È nato il fondo di investimento Poli360 del Politecnico di Milano in alleanza con la società di Venture Capital 360 Capital Partners. Il fondo di 60 milioni di euro ha come obiettivo aiutare lo sviluppo di progetti e startup ad alto contenuto tecnologico basati su ricerca e/o proprietà intellettuale nei settori tipici dell’ateneo, dalla manifattura industriale alle telecomunicazioni.
I vantaggi di un fondo di investimento ibrido
È una buona notizia. Innanzitutto perché l’azione di concerto pubblico-privato sosterrà il nostro ecosistema startup a cui né i Venture Capital nazionali né la “mano pubblica” hanno finora saputo imprimere quella svolta vitale che abbiamo visto in altri paesi – come la Francia o il Portogallo, per citare quelli più confrontabili con noi.
I limiti del Venture Capital Italiano
In effetti il Venture Capital italiano ha finora dato poco rispetto agli standard internazionali, secondo le stime dell’Osservatorio Startup Hi-tech. La relazione annuale di Bankitalia dimostra che il 58% delle startup italiane ha come unica fonte finanziaria le proprie risorse. Ciò che frena gli investimenti non è tanto la mancanza di risorse ma la nostra ancestrale avversione al rischio. Ergo: siamo risparmiatori ma non investitori. I Venture Capital italiani non fanno eccezione – l’economia comportamentale non è aria fritta – e anche quando investono, il più delle volte pretendono subito il controllo delle startup.
I limiti dello Startup Act e delle altre azioni governative
Anche le azioni governative, partite bene, e in anticipo in Europa, nel 2012 con lo Startup Act voluto da Corrado Passera, per creare un ambiente più favorevole alle giovani imprese, hanno poi avuto un seguito discontinuo e defocalizzato, più che altro con iniziative locali, come ad esempio lo StartCup Lombardia o Lazio Innova.
L’attuale governo annuncia ora una fase due, con il lancio di un fondo di Venture Capital, sul modello francese. Certo le nostre startup meritano di più, come dimostra la crescita dell’investimento straniero su cui si basa di fatto la crescita dell’ecosistema secondo le stime dell’Osservatorio Startup Hi-Tech del Politecnico di Milano.
Fondo Poli 360: perché è una buona notizia!
Tornando al fondo Poli 360, esso rappresenta una buona notizia anche perché metterà a disposizione della giovane imprenditoria le potenzialità di ricerca dell’ateneo, il suo bacino di competenze, la sua piattaforma di Trasferimento Tecnologico gestita dal Technology Transfer Office e il suo incubatore di startup PoliHub. Tutte eccellenze riconosciute.
È una buona notizia perché mostra ancora una volta la vocazione imprenditoriale che da sempre distingue il Politecnico, scuola di chi progetta e costruisce. Vocazione che solo in questo ultimo anno si è tradotta in significative azioni, dall’alleanza con Bocconi alla Joint Platform con la Tsinghua University di Pechino, che vede l’arrivo al campus Bovisa del più grande polo cinese dell’innovazione.
A questo modello la nostra Pubblica Amministrazione dovrebbe guardare con più attenzione per favorire la crescita, anche culturale, del nostro Paese. È verosimile, come dicono gli stessi studi sull’impatto del Government Venture Capital, che la forma di investimento con maggior impatto sulle performance delle imprese sia proprio quella effettuata da gruppi misti di investitori pubblici e privati, dove una virtuosa “mano pubblica” si combini con le risorse di mercato.
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