Lightning Network è il protocollo che potrebbe rivoluzionare il mondo dei pagamenti Blockchain e superare i limiti di scalabilità e le altre criticità proprie del sistema Bitcoin. Ma come funziona nella pratica e quali cambiamenti promette di portare al mondo della transazioni a chiave privata?
Le piattaforme Blockchain pubbliche e private
La community Blockchain si sta interrogando da tempo su quale sia la piattaforma Blockchain del futuro, ossia quella più adatta per lo sviluppo di soluzioni altamente performanti (ottimizzazione di tutti gli indicatori di efficacia ed efficienza: dimensione della rete, consumo di energia, tempistiche transazionali, costo della singola transazione, etc.) per lo scambio di asset digitali (la cosiddetta Internet of Value).
Oggi le piattaforme sono molteplici. Da quelle pubbliche, ossia accessibili a chiunque, come Bitcoin, Ethereum, Iota, a quelle private, che presentano vincoli nell’accesso e criteri gerarchici per l’assegnazione dei compiti di validazione, come Hyperledger o Corda.
Tra tutte le piattaforme, Bitcoin è la capostipite che ha ispirato tutte le altre e rimane una delle più solide per il suo sistema di consenso molto ampio. Tuttavia anche Bitcoin presenta alcune criticità: consumo eccessivo di energia, tempi troppo lunghi per l’approvazione di una transazione (diversi minuti o addirittura ore) e commissioni elevate.
Dai Bitcoin a Lightning Network
A causa di queste criticità, ed in particolare per quelle relative ai tempi di gestione di una transazione e alle commissioni elevate, la rete Bitcoin lavora da tempo a un miglioramento delle prestazioni. Tuttavia apportare modifiche strutturali in modo democratico non è semplice e difatti un anno fa la rete, non avendo trovato un accordo, si è scissa (tramite una “hard fork”) generando Bitcoin Cash. Bitcoin Cash nasce a inizio agosto 2017 con l’obiettivo di aumentare la dimensione dei blocchi e quindi poter processare un numero maggiore di transazioni al secondo.
La parte (la maggioranza) di rete che non si è spostata verso Bitcoin Cash ha provato a risolvere i problemi di scalabilità attraverso l’implementazione di SegWit un aggiornamento del protocollo che ha abilitato un’interessante soluzione per velocizzare le transazioni: Lightning Network.
Cos’è e come funziona Lightning Network
Si tratta di un protocollo dipagamento di “secondo livello”, costruito “on top” alla rete originaria di Bitcoin, che propone di non registrare tutte le transazioni sulla Blockchain, ma di lavorare “off chain”, consentendo di processare più velocemente le transazioni e ridurre le commissioni, abilitando così l’utilizzo di Bitcoin anche nei pagamenti di tutti i giorni.
Nella pratica, Lightning Network consente di aprire un “canale” tra utenti che decidono di utilizzarlo tramite la creazione di un wallet condiviso in cui ciascuna delle due parti sceglie quanti Bitcoin caricare. Questi Bitcoin non verranno realmente scambiati, ma verrà scambiato un “diritto” su di essi. Dall’apertura del canale le transazioni verranno effettuate su di esso, senza andare a registrare la transazione sulla Blockchain principale, ad eccezione del momento in cui si vorrà chiuderlo. Nel momento in cui verrà chiuso, ciascuna delle due parti riprenderà quanto gli spetta, considerando i vari trasferimenti di “diritto” avvenuti internamente, e si andrà quindi a scrivere la transazione finale sulla Blockchain.
Bitcoin e Lightning Network: i numeri del fenomeno
Questo innovativo protocollo è comunque ancora nelle prime fasi del suo sviluppo e sono allo studio altre funzionalità. I primi test di successo sono iniziati a dicembre 2017, sino alle alpha release di gennaio ed alle ultime notizie del superamento dei 2000 nodi nella rete principale di Bitcoin, con circa 8000 canali attivi. È inoltre notizia di pochi giorni fa che Vaultoro è diventato il primo exchange a implementare anche Lightning Network. Suggeriamo, quindi, di monitorare con particolare attenzione lo sviluppo del protocollo che potrebbe portare il Bitcoin a superare i limiti di scalabilità che ne hanno ristretto l’adozione e che potrebbe renderlo una soluzione adatta anche a transazioni di piccolo importo.
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