D&I (diversità e inclusione) nell’era della Trasformazione Digitale
La D&I (Diversity & Inclusion) rappresenta oggi uno dei pilastri fondamentali della sostenibilità nell’ecosistema sociale moderno. Sebbene all’interno dell’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance) la lettera E sia tipicamente la più enfatizzata, la sostenibilità non può infatti prescindere dagli aspetti sociali e dalle strategie di diversità e inclusione. In questo contesto, l’Innovazione Digitale emerge come un potente alleato, capace di abbattere barriere tradizionali e creare nuovi percorsi di integrazione e partecipazione per tutti.
Cos’è la D&I: definizione e obiettivi
La D&I combina due concetti complementari ma distinti. La diversità si riferisce alla rappresentazione di differenti identità, background ed esperienze all’interno di un’organizzazione o contesto sociale, includendo aspetti come genere, età, religione, orientamento sessuale, disabilità, bisogni specifici, etnia e condizione sociale. L’inclusione, invece, riguarda la creazione di un ambiente in cui tutte queste diversità vengono valorizzate, rispettate e hanno pari opportunità di contribuire e prosperare. L’obiettivo delle strategie di Diversity & Inclusion è quindi quello di costruire ecosistemi realmente equi, dove ogni individuo possa esprimere il proprio potenziale indipendentemente dalle proprie caratteristiche personali.
D&I: l’approccio di USA ed Europa a confronto
Le politiche di D&I stanno vivendo evoluzioni differenti sui due lati dell’Atlantico. A partire dagli ultimi mesi del 2024, ma soprattutto a seguito dell’avvio del secondo mandato presidenziale di Trump, molti colossi nordamericani hanno progressivamente abbandonato le politiche diversità e inclusione, riducendo gli investimenti in quest’area per allinearsi con le posizioni dell’Amministrazione. Un netto passo indietro rispetto all’impegno degli anni precedenti, quando le aziende avevano adottato e ampiamente promosso misure concrete per garantire pari opportunità e celebrare le diversità.
L’Europa, al contrario, sembra proseguire con decisione sulla strada dell’inclusione, rafforzando il proprio impegno a favore della D&I. Dal 2020, infatti, sono stati presentati diversi piani d’azione mirati a combattere ogni forma di discriminazione e a promuovere un ambiente sempre più inclusivo. Ma non solo: l’Europa sta affrontando il tema dell’inclusività anche dal punto di vista dell’Innovazione Digitale, attraverso iniziative legislative come l’EAA (European Accessibility Act), entrato in vigore il 28 giugno 2025. Questa direttiva ha l’obiettivo di garantire che prodotti e servizi digitali siano accessibili anche a persone con disabilità, stabilendo requisiti comuni per dispositivi e servizi come computer, smartphone, software, siti web, applicazioni mobili, servizi bancari digitali, terminali di pagamento e eCommerce.
I progetti aziendali in ambito D&I
Nell’ambito delle attività di Ricerca, l’Osservatorio Digital & Sustainable ha approfondito alcune progettualità di successo che combinano in modo sinergico l’Innovazione Digitale con il tema D&I, con un focus particolare sull’integrazione di persone con disabilità o bisogni specifici e sulla promozione dell’uguaglianza di genere.
Ne è un esempio il progetto avviato nel 2019 da Autogrill in collaborazione con Auticon, società di consulenza specializzata nell’integrazione all’interno del mondo del lavoro di persone autistiche. L’iniziativa prevede il coinvolgimento di personale autistico – tipicamente più in difficoltà a inserirsi nei tradizionali meccanismi del mercato del lavoro – altamente qualificato nell’ambito informatico per le attività di testing di applicativi digitali di front end, che hanno l’obiettivo di individuare e correggere eventuali bug prima del rilascio effettivo. È stato quindi valorizzato il contributo unico offerto dalle persone neurodivergenti che, grazie alla loro elevata attenzione ai dettagli, sono in grado di svolgere attività di testing con un livello di precisione superiore rispetto a quello garantito dal personale neurotipico. Questa iniziativa dimostra come approcci alternativi possano tradursi in vantaggi reali per l’intera azienda: la diversità, in questo contesto, si afferma infatti come una risorsa strategica, capace di migliorare le performance aziendali garantendo contemporaneamente un ambiente di lavoro più inclusivo, collaborativo e innovativo.
Un altro esempio virtuoso di D&I è il progetto “SkillsBuild for Girls” promosso annualmente da IBM a partire dal 2012. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di ispirare le studentesse delle scuole superiori a intraprendere percorsi di studio in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), contrastando la scarsa rappresentanza femminile nel settore. Il progetto prevede degli incontri virtuali durante i quali le partecipanti incontrano role model femminili attive nel settore STEM. Inoltre, con il supporto di professioniste IBM, le studentesse acquisiscono conoscenze su temi quali il Design Thinking, l’Intelligenza Artificiale e la creazione di chatbot, con l’obiettivo di svilupparne una in autonomia che risponda ad un’esigenza reale. All’interno di questa iniziativa, il ruolo dell’Innovazione Digitale è duplice: da un lato, la modalità ibrida consente di estendere la portata del progetto su gran parte del territorio nazionale, coinvolgendo oggi 17 regioni italiane grazie alla collaborazione di 27 atenei partner; dall’altro, l’Intelligenza Artificiale è al centro del progetto stesso, offrendo alle studentesse la possibilità di utilizzare tecnologie AI proprietarie per realizzare le loro soluzioni.
Le startup in ambito D&I
Le strategie di D&I non sono appannaggio esclusivo delle grandi imprese: anche alcune startup sia internazionali sia italiane offrono soluzioni in questa direzione. Guardando alle realtà locali risulta particolarmente virtuoso l’esempio di Pedius, che nasce con l’obiettivo di abbattere le barriere comunicative per le persone sorde, consentendo loro di effettuare telefonate tramite un’app che trascrive le conversazioni in tempo reale. Attraverso algoritmi di Intelligenza Artificiale, gli utenti possono digitare il messaggio, che viene trasformato in voce sintetica durante la chiamata (text-to-speech), mentre la voce dell’interlocutore viene convertita istantaneamente in testo sullo schermo (speech-to-text).
Un’altra startup italiana attiva in ambito D&I è 2C, ideatrice di un dispositivo intelligente indossabile – Justep – pensato per ciechi e ipovedenti che consente loro di muoversi in sicurezza e autonomia e sostituisce di fatto il bastone bianco tradizionale. Infatti, grazie a un sistema di sensori, Justep è in grado di realizzare una mappatura 3D dell’ambiente circostante e individuare ostacoli in tempo reale. Successivamente, algoritmi di Intelligenza Artificiale riconoscono gli ostacoli e suggeriscono percorsi più sicuri, fornendo all’utente feedback tattili e sonori.
Il duplice ruolo dell’Innovazione Digitale nella D&I
All’interno delle realtà presentate, l’Innovazione Digitale assume quindi un duplice ruolo nelle strategie di Diversity & Inclusion: quello di oggetto e quello di strumento. Nei casi di Autogrill e IBM, il digitale rappresenta l’oggetto dell’iniziativa, ovvero il tema centrale attorno a cui è costruito un progetto a forte impatto sociale. In questi contesti, le tecnologie non abilitano direttamente l’inclusione, ma sono funzionali alla realizzazione del progetto stesso. Per quanto riguarda invece Pedius e 2C, l’Innovazione Digitale si configura come lo strumento, il mezzo attraverso cui generare impatto positivo in termini di sostenibilità sociale: le tecnologie diventano così un vero e proprio fattore abilitante per l’inclusione.
A cura di

Lorenzo Leoni
Digital & Sustainable
Roberta Vadruccio
Digital & Sustainable, eCommerce B2cRicercatrice degli Osservatori eCommerce B2c e Digital & Sustainable, dove svolge attività ricerca e advisory per le imprese dei due Osservatori. Nel 2024 ha conseguito un dottorato di ricerca in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano sull'adozione di tecnologie digitali innovative nel settore Retail
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