Sostenibilità digitale e digitale sostenibile: ecco come Enel gestisce la Twin Transition in maniera virtuosa e vantaggiosa anche per il business
AZIENDA
Enel è uno dei principali operatori globali nel settore dell’elettricità e della produzione da
fonti rinnovabili, con un’offerta che spazia da soluzioni per i consumi domestici e domotica,
mobilità elettrica pubblica e privata, nuovi servizi di pagamento smart. L’azienda, nata
in Italia nel 1962, opera in 30 Paesi di 5 continenti, e serve oltre 75 milioni di utenze nel
mondo. Oggi Enel è impegnata nella transizione energetica verso un modello di sviluppo
sostenibile.
L’ESIGENZA
In azienda Antonio Ganzerli è a capo dell’unità organizzativa dedicata alla sostenibilità
digitale e all’economia circolare, che guida le iniziative per il raggiungimento degli obiettivi
di sostenibilità nella doppia accezione: nel digitale e attraverso il digitale. La sostenibilità
digitale si articola infatti su due fronti: da un lato va considerata la funzione centrale del
digitale per lo sviluppo sostenibile, dall’altro lato è necessario che il digitale stesso sia
reso sostenibile.
LA SOLUZIONE IMPLEMENTATA E I BENEFICI
“Il nostro percorso verso la sostenibilità parte nel 2008, quando siamo passati gradualmente
da un modello di Corporate Social Responsibility all’estensione del modello di
Creating Sharing Value all’intero Gruppo, con l’obiettivo di creare valore non più solo in
termini economici per l’azienda, ma anche per le comunità con cui essa interagisce”, spiega
Ganzerli, che aggiunge: “tra il 2019 e il 2023 abbiamo vissuto un’accelerazione spinta
verso la decarbonizzazione, che ha portato a una serie di iniziative per la definizione di
una governance di sostenibilità a livello centrale e attraverso singole unità presenti nelle
Global Business Lines”. Tra le iniziative in questione, anche il lancio di bond collegati agli
obiettivi di sviluppo sostenibile.
“In Enel l’innovazione è un mezzo attraverso cui promuoviamo la sostenibilità: in azienda
esiste infatti la Direzione Innovability che coniuga innovazione e sostenibilità in maniera
virtuosa. Anche i progetti di innovazione seguono i driver di sostenibilità: per i singoli
progetti valutiamo, cioè, non solo i benefici per il business (l’attractiveness) o l’ability to
execute, ossia il periodo che intercorre tra il poc e lo scaleup di una soluzione, ma anche
i benefici a livello ambientale, sociale ed economico che essi possono portare” – spiega
Ganzerli.
“Il termine sostenibilità deriva dal verbo latino sustineo, che si traduce con il termine
sostenere, ma anche con quello di farsi carico, assumersi una responsabilità. Credo che,
nel business, lo spartiacque per i temi di sostenibilità sia stato il 2018, quando Larry Fink,
cofondatore e presidente del colosso finanziario BlackRock, ha chiesto, nella sua lettera
annuale ai CEO sul tema del governo societario, che le aziende abbiano anche uno
scopo sociale”, racconta Ganzerli, che continua: “si tratta di una svolta epocale perché è
una richiesta che non viene da un filantropo o un attivista, ma da un uomo di business”.
Il mondo del business è da decenni strutturato sul classico modello dell’economia lineare,
che prevede le fasi di estrazione, produzione, consumo e scarto. “Purtroppo l’Earth Overshoot Day, ossia il giorno in cui consumiamo più risorse di quelle che vengono
prodotte dalla Terra in un anno, si manifesta ogni anno con maggiore anticipo ed è questo
il segnale che dobbiamo cambiare la rotta”, spiega Ganzerli.
Su questo fronte, quindi, la sottoscrizione da parte di 193 Paesi membri dell’ONU, nel 2015,
dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che introduce gli obiettivi di sviluppo sostenibile,
rappresenta la nuova rotta verso cui tendere. Dall’altra parte, il mondo sta accelerando
sempre di più verso la digitalizzazione, come osserviamo da oltre 20 anni con gli
Osservatori Digital Innovation. “Come si incontrano questi due mondi? Essenzialmente
in due modi: da un lato possiamo utilizzare il digitale come mezzo per raggiungere gli
obiettivi di sostenibilità, dall’altro il digitale stesso va reso sostenibile. Possiamo chiamare
questi due modi sustainability ‘by digital’ e sustainability ‘in digital’, oggi sintetizzati anche
nella cosiddetta “Twin Transition”, che indica la doppia transizione, tecnologico-digitale e
ambientale”.
Guardando al digitale, infatti, i dati sulla produzione di emissioni di CO2 non fanno eccezione:
“secondo quanto riportato dalla IEA – International Energy Agency (nel IEA 2018 Global
Energy&CO2 status report 2018, e all’interno del Journal of Cleaner Production177,2018),
l’attuale industria IT è responsabile di circa il 4% delle emissioni globali, percentuale che
salirà al 14% nel 2040”, spiega il Manager, che aggiunge “d’altro canto, ci sono tecnologie
innovative, nell’ambito ad esempio dell’Artificial Intelligence, dell’Internet of Things o dei
droni, che permettono di ridurre le emissioni e di avere un impatto positivo in termini di
sostenibilità. Come per ogni tecnologia, gli effetti positivi o negativi dipendono dall’uso
che ne si fa”.
Per questo motivo Enel ha pubblicato sul portale web enel.com, un decalogo dei comportamenti
virtuosi relativo all’utilizzo sostenibile dei dispositivi digitali. Per fare qualche
esempio, il decalogo ricorda di mettere i dispositivi in modalità d’uso aereo durante le ore
di sonno, oppure di chiudere le pagine web dopo averle consultate, o ancora di limitare lo
streaming audio e video.
Enel ha definito un framework che permette di quantificare le emissioni di CO2 relative
al digitale e, conseguentemente, di individuare le azioni per ridurle, in un’ottica di miglioramento
continuo. L’impegno di enel inoltre è rivolto verso l’economia circolare, in particolare
dei dispositivi e delle soluzioni digitali, attraverso l’ideazione e l’applicazione del
CirculAbility Model © che si articola su 5 pillar: Sustainable inputs, Sharing, Product as a
service, Extension life, New life. Numerose sono le attività che applicano il modello: tra
queste, ad esempio, figurano l’introduzione e l’uso di piattaforme digitali di communication
& collaboration, le iniziative di estensione della vita utile dei dispositivi digitali, dando
la possibilità ai dipendenti, o anche a terzi, di acquisire, o addirittura donare, gli apparati a
fine ciclo di vita aziendale. La sostenibilità ha un ruolo fondamentale anche nello sviluppo
di attività di Open Innovation e più in generale nel rapporto con i diversi stakeholder: ad
esempio, viene effettuata la selezione dei fornitori e delle start-up, oltre che la valutazione
delle loro performance, in base a specifici criteri di sostenibilità.
“È importante considerare il ritorno economico dovuto alla sostenibilità. Finora si è sempre
pensato alla sostenibilità come un costo per le aziende, ma non è così: ad esempio le
iniziative digitali di economia circolare hanno avuto sia un impatto economico di saving
e revenues sia hanno permesso il raggiungimento dei target del 2022 relativi alla riduzione delle emissioni. In quest’ottica, chi si occupa di tecnologia e innovazione in azienda è destinato ad assumere il ruolo sempre più centrale di Chief Digital Sustainability Officer”,
conclude Ganzerli.
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