BLOCKCHAIN MONTHLY OVERVIEW – i trend chiave del mese nel mondo Blockchain

Nel mese di dicembre il settore blockchain ha visto diversi avvenimenti importanti, di seguito le notizie più rilevanti:

  • Continuano gli investimenti e lo sviluppo di piattaforme basate su tecnologia Zero-Knowledge, aprendo nuove possibilità per la scalabilità e la privacy delle applicazioni basate su Blockchain.
  • In seguito al crash dell’exchange FTX il tema della self-custody è tornato di moda. Nonostante ciò, ci sono ancora diverse frizioni nell’user experience di queste soluzioni, diverse aziende però si stanno già muovendo per risolverle.
  • Si sta avvicinando il prossimo aggiornamento della Blockchain di Ethereum, programmato per marzo 2023. L’aggiornamento “Shanghai” permetterà agli utenti di prelevare gli asset bloccati nei contratti di staking.
  • La fine del 2022 ha visto il fallimento di due importanti progetti di ecosistema, TradeLens, e B3i. Questa tipologia di progetti basati su ecosistemi chiusi stanno infatti trovando diverse difficoltà legate alla partecipazione degli attori e alla sostenibilità economica.

Maggiori informazioni su questi trend sono riportate in seguito. Ma prima, ecco una rapida istantanea del mercato delle piattaforme blockchain, token e DApp a fine dicembre 2022:

  • La capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute è di 796 miliardi di dollari (-4,7% rispetto al mese precedente).
  • La dominance di Bitcoin ed Ethereum è rispettivamente del 40% e del 18%.
  • Attualmente ci sono 946 criptovalute e 7.953 token monitorati sul mercato.
  • Ad oggi ci sono 13.053 DApp e 253.649 smart contract distribuiti tra le diverse piattaforme.
  • BNB Chain e Ethereum sono le piattaforme che ospitano i più grandi ecosistemi di DApp al mondo.
  • Il valore totale bloccato (TVL) nei protocolli DeFi è di 38,7 miliardi di dollari (-6,2% rispetto al mese precedente).

La tecnologia Zero-Knowledge: un game changer per la blockchain?

La crittografia zero-knowledge (ZK) è una delle tecnologie più promettenti per lo sviluppo del Web3. La ZK è stata a lungo considerata un potenziale punto di svolta per garantire privacy e integrità alle applicazioni blockchain, senza sacrificare scalabilità e sicurezza. Le zero-knowledge proof (ZKP) consentono di dimostrare il possesso di determinate informazioni o credenziali, senza rivelare le informazioni stesse. Questa tecnologia è principalmente utilizzata per la creazione di soluzioni layer 2 volte al miglioramento di scalabilità e privacy. I L2 ZK esistono da più di un anno, ma la loro adozione è stata spesso ostacolata dalla non ottimale esperienza per gli sviluppatori. Molti partecipanti del settore hanno previsto che sarebbe stato necessario più di un decennio per costruire un rollup ZK performante e compatibile con la virtual machine di Ethereum. Fortunatamente, ciò ha richiesto molto meno tempo.

L’aumento degli investimenti e dello sviluppo di soluzioni ZK da parte di molti attori del settore potrebbe portare a un aumento dell’utilizzo di questa tecnologia. Ad esempio, Consensys ha lanciato un suo network compatibile con l’Ethereum Virtual Machine e basato su zero-knowledge proof (zkEVM) per i test beta privati lo scorso dicembre. Una volta in produzione, questo permetterà agli sviluppatori di implementare smart contract e DApp utilizzando strumenti come Metamask, Truffle e Infura come se utilizzassero direttamente l’EVM, abbassando sensibilmente le barriere d’ingresso per l’adozione di queste tecnologie.

Come sempre nel settore blockchain, le cose si muovono velocemente. Sarà proprio una zkEVM la componente chiave perché Ethereum possa aumentare la sua scalabilità? La crittografia ZK sarà protagonista di una mass adoption nel 2023?

Gli utenti guardano alle soluzioni di self-custody delle criptovalute

Il recente crash della piattaforma di scambio FTX ha incrementato l’attenzione dei detentori di criptovalute sul tema della “self-custody”. Quando si utilizza un wallet “non-custodial”, l’utente ha il pieno controllo delle proprie chiavi private, il che significa che il fornitore del wallet non ha alcun accesso ai fondi dell’utente, che è di conseguenza l’unico responsabile della sicurezza dei propri asset.

I wallet non-custodial sono spesso considerati più sicuri rispetto ai wallet custodial. Tuttavia, gli utenti potrebbero essere scoraggiati dall’utilizzo di soluzioni di self-custody a causa della necessità di ricordare una frase seed, comprendere gli indirizzi esadecimali o aggiungere manualmente nuovi token prima che possano essere visualizzati.
Attualmente, aziende come Coinbase e KuCoin stanno già offrendo wallet non custodial con un’interfaccia utente più user friendly, mirando a combinare la sicurezza della self-custody con un’interfaccia familiare e facile da navigare per gli utenti.

Inoltre, il concetto di “account abstraction” potrebbe consentire agli sviluppatori e alle aziende di esplorare maggiori opzioni per salvaguardare i wallet e migliorare il processo di recupero.
Le aziende e gli sviluppatori stanno quindi già lavorando per migliorare le soluzioni di self-custody, ben consapevoli che l’aumento dell’adozione richiederà il miglioramento della loro praticità, velocità e sicurezza.

Shanghai, il prossimo aggiornamento di Ethereum in programma per marzo 2023

I principali sviluppatori di Ethereum hanno fissato un obiettivo preliminare per il prossimo aggiornamento della piattaforma: l’introduzione dell’aggiornamento “Shanghai” o “EIP 4895” è infatti previsto per marzo 2023.

Questo aggiornamento consentirà agli utenti di ritirare i fondi impegnati dalla blockchain di Ethereum, cosa che attualmente non è possibile. Ciò darà maggiore flessibilità a coloro che hanno bloccato i propri Ether sulla rete prima dell’ultimo aggiornamento (The Merge), durante il quale Ethereum è passata al meccanismo di consenso Proof-of-Stake.

Gli sviluppatori stanno anche considerando un secondo hard fork, prevista dopo Shanghai e programmato provvisoriamente per il Q3 2023, che introdurrà il “proto-danksharding”. Ciò affronterà le esigenze di scalabilità delle applicazioni blockchain e migliorerà il TPS della rete attraverso l’uso di “transazioni shard blob”, un nuovo tipo di transazione che consente di memorizzare temporaneamente i dati off-chain e di accedervi tramite i nodi di Ethereum. Tuttavia, causa eventuali difficoltà tecniche o altri imprevisti, ad oggi non c’è garanzia che la timeline proposta verrà rispettata.

Gli ecosistemi blockchain aziendali stanno affrontando qualche difficoltà

Maersk e IBM hanno recentemente annunciato la fine del progetto TradeLens, citando la mancanza di “piena collaborazione globale dell’industria” come causa principale. La piattaforma smetterà di essere operativa entro la fine del 1° trimestre 2023. A ciò segue anche la chiusura recente di un altro importante progetto di ecosistema DLT, B3i, che ha dichiarato fallimento dopo non essere riuscito a ottenere ulteriori finanziamenti.

L’abbandono di queste iniziative non è un segno di fallimento della tecnologia, ma piuttosto della complessità di progetti di ecosistemi di grandi dimensioni. Queste iniziative spesso incontrano difficoltà nella creazione dell’ecosistema, che richiede la partecipazione di molti attori e la definizione di regole condivise di governance per la piattaforma. Inoltre, devono fare i conti con la sostenibilità economica per gli attori coinvolti, queste soluzioni spesso infatti portano a riduzioni dei costi, faticando però nella creazione di modelli sostenibili.

Le difficoltà di questi progetti sono inoltre spesso amplificate quando si concentrano su un singolo caso d’uso. Le piattaforme DLT specifiche per una determinata applicazione non si concentrano sull’interoperabilità, comportando così la creazione di “walled gardens”, con la conseguente impossibilità di ampliare la soluzione ad altri casi d’uso.

A cura di

Valeria Portale

Valeria Portale

Blockchain, Payments, Identity, Metaverso, Quantum

Direttore degli Osservatori Blockchain & Web3, Innovative Payments, Digital Identity, Realtà Aumentata & Metaverso e Quantum Computing. Collabora con gli Osservatori Innovazione Digitale nel Retail e Fintech & Insurtech.

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