La Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si concentra sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (PA). Questa strategia prioritaria, mira a potenziare l’efficienza e l’accessibilità dei servizi pubblici attraverso l’adozione di soluzioni digitali innovative. All’interno di questo articolo, approfondiremo come il PNRR sta svolgendo un ruolo fondamentale nella modernizzazione dell’Amministrazione Pubblica italiana attraverso la digitalizzazione.
Il PNRR per la Digitalizzazione della pubblica amministrazione
Il 30 aprile 2021 l’Italia ha presentato alla Commissione Europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che è stato approvato il 13 luglio 2021. Il Piano mette a disposizione 192 miliardi di euro e descrive le priorità di investimento per il quinquennio 2021-2026 in materia di digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
Attraverso un’articolazione in 6 missioni, è previsto un capitolo di riforme e investimenti dedicati alla PA. È questo il focus della Componente 1 della Missione 1 del PNRR, sezione fondamentale per portare l’Italia al passo con il futuro digitale. La PA riveste un ruolo di primo piano nell’attuazione del PNRR, infatti almeno il 60% delle risorse associate al Piano sono destinate alle PA, oltre al coordinamento dell’intero Piano da parte del governo.
In particolare, sono stati stanziati 9,75 miliardi per digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, 24,30 miliardi per digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo e 6,68 per turismo e cultura 4.0.
PNRR, gli obiettivi della Missione 1
La Missione 1 del PNRR si articola in tre componenti:
Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA;
Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo;
Turismo e Cultura 4.0.
In particolare, gli interventi della prima componente intendono trasformare la Pubblica Amministrazione attraverso una strategia che si basa sull’ammodernamento dei servizi offerti all’utenza e sullo sviluppo di competenze all’interno della PA. L’obiettivo è offrire servizi sempre più efficienti e facilmente accessibili. Il modo in cui sono distribuiti gli investimenti è il seguente:
il 24% (2,31 miliardi di euro) dei Fondi è destinato all’innovazione della Giustizia
il 63% (6,14 miliardi di euro) alla digitalizzazione della PA
il 13% (1,27 miliardi di euro) all’innovazione di quest’ultima
Quindi, con riferimento agli investimenti e alle riforme specifiche per la Trasformazione Digitale della PA, il PNRR prevede di:
completare molte iniziative già previste nel Piano triennale;
accelerare il processo di innovazione nei campi in cui l’Italia presenta forti gap in confronto ad altri Paesi;
investire in competenze e innovazione semplificando in modo sistematico i procedimenti amministrativi e giudiziari.
Fig. 2 Quadro delle risorse economiche del PNRR destinate agli investimenti e alle riforme per la trasformazione digitale della PA (missione 1, componente 1)
Fonte: Osservatorio Agenda Digitale
D’altra parte, le misure incluse nella seconda componente della Missione 1 del PNRR rafforzano l’innovazione e la digitalizzazione del sistema produttivo. Sono previsti significativi interventi trasversali ai settori economici, come l’incentivo degli investimenti in tecnologia, ricerca e sviluppo e l’avvio della riforma del sistema di proprietà industriale.
Infine, l’ultima componente ha l’obiettivo di rilanciare i settori economici della cultura e del turismo. Verrà creato un fondo specifico capace di attrarre investitori privati attraverso quattro strumenti d’azione:
il credito di imposta per le strutture ricettive
una sezione speciale del fondo di garanzia
incentivi all’aggregazione delle imprese turistiche
il Fondo nazionale per il turismo e il Fondo per il turismo sostenibile
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M1C1 nel PNRR, le sfide e gli interventi previsti
La definizione e la categorizzazione degli obiettivi della M1C1 (la compotente 1 della missione 1) del PNRR con le relative strategie nascono dall’esigenza di rispondere a specifiche problematiche economiche e sociali che risalgono alla crisi che affligge l’Italia da decenni e che è stata aggravata dalla pandemia. Anche in questo caso, l’epistemologia di queste perturbazioni può essere sviscerata attraverso la tripartizione degli ambiti di intervento: Digitalizzazione della PA, Innovazione della PA e Innovazione organizzativa del sistema giudiziario.
1. Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
La digitalizzazione della PA in Italia è ancora in ritardo, anche a causa della pandemia. Tale situazione deriva da tre carenze:
infrastruttura digitale frammentata e inaffidabile
scarsa qualità e diffusione dei servizi pubblici digitali
basso livello di competenze digitali
L’obiettivo è la digitalizzazione della PA attraverso interventi tecnologici ad ampio spettro accompagnati da riforme strutturali incentivando le amministrazioni centrali e locali alla migrazione al cloud con la creazione di un’infrastruttura nazionale e garantendo l’interoperabilità tra i dati delle amministrazioni. Inoltre, si prevede la digitalizzazione di processi interni delle amministrazioni e l’offerta di servizi digitali ai cittadini, ad esempio, sistemi di pagamento online e piattaforme di Identità Digitali e dell’anagrafe nazionale digitale.
Fig. 3 La costruzione del sistema operativo del Paese (dati riferiti a fine 2021)
Fonte: Osservatorio Agenda Digitale
Altre misure riguardano il rinnovo dell’impianto normativo per velocizzare gli appalti ICT. Infine, è previsto il rafforzamento del perimetro di sicurezza informatica del Paese e delle competenze digitali di base dei cittadini.
Investimento
Obiettivo
Modalità di implementazione
1.1: Infrastrutture digitali
Garantire che i sistemi, i dataset e le applicazioni della PA siano ospitati in data center affidabili
Creazione di un’infrastruttura ibrida nazionale basata su cloud o certificazione di alternative cloud pubbliche sicure
Rafforzamento delle capacità di monitoraggio, prevenzione e risposta a rischi cyber
1.6: Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali
Rendere più efficienti i processi sottostanti i servizi pubblici
Interventi “verticali” mirati a
ridisegnare un insieme di use-case chiave nelle grandi amministrazioni centrali
1.7: Competenze digitali di base
Ridurre la quota di popolazione attuale a rischio di esclusione digitale
Lancio dell’Iniziativa «Servizio Civico Digitale» e miglioramento delle competenze digitali
Fig. 4 Investimenti della M1C1, Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
Fonte: Osservatorio Agenda Digitale
2. Innovazione della Pubblica Amministrazione
Le cause del continuo esaurimento del capitale umano sono legate a quattro grandi ostacoli: invecchiamento e pensionamento della forza lavoro, taglio delle spese di istruzione e formazione per i dipendenti pubblici, iniziative formative poco mirate in termini di reali fabbisogni e lente procedure concorsuali pubbliche che impediscono il ricambio generazionale. Pertanto, si prevede di agire lungo quattro dimensioni:
riforma dei meccanismi di selezione;
riforme normative volte a interventi legislativi immediati e accelerati per semplificare le procedure legate all’attuazione del PNRR
pianificare, attrarre, selezionare, assumere, trattenere, valutare e sviluppare il miglior capitale umano del Paese;
fare leva sulla tecnologia come motore dell’innovazione.
Investimento
Obiettivo
Modalità di implementazione
2.1: Portale unico del reclutamento
Migliorare le modalità di candidatura per la PA
Lancio di una nuova piattaforma digitale che metterà a disposizione delle amministrazioni i profili dei candidati
2.2: Task force, digitalizzazione, monitoraggio e performance
Fornire assistenza tecnica alle amministrazioni e rafforzare la capacità amministrativa
Assunzione di esperti per fornire assistenza alle PA per l’attuazione di specifici progetti del PNRR
2.3: Competenze e capacità amministrativa
Rafforzare le competenze del personale nella PA
Corsi online, voucher formativi, comunità di pratica e apprendimento e sviluppo di progetti di trasformazione manageriale
Fig. 5 Investimenti della M1C1, Innovazione della Pubblica Amministrazione
Fonte: Osservatorio Agenda Digitale
3. Innovazione organizzativa del sistema giudiziario
L’ultima sfida di questa componente del PNRR per la digitalizzazione della PA riguarda il settore della giustizia. Le prestazioni del sistema giudiziario italiano restano lontane da quelle degli altri paesi europei per quanto concerne la durata dei procedimenti. A questo proposito, il Ministero della Giustizia ha proposto un Piano Straordinario per la Giustizia la cui sfida principale è rendere più efficiente questo sistema.
I pilastri attorno ai quali si concentra l’azione sono: riforme, valorizzazione del capitale umano, interventi organizzativi e digitalizzazione. In questo caso, il modus operandi è quello di sostenere gli interventi di riforma della giustizia attraverso investimenti nella digitalizzazione e nella gestione del carico pregresso di cause civili e penali.
Investimento
Obiettivo
Modalità di implementazione
3.1: Investimento in capitale umano per rafforzare l’Ufficio del Processo e superare le disparità tra tribunali
Supportare i giudici nell’evasione delle pratiche procedurali pendenti
Assunzione di giovani laureati, diplomati specializzati e diplomati che andranno a costituire lo staff amministrativo e tecnico a supporto degli uffici giudiziari e dell’Ufficio del processo
3.2: Rafforzamento dell’Ufficio del processo per la Giustizia amministrativa
Rafforzare l’Ufficio del processo
Assunzione di Funzionari e assistenti informatici
Fig. 6 Investimenti della M1C1, Innovazione organizzativa del sistema giudiziario
Fonte: Osservatorio Agenda Digitale
PNRR, un’opportunità di rilancio economico e sociale
Un’efficace attuazione del PNRR permetterebbe di sfruttare a pieno le potenzialità di questo Piano. A questo scopo è stato istituito un gruppo apposito: una Cabina di regia con poteri di indirizzo, impulso e coordinamento generale dell’attuazione del Piano. La Cabina riceve informative sull’attuazione degli interventi, esamina ostacoli e criticità, promuove il coordinamento tra i diversi livelli di governo, formula indirizzi specifici sull’attività di monitoraggio e controllo e segnala eventuali interventi legislativi da implementare.
Un altro ruolo fondamentale è quello della Segreteria tecnica per l’attuazione del PNRR, una struttura istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con funzioni di supporto alle attività della Cabina di regia per l’attuazione del PNRR. La Segreteria tecnica acquisisce dal Servizio centrale per il PNRR le informazioni relative all’attuazione del Piano a livello di ciascun progetto al fine di elaborare rapporti informativi periodici alla Cabina di regia.
Inoltre, gli esperti della Segreteria tecnica individuano e segnalano al Presidente del Consiglio le azioni utili al superamento di eventuali criticità segnalando casi da valutare ai fini dell’eventuale esercizio dei poteri sostitutivi. Infine, la Segreteria sostiene anche le attività del Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale
I principi e gli investimenti del PNRR, quindi, fanno pensare a questo piano come un volano per la digitalizzazione nel nostro Paese. Tuttavia, prospettive di innovazione e crescita digitale nell’ambito della PA possono concretizzarsi solo se precise indicazioni di milestone e target vengono recepite e tramutate in azioni attraverso un’efficiente coordinazione a livello decisionale e manageriale all’interno dei singoli enti centrali e locali.
PNRR, l’importanza delle competenze digitali per la digitalizzazione della PA
Un primo step per digitalizzare la PA può essere quello delle competenze: le skill tecniche e gestionali sono, infatti, fondamentali l’evoluzione dei processi e per renderli più efficienti ed efficaci. I fondi del PNRR sono a debito e, di conseguenza, occorre essere “addizionali”, ossia generare un ricavo maggiore rispetto a quanto si sarebbe senza quelle risorse.
Per aggiornare processi di digitalizzazione della PA occorrono nuove figure, capaci di creare e utilizzare sistemi tra loro interoperabili. Il dialogo automatico di sistemi e basi dati, ad esempio, può essere applicato attraverso l’utilizzo di chiavi pubbliche e private (come le API) per creare un’interconnessione tra i diversi sistemi: da un modello formato da tante diverse pubbliche amministrazioni (ciascuna con i suoi sistemi), quindi, si potrebbe potenzialmente passare a un modello univoco di PA, capace di interfacciarsi con cittadini e privati, adeguandosi a seconda delle esigenze, ma allo stesso tempo condividendo un sistema operativo in cui i dati dialogano di continuo senza l’intermediazione umana.
Per questo cambio di paradigma, così come per molti altri, occorre sia aggiornare le competenze dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, attraverso formazione e reskilling, sia ricorrere a nuove professioni digitali, come data scientist, sviluppatori, mediatori culturali, manager innovativi, ecc.
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