Smart Mobility: i bandi pubblici a supporto delle progettualità

A cura di:
Alessia Cucciniello – Ricercatrice dell’Osservatorio Connected Car & Mobility
 
La Smart Mobility è un tema sempre più rilevante per imprese e pubbliche amministrazioni, e ne sono testimoni i numerosi progetti avviati al riguardo, sia in Italia che all’estero, e gli ingenti investimenti previsti, con riferimento soprattutto a quelli definiti a livello nazionale nel corso del 2021 e 2022. Secondo una survey realizzata dall’Osservatorio Connected Car & Mobility1, i comuni italiani che hanno avviato progetti in quest’ambito passano dal 41% nel 2019, al 50% nel 2020, fino al 59% nel 2021. Rimane invece pressoché invariata, rispetto al 2020, la propensione dei comuni a superare la fase di sperimentazione e passare a quella esecutiva, con 1 progetto su 2 che si trova ancora in una fase embrionale. Se da un lato è importante testare nuove soluzioni, tecnologie e modelli di business in un ambito di frontiera come la Smart Mobility, dall’altro occorre avere il coraggio di trasformare la moltitudine di progetti pilota in soluzioni a regime, in grado di portare valore alla municipalità e ai cittadini.
Per quanto riguarda gli investimenti stanziati a livello nazionale, diverse iniziative stanno venendo portate avanti. In data 13 maggio è partito il primo bando del programma di sperimentazione Smarter Italy promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE): le candidature da parte di grandi imprese, PMI e startup, università e centri di ricerca, terzo settore possono essere presentate entro il 30 giugno. L’obiettivo è accelerare la crescita del Paese e soddisfare delle esigenze reali in quattro aree di intervento, quali Smart Mobility, beni culturali, benessere delle persone e salvaguardia ambientale. Il luogo di sperimentazione delle soluzioni proposte sono 11 centri urbani definiti “Smart Cities” e 12 piccoli centri denominati i “Borghi del futuro”. Sono messi a disposizione complessivamente 90 milioni di euro, di cui 20 milioni destinati a iniziative nell’ambito della mobilità intelligente.
L’inclusione di comuni di piccole dimensioni è un punto di forza dell’iniziativa: sostenere economicamente tali realtà nell’avvio di progetti innovativi consente loro di abbattere un importante ostacolo. Dall’indagine rivolta ai comuni a cura dell’Osservatorio emerge che, in linea con gli scorsi anni, tra le principali barriere in grado di frenare la realizzazione di progetti di Smart Mobility si confermano la mancanza di risorse economiche e di competenze. La questione economica, complessivamente, è un po’ meno percepita rispetto al 2020 e scende al secondo posto (58%, -10%). Tuttavia, sono proprio i piccoli/medi centri a soffrire di questa situazione: ben il 66% dei comuni con meno di 80.000 abitanti indica la “carenza di risorse economiche” come uno dei principali ostacoli, dato che sale al 69% se si guardano i comuni con meno di 25.000 abitanti.

Un altro elemento innovativo da prendere d’esempio da Smarter Italy è la concretezza delle esigenze che il programma vuole incontrare e la volontà di coinvolgere gli attori interessati nella loro identificazione: precedentemente all’emanazione di questo primo bando sulla mobilità, i territori coinvolti sono stati chiamati ad esprimere una loro opinione sui propri fabbisogni in tema di traffico, inquinamento, vivibilità dei centri storici e fruibilità dei distretti industriali. I partecipanti al bando, che ha messo a disposizione 8,5 milioni di euro, devono cercare di risolvere le problematiche appena citate sviluppando una piattaforma innovativa a supporto della mobilità urbana.

Parlando di investimenti che promuovono la mobilità intelligente, comunque, non si può non citare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il programma di investimenti per promuovere lo sviluppo verde e digitale del Paese, tramite il quale sono già stati stanziati 14,3 miliardi di euro destinati alla mobilità smart e sostenibile. È interessante comprendere come questi si distribuiscano nelle sotto-aree di intervento. La gran parte dei fondi (10,2 miliardi) è rivolta proprio alla mobilità sostenibile, ad esempio: iniziative di mobilità elettrica, come il rinnovo delle flotte di bus e treni verdi e lo sviluppo di infrastrutture di ricarica, ma anche soluzioni di mobilità con fonti alternative (es. idrogeno e rinnovabili). Sono, invece, destinati alla sfera della mobilità legata al concetto di Smart City 3,5 miliardi di euro con l’intervento “Piani Urbani Integrati”, che ha l’obiettivo di ricucire il tessuto urbano ed extra-urbano, e l’intervento “Sicurezza Stradale”, che prevede il monitoraggio di ponti, viadotti e strade in un’ottica di maggiore sicurezza. I restanti fondi riguardano infine iniziative di micromobilità (es. rafforzamento della mobilità ciclistica) e di Mobility as a Service.

1 Fonte: survey CAWI realizzata in collaborazione tra l’Osservatorio Connected Car & Mobility e Doxa, inviata ad oltre 700 comuni italiani con più di 15.000 abitanti (tasso di risposta: 15%), Sett. 2021.

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