La rete tra professionisti: un’esperienza concreta nella consulenza del lavoro

In Italia gli studi professionali sono mediamente di micro e piccola dimensione. Le difficoltà tipiche, legate alla mancanza di una rete di vendita per proporre i servizi, alla carenza di strumenti giuridici che incoraggino realmente l’aggregazione e l’individualismo diffuso tra i professionisti, ostacolano il processo di crescita dimensionale degli studi. Tuttavia, non sono isolati i casi di collaborazioni sviluppate con l’intento di ampliare l’offerta e razionalizzare i processi lavorativi.
L’articolo che segue riporta l’esperienza su questo tema di Luca Piscaglia, titolare dell’omonimo studio di consulenza del lavoro a San Mauro Pascoli, in provincia di Forlì-Cesena.

Inquadriamo brevemente le caratteristiche dello Studio Piscaglia, per comprendere poi meglio le direttrici del suo sviluppo nella consulenza del lavoro.

Dal 1986 sono il titolare dello Studio, subentrando a mio padre Mario che lo fondò nel 1954: 70 anni di consulenza del lavoro! Oggi siamo una realtà dinamica e giovane, composta da circa 30 persone, tra collaboratori e dipendenti. Non facciamo solo buste paga, ma lavoriamo a fianco delle aziende per aiutarle a creare un ambiente lavorativo che faciliti l’integrazione dell’innovazione organizzativa e tecnologica, proponendo una diversa visione del lavoro con nuovi ruoli, nuove forme di partecipazione dei lavoratori ai processi e nuove forme retributive. Lavoriamo anche su progetti di conciliazione vita-lavoro, cercando di coinvolgere tutti gli stakeholders, dalla pubblica amministrazione, alle aziende e ai lavoratori.
Con questo spirito, il nostro Studio ha sempre cercato di essere promotore del cambiamento, valorizzando l’apporto delle risorse umane, investendo sull’innovazione, ma soprattutto sul rafforzamento dell’aggregazione professionale e dello sviluppo di sinergie tra le persone coinvolte.

Nuovi modelli organizzativi, ingaggio del personale per renderlo partecipe dello sviluppo, necessità di aumentare le dimensioni dello Studio per assecondare i nuovi bisogni della clientela con servizi più ampi e profondi: sono alcuni degli elementi che qualificano il cambiamento nel mondo delle professioni giuridiche ed economiche. Quali scelte avete fatto in questa direzione?

Oggi lavoriamo a fianco di aziende leader di diversi settori, dall’industria calzaturiera, all’abbigliamento, dalla GDO alla sanità privata e alla metalmeccanica. Aziende importanti ed esigenze variegate, che necessitano di approcci specialistici e integrati. È nata così l’idea di creare una rete formalizzata tra professionisti attraverso un vero e proprio contratto di rete. Il contratto impegna i “retisti” e me in qualità di “professionista capofila”, a svolgere attività di consulenza del lavoro e di assistenza legale in forma aggregata perseguendo obiettivi comuni. La rete conta, oggi, otto professionisti, di cui sei consulenti del lavoro e due avvocati.

La lettura delle esigenze del mercato vi ha portato a scegliere una soluzione innovativa: la rete tra professionisti, appunto. Quali obiettivi vi prefiggete di raggiungere?

L’obiettivo della rete tra professionisti, coinvolgendo i collaboratori dello studio, riguarda non solo lo sviluppo dell’attività e della competitività attraverso la collaborazione e l’aggregazione, ma anche la crescita delle conoscenze e della sinergia tra professionalità diverse ma complementari. Lo Studio Piscaglia, infatti, vanta la presenza di più aree di specializzazione nel mondo della consulenza del lavoro e legale. Puntare su una maggiore integrazione tra le stesse, rappresenta un valore aggiunto in un mercato del lavoro in continua evoluzione. L’integrazione delle competenze specialistiche dei vari professionisti agevola lo sviluppo di nuove attività strategiche e, di conseguenza, la possibilità di aumentare la presenza in nuovi mercati nazionali e internazionali.

Quali altri impatti può avere l’adozione di una forma collaborativa e aggregativa come la ‘rete formalizzata’ tra professionisti?

Grazie all’istituzione di un fondo comune sarà possibile investire in sistemi informatici e operativi all’avanguardia, sistemi di sicurezza e, in generale, in corsi di formazione e attività complementari all’attività principale, come marketing, comunicazione e così via. Il mondo della consulenza del lavoro si sta aprendo sempre di più a nuove esigenze e a nuovi contesti: noi vogliamo poter governare questi cambiamenti. E tra questi c’è anche il tema del passaggio generazionale. Un tema di grande attualità e la cui gestione, per via delle importanti implicazioni che porta con sé, necessita di un’organizzazione e di una pianificazione adeguata. Uno studio come il nostro, che vanta una storia familiare e una significativa riconoscenza sul territorio romagnolo, non può trovarsi impreparato di fronte a un cambiamento che necessariamente sarà chiamato ad affrontare.

Abbiamo parlato delle sollecitazioni che provengono dal mercato e che incoraggiano nuove forme collaborative. Nel caso della ‘rete’ tra professionisti, quali sono i presupposti attitudinali dei partecipanti per assicurare che l’ingranaggio funzioni?

Sono diversi i presupposti attitudinali ma anche comportamentali che favoriscono il successo di iniziative come questa. Senza definire tra loro una gerarchia, ritengo che siano fondamentali: la capacità di vedere nell’integrazione dei saperi un’opportunità e non una minaccia, la fiducia tra coloro che partecipano all’iniziativa, l’elaborazione di una visione che sia in grado di ingaggiare le persone attorno a un’idea da realizzare e in cui ciascuno possa riconoscersi, sapendo di giocare, a seconda delle necessità, il ruolo di protagonista e di comprimario. Con questi presupposti proviamo a costruire le basi per il futuro del nostro studio!

Articolo scritto con il contributo di Luca Piscaglia, Consulente del Lavoro, Studio Piscaglia

A cura di

Claudio Rorato

Claudio Rorato

Professionisti, Innovazione Digitale nelle PMI

Responsabile Scientifico e Direttore dell'Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale, Direttore dell'Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI

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