Future of Work: lo Smart Working in Baker Hughes
L’ORGANIZZAZIONE
Baker Hughes è un’azienda di tecnologia al servizio dell’energia che fornisce soluzioni per i clienti dell’energia e dell’industria in tutto il mondo. Con business in oltre 120 Paesi, progetta, produce e consegna soluzioni tecnologiche all’avanguardia per i clienti portando avanti l’energia, rendendola più sicura, pulita ed efficiente per le persone e per il pianeta, rendendo possibile la transizione energetica. In Italia, Baker Hughes opera principalmente attraverso Nuovo Pignone, con 5.000 dipendenti e stabilimenti a Firenze, Massa, Avenza (Carrara), Bari, Vibo Valentia, Talamona (Sondrio), Casavatore (Napoli) e Cepagatti (Pescara). L’Italia rappresenta per il gruppo il centro di eccellenza a livello mondiale per le attività di ricerca, sviluppo e produzione di turbine e compressori, pompe, valvole e servizi ad essi correlati per il mercato dell’energia.
LE ESIGENZE
Baker Hughes sponsorizza da sempre lo Smart Working, modalità di lavoro attiva in Italia già dal 2010 grazie ad un accordo sindacale che ha permesso flessibilità e instaurazione di un rapporto di fiducia tra azienda e dipendenti. Facendo tesoro dell’ulteriore esperienza di lavoro da remoto in pandemia, Baker Hughes ha sviluppato il progetto Future of Work per reimmaginare e ridisegnare i processi e gli spazi lavorativi per supportare un nuovo modo di lavorare basato su alcuni concetti chiave: accoglienza, collaborazione, sostenibilità, innovazione e produttività.
LA SOLUZIONE IMPLEMENTATA
Antecedentemente alla pandemia lo strumento dello Smart Working era già utilizzato all’interno dell’azienda. Con l’emergenza, fino al il 95% della forza lavoro ha lavorato da remoto, cosa che ha permesso di cogliere i benefici sia a livello personale, con un miglioramento del benessere e del work-life balance dei dipendenti, che organizzativo, con le performance aziendali rimaste invariate. L’organizzazione ha quindi cominciato a pensare come sarebbe cambiato il modo di lavorare una volta finita la pandemia e come gli spazi lavorativi potevano facilitare il cambiamento culturale. È stata quindi avviata una fase di analisi, intervistando il leadership team per capire la loro idea del modo di lavorare del futuro e coinvolgendo tutti i dipendenti, raccogliendo feedback tramite survey, focus group e workshop tematici ed organizzando un progetto pilota che mirava a sperimentare i nuovi modi di lavorare in quattro diverse funzioni dell’azienda. L’analisi si è estesa anche ad un benchmark con aziende dello stesso e di altri settori e con uno studio specifico sulle aspettative lavorative di Millennial e GenZ, contattati tramite le Università. Dall’analisi dei dati raccolti è nato il progetto Future of Work, attualmente in vigore nel campus di Firenze ma che si prevede di estendere anche ad altre sedi. Il progetto si basa sul principio di estrema flessibilità, lasciando a ciascun dipendente la possibilità di gestire in autonomia le modalità e orari di lavoro, garantendo il raggiungimento degli obiettivi. Per tutto il personale abilitato è stata rimossa la timbratura del cartellino, con conseguente eliminazione del pagamento di straordinari, a fronte però della possibilità di ferie e permessi illimitati: ogni dipendente, oltre alle giornate di ferie previste per legge, può fare richiesta di giorni aggiuntivi senza alcun limite, previa autorizzazione del proprio responsabile. Per introdurre una logica di flessibilità così importante è stato necessario implementare un attento sistema di monitoraggio dei risultati e degli obiettivi. Per questo l’azienda ha messo in atto un processo denominato “performance development”: ad ogni lavoratore vengono indicati dei risultati operativi misurabili, quantitativi e anche alcuni traguardi di sviluppo personale, più qualitativi. Quindi a ciascuno vengono indicati alcuni suggerimenti su come conseguire tali propositi e, tramite un monitoraggio costante, vengono regolarmente forniti feedback costruttivi per assicurarsi il loro raggiungimento. L’aspetto tecnologico rappresenta un importante aspetto abilitatore del progetto. Infatti, è stato fatto uno sforzo notevole sia per dotare i dipendenti di tutti i dispositivi necessari (laptop, mobile, webcam, docking base, hearphones, Modem 4g USB, tool per ergonomia), sia per riorganizzare la sede dotandola di spazi e tecnologie che permettessero una collaborazione in modalità ibrida e facilitassero la comunicazione e interazione anche a distanza, permettendo la massima inclusione di tutti i dipendenti. Anche gli spazi hanno subito dei cambiamenti importanti perché si adattassero al meglio alle nuove modalità di lavoro e ne facilitassero l’adozione. Per questo sono stati previsti diversi rinnovamenti. Innanzitutto, sono state ridisegnate le postazioni di lavoro, per cui non è più prevista una corrispondenza 1:1 per ciascun dipendente, in scrivanie non più fisse ma prenotabili tramite app in ottica desk sharing. Gli spazi interni sono stati rivisti in ottica activity based, prevedendo l’inserimento di working station per svolgere la propria attività in open space, phone booth e sale meeting. In secondo luogo, è stato necessario introdurre dei nuovi luoghi dedicati alla socializzazione, così da poter dare un nuovo valore all’esperienza di lavoro in ufficio. A questo fine è stata costruita una piazza all’interno degli spazi verdi aziendali, ideale per favorire gli scambi e la comunicazione fra colleghi, anche di diverse unità. Nel cortile interno aziendale sono state inoltre predisposte nuove sale meeting con pareti vetrate, realizzate per sfruttare al meglio la luce naturale e il contatto con la natura. Tutto il nuovo design è impostato alla progettazione inclusiva. Grazie alla collaborazione con uno studio di architettura e con le associazioni rappresentanti vari tipi di disabilità (motorie, visive, uditive e cognitive), sono stati progettati diversi interventi per massimizzare l’inclusività degli spazi. Infine sono stati realizzati provvedimenti specifici in ottica di inclusione: bagni neutri, stanze per allattamento, parcheggi rosa, nuovi percorsi interni con abbattimento delle barriere architettoniche, predisposizione del percorso pedo tattile all’interno del Campus. Alcune di queste iniziative derivano dai feedback forniti dagli otto ERG (employees resource groups) presenti in Italia, coinvolti stabilmente per implementare politiche/iniziative atte a favorire l’inclusività. In parallelo l’azienda si è mossa per realizzare un cambiamento culturale dei dipendenti. Uno dei principali interventi in ottica di change management è stato quello di organizzare un pilota con 100 dipendenti, che hanno svolto una giornata di brainstorming per definire le attività specifiche di ogni ruolo e hanno adottato uno schema condiviso in tale fase nelle 6 settimane successive. Durante il progetto le persone hanno fornito più di 700 indicazioni su come migliorare certe attività e quali erano gli effetti sui KPIs individuati (Performance, Sostenibilità, Inclusione e Produttività). Come risultato dell’iniziativa sono stati individuati degli “enablers” (facilitatori) con il compito di monitorare e supportare la corretta gestione delle nuove modalità di lavoro. L’azienda ha previsto inoltre delle iniziative volte alla formazione come: il coinvolgimento del top management in un pilot dedicato a sperimentare e promuovere i nuovi modi di lavorare e l’implementazione di corsi specifici per tutta la popolazione aziendale riguardo la misurazione del lavoro tramite obiettivi e la salvaguardia del proprio benessere (ad es. yoga, meditazione, nutrizione, …). Infine, durante la pandemia è stata implementata una comunicazione aziendale dedicata, portata avanti ancora oggi, che prevede un virtual meeting mensile in cui vengono illustrate le principali novità in termini HSE, HR e Future of Work e in cui tutti i dipendenti possono liberamente esprimere le proprie idee e riflessioni mantenendo quindi un clima aperto e di fiducia all’interno dell’organizzazione.
I BENEFICI
Tra i benefici aziendali è stato misurato un notevole incremento della produttività, che ha registrato un +10%. Il costante confronto e dialogo per la condivisione di feedback, unito all’erogazione di survey ad hoc, mettono in luce il gradimento dell’iniziativa da parte dei dipendenti. L’azienda ha inoltre calcolato i benefici in termini di sostenibilità ambientale dell’iniziativa: il progetto Future of Work porterà ad un abbattimento totale di circa 900 tonnellate di CO2. Tale valore rappresenta circa il 3% delle emissioni totali dello stabilimento di Firenze. Il progetto è inoltre fortemente orientato al rafforzamento della collaborazione con la Comunità locale in cui operiamo come, per esempio, con il coinvolgimento di studenti di scuole superiori e Università del territorio in diversi progetti che riguardano il Campus.
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Martina Vertemati
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