Innovazione digitale per la Sanità integrativa: quali opportunità?
Chiara Sgarbossa
Direttrice degli Osservatori Sanità Digitale e Life Science Innovation
I tre colossi Amazon, Berkshire Hathaway e JPMorgan si sono recentemente alleati per creare una società assicurativa sanitaria per i propri dipendenti negli USA (oltre 1,2 milioni), con l’obiettivo di ridurre i costi e migliorare i servizi medici, anche grazie all’utilizzo di nuove soluzioni tecnologiche. La notizia ha alimentato il dibattito a livello internazionale, e anche italiano, sul tema della Sanità integrativa.
In Italia, tale argomento sta diventando sempre più rilevante, a fronte dell’aumento della spesa sanitaria “out of pocket”. Secondo i dati presentati da AIOP nel 15° Rapporto “Ospedali&Salute”, la spesa sanitaria “out of pocket” è aumentata del 22% nell’ultimo decennio, a fronte di un aumento della spesa sanitaria pubblica totale del 14%.
Quali sono le ragioni di questo aumento?
Sicuramente sta crescendo l’insoddisfazione dei cittadini nei confronti del sistema sanitario: sempre secondo i dati AIOP, è aumentata la percentuale degli insoddisfatti nei confronti del sistema sanitario regionale dal 21% del 2015 al 32% del 2017 (il 51% al Sud) e verso gli ospedali dal 23% del 2016 al 30% (al 51% nel Meridione).
Altro dato da tenere in considerazione è relativo alle lunghe attese: se nel 2014 il 24% degli intervistati aveva dichiarato di aver dovuto attendere troppo per una prestazione ospedaliera, nel 2017 la percentuale sale al 54%.
In questo quadro, è chiaro comprendere perché il 41% dei caregiver abbia fatto ricorso a ospedali privati accreditati e nel 20% dei casi a cliniche private a pagamento.
Di pari passo sta aumentando il ricorso alle assicurazioni sanitarie integrative: nel 2009, 9 milioni gli italiani ne avevano una, nel 2017 sono stati 14 milioni e si stima che nel 2025 arriveranno a ben 21 milioni.
In questo ambito possono trovare spazio le innovazioni digitali che ad oggi trovano molti ostacoli a diffondersi nella Sanità pubblica, prima tra tutte la Telemedicina e il mondo delle App e dei Wearable che consentono di tenere sotto controllo i parametri vitali e lo stato di salute degli assistiti. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità le soluzioni di Telemedicina faticano a superare la fase di sperimentazione: solo nel 10% delle aziende sanitarie sono presenti soluzioni di Tele-monitoraggio a regime.
Se, infatti, nel settore pubblico è ancora quasi inesistente la possibilità di riconoscere una tariffa per le prestazioni sanitare svolte attraverso soluzioni di Telemedicina (a parte pochi rari casi di eccellenza, come nella Provincia Autonoma di Trento) e quindi ipotizzarne una rapida diffusione, nel mondo assicurativo tali soluzioni possono rappresentare un servizio aggiuntivo di valore sia per l’assicurato sia per la compagnia assicurativa. L’assistito, infatti, può accedere a servizi di Telemedicina per ricevere un consulto medico o per monitorare i parametri direttamente dal proprio domicilio, servizio solitamente offerto a pazienti cronici. I dispositivi a disposizione del paziente (spesso si tratta di strumenti wearable collegati a una App) comunicano con il centro servizi, dove è presente personale specializzato che controlla che i valori rientrino nei parametri definiti e che richiedono eventuale intervento da parte di personale medico qualora necessario. Questo può quindi portare a una riduzione di esami e visite evitabili e consente alle compagnie assicurative di ridurre i rimborsi verso gli assistiti.
Molte soluzioni digitali innovative per la Sanità possono quindi trovare terreno fertile nel mondo della Sanità integrativa, anche se si auspica che vengano definite nuove politiche e regolamentazioni nella Sanità pubblica, affinché tali innovazioni non siano solo appannaggio di chi può permettersi un’assicurazione integrativa, ma per tutti coloro che ne hanno la necessità, considerato il fatto che il nostro sistema sanitario è (o dovrebbe essere) universalistico.
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