Transizione 5.0, incentivi e Data Act per l’Industria 5.0
Transizione 5.0: sostenibilità ambientale, Data Act e nuovi incentivi per l’Industria 5.0
Con l’approvazione, lo scorso 24 novembre, del nuovo Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano da parte della Commissione Europea, prende corso anche il nuovo capitolo RePowerEU da 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di euro in prestiti e 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni). Al di là dell’ammontare complessivo, per le aziende manifatturiere italiane è arrivata la notizia tanto “attesa”, il via libera al nuovo Piano Transizione 5.0, che prevede investimenti pari a 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025 per l’Industria 5.0.
Queste risorse si sommano a quelle già previste per il Piano Transizione 4.0. Si tratterà di due incentivi complementari: mentre Transizione 4.0 continuerà a stimolare l’acquisto di beni 4.0, il Piano Transizione 5.0 erogherà fondi per investimenti in beni e attività che generino miglioramenti sul fronte dei consumi energetici.
I dettagli del nuovo Piano per la Transizione 5.0 saranno contenuti in un Decreto Legge dedicato in arrivo tra dicembre e gennaio. Tuttavia, dalla lettura dei documenti della Commissione emergono i contorni della struttura generale del piano e i 6,3 miliardi saranno così distribuiti:
- 3,8 miliardi per il modulo “Energy efficiency”;
- 1,9 miliardi per “Autoconsumo e autoproduzione”;
- 0,6 miliardi per “Formazione”.
Le attività previste dal Piano Transizione 5.0 dovranno riguardare l’acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0, l’acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (ad esclusione delle biomasse) e/o le spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde. Rispetto al passato, però, le attività previste da parte delle aziende dovranno produrre risultati concreti in termini di efficienza energetica, legati a due possibili benefici:
- nel caso degli investimenti in beni 4.0, il risparmio energetico conseguito nei processi target dovrà essere pari ad almeno il 5% rispetto ai consumi registrati precedentemente per gli stessi processi;
- nel caso di attività non legate a specifici processi target, la riduzione del consumo finale di energia dovrà essere pari ad almeno il 3%.
Transizione 5.0 e Industrial IoT: la Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things
Nel corso della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things è stata condotta un’indagine sul tema Industrial IoT che ha coinvolto 118 grandi aziende, con lo scopo di raccogliere alcune evidenze sul grado di conoscenza delle soluzioni, sul livello di adozione dei progetti realizzati e sulle aspettative per il futuro. Il 78% delle imprese pone grande attenzione alle tematiche ambientali, che quindi incidono sulle decisioni aziendali, in termini di riduzione dei consumi energetici (86%), utilizzo di energia pulita (85%), utilizzo di materie prime riciclate e materiali di recupero (58%) e riduzione delle emissioni inquinanti (57%). Non solo: il 48% del campione ha avviato in passato progetti di fabbrica e supply chain 4.0 che hanno permesso di accedere agli incentivi del Piano, a testimonianza di quanto i contributi previsti negli ultimi anni abbiano giocato un ruolo chiave nello spingere le aziende a investire in progetti di questo tipo.
Nonostante ciò, sono ancora poche le aziende in grado di sfruttare pienamente il valore abilitato da tali tecnologie. Ad esempio, guardando ai dati raccolti da dispositivi e macchinari connessi, c’è ancora molto lavoro da fare per poterne sfruttarne realmente il potenziale: il 47% delle grandi aziende utilizza poco i dati, non li utilizza affatto, o addirittura non lo sa.
Il Data Act: la normativa europea per l’accessibilità ai dati
Lo scorso 27 novembre il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato il Data Act. Questo nuovo regolamento, tra i suoi molteplici obiettivi, cerca di favorire la giusta distribuzione del valore generato dall’utilizzo dei dati nel contesto dell’economia digitale, in primis nel mercato Internet of Things. D’ora in poi, gli utenti – siano essi consumatori o imprese – di un prodotto connesso avranno il diritto di accedere gratuitamente ai dati grezzi generati dal prodotto, e di condividere tali dati con terze parti per offrire nuovi servizi, con possibilità – da parte dei fornitori della soluzione – di ricevere un’adeguata remunerazione economica. Questo ultimo punto rappresenta una svolta per tutti gli attori (produttori e fornitori di servizi) seriamente interessati a sfruttare l’enorme quantità di dati generati da prodotti e macchinari connessi.
La nuova legge sarà effettiva a partire da 20 mesi dalla sua data di entrata in vigore (agosto 2025), con alcune disposizioni per le quali il termine viene esteso a 32 mesi (agosto 2026).
Non solo fondi del PNRR, quindi, ma anche novità in ambito normativo per supportare il processo di digitalizzazione. Le aziende dovranno saper sfruttare queste molteplici opportunità, facendosi trovare pronte, affinché questa occasione non vada persa.
A cura di
Giulio Salvadori
IoT, Connected Vehicle & Mobility, Smart CityDirettore degli Osservatori Internet of Things, Connected Vehicle & Mobility e Smart City, nonché responsabile della gestione delle relazioni con oltre 100 aziende che fanno parte della community degli Osservatori.
Siamo a tua disposizione per informazioni e assistenza
Eleonora Evstifeew
Acquisti e abbonamenti Da Lunedì al Venerdì, dalle 09 alle 18Antonella Zagheni
Assistenza abbonati Da Lunedì al Venerdì, dalle 09 alle 18Scopri altri contenuti di Internet of Things