Adozione dell’Agricoltura 4.0 in crescita: opportunità e sfide per il settore agricolo italiano
Nel 2022, il mercato dell’Agricoltura 4.0 in Italia ha mantenuto un forte trend di crescita. Nonostante le complessità del momento storico – caratterizzato dall’aumento dei costi delle materie prime agricole e dei mezzi tecnici (come i fertilizzanti), dal rialzo dei prezzi dell’energia e dalle critiche condizioni climatiche – gli attori del settore hanno mantenuto un atteggiamento positivo nei confronti del digitale, considerato un fattore cruciale per rendere l’agricoltura italiana più resiliente e competitiva.
Secondo i dati della ricerca condotta dall’Osservatorio Smart AgriFood, in un contesto in cui il mercato globale dell’Agricoltura 4.0 ha continuato a crescere a un ritmo superiore al 10% (con una proiezione di raggiungere un valore di circa 30 miliardi di euro entro il 2027), anche l’Italia ha fatto la sua parte: nel 2022, il valore del mercato dell’Agricoltura 4.0 nel nostro Paese ha infatti raggiunto un valore di 2,1 miliardi di euro, evidenziando una crescita del 31% rispetto all’anno precedente. D’altra parte, è cresciuta anche l’adozione da parte degli agricoltori: oltre il 70% delle aziende intervistate dall’Osservatorio ha infatti dichiarato di utilizzare almeno una soluzione di Agricoltura 4.0, segnando un significativo aumento rispetto al 2021. Questo evidenzia una chiara tendenza positiva verso l’adozione di soluzioni innovative nel settore agricolo, con un’incidenza ancora maggiore nel settore zootecnico, dove la percentuale di aziende innovative sale all’84%. Se si guarda alle soluzioni maggiormente utilizzate, oltre ai software gestionali (considerati abilitatori, piuttosto che vere e proprie soluzioni 4.0) si trovano i sistemi di monitoraggio a distanza, che consentono di tenere sotto controllo macchine, attrezzature, terreni e coltivazioni. I sistemi di supporto alle decisioni, inoltre, stanno guadagnando popolarità, fornendo agli agricoltori informazioni preziose per prendere decisioni più informate. E, guardando al futuro, sempre più interesse susciteranno le soluzioni per l’irrigazione di precisione: una scelta “obbligata”, potremmo dire, considerando le condizioni climatiche sempre più estreme registrate anche in Italia.
Le aziende agricole stanno dunque adottando diverse soluzioni per migliorare le proprie operazioni, non solo in campo ma a livello di intera azienda agricola (ed eventualmente di filiera, come nei casi di aziende che utilizzano le soluzioni 4.0 per condividere, ad esempio, i dati di tracciabilità con le aziende della trasformazione). I risultati della ricerca offrono un quadro chiaro sul ruolo che le soluzioni 4.0 stanno avendo nel comparto agricolo, offrendo vantaggi significativi, come il migliore controllo delle operazioni, l’ottimizzazione delle risorse e una maggiore efficienza complessiva, con benefici sulla sostenibilità in tutte le sue dimensioni.
Una situazione, dunque, estremamente positiva per la nostra agricoltura, ma evidentemente con ampi margini di miglioramento. I dati sulla SAU (Superficie Agricola Utilizzata) coltivata con l’uso di soluzioni 4.0, passata dal 6% nel 2021 all’8% nel 2022, pur essendo in aumento lasciano intravedere un importante margine di crescita potenziale (ricordiamo il dato indicato dal MIPAAF nel 2016, che dichiarava l’obiettivo di arrivare a una gestione di precisione sul 10% delle superfici entro il 2021). È inoltre interessante sottolineare il fatto che una parte significativa degli investimenti effettuati nel 2022 provenga da aziende agricole che hanno già esperienza nell’ambito dell’Agricoltura 4.0 e che stanno continuando il proprio percorso di innovazione, acquisendo nuove soluzioni o servizi. Questo, quindi, indica che vi è ancora un notevole potenziale tra le aziende agricole che non hanno ancora adottato le soluzioni di 4.0.
È necessario dunque considerare con attenzione le sfide associate all’implementazione di soluzioni digitali, legate non tanto – come si potrebbe pensare – all’entità degli investimenti richiesti, quanto innanzitutto alla necessità di possedere buone conoscenze tecniche e tecnologiche. Più in generale, è importante maturare una certa consapevolezza sull’importanza e sul valore della digitalizzazione. Un fattore essenziale, quest’ultimo, per consentire agli agricoltori di superare quella generale resistenza al cambiamento che porta inevitabilmente a pensare di non dover cambiare lo “status quo” e di poter continuare ad operare con soluzioni tradizionali. Non per nulla, la prima barriera alla digitalizzazione riconosciuta dagli agricoltori è proprio la mancanza di chiarezza sui benefici conseguibili grazie all’implementazione di soluzioni 4.0 e la difficoltà a identificare modelli concreti di valutazione degli stessi. Questo scoglio può essere superato solo dando chiara dimostrazione e continua divulgazione dei benefici che l’Agricoltura 4.0 può portare, attraverso l’utilizzo di indicatori, modelli e casi concreti (ad esempio: la riduzione dei costi di produzione, il miglioramento della qualità del prodotto, la riduzione dell’impatto sulla biodiversità e delle emissioni di gas serra, l’aumento della sicurezza sul lavoro, ecc.).
La sicurezza dei dati raccolti dai sistemi è un’altra questione cruciale che richiede attenzione, così come la corretta valorizzazione nei confronti di chi questi dati li genera, ossia gli agricoltori. Ultima, ma non meno importante, la tematica dell’interoperabilità che, a distanza di anni dalle prime rilevazioni dell’Osservatorio, emerge ancora come uno degli elementi ostativi. Sebbene sia rilevante la crescita nell’adozione delle soluzioni 4.0 da parte degli agricoltori, ancora più importante è infatti che tali strumenti possano essere utilizzati in parallelo, comunicando e scambiando dati tra loro. Solo così il “paradigma dell’Agricoltura 4.0” si potrà dire pienamente raggiunto.
A cura di
Chiara Corbo
Smart AgriFood, Food SustainabilityDirettrice degli Osservatori Smart AgriFood e Food Sustainability del Politecnico di Milano. Laureata con il massimo dei voti in Economia Aziendale, ha conseguito nel 2014 il Dottorato in “Agrisystem”, la Scuola di Dottorato sul sistema agroalimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Svolge dal 2010 ricerca sui temi della qualità, tracciabilità e sostenibilità delle produzioni agroalimentari. Ha collaborato con società di consulenza e istituti di ricerca in Italia e all’estero. Su questi temi è autrice di pubblicazioni accademiche e divulgative.
Federico Maffezzoli
Smart AgrifoodRicercatore all’Università degli Studi di Brescia e laureato in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano nel 2019. Le sue attività di ricerca includono le tematiche di Agricoltura 4.0, digital manufacturing e supply chain management. Collabora con il Laboratorio RISE (Research and Innovation for Smart Enterprises Laboratory) e con l’Osservatorio Smart-Agrifood.
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