Le soluzioni di Supply Chain Finance (SCF) per sostenere le imprese nel finanziamento del proprio Capitale Circolante sono ormai numerose e fra queste ne emergono alcune particolarmente interessanti. È il caso del Reverse Factoring e del più innovativo Advanced Reverse Factoring, due soluzioni che traggono spunto dalle più tradizionali forme di Factoring, ma di queste rappresentano una vera e propria evoluzione.
Data la crescente attenzione dei player del settore verso queste soluzioni innovative di Supply Chain Finance, in questo articolo rispondiamo ad alcune domande chiave sul Factoring.
In principio il Factoring
Prima di definire le due soluzioni più innovative di Factoring, partiamo dal concetto originario. Con il termine “Factoring” si fa riferimento ad un metodo di finanziamento che deriva da un accordo tra un Istituto Finanziario (Factor) e un’impresa, per quest’ultima cede i propri crediti commerciali vantati verso i propri clienti (debitori).
Esistono due tipologie di Factoring:
pro-solvendo, quando il Factor può rivalersi sul cedente del credito in caso di mancato pagamento da parte del debitore;
pro-soluto, quando il Factor assume in capo a sé il rischio del mancato pagamento del debitore stesso (il costo di tale operazione è maggiore rispetto al pro solvendo in considerazione della remunerazione del servizio di garanzia).
Nel caso del Factoring, un appropriato utilizzo delle tecnologie digitali può rendere la soluzione meno costosa per tutti gli attori in gioco, aumentandone la flessibilità, riducendone gli ostacoli e trasformandola in una vera e propria “arma in più” per imprese e Supply Chain nel loro complesso.
Il Factoring e il calcio
Un esempio molto concreto e attuale, nonché innovativo di Factoring, può essere quello del Barcellona FC, club calcistico catalano che nell’estate del 2019 ha utilizzato diverse operazioni di Factoring per raccogliere parte dei 120 milioni di euro necessari ad acquistare l’attaccante francese Antoine Griezmann, tra i più famosi a livello internazionale. A spiegarlo, in questo video, è Alessio Ronchini, ricercatore dell’Osservatorio Supply Chain Finance.
Reverse Factoring vs Advanced Reverse Factoring
Il Reverse Factoring è una modalità operativa del Factoring in cui un cliente di elevato merito creditizio attiva una partnership con un Factor per favorire la cessione delle fatture dei propri fornitori, che quindi sfruttano il merito creditizio del cliente per ottenere prezzi più bassi rispetto alla modalità “diretta”. Anche in questo caso possono esistere le modalità pro-solvendo e pro-soluto con impatto analogo al Factoring sulla liquidità e sul Capitale Circolante Operativo Netto della filiera.
L’Advanced Reverse Factoring è invece una forma evoluta e innovativa di Reverse Factoring che si implementa quando sono disponibili maggiori informazioni operative, quindi potenzialmente a fronte di un minor rischio e di una conseguente riduzione del costo del finanziamento. Per applicarlo, soprattutto su larga scala, è necessario far leva su una piattaforma tecnologica che supporti i processi coinvolti, dalla relazione tra Cliente e Fornitore, fino al coinvolgimento di un Istituto Finanziario. Il ruolo della digitalizzazione è finalizzato a gestire un volume rilevante di informazioni che, a costi contenuti, concorrano a definire dinamicamente rating “premianti” per i Fornitori più “virtuosi”.
Un esempio di Advanced Reverse Factoring
Per rendere l’idea sull’innovazione portata da questa soluzione, possiamo pensare al caso di un grande Cliente con tanti Fornitori di piccole e medie dimensioni. In questo tipo di contesto, i piccoli e medi Fornitori sono premiati in quanto possono accedere a un costo del debito minore in modo meritocratico.
L’Istituto Finanziario ha a disposizione informazioni rilevanti e aggiornate sull’operatività dei Fornitori senza dover sostenere costi di interfaccia elevati, con il vantaggio di poter controllare maggiormente il livello di rischio delle operazioni di credito. Il Cliente, d’altro canto, mantiene sotto controllo il proprio capitale circolante operativo netto minimizzando al tempo stesso la possibilità che un Fornitore o un insieme di Fornitori strategici, con prestazioni logistico-produttive di tutto rispetto ma di dimensioni limitate, subiscano pericolose crisi di liquidità.
Costi e benefici del Reverse Factoring
In sintesi, l’adozione di soluzioni di Reverse Factoring conduce a benefici non correlati semplicemente alla riduzione del Capitale Circolante, obiettivo di tutte le soluzioni di Supply Chain Finance. Infatti, oltre ai benefici economici e finanziari, occorre considerare anche aspetti intangibili, come la possibilità di migliorare la sostenibilità e la collaborazione all’interno dell’intera filiera, nonché i vantaggi operativi, strettamente connessi al grado di digitalizzazione della soluzione adoperata.
I principali costi delle soluzioni di Reverse Factoring impattano nelle tradizionali fasi del ciclo di vita di una soluzione di SCF: pianificazione, implementazione ed esecuzione. In fase di pianificazione vanno considerati tutti i potenziali costi legati alla scelta degli attori da coinvolgere (quali banche, istituti finanziari e fornitori di tecnologie). I principali costi di implementazione riguardano il set-up della soluzione prima del suo effettivo lancio. Entrano quindi in gioco costi di acquisizione e preparazione della piattaforma, costi legati al cambiamento di alcuni processi interni ed elementi legali e di compliance. Nei costi d’esecuzione, infine, sono considerati tutti gli aspetti contrattuali, gestionali e di controllo.
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