Il mondo finanziario sta vivendo una trasformazione epocale guidata dall’Open Finance, un paradigma che va ben oltre i confini tradizionali dell’Open Banking. Questo nuovo approccio all’innovazione aperta nel settore finanziario sta ridefinendo completamente il modo in cui aziende di diversi settori – dalle Utilities ai Retailer, dalle BigTech alle startup – si approcciano ai servizi finanziari e assicurativi.

Con l’expertise dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della POLIMI School of Management, esploriamo questo fenomeno che sta plasmando il futuro della finanza digitale e della competizione allargata.

Cos’è l’Open Finance

L’Open Finance consiste nell’applicare l’Open Innovation (innovazione aperta) al settore finanziario e assicurativo, con l’obiettivo di catturare tutte le opportunità di business derivanti dal ricorso a risorse (idee, competenze, dati, ecc.) esterne all’azienda.

L’Open Finance nasce dal concetto di Open Banking, che a sua volta prevede che le informazioni finanziarie dei clienti debbano poter essere da loro fruite liberamente. L’Open Finance, però, rappresenta un concetto più olistico, che parte dall’idea di Open Banking e poi si evolve per abbracciare e includere anche attori meno tradizionali. Non solo banche dunque, ma anche startup, BigTech, case automobilistiche, Retailer, Utility.

Tuttavia, l’espressione di “Open Banking” è limitante, in quanto apertura e innovazione sembrerebbero circoscritte al solo mondo bancario. Per questo l’Osservatorio Fintech e Insurtech ha coniato il termine “Open Finance”. Tale espressione suggerisce infatti come il cambiamento riguardi l’innovazione finanziaria a 360 gradi e apra le porte a nuovi attori, provenienti da diversi settori.

Quindi, mentre l’Open Banking si concentra principalmente sulla condivisione di dati e servizi bancari tradizionali, l’Open Finance abbraccia un concetto più olistico e inclusivo. Questa evoluzione coinvolge attori meno tradizionali: startup, BigTech, case automobilistiche, Retailer, Utility.

Le caratteristiche distintive dell’Open Finance

L’Open Finance si distingue per diverse caratteristiche fondamentali che lo rendono un paradigma rivoluzionario per il settore finanziario.

L’interconnessione tra ecosistemi diversi rappresenta il pilastro principale di questo approccio: non si tratta più di operatori che lavorano in silos isolati, ma di un network collaborativo dove banche, fintech, aziende tecnologiche e imprese di settori tradizionali condividono risorse e competenze.

La standardizzazione dei dati e delle interfacce costituisce un’altra caratteristica essenziale dell’Open Finance. Attraverso protocolli comuni e API standardizzate, diventa possibile creare un linguaggio condiviso che facilita l’integrazione tra sistemi diversi. Questo approccio permette di superare le barriere tecnologiche che tradizionalmente hanno limitato la collaborazione tra attori del settore finanziario.

L’orientamento al cliente rappresenta il fulcro dell’Open Finance. Il consumatore finale mantiene il controllo totale sui propri dati finanziari, decidendo autonomamente quali informazioni condividere, con chi e per quali finalità. Questo principio di customer centricity trasforma il cliente da semplice utilizzatore di servizi a protagonista attivo dell’ecosistema finanziario.

Le tecnologie abilitanti dell’Open Finance

L’Open Finance si basa su un insieme di tecnologie innovative che rendono possibile la creazione di ecosistemi finanziari aperti e interconnessi. Vediamo di seguito le principali.

API

Le API (Application Programming Interface) rappresentano l’infrastruttura fondamentale che consente a sistemi diversi di comunicare e scambiare dati in modo sicuro e standardizzato. Queste interfacce permettono l’integrazione tra piattaforme diverse, creando un tessuto connettivo digitale che unisce attori precedentemente isolati.

Blockchain

La tecnologia blockchain sta emergendo come elemento chiave per garantire trasparenza e sicurezza nelle transazioni dell’Open Finance. La sua natura distribuita e immutabile offre garanzie di integrità dei dati e tracciabilità delle operazioni, elementi essenziali per costruire la fiducia necessaria in un ecosistema aperto.

Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale e il Machine Learning svolgono un ruolo cruciale nell’analisi dei dati finanziari condivisi. Questi strumenti permettono di estrarre insight preziosi dalle grandi quantità di informazioni che circolano nell’ecosistema dell’Open Finance, abilitando servizi personalizzati e decisioni più informate.

Cloud Computing

Il Cloud Computing fornisce l’infrastruttura scalabile necessaria per supportare l’Open Finance. Le piattaforme della “nuvola” permettono di gestire volumi elevati di dati e transazioni, garantendo al contempo flessibilità e riduzione dei costi operativi per tutti gli attori coinvolti.

I vantaggi dell’Open Finance per tutti gli stakeholder

L’adozione dell’Open Finance genera benefici significativi per tutti gli attori dell’ecosistema finanziario e per i consumatori:

  • servizi personalizzati: i consumatori accedono a prodotti finanziari su misura grazie all’analisi integrata dei loro dati;
  • visione finanziaria unificata: possibilità di aggregare informazioni da diverse fonti per una gestione olistica del patrimonio;
  • controllo dei dati: i clienti decidono autonomamente quali informazioni condividere e con chi;
  • nuovi mercati: le banche tradizionali possono raggiungere segmenti di clientela precedentemente inaccessibili;
  • innovazione accelerata: le partnership tra attori diversi stimolano lo sviluppo rapido di soluzioni innovative;
  • riduzione barriere: le startup possono competere efficacemente accedendo a infrastrutture e dati prima riservati alle grandi istituzioni;
  • diversificazione dell’offerta: aziende di settori non finanziari possono integrare servizi bancari e assicurativi nel loro business;
  • efficienza del sistema: la concorrenza allargata riduce i costi operativi e migliora la qualità dei servizi;
  • trasparenza aumentata: le API standardizzate garantiscono maggiore chiarezza nelle operazioni finanziarie;
  • inclusione finanziaria: l’Open Finance facilita l’accesso ai servizi finanziari per segmenti precedentemente esclusi.

Open Finance e la normativa PSD2

La PSD2 (acronimo di Payment Service Directive 2), in vigore dal 14 settembre 2019, è la direttiva europea sui servizi di pagamento. Questa normativa ha accelerato l’apertura e la creazione di interazioni tra banche e attori esterni e posto quindi l’accento sul fenomeno dell’Open Banking.

Gli effetti della PSD2 sul panorama bancario e finanziario

La PSD2 ha avuto il grande merito di aver spinto tutte le banche europee ad avviare l’apertura verso l’esterno. All’atto pratico, con questa normativa europea le banche sono obbligate dal regolatore ad aprire le proprie API (Application Programming Interface). Attraverso questa tecnologia, previo consenso dei propri clienti, le banche sono tenute a condividere i dati degli stessi con terze parti. Un passaggio che viene identificato, innanzitutto, con l’Open Banking.

Gli effetti sono stati tangibili. Di seguito sono elencati i principali:

  • i Consigli di amministrazione di molte banche europee hanno iniziato a occuparsi di Open Innovation;
  • tante banche hanno iniziato a lavorare sulle API, strumento fondamentale nell’era digitale;
  • molti istituti finanziari hanno allocato dei budget legal per gestire la PSD2(anche se la PSD2 prima di essere un tema legale o tecnologico è un tema di business);
  • moltissime startup e alcuni attori non bancari (ad esempio alcuni Retailer) hanno cercato di sfruttarne le implicazioni di business.

Open Finance vs PSD2 e Open Banking: tre differenze strategiche

L’Open Banking, in realtà, non è vera Open Innovation. La cosiddetta Open Finance Journey indica infatti il percorso che consente di introdurre l’Open Innovation in modo efficace in un operatore del mondo finanziario. Si tratta di un aspetto fondamentale per poter competere nel nuovo mondo plasmato dai recenti cambiamenti, tecnologici e non.

Partiamo da tre punti che evidenziano come mai l’Open Banking e, a maggior ragione, la sola PSD2 non sono sufficienti per introdurre l’Open Finance.

Innovation pianificata

In primo luogo, l’apertura ragionata ad altri attori che possono portare innovazione all’interno di un’impresa non può essere spinta solo da un fattore normativo. L’innovazione deve essere un processo strategico pianificato per rendere più competitive le aziende nel lungo periodo, anche attraverso modelli strategici che supportino l’innovazione, quali il Design Thinking o la Blue Ocean Strategy, ma non solo. A maggior ragione in una fase di così rilevante discontinuità competitiva come quella attuale portata dall’Innovazione Digitale.

Finance a 360 gradi

In seconda battuta, l’innovazione non deve essere limitata ai soli servizi bancari di conto corrente e di pagamento, ma applicata a tutti i servizi finanziari. Ciò a partire da quelli di gestione dei patrimoni o di intermediazione finanziaria, che sono i più contigui, ma anche quelli più “innovativi” e non prettamente bancari, come la strong authentication, i nuovi servizi assicurativi o tutto l’open commerce.

Open davvero

Infine, il processo innovativo deve coinvolgere tutti gli attori che gravitano intorno al mondo finanziario. L’Open Innovation non si fa solo con le startup, ma con i propri clienti (aziendali o consumer), con le università, gli incubatori, ecc. A questo riguardo, proprio per la staticità del mondo bancario, sono centinaia le aziende non finance a livello mondiale che stanno sviluppando servizi finanziari non strettamente collegati con il proprio core business. Non a caso, si parla sempre più di competizione finanziaria allargata.

FIDA, la proposta di regolamentazione dell’Open Finance

Anche in base a questi spunti, la Commissione Europea ha avanzato diverse proposte per promuovere lo sviluppo dell’Open Finance in Europa, al di là di quanto previsto dalla sola PSD2. La Commissione ha adottato il 24 settembre 2020 un pacchetto finanziario digitale (Digital Finance Package), che comprendeva una strategia finanziaria digitale e proposte legislative su diversi temi. L’obiettivo era quello di rendere il settore finanziario dell’UE competitivo e dare ai consumatori accesso a prodotti finanziari innovativi, garantendo al contempo protezione dei consumatori e stabilità finanziaria.

Tra le principali priorità legate all’Open Finance vi era la specifica promozione di una finanza data-driven, vale a dire basata sui dati e sulla loro circolazione.

Successivamente, il 28 giugno 2023 la Commissione ha presentato una proposta legislativa per un framework di accesso ai dati finanziari, denominato FIDA (Financial Data Access). Questo framework si propone di stabilire in modo semplice e chiaro diritti e obblighi per gestire la condivisione dei dati dei clienti nel settore finanziario al di là dei conti di pagamento. Tra gli elementi che verranno stabiliti vi sono:

  • possibilità, ma non obbligo, per i clienti di condividere i propri dati finanziari terze parti;
  • obbligo per i titolari dei dati dei clienti di rendere tali dati disponibili a terze parti, su richiesta del cliente;
  • pieno controllo da parte dei clienti su chi accede ai propri dati e per quale scopo;
  • standardizzazione dei dati dei clienti e delle interfacce tecniche.

I dati menzionati nella proposta vanno ben oltre quelli di pagamento, interessando in modi diversi dati legati al credito, agli investimenti, alle assicurazioni e a tutti i servizi finanziari.

Open Finance e competizione allargata

Così come attori del mondo finanziario e assicurativo stanno rivolgendo la propria offerta a nuovi mercati, allo stesso modo l’offerta di servizi finanziari non è esclusiva di attori di questo settore. Uno dei principali fini della PSD2, d’altronde, è proprio di quello di facilitare e incentivare la competizione nel settore finanziario.

Open Finance in Europa: i settori coinvolti

L’Osservatorio Fintech & Insurtech in una sua ricerca ha mappato aziende di oltre 12 settori non finanziari (Agrifood, Oil&Gas, Tech Companies, Automotive, Utilities, Retail, Food Service, Transport, Telecommunication, Real Estate, Travel e Sport ed Entertainment) che hanno avviato in vari casi servizi finanziari non rivolti unicamente ai propri clienti. Si spazia da sistemi di pagamento innovativi proposti da Utilities come Enel o Sorgenia, alle assicurazioni viaggio offerte da attori come Booking e Costa Crociere, o ancora alle carte di pagamento offerte da fornitori di carburante come ENI.

Soffermandoci sui quattro settori più rilevanti, cioè TechAutomotiveUtilities e Retail, in una sua Ricerca l’Osservatorio ha rilevato come prevalga l’offerta di servizi assicurativi, seguiti da prestiti e finanziamenti e pagamenti e trasferimenti.

Nel settore Utilities, in particolare, quasi tutti gli attori considerati nell’indagine offrono almeno una soluzione assicurativa. Questa può essere legata ai sistemi di fornitura di gas o energia, o includere coperture più varie (ad esempio assicurazioni sugli infortuni o sulla casa). Il Retail, invece, è il settore in cui sono più diffusi i servizi di pagamento e trasferimento, rappresentati ad esempio da carte di credito come quelle offerte da Auchan.

L’Open Finance in Europa e la diffusione delle piattaforme software

Anche a livello internazionale, sono diverse le iniziative emergenti orientate verso una logica di Open Finance. Sono consorzi, innovation hub, aziende e in particolare modo le piattaforme software ad abilitare e supportare – anche a livello tecnologico – le interazioni e le collaborazioni tra i diversi attori.

A tal proposito, lo stesso Osservatorio ha individuato e analizzato ben 48 piattaforme software presenti nell’Unione Europea.

Tali piattaforme permettono in modo più agevole lo scambio di dati ed elaborazioni, l’attivazione di servizi, la creazione di ecosistemi di collaborazione tra attori diversi e, allo stesso tempo, sono anche aggregatori di idee innovative grazie all’ecosistema che abilitano. Si tratta quindi di uno dei principali strumenti in grado di abilitare l’Open Finance Journey, e quindi quel percorso auspicabile prima accennato di Open Finance in grado di concretizzarsi con l’innovazione finanziaria continuativa.

Verso il futuro dell’Open Finance

L’evoluzione dall’Open Banking all’Open Finance rappresenta un cambiamento culturale che richiede visione strategica, apertura all’innovazione e capacità di costruire ecosistemi collaborativi.

Questa necessità di evoluzione diventa ancora più evidente osservando l’esperienza italiana dell’Open Banking, che ha mostrato un’adozione limitata e un calo degli investimenti, come evidenziato nell’ultimo rapporto della Banca d’Italia. Le limitazioni riscontrate nell’implementazione dell’Open Banking nel nostro Paese sottolineano l’importanza di un approccio più ampio e strategico come quello dell’Open Finance.

In questo contesto, la proposta FIDA rappresenta un’opportunità cruciale per creare un quadro armonizzato per l’accesso e la condivisione dei dati finanziari, estendendo e migliorando quanto già avviato con l’Open Banking sotto la normativa PSD2. L’obiettivo è che l’Open Finance venga recepito in maniera più efficace, superando le criticità mostrate dall’esperienza precedente.

Le aziende che sapranno abbracciare questo nuovo paradigma potranno diversificare l’offerta di servizi finanziari, creare modelli di business collaborativi e accedere a nuovi mercati. Le piattaforme software e i framework normativi giocheranno un ruolo sempre più centrale nel facilitare questa trasformazione, aprendo la strada a un ecosistema finanziario veramente innovativo e inclusivo.

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