Le opportunità delle Certificazioni per gli Studi professionali
Esiste una preziosissima raccolta di indicazioni e spunti di miglioramento per la gestione delle attività degli Studi professionali: si tratta delle diverse Certificazioni, Norme, Prassi di Riferimento (PdR) e documenti relativi a Procedure e Linee Guida applicabili agli Studi professionali o, più in generale, alle organizzazioni.
Il valore che gli Studi professionali possono trarre da queste prescrizioni è espresso sotto forma di indicazioni di carattere operativo e strategico, che possono aiutare le organizzazioni a sviluppare una visione olistica e di ampio respiro della propria governance.
Se osservati singolarmente, si nota come questi documenti approfondiscano, in maniera verticale, tematiche molto specifiche. Eppure, sono fortemente interconnessi, ed è proprio attraverso un’analisi orizzontale e congiunta delle diverse prescrizioni che il loro valore per gli Studi professionali viene massimizzato, perché consente di mettere in relazione più processi e tematiche legate alla gestione delle organizzazioni e dei rapporti con i soggetti con cui si interfacciano.
Il valore di una lettura trasversale di questi documenti trova applicazione anche, e soprattutto, negli Studi che non intendono intraprendere un processo formale di certificazione, ma che possono ugualmente fruire di questi modelli di riferimento per sviluppare una maggiore consapevolezza sui propri processi, migliorando la gestione delle proprie attività.
Mentre le Norme tecniche codificano principi, linee guida e comportamenti in relazione a un determinato prodotto, servizio, processo, sistema o a una professione, le Prassi di Riferimento (PdR) introducono prescrizioni tecniche, modelli applicativi settoriali o comportamenti consigliabili negli ambiti ancora privi di norme nazionali, europee o internazionali, e in molti casi rappresentano una versione preliminare dei principi che verranno successivamente convertiti in Norme. Oltre a queste, esistono poi le Procedure e le Linee Guida, che illustrano una serie di protocolli e di iter volti al miglioramento della gestione delle organizzazioni.
Uno dei primi punti di attenzione evidenziati dalle Norme è la gestione della qualità – protagonista assoluta della Serie ISO 9000. La Serie fornisce indicazioni per lo sviluppo di un Quality Management System, con l’obiettivo di offrire prodotti e servizi adeguati alle esigenze dei clienti e di aumentare la loro soddisfazione. Il Quality Management System deve inserirsi in modo armonioso nella strategia dello Studio, consentendo alla struttura organizzativa, al suo modello di business e al suo sistema relazionale di funzionare in sinergia per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, impiegando nel miglior modo possibile le risorse a disposizione, garantendo la crescita delle persone dell’organizzazione e, in particolare, la soddisfazione del cliente. Il denominatore comune delle norme della Serie ISO 9000, infatti, è proprio la centralità delle risorse umane e dei clienti, soggetti che rappresentano il fulcro di qualsiasi organizzazione e che devono dialogare in perfetta sintonia.
Un secondo aspetto chiave dell’attività professionale viene approfondito dalla UNI 11871: la creazione e protezione del valore.
La Norma, infatti, individua i criteri per la gestione in forma organizzata di Studi professionali di avvocati e commercialisti, con particolare riferimento alla gestione dei rischi connessi all’esercizio delle rispettive professioni per la creazione e protezione del valore.
In questo caso, uno dei primi passaggi che gli Studi dovrebbero effettuare è quello di comprendere che tipo di valore possano creare e per quali soggetti. La trasmissione di valore all’esterno, infatti, dipende sempre dal valore generato all’interno dell’organizzazione, che va per prima cosa identificato e compreso, poi gestito e protetto attraverso un adeguato processo di knowledge management.
Chiaramente, una volta creato, il valore deve essere preservato e custodito, anche attraverso delle importantissime attività di gestione del rischio, che vengono trattate nel dettaglio dalla ISO 31000 e dalla ISO 27000, soffermandosi in particolare sulla protezione delle informazioni e, quindi, sui rischi informatici. Anche in questo ambito, il punto di partenza per un’efficace gestione del rischio è lo sviluppo della strategia dell’organizzazione, che deve prevedere attività di prevenzione e di risposta alle situazioni di emergenza, definendo a priori il livello di rischio che l’organizzazione è disposta ad accettare. In questa fase, le norme sottolineano l’importanza del commitment da parte di tutta l’organizzazione, a partire dal top management e dalla strategia di gestione del rischio adottata, che deve necessariamente permeare ed essere trasmessa a tutta l’organizzazione.
I comportamenti idonei evidenziano inoltre l’importanza di sviluppare una concezione dello Studio come una realtà inserita in un ecosistema, che dialoga con clienti, fornitori, altri Studi e tutti gli altri stakeholder con cui si interfaccia, cercando di soddisfare le loro aspettative, di creare benessere e di preservare la propria reputazione.
Assume quindi una grande rilevanza il concetto di responsabilità sociale, trattato dalle norme ISO 26000, SA 8000 e SR 10 come un elemento che deve essere in armonia con gli interessi e le esigenze degli stakeholder esterni, ma anche con la value proposition e la necessità di efficienza interna dell’organizzazione. Affinché gli obiettivi di responsabilità sociale si concretizzino con un impatto reale, è importante che l’organizzazione agisca in modo volontario, mostrando un vero commitment alla causa e non limitandosi a soddisfare i requisiti legali, ma impegnandosi a fare sempre di più.
Nell’ottica del miglioramento continuo e della crescita dell’organizzazione – comprese quindi le proprie risorse umane – un ultimo aspetto di particolare importanza evidenziato dalle diverse prescrizioni è la gestione della diversità, dell’inclusione e della parità di genere. La promozione di una cultura organizzativa diversificata e inclusiva permette infatti agli individui di prosperare, sviluppare conoscenze e abilità, collaborare e contribuire efficacemente, con tutto il proprio potenziale, alla crescita dell’organizzazione. La contaminazione tra diverse prospettive, inoltre, accresce la capacità innovativa e, di conseguenza, migliora le prestazioni, la reputazione e il vantaggio competitivo dell’organizzazione.
La lettura trasversale delle diverse prescrizioni si rivela particolarmente utile nell’aiutare gli Studi ad acquisire una maggiore consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza. Per effettuare questo percorso di crescita, un elemento essenziale e trasversale a tutti i documenti è proprio l’approccio al miglioramento continuo, che si concretizza nello sviluppo di sistemi per misurare i risultati ottenuti dall’organizzazione, e nella revisione periodica degli obiettivi che essa dovrebbe porsi per raggiungere i risultati ambiti. A questo approccio si aggiunge il costante coinvolgimento di tutte le risorse umane dell’organizzazione nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, un elemento ricorrente e molto evidente nelle prescrizioni.
A cura di
Francesca Parisi
Professionisti e Innovazione Digitale, Innovazione Digitale nelle PMIRicercatrice dell'Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale e dell'Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI
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