Il progetto di Smart Working di Fater
L’AZIENDA
Fater, joint venture paritetica tra Angelini Industries e Procter & Gamble, è un’azienda del settore chimico-manifatturiero che produce e distribuisce prodotti per l’igiene personale e per la cura della casa in 38 paesi. In Italia, l’organizzazione si articola in due stabilimenti produttivi, uno a Pescara e uno in provincia di Campobasso, e in una sede centrale in provincia di Pescara. Conta attualmente circa 1.600 dipendenti, di cui 700 profili operativi e 900 impiegati.
LE ESIGENZE
In Fater lo Smart Working è considerato un efficace strumento di conciliazione tra vita privata e professionale per le proprie persone. Per questo motivo è stato sviluppato un modello flessibile, che si adatti alle diverse esigenze dei dipendenti.
LA SOLUZIONE IMPLEMENTATA
Lo Smart Working è stato introdotto per la prima volta nel 2016. Il modello iniziale presentava forti limitazioni: poteva usufruirne al massimo il 10% del personale di ciascuna funzione e consentiva il lavoro da remoto soltanto per pochi giorni al mese. Tuttavia, questa prima esperienza di flessibilità ha preparato l’organizzazione al passaggio forzato al lavoro a distanza durante la pandemia del 2020. Conclusa la fase emergenziale, l’azienda ha scelto di non imporre un rientro obbligatorio in ufficio, ma di evolvere il modello rendendolo altamente flessibile, anche in virtù delle eccellenti performance raggiunte nei due anni di attività da remoto.
Nel 2021 è stato siglato un nuovo accordo sindacale che prevede totale flessibilità ed è basato sui principi di fiducia e responsabilità: non esiste un limite di giorni di Smart Working a settimana o al mese. I dipendenti si organizzano in piena autonomia e possono lavorare da remoto anche cinque giorni a settimana, senza pianificazione né approvazione preventiva da parte del manager. Il responsabile può richiedere la presenza in ufficio, ma solo con motivazione specifica. Circa l’80% dei white collar è coinvolto nell’iniziativa, mentre restano esclusi i profili con mansioni che non possono essere svolte a distanza, come, per esempio, i tecnici di produzione e i tecnici di laboratorio.
L’organizzazione incoraggia la presenza solo quando apporta un reale valore alle persone e alle attività svolte. A seguito dell’introduzione di questo modello basato sulla flessibilità e sull’autonomia, si è creato un equilibrio naturale: mediamente le persone lavorano da remoto circa 3 giorni a settimana e oltre il 95% dei dipendenti si reca in ufficio almeno una volta a settimana. Tra coloro che lavorano più spesso a distanza, molti scelgono questa modalità a causa di importanti carichi di cura nei confronti dei propri familiari.
Le policy non prevedono vincoli sul luogo da cui svolgere lo Smart Working, purché sia in Italia, garantisca la sicurezza dei dati e ci si connetta con una rete wi-fi. L’orario di lavoro è flessibile: i dipendenti possono organizzare la propria giornata lavorativa tra le 7:00 e le 20:00, oltre che anticipare o posticipare (recuperandole successivamente) le ore giornaliere previste da contratto. L’Azienda prevede inoltre la possibilità di organizzare la settimana lavorativa su quattro giorni o di gestire l’eventuale extra lavoro concentrando il recupero in una singola giornata. L’unico vincolo è il raggiungimento degli obiettivi e il mantenimento dell’efficienza organizzativa.
I vertici dell’organizzazione hanno spinto perché la policy regolasse anche il diritto alla disconnessione. Tra le 20:00 e le 7:00 del giorno successivo, nonché nei giorni festivi, non è consentito inviare e-mail, per evitare che le scelte individuali e la possibilità di scegliere quando poter lavorare impattino sulla vita privata dei colleghi.
Fater ha inoltre introdotto, con una sperimentazione, le ferie libere, abolendo il meccanismo delle ferie maturate: ciascuno può prendere i giorni liberi di cui ha bisogno. L’iniziativa coinvolge tutta la popolazione aziendale impiegatizia e dirigenziale oltre agli operai con orario in giornaliero. Questa soluzione ha riscosso grande apprezzamento: il 90% ha usufruito di più giorni rispetto a quelli dovuti e il 20% quasi del doppio, senza alcuna ricaduta negativa sulla produttività o sui risultati aziendali.
Per i turnisti, esclusi dallo Smart Working, sono state previste 17 giornate di riposi a disposizione dei lavoratori per compensare il carico di lavoro dovuto dai turni notturni e 3 ulteriori giorni per chi ha superato i 50 anni di età e 6 giornate per gli over 60.
Per quanto riguarda la dotazione tecnologica, i dipendenti dispongono di laptop e smartphone aziendali per lavorare anche da remoto. Contestualmente all’introduzione di nuovi strumenti di collaborazione e networking, sono stati organizzati corsi di formazione dedicati. L’azienda ha inoltre introdotto strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale Generativa, incoraggiando le persone a sfruttare appieno queste tecnologie per liberare tempo da reinvestire in formazione o in tempo per sé stessi.
L’azienda ha inoltre lavorato sul fronte degli spazi di lavoro per renderli attrattivi, con l’obiettivo di trasformare l’ufficio in un luogo di incontro che favorisca lo sviluppo di relazioni tra le persone. Nel 2020, poco prima dell’inizio del lockdown, Fater ha completato il trasferimento nell’attuale campus, lasciando la sede precedente, disposta su più piani e con uffici che presentavano una configurazione tradizionale.
Il campus nasce come un open space; nessuno dispone di uffici chiusi, le postazioni, in grado di accogliere il 100% dei dipendenti, sono libere, mentre è possibile prenotare le sale riunione. Sono presenti numerose aree per il relax, la socializzazione e gli incontri informali, tra cui un bar, spazi con strumenti musicali, un parco e una zona ricreativa, con giochi come il biliardino e il ping-pong. L’organizzazione prevede la possibilità per le persone di portare in ufficio figli o animali domestici. Inoltre, durante l’orario di lavoro il campus ospita attività extra lavorative come corsi di pilates e pittura, aperti a tutti i dipendenti.
L’introduzione del nuovo modello di Smart Working è stata supportata da un percorso di formazione continua, che ha previsto incontri, workshop e attività di change management, volti a superare le resistenze iniziali di dipendenti e manager. La sfida principale per l’azienda è quella di far comprendere e adottare pienamente il lavoro per obiettivi. Oggi la cultura dello Smart Working è sostanzialmente omogenea in tutta l’organizzazione e il lavoro per obiettivi risulta ben assimilato dai collaboratori. Nonostante ciò, l’organizzazione continua a svolgere iniziative legate a questi temi. La funzione HR monitora costantemente l’utilizzo dello Smart Working, attraverso survey e focus group dedicati a tematiche verticali, per individuare criticità, aree di intervento e opportunità di miglioramento.
I BENEFICI
Lo Smart Working in Fater è molto apprezzato e utilizzato dai dipendenti, tanto che il 90% delle persone lo riconosce come un benefit. Dalle annuali rilevazioni di clima aziendale emergono livelli di soddisfazione estremamente positivi e molte persone indicano il modello adottato come un valore aggiunto dell’organizzazione.
Grazie a questa iniziativa, l’azienda ha osservato una riduzione dell’assenteismo e ha aumentato la propria attrattività, riuscendo ad assumere di talenti anche da località lontane attraverso la possibilità di lavorare in full remote working. Sul fronte della produttività non si sono riscontrati cali: al contrario, le performance e i risultati di business sono risultati molto positivi.
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