Industrial IoT: l’importanza degli investimenti e il percorso verso la servitizzazione
In un contesto caratterizzato da instabilità economico-politica, è proseguita la crescita dell’Industrial Internet of Things(IIoT) in Italia nel 2022. Un ruolo fondamentale, in questo senso, lo ha giocato il Piano Transizione 4.0 dimostrandosi un importante incentivo soprattutto per le piccole e medie imprese.Infatti, secondo un’analisi realizzata dall’Osservatorio Internet of Things, che ha coinvolto un campione di 153 grandi aziende e 301 PMI, il 58% delle PMI dichiara aumenti negli investimenti in progetti IIoT nel 2022 (contro il 44% delle grandi aziende) e l’11% dichiara aumenti superiori al 30% (vs 9% grandi aziende). Il contributo apportato dal Piano Transizione 4.0, insieme ad altri fattori concomitanti, ha certamente permesso di ridurre il divario con le grandi aziende, sia in termini di progetti avviati che di conoscenza del tema. La quota di piccole e medie imprese che dichiara di conoscere le soluzioni IIoT sale all’87%, facendo registrare un incremento del +41% rispetto al 2021. Coerentemente, anche il livello di diffusione dei progetti cambia in maniera rilevante rispetto all’anno precedente per le PMI: il 58% di esse ha avviato almeno un progetto (+31% rispetto al 2021), con il 77% delle grandi imprese che ha fatto altrettanto (+8%) e il gap rispetto al 2021 che passa dal 42% al 19%.
Dal 1° gennaio 2023, però, i crediti d’imposta hanno subito un drastico ridimensionamento. La Legge di Bilancio approvata dal governo per il 2023 non ha infatti confermato le percentuali agevolative previste per il 2022, né rinnovato l’agevolazione al 50% introdotta dal primo Decreto Aiuti per i beni immateriali 4.0. Le aliquote per chi acquista beni materiali, per esempio, sono passate dal 40% al 20% per investimenti fino a 2,5 milioni, dal 20% al 10% per investimenti tra i 2,5 e i 10 milioni e dal 10% al 5% per investimenti sopra i 10 milioni. Gli importanti passi avanti effettuati nel corso del 2022 rischiano dunque di subire un brusco rallentamento, andando a frenare quello che è stato l’impatto (positivo) registrato finora.
La riduzione degli incentivi potrà però essere parzialmente compensata da nuove iniziative, come ad esempio il rifinanziamento della Nuova Sabatini. Tale misura riguarda l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle microimprese e PMI. La Legge di bilancio 2023 ha rifinanziato la misura con 30 milioni di euro per l’anno 2023 e con 40 milioni di euro per ciascun anno dal 2024 al 2026, per sostenere gli investimenti e per acquistare in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, oltre a tecnologie digitali. Una misura, dunque, che punta ad accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese, ma che difficilmente riuscirà a colmare del tutto il gap lasciato dal ridimensionamento del Piano Transizione 4.0 e dal dimezzamento dei crediti di imposta.
L’andamento altalenante di incentivi e finanziamenti non sembra però ostacolare l’affacciarsi sul mercato di nuovi modelli di business, in primis legati alla servitizzazione di impianti e macchinari connessi. A questo proposito l’Osservatorio Internet of Things ha individuato tre livelli di servitizzazione verso i quali le aziende possono tendere. Un primo livello riguarda tutte quelle realtà che sfruttano le tecnologie IoT per attivare servizi di notifica e/o servizi basati sulle condizioni, ad esempio per conoscere in tempo reale le condizioni dei macchinari o della fabbrica, segnalando variazioni rispetto a parametri specifici e fornendo feedback su possibili azioni da implementare. Tali servizi rappresentano i più diffusi nel panorama Industrial IoT. Un secondo livello riguarda l’acquisto e l’utilizzo di macchinari / impianti connessi secondo logiche pay-per-use o pay-per-performance, e pone quindi particolare attenzione sugli aspetti finanziari. Tali progetti, infatti, nascono con l’obiettivo di sopperire alle problematiche legate ai costi di implementazione delle soluzioni IIoT, che spesso rappresentano un ostacolo alla diffusione, soprattutto per le piccole e medie imprese o per quelle aziende per le quali gli incentivi e i finanziamenti statali risultano essere oggi poco accessibili. Sebbene si tratti ancora di un numero esiguo di casi applicativi, sono particolarmente interessanti quei progetti in cui le aziende produttrici pagano il macchinario sulla base della capacità produttiva o del reale utilizzo o, ancora, sulla base del raggiungimento di valori minimi di performance. Il terzo livello guarda un po’ più al futuro e quindi ai concetti di Manufacturing as a Service e di Platform Economy, come ad esempio i pagamenti machine-to-machine, la condivisone dei macchinari tra aziende, e la possibilità di attivare delle funzionalità aggiuntive tramite il pagamento di una piccola fee, successivamente all’acquisto del macchinario, secondo logiche di Machinery on Demand o In-Thing purchase.
A cura di
Davide Rossi
Internet of Things, Extended Reality & MetaverseRicercatore degli Osservatori Internet of Things ed Extended Reality & Metaverse, segue progetti di Ricerca e di advisory per le imprese dei due Osservatori.
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