Negli ultimi anni, la Data Science è diventata un pilastro fondamentale per le aziende che vogliono prendere decisioni basate sui dati. Il mercato italiano ne è testimone: secondo la ricerca dell’Osservatorio Data & Decision Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2024 gli investimenti in Big Data e Business Analytics hanno raggiunto i 3,42 miliardi di euro, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente.
Questo articolo esplora il ruolo della Data Science, le sue applicazioni, i suoi vantaggi e le figure professionali coinvolte, basandosi sulla ricerca dell’Osservatorio Data & Decision Intelligence.
Nella prima definizione di Data Science, risalente agli anni ’70, ci si riferiva alla scienza di manipolare i dati e poca enfasi era posta sulla capacità di estrarne informazioni utili in contesti di business. Con l’avvento dei Big Data ha acquisito un ruolo di primo piano nel contesto aziendale.
Oggi con il termine “Data Science” si intende una scienza interdisciplinare, all’intersezione tra Computer Science, Statistica, Matematica, Data Visualization e comprensione delle variabili e del linguaggio di management.
Storia della Data Science
La Data Science come disciplina ha radici che affondano negli anni ’60 e ’70, quando iniziò a emergere l’esigenza di gestire e analizzare quantità crescenti di dati generati dalle prime applicazioni informatiche. Il termine “Data Science” venne coniato nel 1974 da Peter Naur, informatico danese, che lo utilizzò per descrivere i metodi di elaborazione dei dati nelle scienze computazionali.
Negli anni ’90, con l’avvento di Internet e la proliferazione dei database digitali, la disciplina iniziò a prendere una forma più strutturata. La vera rivoluzione, però, si verificò negli anni 2000 con l’emergere dei Big Data: improvvisamente, le aziende si trovarono a gestire volumi di dati senza precedenti, provenienti da fonti sempre più diverse (Social Media, sensori IoT, transazioni online). Questo cambiamento ha reso necessario sviluppare nuove metodologie e strumenti per estrarre valore da questi dati, portando la Data Science ad assumere il ruolo centrale che riveste oggi nel mondo del business e della ricerca. L’evoluzione degli algoritmi di Machine Learning (ML) e l’aumento della capacità computazionale hanno poi accelerato ulteriormente questa trasformazione, rendendo possibili analisi sempre più sofisticate e predittive.
Le cinque aree di competenza della Data Science
Ragionando per macrocategorie, è possibile riassumere le competenze afferenti alla Data Science in cinque ambiti:
Tecnologia: capacità di gestire dati strutturati e non strutturati, di estrarre dati da fonti esterne tramite metodologie e tool specialistici e manipolare e distribuire grandi quantità di dati;
Analytics/Machine Learning: conoscenza di modelli e tecniche matematico-statistiche, capacità di sviluppare e implementare algoritmi di ML e conoscenza di tool per effettuare analisi;
Programmazione: capacità di programmazione nei principali linguaggi;
Knowledge Deployment: capacità di creare rappresentazioni dei dati interessanti e intuitive per aiutarne l’interpretazione; non si fa riferimento soltanto a soft skills di comunicazione, ma anche a competenze tecniche quali capacità di utilizzo di software di Data Visualization e design di dashboard;
Comprensione del business: conoscenza di aspetti di business (effetti di micro e macroeconomia, processi funzionali, linguaggio e obiettivi di management) e di governo di variabili legate al settore in cui l’azienda opera.
I vantaggi della Data Science
L’adozione della Data Science porta numerosi benefici tangibili alle organizzazioni di ogni dimensione e settore. Tra i principali vantaggi si annoverano:
decisioni più informate e data-driven: la Data Science permette di basare le scelte strategiche su evidenze concrete piuttosto che su intuizioni, riducendo significativamente i margini di errore e aumentando la probabilità di successo delle iniziative aziendali;
ottimizzazione dei processi aziendali: attraverso l’analisi dei dati operativi, è possibile identificare inefficienze, colli di bottiglia e aree di miglioramento, portando a una maggiore produttività e riduzione dei costi;
previsione di trend e comportamenti: i modelli predittivi consentono di anticipare tendenze di mercato, comportamenti dei clienti e potenziali problemi, permettendo alle aziende di agire proattivamente anziché reattivamente;
personalizzazione dell’esperienza cliente: analizzando i dati sui comportamenti e le preferenze degli utenti, le aziende possono offrire esperienze personalizzate, aumentando la soddisfazione e la fedeltà del cliente;
identificazione di nuove opportunità di business: l’analisi avanzata può rivelare pattern nascosti e correlazioni non evidenti, aprendo la strada a nuovi prodotti, servizi o mercati;
vantaggio competitivo: in un mercato sempre più competitivo, la capacità di estrarre valore dai dati rappresenta un elemento differenziante cruciale che può determinare il successo o il fallimento di un’azienda;
gestione del rischio migliorata: attraverso modelli di risk assessment e anomaly detection, le organizzazioni possono identificare e mitigare potenziali rischi prima che si materializzino in problemi concreti.
Piattaforme, strumenti e casi d’uso della Data Science
Le aziende si affidano a diverse piattaforme e strumenti per applicare la Data Science in modo efficace. Tra i più utilizzati troviamo:
linguaggi di programmazione come Python, R e SQL per la manipolazione e analisi dei dati;
framework di Machine Learning come TensorFlow, PyTorch e Scikit-learn, utilizzati per lo sviluppo di modelli predittivi;
strumenti di Data Visualization come Tableau, Power BI e Matplotlib, fondamentali per trasformare i dati in insight visivi;
piattaforme Cloud come AWS, Google Cloud e Microsoft Azure, che permettono di archiviare ed elaborare enormi quantità di dati in modo scalabile.
Le applicazioni della Data Science sono estremamente variegate e spaziano in diversi settori. Nel Marketing, ad esempio, viene utilizzata per personalizzare le campagne pubblicitarie e migliorare la customer experience. Nel settore finanziario, aiuta a sviluppare modelli per la gestione del rischio e il rilevamento delle frodi. Nel settore Utilities, la Data Science viene impiegata per la manutenzione predittiva delle infrastrutture, l’ottimizzazione della distribuzione energetica tramite smart grid e il rilevamento di anomalie nelle reti. Nel Manifatturiero, le applicazioni spaziano dalla Quality Control automatizzata tramite computer vision, alla manutenzione predittiva dei macchinari, fino all’ottimizzazione della supply chain nell’ottica di Industria 4.0. In ambito sanitario, consente di analizzare enormi dataset per affinare le diagnosi e personalizzare i trattamenti medici. Nel Retail, infine, è impiegata per ottimizzare la supply chain e prevedere la domanda dei consumatori.
Secondo la Ricerca dell’Osservatorio, i settori che stanno crescendo maggiormente negli investimenti in Big Data sono le Utilities (+28%) e il Manifatturiero (+23%), mentre il mondo finanziario capitalizza circa un terzo della spesa totale di mercato.
Data Science vs Machine Learning
Sebbene spesso utilizzati come sinonimi, Data Science e Machine Learning sono concetti distinti ma strettamente interconnessi. La Data Science è una disciplina più ampia che comprende l’intero ciclo di vita dei dati, dalla raccolta alla comunicazione dei risultati. Il Machine Learning, invece, è una branca specifica focalizzata sullo sviluppo di algoritmi che permettono ai computer di apprendere dai dati senza essere esplicitamente programmati.
Comprendere le differenze è fondamentale per chi lavora in questo campo:
Aspetto
Data Science
Machine Learning
Cosa è
Studio completo dei dati: raccolta, pulizia, analisi, visualizzazione e comunicazione risultati
Branca della Data Science, si occupa di far “imparare” i computer dai dati
Cosa fa
Trova informazioni utili nei dati per aiutare a prendere decisioni
Crea modelli che fanno previsioni o riconoscimenti automaticamente
Competenze
Statistica, programmazione, presentazione dati, business, ML
Approccio tecnico su algoritmi, efficienza, messa in produzione
Strumenti
Ampia scelta (Excel, Python, SQL, Power BI, Tableau, grafici, report,..)
Framework specifici (TensorFlow, PyTorch, Scikit-learn), algoritmi di ML (es: reti neurali, alberi)
Esempio
Analizzare dati di vendita per aiutare il Marketing a capire trend e problemi, preparare report
Costruire un modello che prevede quale cliente lascerà il servizio
Obiettivo
Supporto alle decisioni grazie a informazioni dettagliate
Massima accuratezza nel fare previsioni o classificare dati
In sostanza, il Machine Learning è una componente essenziale della Data Science, ma la Data Science è molto più del Machine Learning: include la formulazione del problema, la preparazione dei dati, l’analisi esplorativa, la scelta della metodologia appropriata (che potrebbe non essere sempre ML), e la comunicazione efficace dei risultati agli stakeholder.
Data Science vs Business Intelligence
Data Science e Business Intelligence (BI) sono due approcci complementari all’analisi dei dati, ma con focus e metodologie differenti. La BI è principalmente retrospettiva, focalizzata su cosa è successo attraverso dashboard e report. La Data Science ha un orientamento proattivo e predittivo, mirando a prevedere il futuro e prescrivere azioni ottimali.
Ecco le principali distinzioni:
Aspetto
Business Intelligence (BI)
Data Science
Cos’è
Analisi di dati storici, crea report e dashboard per vedere cosa è successo
Analisi più avanzata, fa previsioni/future analisi e cerca nuove soluzioni
Tipi di domande
Quanto abbiamo venduto l’anno scorso? In che zona vendiamo di più?
Quali clienti acquisteranno il nostro nuovo prodotto?
Competenze richieste
Strumenti office e dashboarding (non serve programmare)
Statistica, programmazione, ML, saper trattare dati non organizzati
Strumenti
Excel, Power BI, Tableau, SAP BW, strumenti per report
Python, R, Jupyter, TensorFlow, notebook, pipeline di dati
Tipo dati
Principalmente dati strutturati da database aziendali
Dati strutturati + testi, immagini, dati da web/social, sensori, ecc.
Esempio
Un manager guarda ladashboard per monitorare il fatturato mensile
Il team analizza i dati storici per prevedere perdite di clienti e creare offerte dedicate
Valore generato
Migliora controllo, efficienza e velocità decisionale operativa
Genera innovazione, nuovi prodotti, scopre opportunità e rischi nascosti
Relazione
Punto di partenza per l’analisi dati, facile per gli utenti aziendali
Evoluzione della BI, più avanzata e tecnica
Business Intelligence e Data Science non sono quindi alternative, ma piuttosto complementari. Le organizzazioni più mature integrano entrambi gli approcci: la BI fornisce la baseline informativa per le decisioni quotidiane, mentre la Data Science abilita l’innovazione e la trasformazione strategica basata sui dati.
Il professionista della Data Science: chi è e cosa fa il Data Scientist
Il Data Scientist è un professionista estremamente qualificato (nella totalità dei casi laureato), il cui lavoro quotidiano consiste in uno specifico obiettivo: estrarre informazioni di valore dai dati attraverso la modellizzazione di problemi complessi. Ciò significa partire da un’esigenza di business e saperla tradurre in analisi dei dati, ovvero utilizzare tecniche matematico-statistiche per creare dei modelli descrittivi, di forecasting, ottimizzazione e implementazione di algoritmi di Machine Learning. È in grado di programmare nei principali linguaggi utilizzati e sa come utilizzare software dedicati all’analisi dei dati. Il Data Scientist opera spesso all’interno di team trasversali, collaborando con figure di business per tradurre esigenze strategiche in modelli analitici concreti.
Il percorso per diventare Data Scientist richiede una combinazione di formazione accademica, competenze tecniche ed esperienza pratica. Ecco i passaggi fondamentali:
formazione accademica: la maggior parte dei Data Scientist possiede almeno una laurea magistrale in discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) o in Economia con forte orientamento quantitativo; molti possiedono anche un dottorato di ricerca, soprattutto quando si occupano di sviluppo di algoritmi avanzati;
competenze tecniche essenziali: al di là del percorso accademico formale, un Data Scientist deve costruire un solido arsenale di competenze tecniche pratiche;
padronanza di linguaggi di programmazione come Python e R;
conoscenza approfondita di algoritmi di Machine Learning e Deep Learning;
familiarità con framework come TensorFlow, PyTorch, Scikit-learn;
competenze in statistica e matematica (algebra lineare, calcolo, probabilità);
capacità di lavorare con database SQL e NoSQL;
conoscenza di strumenti di data visualization (Matplotlib, Seaborn, Tableau);
esperienza pratica: è fondamentale costruire un portfolio di progetti che dimostri le proprie capacità; ciò può includere progetti personali, competizioni su piattaforme come Kaggle, contributi a progetti open source o stage in aziende;
certificazioni e formazione continua: esistono numerose certificazioni riconosciute nel settore (Google Cloud, AWS, Microsoft Azure) e corsi specialistici offerti da università e piattaforme online che possono arricchire il proprio profilo professionale;
sviluppo di soft skills: oltre alle competenze tecniche, è cruciale sviluppare capacità comunicative, pensiero critico, problem-solving e la capacità di tradurre problemi di business in soluzioni analitiche;
prospettive di carriera: il percorso di carriera in Data Science può evolvere verso ruoli senior come Senior Data Scientist, Lead Data Scientist, fino a posizioni manageriali come Chief Data Officer (CDO) o Chief Analytics Officer (CAO).
Altre professioni della Data Science
Oltre ai ruoli principali, l’ecosistema della Data Science comprende molte altre figure professionali. Il Machine Learning Engineer, ad esempio, si occupa della progettazione e ottimizzazione di modelli di apprendimento automatico, garantendone efficienza e scalabilità.
Il Big Data Architect, invece, è responsabile della progettazione di infrastrutture avanzate per la gestione di dati su larga scala, assicurando che siano sicure e performanti. Il Business Intelligence Analyst lavora con strumenti di visualizzazione e reporting per supportare decisioni strategiche basate sui dati. Tra queste figure vi sono anche il Data Engineer e il Data Analyst, che meritano un approfondimento dedicato.
Il Data Engineer
Nonostante troppe parole siano state spese negli ultimi anni sulla figura del Data Scientist, non è lui l’unico professionista del settore. Le aziende più mature sono concordi sulla necessità di creare dei team che integrino competenze e compiti differenti.
Oltre al Data Scientist, un team “minimo” di Data Science ha al proprio interno un’altra figura: il Data Engineer.
Il suo compito è rendere i dati disponibili per le analisi. Apparentemente semplice in contesti semplici, molto meno quando si tratta di integrare fonti eterogenee o di gestire flussi di dati in streaming. In contesti complessi, la presenza di un Data Engineer è fondamentale per rendere le analisi tempestive e far funzionare l’intera infrastruttura.
Il Data Engineer è quindi un ruolo estremamente tecnico, focalizzato sulla capacità di gestire database relazionali e no, sulla conoscenza di tecnologie Big Data (es. Hadoop o Spark) o di stream processing (es. Kafka) e più in generale sulla costruzione e manutenzione dell’architettura che rende i dati disponibili per le analisi. Questa figura professionale si occupa anche di garantire la qualità dei dati, implementando processi di data cleaning e validazione che sono essenziali per la successiva fase di analisi.
Il Data Analyst
All’interno di un team dedicato alla Data Science, è poi auspicabile trovare un terzo professionista: il Data Analyst. A lui è richiesto di svolgere analisi tendenzialmente descrittive o esplorative, meno complesse rispetto a quelle svolte dal Data Scientist, e di svolgere il ruolo di congiunzione tra gli analisti e le figure di business, rispondendo continuamente alle richieste di queste ultime.
Il Data Analyst ha competenze basilari di matematica, statistica e di funzionamento dei database. Generalmente utilizza strumenti più tradizionali – in molti casi soltanto Microsoft Excel – e, se conosce dei linguaggi di programmazione, è più probabile che conosca SQL rispetto a Python. Per quel che riguarda il background, si registra una maggiore presenza di Data Analyst provenienti da facoltà economico-manageriali, rispetto a facoltà propriamente STEM. Tra le mansioni richieste a questa figura, troviamo principalmente attività di reporting e di Data Visualization, proprio perché il suo obiettivo è trasmettere gli insight ai ruoli di business in modo chiaro e accessibile, traducendo i numeri in narrazioni comprensibili per i decision maker.
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