Facebook rinuncia alla condivisione dei dati con WhatsApp

Comunicato stampa Cybersecurity & Data Protection Dicembre 2016

Di Gabriele Faggioli, Responsabile Scientifico Osservatorio Information Security & Privacy

Dopo le pressioni ricevute da molte Autorità Garanti UE, Facebook rinuncia alla raccolta a scopi pubblicitari dei dati degli utenti di WhatsApp. La vicenda era sorta a seguito della modifica dei termini che regolano la privacy, modifica posta in essere a fine agosto dal servizio di messaggistica e che aveva destato fin da subito numerose polemiche. In particolare, agli utenti veniva richiesto di esprimere il consenso allo sharing dei propri dati personali tra le due compagnie, affinché tali informazioni potessero essere utilizzate per fornire informazioni commerciali mirate. 

 

In primis, l’ICO (il Garante Privacy del Regno Unito) aveva manifestato serie preoccupazioni per la raccolta di dati da parte del social network, sollevando due questioni fondamentali, ovvero che l’utente non venisse adeguatamente informato e che non avesse il pieno controllo delle modalità attraverso le quali le sue informazioni sarebbero state utilizzate. Tra l’altro, WhatsApp aveva dato soltanto 30 giorni all’utente per disabilitare l’opzione che avrebbe consentito la condivisione dei dati con Facebook, decorrenti dall’installazione della nuova versione dell’app. Dal canto suo, il Garante Privacy italiano ha avviato un’istruttoria, chiedendo espressamente che venissero chiarite le tipologie di dati che WhatsApp intendeva mettere a disposizione, le modalità di acquisizione del consenso e le misure riconosciute per l’esercizio dei diritti degli interessati.

 

La vicenda ha dato luogo anche all’avvio di due procedimenti distinti da parte dell’Antitrust, l’uno volto a verificare se il noto servizio di messaggistica avrebbe di fatto imposto all’utente l’accettazione delle nuove clausole contrattuali, l’altro diretto ad accertare la vessatorietà di alcune clausole.

 

Le questioni sollevate hanno portato Facebook a fare marcia indietro, ancor prima della conclusione dei due citati procedimenti da parte dell’Antitrust. Ciò rivela il fatto che le disposizioni in tema di data protection così come contenute nella legislazione UE e, in particolare, nel nuovo Regolamento 679/2016, erano state ampiamente sottovalutate. Occorre ora valutare quali saranno i prossimi sviluppi: è presumibile ritenere che Facebook prenda nuovamente in considerazione l’ipotesi della condivisione dei dati con WhatsApp, nel rispetto, tuttavia, delle disposizioni dettate dalla legislazione vigente.

 

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Gabriele Faggioli

Gabriele Faggioli

Responsabile Scientifico
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