I processi produttivi e i servizi correlati alle attività spaziali sono da sempre stati dominati da un grado di complessità e interconnessione molto elevato. Questa caratteristica dell’industria si è accentuata ulteriormente nel momento in cui, a partire dai primi anni 2000, il mercato si è aperto agli attori privati, che fino a quel momento non erano mai stati coinvolti.

In questo articolo, redatto attraverso la Ricerca dell’Osservatorio Space Economy della POLIMI School of Management, esploreremo come la catena del valore della Space Economy sta trasformando il panorama industriale globale.

La catena del valore della Space Economy: Upstream, Downstream, EndUser

Per capire come funziona la catena del valore della Space Economy, possiamo dividerla in tre segmenti principali, quali Upstream, Downstream e End User.

Upstream

Questo segmento comprende le imprese che sono coinvolte nella progettazione e costruzione di satelliti e lanciatori, produzione di componenti per infrastrutture spaziali, e attività correlate al lancio. Queste aziende sono caratterizzate da un’alta intensità tecnologica e di capitale, con la conseguente presenza di alte barriere all’ingresso.

Downstream

Compongono il Downstream tutte le realtà che sviluppano applicazioni e servizi basati sui dati spaziali, come ad esempio analisi e distribuzione di dati satellitari o servizi applicativi basati su queste informazioni. In questo segmento sono spesso coinvolte anche PMI e settori non-spazio, come le società di consulenza.

End User

Sono End User le aziende che non fanno tradizionalmente parte del settore spaziale, ma sono coloro che chiudono la catena del valore utilizzando direttamente i dati, i servizi o le applicazioni ottenuti attraverso le attività spaziali. Queste sono le imprese che generano e trainano la domanda per i servizi legati alle applicazioni spaziali, e possono essere diversi tipi di attori, come governi e istituzioni pubbliche, aziende private operanti in vari settori come quello assicurativo, agricolo, energetico o logistico, ed infine gli stessi cittadini e consumatori, che con servizi come il GPS diventano utilizzatori finali di questi servizi.

Nuove frontiere della Space Economy: lo Space as a Service

Con il passare del tempo e la continua crescita del settore, i vari segmenti della catena del valore spaziale stanno cominciando a distaccarsi dal classico modello di business delle industrie manifatturiere, virando invece verso un approccio al mercato in cui i servizi sono il fulcro delle attività economiche.

Questo nuovo modello, chiamato Space as a Service (SaaS), rappresenta una vera rivoluzione nel settore spaziale: invece di vendere satelliti o tecnologie, le aziende offrono direttamente l’accesso ai servizi che questi strumenti possono fornire.

Il fenomeno della servitizzazione sta prendendo sempre più piede nel settore spaziale, offrendo al mercato una serie di servizi che possono essere personalizzati e scalati in base alle esigenze del cliente. Il modello Space as a Service, infatti, rende lo spazio accessibile anche a chi non può permettersi di costruire e lanciare propri satelliti.

Alcuni esempi famosi sono SpaceX Starlink, che offre servizi di comunicazione grazie a una rete di satelliti in orbita LEO, o Planet Labs che, tramite un abbonamento mensile, permette ai clienti di accedere a immagini satellitari ad alta risoluzione. La servitizzazione, inoltre, sta prendendo piede anche in altri segmenti del mercato spazio, come i lanci spaziali o la manutenzione e il conseguente recupero dei satelliti in orbita.

Spin-in e Spin-out: lo scambio tecnologico tra settore spaziale e altri settori

Nel corso degli anni c’è stato anche un cospicuo scambio di tecnologie e innovazioni tra le aziende spazio e quelle di altri settori. Questi processi, a seconda della direzione, prendono il nome di Spin-in e Spin-out.

Lo Spin-in si verifica quando soluzioni di altri settori vengono adattate per essere introdotte nel settore spazio, come l’utilizzo di materiali tradizionalmente usati per il settore automobilistico o delle tecnologie del settore delle telecomunicazioni per migliorare la connettività tra satelliti.

Lo Spin-out, invece, è il processo opposto: in questo caso le tecnologie sviluppate nell’ambito spaziale vengono adottate anche in altri settori. Alcuni esempi famosi sono il GPS, originariamente nato per l’uso militare e presente in ogni dispositivo mobile, e i sensori di monitoraggio della salute degli astronauti in missione, che hanno efficientato notevolmente il settore della telemedicina.

Quando un’innovazione cambia tutto (e quando complica le cose)

Questa interconnessione implica anche che, qualora si presentasse un’innovazione tecnologica importante a un qualsiasi livello della filiera, impatterebbe sull’intera catena del valore, cambiando completamente le carte in tavola per ogni attore coinvolto. Un esempio del fenomeno è stato l’introduzione del Falcon 9 di SpaceX, che a partire dal 2015 ha cambiato completamente il settore grazie alla sua riutilizzabilità. Questa innovazione ha significativamente ridotto i costi di acceso allo spazio (circa del 70%), e ha impattato non solo i produttori di satelliti e infrastrutture spaziali, che hanno potuto mettere in orbita i loro prodotti a un costo molto minore, ma anche le aziende Downstream, con la democraticizzazione dell’accesso ai dati spaziali e il significativo aumento di costellazioni commerciali, e gli End Users, che hanno potuto avere accesso a diversi servizi con costi decisamente minori, come ad esempio l’internet satellitare.

La democraticizzazione dello spazio, però, non ha solo portato implicazioni positive per i vari componenti della catena del valore. Il vertiginoso aumento di infrastrutture spaziali in orbita, in particolare satelliti, ha portato a una crescente congestione delle orbite terrestri, in particolare in LEO (Low Earth Orbit), sollevando il problema della gestione dei detriti spaziali, comunemente chiamati Space Debris. In questa situazione le aziende operanti nell’Upstream presentano la necessità di prevenire collisioni e introdurre sistemi efficaci di deorbitazione.

La crescita della Space Economy: dinamiche, attori e opportunità per le imprese

Abbiamo visto come la Space Economy, soprattutto grazie all’ingresso di attori privati, sia diventato uno dei settori industriali più dinamici e strategici nel panorama mondiale. La sua catena del valore è in continua evoluzione, grazie soprattutto all’innovazione, alla crescente concorrenza e alle sempre più frequenti collaborazioni con agenzie in primis ma anche tra aziende private. In questo contesto risulta fondamentale la domanda di aziende End Users, che in Italia si stanno avvicinando sempre di più ai servizi e le opportunità offerte da questo settore.

Secondo l’indagine condotta dell’Osservatorio Space Economy, nel 2024 sono aumentate di 25 punti percentuali le aziende non spazio che dichiarano di aver sentito parlare di Space Economy (85%), con il 21% che sta valutando l’impatto che lo spazio può avere per il proprio business (+8 p.p.), anche se le iniziative avviate da imprese non-space restano molto limitate, pari al 7%.

È infine importante sottolineare come le aziende che stanno mostrando il maggiore interesse per la Space Economy sono quelle che stanno facendo i maggiori investimenti nelle tecnologie digitali. In altre parole, più il digitale è visto come una risorsa strategica per un’impresa, maggiore è l’importanza attribuita alla Space Economy.

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