Da quando il Design Thinking è entrato con prepotenza nelle dinamiche delle imprese innovative, il suo approccio è oggetto di valutazione anche nelle pubbliche amministrazioni. L’esempio italiano più importante si chiama Designers Italia, ed è un progetto che mira a cambiare i servizi pubblici della PA grazie al Design Thinking.
Migliorare i servizi pubblici con il Design Thinking
La piattaforma, basata su logiche open source, nasce per creare un “collante tra tecnologia e persone, zona di contatto tra bit e emozioni”, come scritto dagli ideatori Matteo De Santi e Lorenzo Fabbri. E si pone quattro obiettivi ben definiti:
Cercare di capire i cittadini nella complessità delle situazioni, dei bisogni e degli stati d’animo in cui vivono;
Includere il punto di vista delle persone nel processo di progettazione e nelle scelte tecnologiche;
Lavorare duramente per rendere la tecnologia più semplice, attraverso un processo di miglioramento continuo;
aiutare le persone a capire i nuovi strumenti digitali e dare loro modo di familiarizzare con le novità.
Un modello di design condiviso per la PA
L’idea, dunque, è quella di rendere l’accesso digitale ai servizi pubblici sempre più a misura di cittadino. E di farlo grazie all’aiuto dei Designer, ai quali viene fornito il cosiddetto UI kit della PA, cioè i componenti di interfaccia necessari per realizzare prototipi e applicazioni destinate ai cittadini.
Quello che si vuole realizzare con questo progetto è un “design system” della PA. Un modello aperto che, potenzialmente, può sviluppare standard condivisi, tenendo sotto controllo i costi e mirando a livelli qualitativi sempre più elevati, in cui l’asset fondamentale è il dialogo e la partecipazione tra differenti soggetti privati: freelance, piccole software house e agenzie specializzate nel design
Il Design Thinking, dunque, può giocare un ruolo molto interessante per la nuova PA digitale. E forse apre il campo a una nuova sfida, che poi è quella tracciata dai fondatori di Designers Italia: «far sentire i cittadini a proprio agio, fare in modo che la tecnologia sia vissuta come un valido alleato per ottenere certificati, avere informazioni, prenotare una visita o pagare una multa, e non una fonte di frustrazione».
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