I progetti collaborativi e le PMI in Italia

A CURA DI:
Camillo Loro – Ricercatore Senior dell’Osservatorio Digital B2b

L’innovazione digitale nelle piccole e medie imprese italiane rappresenta una priorità per il sistema Paese. Lo sviluppo di progettualità digitali di successo, tuttavia, non deve prescindere dall’adozione di una visione “aperta” rivolta all’innovazione. In questo frangente giocano un ruolo cruciale i cluster di impresa; distretti industriali e filiere produttive non devono essere viste unicamente come un’aggregazione settoriale o geografica di impresa, ma soprattutto come un’opportunità per sviluppare un percorso congiunto di digitalizzazione.

Quando si parla di collaborazione tra imprese, ci si riferisce alla relazione dinamica, unica tra partner di business, basata sulla fiducia e caratterizzata da pianificazione e processi decisionali congiunti, con riferimento a questioni operative e strategiche. Le imprese condividono in modo elettronico informazioni e know-how lavorando per il miglioramento dell’efficienza dei processi e il miglioramento di obiettivi condivisi.

Le informazioni riguardano tipicamente:

  • il monitoraggio e il controllo della Supply Chain, attraverso la condivisione di dati di vendita e capacità produttiva, metriche di valutazione e di prestazioni, eventi critici per la gestione della Supply Chain;
  • la pianificazione congiunta, tramite la condivisione delle previsioni della domanda, la condivisione delle informazioni di gestione delle promozioni e la gestione congiunta delle scorte;
  • lo sviluppo di nuovi prodotti, con la condivisione di documenti tecnici e workflow d progetto;
  • il marketing e la comunicazione, attraverso la condivisione dei dati sui prodotti e sui prezzi, la condivisione dei piani di phase in/out e la gestione dei processi di relazione con i clienti.

Per quel che riguarda la diffusione dei progetti collaborativi in Italia, considerando solo le piccole e medie imprese (PMI – ossia le imprese con un numero di addetti compresi tra 10 e 249), le informazioni strategiche maggiormente scambiate riguardano quelle relative alla comunicazione e al marketing. Il 93% delle PMI, infatti, scambia almeno una informazione o soltanto con qualche cliente, o solo con qualche fornitori o con entrambi i partner di business a monte e a valle della filiera. Nell’82% dei casi le PMI scambiamo dati relativi alla pianificazione della produzione, nel 78% dei casi allo sviluppo dei nuovi prodotti e nel 70% al monitoraggio e al controllo della Supply Chain.

Grazie allo scambio di informazioni strategiche si possono raggiungere diversi benefici: sicuramente l’incremento dell’efficienza e la riduzione dei costi operativi, tramite una riduzione dei costi di gestione, aumentazione delle attività a scarso valore, impiego del personale in attività a maggior valore aggiunto. In parallelo aumenta l’efficacia e il livello di servizio, attraverso il miglioramento nella qualità percepita dal cliente, dovuta a una riduzione degli errori e del tempo medio di consegna. Questo impatta sul miglioramento dell’immagine aziendale e sul livello di fidelizzazione dei clienti stessi.

Il percorso di implementazione di progetti di collaborazione, nel caso di aziende di piccola e medie dimensiona, incontra diverse barriere. Tra le principali, le imprese italiane indicano: la bassa priorità di questa tipologia progettuale, la scarsa percezione dell’esigenza di implementare tali progetti proprio in riferimento alle ridotte dimensioni aziendali, la scarsa percezione dei benefici e la difficoltà nel coinvolgere i partner di business.

Se si considerano, invece, i fattori critici di successo, invece, indicati dalle imprese per una buona riuscita dei progetti collaborativi, si riscontrano:

  • il change management, che rappresenta un salto culturale, che va gestito con formazione, meccanismi di incentivo, ridefinizioni di mansioni;
  • il commitment, servono vision e-business case;
  • il corretto coinvolgimento degli attori, prerequisito per la collaborazione coi propri partner è la capacità di presidio interno ed esterno;
  • l’uso opportuno della tecnologia, è opportuno scegliere soluzioni tecnologiche complementari, introdotte spesso gradualmente.

Indubbiamente i progetti collaborativi hanno un grande potenziale per il miglioramento della relazione tra due o più partner di business, ma richiedono un alto livello di maturità delle relazioni e di fiducia che spesso non è semplice trovare, soprattutto tra aziende meno strutturate e di più piccola dimensione. Un percorso di trasformazione digitale ben costruito, però, può davvero portare grande innovazione all’interno delle imprese.

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