, evidenziato un progressivo incremento del numero di giornate mensili utilizzate e il graduale miglioramento della capacità di utilizzo della dotazione tecnologica. Lo Smart Working è stato accolto con grande entusiasmo e responsabilità, come si evince dall’esito della survey.
Quasi il 96% della popolazione coinvolta nella sperimentazione ha preferito svolgere l’attività in Smart Working prevalentemente dalla propria abitazione. I punti di attenzione riguardano prevalentemente l’efficienza della dotazione tecnologica (come ad esempio le prestazioni della rete Wi-Fi domestica) o la mancanza di dimestichezza con alcuni strumenti virtuali.
Le proposte di miglioramento emerse a valle della prima fase di sperimentazione riguardano prevalentemente l’incremento del numero di giornate di lavoro agile previste.
Dopo la prima fase pilota, è stata avviata una seconda fase di sperimentazione dello Smart Working a decorrere dal mese di aprile e fino al mese di settembre 2019 con alcuni adeguamenti e un importante ampliamento del bacino ad ulteriori 234 persone. Il perimetro di entrambe le fasi è stato delineato in considerazione della compatibilità delle attività prevalenti svolte nelle premenzionate aree rispetto allo strumento. Per la seconda fase di sperimentazione sono state individuate come aree compatibili con lo strumento i Dipartimenti di Human Capital & Organization, Purchaising, Communication, Project Management, Commercial e Finance; il tasso di adesione registrato è attualmente pari al 76%.
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