Il ruolo abilitante delle tecnologie satellitari per le grandi sfide globali: earth observation 4 global warming

A cura di:
Jacopo Manotti – Ricercatore, Osservatorio Space Economy

A partire dalla fine degli anni Novanta, con l’introduzione del concetto di triple-bottom line e la necessità di perseguire una sostenibilità di carattere sociale, ambientale ed economico, il dibattito e la sensibilità verso le grandi sfide globali hanno progressivamente attratto una maggiore attenzione da parte del mondo delle imprese.

Nel 2015, inoltre, l’Agenda per lo sviluppo sostenibile pubblicata dalle Nazioni Unite e in cui sono espressi i 17 macro-obiettivi di sostenibilità da raggiungere entro il 2030, esplicita il ruolo chiave delle imprese per il conseguimento di tali risultati. Dopo così secoli caratterizzati dall’industrializzazione della società e da un progresso economico senza particolari vincoli dal punto di vista ambientale e sociale, la popolazione prima – attraverso azioni collettive di sensibilizzazione e protesta circa le conseguenze di queste attitudini – e le istituzioni poi – promulgando provvedimenti regolatori – hanno iniziato a sviluppare azioni pratiche per un costante miglioramento delle condizioni di vita secondo i tre pilastri principali.

Le imprese si stanno quindi sempre più interessando al modo in cui poter essere dei veri e propri “agenti di sostenibilità”. In un ventennio caratterizzato dalla Trasformazione Digitale, tale obiettivo può essere raggiunto grazie anche all’utilizzo di tecnologie innovative. In particolar modo, uno degli ultimi trend è rappresentato dalla democratizzazione e accesso allo Spazio e dalle tecnologie spaziali – in primis quelle satellitari. Programmi comunitari come la costellazione europea di immagini satellitari Copernicus sono stati concepiti proprio con l’idea di essere ad accesso gratuito, con l’obiettivo di dare ai cittadini la possibilità di sperimentare e creare nuove soluzioni a partire da un bene comune.

Le immagini satellitari, per esempio, sono state riconosciute come una possibile tecnologia abilitante la sostenibilità ambientale. Data la crescente sensibilità verso il tema del surriscaldamento globale dovuto alle emissioni di anidride carbonica, negli ultimi anni si è sviluppato il mercato dei cosiddetti crediti di carbonio. Oggigiorno, una volta che il regolatore impone un tetto in termini assoluti alle emissioni, vengono emessi dei “permessi ad emettere” divisi tra le imprese partecipanti al sistema economico. Questi permessi hanno un valore monetario e possono essere venduti e comprati sul mercato dai diversi attori. È inoltre possibile combattere le emissioni anche tramite l’acquisto di certificazioni per azioni di riforestazione. Quest’ultime sono ad oggi controllate da un insieme frammentato di enti certificatori, operanti secondo diversi standard, che rendono quindi questo tipo di mercato estremamente volatile. Si pone così il problema di valutare in maniera oggettiva ed unica l’impatto di una determinata azione che viene certificata da questi attori. Come è possibile essere certi che un certo quantitativo di nuovi alberi siano stati piantati nella foresta amazzonica? Proprio in questo frangente vengono in soccorso le immagini satellitari, con la possibilità di catturare evidenza delle situazioni prima e dopo l’azione in maniera oggettiva e immutabile.

In un sistema finanziario globale sempre più orientato alla compliance con gli standard di sviluppo sostenibile, il ruolo della tecnologia satellitare in questo senso può essere di primaria importanza. Sempre più spesso, infatti, l’accesso al credito erogato dai più grandi colossi finanziari è soggetto a un controllo della posizione di sostenibilità delle imprese, e quindi al possesso di queste certificazioni. È lecito dunque aspettarsi una sempre maggiore necessità di omogeneizzare la valutazione delle attività a sfondo sostenibile nei prossimi anni, in cui le immagini satellitari – per le caratteristiche suddette – possono giocare il ruolo di arbitro e orchestratore.