Fondazione Don Carlo Gnocchi
LA FONDAZIONE
La Fondazione Don Gnocchi svolge le proprie attività in regime di accreditamento, privato sociale e privato integrativo, in 28 strutture residenziali e circa 30 ambulatori, organizzati in quattro aree territoriali e diffusi in nove regioni italiane. Dispone di circa 3.700 posti letto accreditati, si avvale di 6.050 operatori tra personale dipendente e collaboratori professionali e assiste in media oltre 9.200 persone ogni giorno.
L’ESIGENZA
L’emergenza Covid ha dato impulso allo sviluppo di modelli che permettessero di dare continuità ai percorsi di riabilitazione, operando in condizioni di sicurezza per il paziente. Regione Lombardia, inoltre, ha introdotto la possibilità per gli enti erogatori, tramite il DGR XI/1046/2018, di presentare progetti sperimentali di Tele-riabilitazione. Il progetto di Tele-riabilitazione della Fondazione nasce dunque con l’obiettivo di verificare la fattibilità di erogare prestazioni di riabilitazione neuromotoria da remoto attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali, misurandone gli impatti attraverso opportuni indicatori e operando in regime di accreditamento con il sistema sanitario regionale. Il progetto si propone, quindi, di migliorare le modalità classiche di erogazione dei servizi di riabilitazione, mantenendo elevati livelli di sicurezza nella ricerca del risultato clinico predefinito; non si pone, invece, l’obiettivo di sostituire il progetto riabilitativo individuale, ma di integrarlo.
IL PROGETTO E LA SOLUZIONE IMPLEMENTATA
Il progetto prevede l’erogazione, direttamente al domicilio del paziente, di sedute riabilitative attraverso un ambiente di realtà virtuale, con il terapista collegato da remoto in videochiamata. Il paziente ha in dotazione: un sensore di rilevazione del movimento; una webcam con microfono; un mini-PC, da collegare al televisore di casa, su cui risiedono i software per gli esercizi e il software per la gestione della videocomunicazione; un modem dotato di opportuna connettività internet per rilevare i segnali provenienti dai sensori e dal sistema audio-video e trasmetterli in tempo reale al terapista. La postazione dell’operatore, invece, è costituita da un computer con schermo touch dotato di webcam, microfono e altoparlanti. Dalla postazione il terapista può controllare in tempo reale la corretta esecuzione dell’esercizio. Il protocollo di sperimentazione prevede i seguenti passaggi: valutazione dei criteri di inclusione e assessment iniziale, attraverso la misura di scale cliniche; formazione del paziente (e del caregiver) per utilizzare il sistema; definizione degli esercizi riabilitativi personalizzati in base alle caratteristiche del singolo paziente; installazione del sistema al domicilio del paziente; esecuzione delle sessioni di Tele-riabilitazione cinque volte a settimana per quattro settimane; assessment finale, attraverso la misura di scale cliniche.
I RISULTATI
Fino all’inizio di marzo 2021 sono stati reclutati 28 pazienti e sono stati erogati oltre 500 trattamenti. I risultati preliminari dimostrano elevati livelli di compliance e di gradimento da parte dell’utenza, soprattutto relativamente all’usabilità (con un punteggio medio sulla scala System Usability Scale di 97/100). Il progetto ha durata annuale e ha come target due aree specialistiche: quella neurologica-riabilitativa e quella ortopedica-riabilitativa. Per valutare gli esiti clinici sono state scelte scale specifiche, come EQ-5D-5L (relativa alla qualità della vita) e l’indice di Barthel per monitorare gli effetti delle sedute sul livello di autonomia del paziente. In periodo di pandemia, il progetto ha permesso ai pazienti di iniziare, o proseguire, l’attività di riabilitazione nel contesto del proprio domicilio evitando l’esposizione al rischio di contagio da Covid-19. L’esperienza maturata nell’ambito del progetto ha, inoltre, consentito di attivare ulteriori progetti di Tele-riabilitazione nell’ambito dei servizi di RSA Aperta e della Neuropsichiatria Infantile.
GLI SVILUPPI FUTURI
Dal punto di vista tecnologico, è prevista l’integrazione di ulteriori sensori utili a monitorare i parametri vitali del paziente durante gli esercizi (ad esempio, pulsossimetro e sfigmomanometro). La sperimentazione sul campo permetterà inoltre di valutare la possibilità di inserire il servizio di Tele-riabilitazione tra le unità di offerta della Fondazione.
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