Mobilità elettrica e connessa: tra l’evoluzione normativa e le aspettative del consumatore finale
La Smart Mobility – mobilità urbana innovativa che integra molteplici modalità di trasporto al fine di garantire la massima efficienza di spostamento, flessibilità, sicurezza e convenienza – continua ad essere un tema di grande interesse non solo per la Pubblica Amministrazione, in Italia come all’estero, ma anche per i cittadini. Sono infatti numerosi i benefici che è possibile abilitare grazie all’utilizzo di soluzioni di mobilità intelligente come, ad esempio, la riduzione di tempi e costi di viaggio, o l’abbassamento delle emissioni inquinanti. I trasporti sono oggi responsabili di circa un quarto delle emissioni nel nostro Continente e al riguardo l’Unione Europea ha deciso di interrompere le vendite di veicoli a benzina e diesel a partire dal 2035. Considerata una vita media di circa 15 anni per i veicoli più nuovi, questa data permetterebbe di raggiungere l‘obiettivo “emissioni zero” entro il 2050, ritenuto improrogabile per evitare cambiamenti climatici irreparabili. Tuttavia, è recente la notizia di trattative in corso all’interno dell’Unione Europea a seguito della richiesta di alcuni paesi, tra cui Germania e Italia, di estendere oltre il 2035 la vendita di veicoli muniti di motore a combustione di carburanti sintetici, i cosiddetti e-fuel, a zero emissioni.
La decisione di convertire l’intero parco veicoli verso sistemi a trazione esclusivamente elettrica rimane quindi – per ora – un tema aperto all’interno del dibattito politico europeo. Di certo, gli sviluppi tecnologici in grado di rendere la mobilità non solo più intelligente e sicura ma anche più sostenibile saranno sempre più oggetto di interesse da parte dei Paesi Europei nei prossimi anni. Qual è allora la prospettiva della Pubblica Amministrazione Italiana rispetto ai progetti di Smart Mobility? Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Connected Car & Mobility, in Italia oltre 4 Comuni su 5 (83%) con popolazione superiore ai 15.000 abitanti considerano la Smart Mobility un tema rilevante o fondamentale e più di 2 Comuni su 3 (72%) hanno avviato almeno un progetto nel triennio 2020-2022 in questo ambito1. Al primo posto tra le motivazioni che hanno guidato i Comuni verso l’avvio di progetti troviamo proprio i benefici legati alla sostenibilità ambientale (62% del campione), grazie ad esempio a iniziative di mobilità elettrica e sharing mobility. Sale al secondo posto, con un incremento del +18% rispetto al 2021, la possibilità di usufruire di migliori servizi per i cittadini (54%), come l’aggiornamento in tempo reale delle informazioni sul traffico stradale, e l’individuazione di parcheggi liberi o di colonnine di ricarica, nel caso dei vicoli elettrici, nelle vicinanze.
Oltre alla predisposizione dei Comuni italiani verso i progetti di Smart Mobility, è necessario porre attenzione anche all’opinione dell’utente finale, spesso fortemente influenzata sia dalle spese generate dai propri spostamenti, sia dal livello di maturità tecnologica delle infrastrutture presenti nel nostro Paese. Ad esempio, sono diverse le motivazioni che frenano il consumatore dall’utilizzo di mezzi di trasporto più sostenibili, a partire dalle auto totalmente elettriche o ibride. Al primo posto troviamo il prezzo, considerato ancora troppo elevato (51%)2; segue in seconda posizione l’autonomia limitata della batteria (32%), responsabile del fenomeno ormai noto della “range anxiety”, soprattutto per quei consumatori che debbano percorrere lunghe distanze senza la certezza di poter contare su una rete di infrastrutture di ricarica ben distribuita lungo il proprio tragitto. Al terzo posto, troviamo sistemi di ricarica che spesso dimostrano di garantire performance al di sotto delle esigenze del singolo consumatore (23%), seguiti dai tempi di ricarica considerati eccessivamente lunghi (22%).
L’insoddisfazione relativa ai sistemi per l’approvvigionamento di energia elettrica presenti in Italia, può essere spiegata principalmente attraverso due fattori. Innanzitutto, nonostante la crescita di punti di carica ad uso pubblico registrati a fine 2022 (37.000, +41% rispetto al 2021)3, ad oggi ne risultano installati solo 500 in autostrada (l’1,3% del totale). In secondo luogo, la distribuzione lungo la penisola risulta essere tutt’altro che omogenea: circa il 58% sono situati nel Nord Italia, il 22% nel Centro e solo il 20% nel Sud e nelle Isole. Inoltre, se facciamo un confronto con i risultati ottenuti da altri Paesi europei, il numero di punti di ricarica ad uso pubblico ad oggi installati in Italia risulta incoraggiante solo se lo si analizza in relazione al numero di veicoli elettrici o ibridi circolanti sul nostro territorio a fine 2022 (170.000), ma in termini assoluti ci colloca molto indietro soprattutto rispetto a Francia (74.200 punti di ricarica ad uso pubblico), Germania (89.000), Regno Unito (55.600), e Paesi Bassi (115.000).
Tuttavia, c’è un elemento che potrebbe portare i consumatori italiani insoddisfatti della propria scelta di acquisto a ricredersi: la connettività può abilitare diverse funzionalità aggiuntive a bordo dei veicoli a trazione completamente o parzialmente elettrica, favorendo l’attivazione di una serie di servizi aggiuntivi in grado di migliorarne non solo le performance, ma anche l’esperienza di utilizzo. Tra i servizi di maggiore interesse per il consumatore troviamo al primo posto le soluzioni di ricarica in modalità wireless (38%), seguite dalle applicazioni di infomobility, in grado di fornire consigli su quando e dove ricaricare la vettura (37%) e dai servizi di ricarica on demand (25%) che, svincolandosi da un’infrastruttura fissa, permettono al consumatore di richiedere di essere raggiunto direttamente dal fornitore del servizio, qualunque sia la sua posizione.
Il tempo necessario alla Commissione Europea per trovare un accordo definitivo riguardo allo stop dei veicoli a combustione fossile dovrà essere sfruttato soprattutto dalle aziende operanti in questo mercato, dalle case produttrici fino agli operatori stradali e alla PA, per convincere l’utente finale riguardo ai benefici ottenibili dall’utilizzo di sistemi di mobilità elettrica connessi e intelligenti. Infatti, la rivoluzione dell’attuale paradigma di mobilità verso un modello sostenibile potrà avvenire solo se l’evoluzione normativa verrà affiancata anche da un cambiamento delle abitudini del consumatore, che dovrà essere incentivato attraverso l’offerta di soluzioni sempre più performanti.
1Fonte: survey inviata ad oltre 700 Comuni italiani con più di 15.000 abitanti (tasso di risposta: 17%), sett. 2022.
2Fonte: survey CAWI realizzata in collaborazione con Doxa, Dic. 2022.
3Fonte: Motus-E, “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”, Dic. 2022.
A cura di
Elisa Vannini
Internet of Things, Connected Vehicle & MobilityRicercatrice degli Osservatori Internet of Things e Connected Vehicle & Mobility, segue progetti di Ricerca internazionale e di advisory con le imprese per i due Osservatori
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