La quarta rivoluzione industriale, portata dal cambiamento epocale della trasformazione digitale, ha impatti su tutti gli ambiti dell’economia e della società, dai meccanismi di creazione e distribuzione della ricchezza, alla produttività, alla comunicazione, alle professioni.
Trasformazione digitale tra “vincitori” e “vinti”
Studi della Commissione Ue stimano che per l’Europa da qui al 2020 mancheranno fino a 750.000 professionisti qualificati nelle tecnologie digitali. Secondo l’ultima ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano oltre 8 aziende su 10 sono infatti consapevoli di dover attuare in primis una strategia sulle persone a fronte della trasformazione digitale in atto.
Siamo di fronte ad un tema controverso nei confronti del quale è difficile fare proiezioni, date le tante variabili in gioco, prima fra tutte il fattore umano. La digitalizzazione consente infatti l’automazione, non solo di una serie di operazioni di lavoro fisico, ma anche di attività che includono capacità cognitive, capacità di giudizio o riflessi sensoriali, persino le attività di guida prima considerate troppo complesse da automatizzare con successo.
Tuttavia essa porta notevoli benefici: la crescita della produttività – importante nei Paesi con calo demografico – l’aumento della sicurezza ela riduzione degli errori per citarne alcuni.
La trasformazione digitale avrà certamente vincitori e vinti ma anche in questa circostanza sembra intervenire una “mano invisibile”, per citare la famosa metafora di Adam Smith secondo la quale anche di fronte ai fenomeni più opportunistici in un libero mercato si raggiunga un equilibro generale. I casi sono numerosi e ne scegliamo alcuni a nostro avviso significativi per una riflessione.
La “seconda vita” del postino
Il primo è la rivincita del postino, citato nel titolo. Questa professione destinata a morte sicura, stante il drastico costante calo della corrispondenza cartacea, vive oggi la sua seconda prosperosa vita grazie all’ecommerce. Poste Italiane ha consegnato lo scorso anno 50 milioni di pacchi con una crescita del 22% e ha deciso di aggredire in Italia (l’agguerrita) concorrenza con i suoi 30mila postini dotati di device e mezzi adeguati.
Il ruolo della digitalizzazione nella Sharing Economy
Il secondo che vogliamo citare è il fenomeno della discussa Sharing Economy, in cui si sfrutta l’inutilizzata capacità di un bene/servizio, condividendone l’uso a fronte di un compenso, per generare benessere sia per chi cede sia per chi utilizza (two sides), in un contesto sostenibile, sempre più necessario per il nostro pianeta.
In questo caso la digitalizzazione è stata la chiave di sviluppo di fenomeni arcaici (l’affitto, lo scambio, la consegna a domicilio) e ha reso possibile la ridistribuzione di valore (e la creazione di lavoro) con una dimensione globale.
Su questa falsa riga possiamo interpretare l’apertura di punti fisici in un mondo commerciale sempre più virtuale da parte di Enel ma anche di Amazon e Zalando, leader mondiali nelle vendite on line, che hanno iniziato a inaugurare negozi fisici (librerie a New York e beauty store a Berlino) avendo capito che lo store reale è uno strumento formidabile di comunicazione e contatto.
Possiamo aspettarci l’emergere di nuovi modelli economici, di nuove professioni ma anche di un nuovo equilibrio.
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