L’Export italiano di beni di consumo attraverso i canali digitali cresce in doppia cifra anche nel 2018, raggiungendo un valore di 10,3 miliardi di euro (+12%). Nonostante il trend positivo, le esportazioni digitali rappresentano però una quota ancora marginale del totale, pari ad appena il 7% dell’export di beni di consumo (149 miliardi di euro) e a poco più del 2% se si considera l’Export totale (463 miliardi). Il settore più importante è ancora il Fashion. Seguono il Food e l’Arredamento. L’Export digitale B2b cresce molto più lentamente delle esportazioni di beni di consumo, +1,5% nel 2018, per un valore complessivo di 132 miliardi di euro, ma ha un’incidenza molto più elevata sul totale delle esportazioni online e offline, pari al 28,5%. Le filiere più digitalizzate sono l’automotive, il tessile e abbigliamento, e la meccanica, primo settore per l’export complessivo.
Nel 2018 la Cina si conferma il primo mercato eCommerce B2c al mondo, raggiungendo un valore di 1000 miliardi di euro, pari a circa il 40% del mercato globale. Un mercato estremamente concentrato, in cui da anni dominano i grandi attori locali, con i primi tre marchi che insieme coprono il 90% delle vendite. Anche le vendite online cross border verso la Cina hanno continuato la crescita registrata negli ultimi anni. Esportare in Cina, però, non è così semplice: bisogna sostenere investimenti e costi elevati per entrare attivare una presenza sulle piattaforme cinesi di eCommerce, serve offrire un prodotto di grande valore e con un livello di servizio elevato.
Il ritardo nell’adozione di soluzioni di export digitale è particolarmente evidente nelle PMI, fra le quali emerge una forte preferenza per i canali tradizionali: l’80% delle aziende coinvolte nell’indagine esporta online ma sempre in affiancamento agli strumenti offline e ben il 56% sostiene che all’eCommerce è legata una quota marginale del fatturato prodotto all’estero.