Ci si avvicina al periodo natalizio e alle fredde giornate invernali e si accende, oltre al camino, la sfida ad accaparrarsi le preferenze dei consumatori che, sdraiati sul divano, cercheranno i giusti film e le ultime serie tv per trascorrere momenti spensierati e rilassanti.
Video on-demand: una poltrona non più per due
Mai come oggi, il consumatore avrà dinanzi a sé una così ampia scelta! Se fino a questo momento il mercato occidentale dello SVOD era in mano a pochi grandi player (da Netflix, ad Amazon Prime Video e Hulu), ora l’arena competitiva si arricchisce di nuovi sfidanti.
Novembre, infatti, ha visto il lancio di due nuove piattaforme di video streaming: AppleTv+ e Disney+. Entrambe con lo stesso appellativo, entrambe debuttanti (anche se Disney+ arriverà in Italia a marzo 2020), e con il modello ad abbonamento mensile ($4,99 per AppleTv+ e $6,99 per Disney+) e, infine, entrambe con grandi potenzialità, forti di un brand affermato e di pregiati contenuti. Inoltre, per il 2020 è atteso anche il lancio della piattaforma HBO Max da parte di Warner Media, in un maxi-accordo con Sky.
Non dimentichiamo, infine, attori che provano a giocare la propria partita più a livello locale. In Italia, ad esempio, il consumatore può usufruire di Now Tv di Sky, Infinity TV di Mediaset e TIMvision di Telecom Italia. Insomma, un’offerta sempre più affollata che amplierà le opportunità per il consumatore ma che avrà delle conseguenze sulla industry. Quali saranno quindi gli effetti di questa crescente competizione?
Dove si giocherà la “partita” dello Streaming?
Senza dubbio ad essere più impattati saranno i contenuti. I nuovi entranti, in particolar modo Disney e Warner Media, renderanno i contenuti proprietari esclusivi per le proprie piattaforme, riducendo così l’offerta disponibile dei competitor; i quali dovranno spostarsi sempre più dalla compravendita di titoli e diritti alla produzione di contenuti originali. Netflix, ad esempio, ha alzato il budget per la produzione a 15 miliardi di dollari, di cui 200 milioni circa dedicati al mercato italiano.
In seconda battuta si assisterà a una riduzione dei prezzi medi di abbonamento dettata da una politica aggressiva dei nuovi entranti volta ad attrarre e sottrarre i consumatori ai competitor. Anche se probabilmente si tratterà di una strategia di breve periodo per poi mutare in una ricerca di massimizzazione del valore dell’utente, in un’ottica di tempo speso e fedeltà alla piattaforma. Secondo il CEO di Netflix, Reed Hastings, sarà proprio questo il differenziale competitivo su cui si giocherà la partita.
Infine, un’ultima traiettoria competitiva sarà la diversificazione dei contenuti. Con un solo abbonamento mensile e da un’unica piattaforma l’utente potrebbe poter accedere a contenuti video (film, serie tv, …) ma anche a musica, informazione e gaming. E su questo scenario qualcuno ha già puntato gli occhi, come Amazon e Apple.
E da ricercatore, quest’inverno guarderò qualche film in meno per dedicare tempo ad assistere – ovviamente munito di bibite e pop corn – a questa spettacolare battaglia, pronto a cogliere spunti per i nostri studi sui digital content.
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