Piracy Shield: la tecnologia a contrasto della pirateria digitale
Negli ultimi anni, la lotta contro la pirateria digitale in Italia ha registrato un importante potenziamento grazie all’introduzione del Piracy Shield, una piattaforma realizzata sotto la regia dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e sviluppata da Sp Tech, una società collegata allo studio legale Previti, per rispondere alle crescenti preoccupazioni di broadcaster, titolari di diritti e istituzioni riguardo alla diffusione illegale di contenuti audiovisivi online. Le opere audiovisive, infatti, sono la principale tipologia di contenuto segnalata come piratata (a gennaio 2025 le segnalazioni per opere audiovisive rappresentavano il 57% delle segnalazioni complessive ricevute da AGCOM, seguite dalle segnalazioni per contenuti musicali al 22%).
Cos’è il Piracy Shield
Piracy Shield è una piattaforma tecnologica pensata per individuare, segnalare e bloccare rapidamente siti, indirizzi IP e domini che diffondono in maniera illecita eventi sportivi, film, serie TV, musica e altri contenuti protetti da diritto d’autore. Il sistema nasce nell’alveo della legge 14 luglio 2023, n. 93, voluta soprattutto per contrastare il fenomeno delle IPTV illegali e dello “streaming pirata”, inizialmente focalizzato sul calcio di Serie A, ma in breve tempo esteso anche ad altri ambiti dell’intrattenimento digitale.
Come funziona Piracy Shield
Il funzionamento del Piracy Shield si basa sulla cooperazione tra i detentori dei diritti (come DAZN, Sky, Mediaset, Lega Serie A), che possono inviare segnalazioni su flussi e piattaforme sospette, e gli Internet Service Provider italiani (ISP). Una volta ricevuta la segnalazione, la piattaforma notifica in tempo reale agli ISP l’elenco degli indirizzi da bloccare: i provider hanno 30 minuti di tempo per escludere dai propri servizi i domini o IP segnalati, impedendo così l’accesso ai contenuti piratati. Gli utenti che tentano di raggiungerli visualizzano una schermata informativa che li avverte dell’illegalità del servizio a cui stanno cercando di accedere.
Per evitare che vengano “oscurati” servizi legittimi, la piattaforma integra una whitelist di oltre 11.000 domini, che dovrebbero essere immuni dai provvedimenti di blocco automatico. Tuttavia, la gestione della whitelist non è sempre stata impeccabile e sono già stati registrati casi di “overblocking”.
Piracy Shield: evoluzioni recenti
Dopo una prima fase dedicata quasi esclusivamente al calcio e ai principali eventi sportivi in diretta, il sistema si è evoluto: a partire dal 2025, il raggio di azione dello scudo anti-pirateria viene allargato a tutto il comparto audiovisivo, includendo film, serie TV, concerti e contenuti musicali. AGCOM ha inoltre aggiornato i regolamenti per aumentare l’efficacia delle procedure e accrescere la rapidità di intervento. Il primo vero esempio di questa estensione è il blocco a settembre 2025 di un sito illecito che trasmetteva il famoso programma X Factor. Si tratta di un precedente significativo in quanto il blocco è stato attuato in modo permanente all’intero servizio IPTV segnalato (e non solo a protezione del singolo show) e applicabile in automatico a nuove identità ad esso correlate.
Benefici e impatto della piattaforma anti-pirateria
L’impatto è rilevante sotto diversi profili. Piracy Shield rappresenta un baluardo fondamentale a tutela dei diritti degli operatori legittimi, riducendo le ingenti perdite causate dalla pirateria (nel 2024 l’indagine Ipsos – Fapav ha stimato una perdita di fatturato legale di circa 295 milioni di euro, dovuto da 11,4 milioni di fruizioni mancate) e restituendo valore all’ecosistema dei contenuti digitali. Il blocco in tempo reale ha portato a una diminuzione significativa dei flussi illegali durante eventi live molto seguiti e favorito collaborazioni più strette tra AGCOM, provider e stakeholder dell’intrattenimento.
Criticità di Piracy Shield: rischi e tutele per gli utenti
Non mancano però le ombre. A ottobre 2023, un incidente ha visto il blocco accidentale di un nodo Google a Milano, nodo che gestiva circa il 70% del traffico italiano di Google Drive e YouTube: una svista con conseguenze pesanti per milioni tra utenti, aziende e scuole. L’errore ha costretto AGCOM a emettere una diffida a DAZN, principale segnalatore, riaprendo il dibattito sulla robustezza dei controlli e la necessità di evitare danni collaterali a servizi legittimi.
Tra le principali critiche emergono i rischi di overblocking (il blocco involontario di siti leciti), l’esigenza di maggiore trasparenza nei criteri di selezione dei domini, la protezione dei diritti fondamentali degli utenti e la sostenibilità tecnica di un sistema che agisce su vasta scala e in tempi ristretti.
Il futuro di Piracy Shield tra efficacia e garanzie
Piracy Shield rappresenta uno strumento importante per contrastare la pirateria audiovisiva. I suoi successi in termini di deterrenza sono tangibili, ma permangono sfide rilevanti in termini di proporzionalità, precisione tecnologica e garanzie per cittadini e aziende. L’evoluzione futura della piattaforma dovrà puntare sempre di più su trasparenza, auditing pubblico e costanti miglioramenti delle procedure per garantire che, nella giusta lotta contro la pirateria, non si finisca per sacrificare diritti fondamentali o penalizzare l’innovazione digitale.
A cura di

Samuele Fraternali
DirettoreDirettore degli Osservatori Digital Content e Export Digitale e Senior Advisor dell’Osservatorio eCommerce B2c. Si occupa di ricerca sui mercati digitali, in particolare sui temi legati all’eCommerce B2c e al Digital Content.

Irene Rinaldi
RicercatriceRicercatrice dell'Osservatorio Digital Content
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