Dal 19 aprile 2019 tutte le Pubbliche Amministrazione centrali europee (e dal 20 aprile 2020 anche tutte quelle locali) devono essere in grado di ricevere ed elaborare fatture nel formato europeo (XML UBL 2.1 e CII 16B).
Guardando però all’introduzione di obblighi in invio introdotti dai Governi dei diversi Paesi, la fotografia europea è ancora molto frammentata. Un unico comun denominatore: l’obbligo di Fatturazione Elettronica è uno strumento che, tra le altre cose, si pone come mezzo di contrasto all’evasione fiscale. Ed è per questo che fra i Paesi che spingono con maggior forza per la sua implementazione ci sono quelli con i maggiori tassi di evasione.
In questo articolo approfondiremo quindi gli aspetti più salienti relativi al tema della fatturazione elettronica europea, analizzando nel dettaglio, le iniziative dei singoli Paesi e i modelli di scambio documentale elettronico a oggi attivi negli Stati membri.
L’obbligo di Fatturazione Elettronica in Europa
Partiamo da un dato di fatto. La Direttiva 2014/55/UE “Fatturazione elettronica negli appalti pubblici” ha introdotto dal 18 aprile 2019 per gli Enti pubblici centrali e dal 18 aprile 2020 per gli Enti pubblici locali l’obbligo di saper ricevere fatture elettroniche nei formati XML UBL 2.1 e CII 16B conformi alla norma tecnica europea EN 16931.
La Direttiva ha in pratica portato all’elaborazione di un modello semantico dei dati delle fatture e ha assicurato interoperabilità tra fatture di Stati diversi con il fine ultimo di automatizzare l’elaborazione dei dati contenuti nella fattura.
Il quadro europeo della Fatturazione Elettronica
La direttiva si inserisce come detto in quadro tutt’altro che delineato. Allo stato attuale, l’Italia è l’unico Paese europeo ad aver introdotto un obbligo generalizzato di Fatturazione Elettronica, valevole sia per i privati (B2b e B2c) che per la Pubblica Amministrazione (PA).
Lo conferma un’analisi su 30 Paesi europei (i 27 Paesi dell’Unione Europea più Islanda, Norvegia e Regno Unito) realizzata dall’Osservatorio Digital B2b.
La Fatturazione Elettronica B2g in Europa
A livello di Fatturazione Elettronica B2g l’obbligo in ricezione, come visto, è diventato totale a partire da aprile 2020. Sono solo 16 i Paesi, invece, in cui vige l’obbligo di invio di fatture in formato elettronico verso le PA, di cui:
12 presentano un obbligo totale per tutti gli attori del Paese, a prescindere da dimensioni e valore delle fatture;
4 presentano un obbligo parziale quindi con eccezioni per alcune categorie specifiche di imprese (ad es. sotto una certa dimensione), di fatture (ad es. sotto un certo valore) o di PA (ad es. per enti regionali o locali).
Fatturazione elettronica tra privati o B2b in Europa
A oggi l’Italia resta l’unico Paese che ha introdotto un obbligo generalizzato di fatturazione elettronica. Tra i Paesi che stanno iniziando a pensare al tema troviamo la Francia che ha predisposto una roadmap di progressiva introduzione dell’obbligo con orizzonte temporale che va dal 2023 al 2025. Il tema è molto caldo e all’attenzione dei Governi di molti Paesi. Ci si può quindi aspettare una forte evoluzione entro i prossimi 5 anni.
Il formato della Fattura Elettronica in Europa e lo standard PEPPOL
Per quanto riguarda i formati delle fatture elettroniche, sono essenzialmente due le situazioni più diffuse, anche se esistono ancora situazioni in cui convive una grandissima varietà di formati utilizzati:
l’utilizzo del formato europeo (XML UBL o CII) richiesto dalla Direttiva come unico standard per tutti gli scambi interni al Paese;
la convivenza di formato europeo e formato nazionale di riferimento.
L’Italia rientra in questo secondo caso. In realtà, vigendo l’obbligo nel nostro Paese di trasmissione nel formato FatturaPA, l’utilizzo del formato europeo seppur consentito, non è vantaggioso per le imprese, considerato che le specifiche italiane di utilizzo della fattura europea non gestiscono in modo strutturato alcune particolarità nazionali come ritenuta d’acconto, bollo, cassa previdenziale e split payment. Il pieno allineamento tra i due formati dovrebbe avvenire entro marzo 2021.
Il formato europeo, in particolare nella versione XML UBL, più diffuso del CII, permette di utilizzare oltre 60 documenti di business, supportando tutte le fasi del ciclo dell’ordine e facilitando ad esempio le attività di riconciliazione. L’architettura standard che in Europa coglie appieno i be¬nefici dell’utilizzo del formato europeo è fornita dall’associazione senza scopo di lucro OpenPEPPOL (Pan-European Public Procurement On-Line), che ha definito le regole di funzionamento dell’infrastruttura di trasmissione per le specifiche e lo scambio dei documenti. Anche l’Italia ha il suo Authority PEPPOL nazionale ed è promosso da AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale.
I modelli di trasmissione delle Fatture Elettroniche in Europa
Come avviene il “percorso” del file fattura, dal momento in cui viene inviato dal fornitore al momento in cui viene ricevuto dall’ente amministrativo? Anche qui è possibile individuare diversi modelli di trasmissione a livello europeo, in base alle scelte dei singoli Paesi.
Piattaforma governativa centralizzata, in cui tutto il sistema di fatturazione elettronica del Paese si appoggia a un hub centrale, messo a disposizione dal Governo o da enti nazionali incaricati della gestione del processo di fatturazione elettronica.
Quattro corner, modello di riferimento del progetto PEPPOL, in cui gli attori del sistema sono il fornitore, la PA e i rispettivi provider.
Ibrido, in cui coesistono le soluzioni precedenti.
Diretto, dove non vi è un sistema di interscambio definito e in cui la maggior parte delle operazioni di fatturazione elettronica sono condotte direttamente tra enti pubblici e operatori economici a seguito di accordi bilaterali.
La Fatturazione Elettronica Europea: stato dell’arte e prossime evoluzioni
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