Le priorità nel contrasto alla pirateria digitale
A cura di:
Samuele Fraternali, Direttore
Niccolò Ulderico Re, Ricercatore
Secondo le più recenti stime dell’Osservatorio Digital Content del Politecnico di Milano la spesa dei consumatori in contenuti digitali nel nostro Paese nel 2022 ha superato i 3,3 miliardi di euro, registrando un tasso di crescita del 12% rispetto al 20211.
Questa crescita, però, deve fare i conti con un fenomeno sempre più consistente e multiforme: la pirateria. Mentre per alcuni contenuti, come quelli musicali, il fenomeno della distribuzione illecita di prodotti coperti da copyright ha subito un progressivo declino, anche grazie all’introduzione di una sempre maggiore offerta digitale legale, per altri contenuti – si pensi all’audiovisivo e all’editoria – questo fenomeno mostra una tendenza crescente a cui prestare attenzione. Il danno per l’industria è sicuramente rilevante. Seconde recenti stime FAPAV/IPSOS, i ricavi persi ammonterebbero a oltre 670 milioni di euro per quanto riguarda il mondo televisivo e cinematografico, mentre si aggirerebbero intorno ai 267 milioni di euro per quanto riguarda gli eventi live, in modo particolare quelli sportivi2. Dati molto scoraggianti emergono anche dal mondo dell’editoria. Un recente ricerca di AIE, condotta da IPSOS, rivela come la pirateria priverebbe il mondo del libro di circa 770 milioni di euro3. Il danno economico, poi, si ripercuote negativamente anche su una serie di attività collegate, dalla logistica al mondo dei servizi, e comporta anche un considerevole numero di potenziali posti di lavoro persi.
La lotta alla pirateria digitale, quindi, non è solo una priorità per editori e distributori, ma è anche un imperativo per il Sistema Paese. Una strategia di successo passa da tre pilastri:
- una maggiore sensibilizzazione dei consumatori, ancora legati all’associazione tra fruizione di contenuti illeciti e reato minore o addirittura trascurabile;
- una maggior cooperazione sistemica tra gli attori della filiera, in modo da elaborare soluzioni tecnologiche e non, che tengano il passo con l’evoluzione delle forme di pirateria;
- un potenziamento del ruolo e degli strumenti a disposizione dell’autorità competente in materia, supportata da un forte supporto della magistratura.
La sensibilizzazione del consumatore e, in modo particolare delle più giovani generazioni, è fondamentale per promuovere comportamenti di consumo di cui l’intera filiera dei contenuti digitali possa beneficiare. Troppo spesso i più giovani trascurano l’impatto che alcuni loro comportamenti possano avere a livello economico, pur riconoscendone la loro illiceità, oppure, addirittura, ignorano che alcuni delle loro azioni sono in realtà una violazione del copyright. In una società in cui la fruizione di contenuti digitali è sempre più diffusa, è necessario un maggiore sforzo del sistema scolastico nella promozione dell’educazione civica digitale e della tutela del diritto d’autore, in collaborazione con editori e piattaforme.
Ancora più importante è lo sviluppo di sinergie nel contrasto alla pirateria tra attori appartenenti non solo alla stessa filiera (e.g. audiovisivo, editoria), ma anche a filiere affini. La continua evoluzione tecnologica, infatti, da un lato permette lo sviluppo e l’implementazione di nuovi strumenti di contrasto, dall’alto consente, però, anche la diffusione e la mutazione di forme di pirateria che eludono le azioni di contrasto in essere. Attori più piccoli o meno strutturati, se soli, potrebbero non avere un vantaggio economico ad intervenire in prima persona per arginare l’adozione di pratiche illecite. È quindi fondamentale uno sforzo collaborativo di condivisione di tecnologie e di best practice.
Infine, è necessario che l’azione dell’autorità pubblica sia agevolata sia da procedure veloci che permettano di intervenire in modo tempestivo, impedendo una vasta diffusione dei contenuti, sia da una normativa che permetta di utilizzare gli strumenti tecnologici di contrasto esistenti. Inoltre, è necessario un maggior coinvolgimento della magistratura e dell’autorità pubblica nelle relazioni con gli editori ed i distributori, ma anche i tech provider, tra cui internet service provider (ISP), payments provider e Content Delivery Network (CDN). È importante valorizzare, però, non solo le pratiche di enforcement, ma soprattutto quelle di moral suasion, che, mettendo in evidenza i rischi in cui si incorre distribuendo contenuti in modo illecito e portando sempre più alla notorietà pubblica le molteplici operazioni di successo, conducano sia chi consuma sia chi distribuisce contenuti a desistere.
Quale futuro per la lotta alla pirateria digitale? Nel nostro Paese emerge un forte interesse pubblico e privato nella tutela al diritto d’autore e nel contrasto alla pirateria, come dimostrato dalle numerose operazioni di successo promosse da AGCOM, dalla Gurdia di Finanza e dalla Polizia Postale. Serve, tuttavia, un maggior coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti, in modo tale da “fare sistema”. La maggior diffusione di tecnologie di Web 3.0, tra le quali la blockchain, offrirà sempre più possibilità per creare una filiera equa, trasparente e protetta. Sono necessari però maggiori investimenti per stimolare l’imprenditorialità e l’innovazione in questo settore e per promuovere la creazione e lo sviluppo di startup e imprese innovative in grado di produrre nuovi strumenti tecnici di contrasto; ciò potrà avvenire, però, solamente, quando la lotta alla pirateria non verrà più presentata come un problema dell’audiovisivo o dell’editoria, ma come un tema di carattere nazionale.
1Osservatorio Digital Content, “I contenuti digitali in Italia nel 2022: consumo, mercato e trend innovativi” (2022)
2Indagine FAPAV/IPSOS sul 2021 (dati presentati a giugno 2022)
3Indagine AIE/IPSOS sul 2021 (dati presentati a marzo 2022)
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